Teatro educativo e sociale

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Teatro educativo e sociale
E’ un modello teatrale che si occupa di:
Espressione: dar voce a strumenti a chi per motivi
psicologici, sociali, culturali, fisici, per la sua storia personale
non ha voce.
Formazione: accompagnare, sostenere, incontrare l’altro per
un certo periodo dell’esistenza.
Relazione: lavorare sulla relazione non come qualcosa di
astratto, ma ci si basa sulla concretezza dei gesti, scambio di
gesti concreti,parole dette
fra persone, gruppi, comunità
.
Gli strumenti del teatro sono situazione di rappresentazione, di
fronte ad altri corpi “in presenza” in un luogo situato.
Lo scopo del teatro sociale-educativo è:
Lavorare sulla Relazione del soggetto,partendo generalmente
da situazioni di disagio. Non è uno strumento che serve per....
ma è Esperienza originaria della persona; il fatto che si lavori
su relazioni patologiche e che quindi possa anche avere dei
risultati terapeutici è valore aggiunto.
Si parte dalla considerazione che le relazioni sono patologiche
nella maggior parte dei casi; il teatro sociale cerca di capire perché
quella relazione sia patologica, lavorando sul ”come se.
Il teatro sociale incontra l’antropologia culturale attraverso i
medesimi soggetti di osservazione e di lavoro ossia relazioni
interpersonali, comprensione intersoggettiva, costruzione sociale
della persona
Storicamente questo rapporto fra teatro sociale e antropologia si
fa risalire alle ricerche di Eugenio Barba e della cosiddetta
antropologia teatrale
Barba è allievo di Grotowsky altro registra teatrale polacco che
agli inizi anni 60 si è posto la domanda sul senso del teatro “il
teatro è di un certo gruppo, di una certa èlite socio-culturale, non è
più il teatro delle origini. Ho cercato di capire cosa c’è di comune
a tutte le esperienze teatrali di diverse culture del mondo, gli
elementi transculturali strettamente legati al contesto storico e alla
cultura in cui si realizzano”
Il teatro non è corpo di fronte ad un altro corpo è sia espressione
personale ma anche appartenenza socio- culturale
Barba vuole capire quali sono gli elementi del teatro e quindi del
corpo che indipendentemente dalla cultura si presentano sempre,
quando il corpo è in quella situazione particolare che chiamiamo
rappresentazione
Il corpo si pione come rappresentazione quando viene portata la
sua presenza di fronte qualcuno. Amleto diviene una presenza nel
momento in cui l’attore lo ri-presenta, lo porta in presenza di altri,
il ri- sta per “di nuovo” perché l’esperienza di presenza questo
personaggio l’ha già avuta nel momento creativo del suo autore,
ma il personaggio non c’è fino a quando qualcuno non l’incarna.
Ma il corpo può porsi anche in situuazioni di Presentazione. È
quel corpo che dice di sé agli altri es. la danza, il corpo non sta al
posto di...nella danza, c’è una coincidenza fra produttore e
produzione artistica. Si ha un rappresentazione nella forma della
presentazione: quello che presento sono io.
Quello che hanno fatto Barba e Grotowsky e andare all’origine
dell’esperienza teatrale, hanno individuato che il corpo si mette di
fronte agli altri, ad un altro corpo di fronte cioè a questa situazione
dialettica di rappresentazione- presentazione.
Il teatro sociale-educativo utilizza una molteplicità di tecniche; da
quelle teatrali della tradizione occidentale e orientale(danza,
mimo, dizione, canto, musicol) a quelle terapeutiche come il gioco
e la narrazione.
Il gioco: è una delle matrici del teatro. E’ Luminale nel senso che
mantiene il soggetto in una zona franca, intermedia, ma sempre
vigile fra la coscienza e l’immaginario
Attraverso il gioco nel teatro si rielabora il vissuto personale ea
volte collettivo per portare il soggetto ad un momento particolare
della sua fase evolutiva, o del suo percorso di identità.
Quando si gioca si sta su una soglia,. Pronti atornare indietro se
necessario o varcarla definitivamente.
Rito e gioco si differenziano per la reversibilità del gioco rispetto
al rito
Narrazione
La narrazione è oggi una forma di teatralità spontanea, e ancora
oggi in alcune culture si realizza secondo modalità originarie con
lo scopo di:
-consolidare i legami e le relazioni all’interno delle comunità
come momento di forte convivenza e coinvolgimento emotivo
-contribuisce alla formazione dell’identità collettiva rafforzando
comunque le singole identità.
Tra i pionieri del teatro della narrazione troviamo Dario Fò, un
teatro con forti connotazioni etico politiche.
Negli anni 90 si rivolge a comunità più ristrette non come
proposito di mutamento della società ma per il disimpegno etico,
politic0o delle comunità,si lavora comunque sul recupero del
senso civico, sui valori dell’essere più che dell’avere.
Teatro della narrazione è anche quello di Marco Paolini che mette
in gioco tutte le corporeità dell’attore, soprattutto la voce come
strumento emotivo coinvolgente,con monologhi che narrano storie
dentro le storie reali, vissute.
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