Schedatura del Capitolo IV: ”Diotima” 1. Autore: Adriana Cavarero. 2. Titolo: Nonostante Platone. 3. Editore: Editori riuniti. 4. Anno di edizione: 1999. 5. Anno di scrittura: 1990. 6. Genere: Filosofico. 7. Argomento trattato: Figure Femminili nella filosofia antica. 8. Operazioni analitiche: - Scomposizione del testo: Il testo è suddivisibile in 6 parti: una introduzione nella quale viene presentata la figura di Diotima come maestra di sapienza, quindi nella seconda parte l’autrice si domanda perché Platone abbia scelto una donna come maestra di verità; in seguito il mito di Aristofane intento a spiegare l’origine dei sessi e giustificare e valorizzare l’amore omosessuale maschile; nella quarta parte il discorso di Diotima per bocca di Socrate, ma che esprime un pensiero di Platone, spiega l’amore come un un partorire nel bello, secondo il corpo e secondo l’anima; nella quinta parte c’è la contrapposizione tra la figura dell’uomo e quella della donna nella storia greca, da Esiodo alla mitologia, viene poi analizzato il mito di Dioniso da cui prende origine la teoria misogina di Platone; nella sesta parte l’autrice commenta il libro “La passione secondo G.H.” di una certa Clarice Lispector, nella quale trova riferimenti e sviluppi del mito dionisiaco. - Principali parole, frasi e concetti chiave rilevati nel testo: “Diotima: perché una voce femminile?”: Platone si serve di una donna, come in un gioco, per distruggere con le parole di una donna la figura femminile. “Mimesi del materno”: sarà la stessa Diotima a spiegare, utilizzando un linguaggio fondato sul mimetismo della gravidanza, che il generare della donna, cioè il mettere al mondo altri esseri umani, è una necessità di sopravvivenza della specie e fa dell’amore un mezzo, mentre l’amore omosessuale secondo Platone non produce qualcosa bensì si appaga in sé e porta gli uomini a generare non qualcosa di materiale, ma qualcosa di superiore e infinito che va al di là della vita, quindi qualcosa di immortale che in qualche modo si avvicina all’idea di Bello presente dentro ogni uomo. “Invidia dell’utero”: in realtà ciò che muove Platone è l’invidia della potenza che assume la donna in quanto madre ed è per questo che fa di tutto per distruggere la figura materna, contrapponendo la morte alla nascita. 9. Titolo alternativo: Perché gli uomini sono i migliori. 10. Commento personale: Platone è sicuramente un figlio del suo tempo e come tale riprende e sviluppa i luoghi comuni della cultura greca, anche con una certa malizia. Non a caso ha scelto una donna per sminuire la figura femminile attraverso l’espediente di Socrate che riferisce nel Simposio la sua conversazione con Diotima, sacerdotessa e in quanto tale maestra di sapienza. Tutto secondo gli schemi della vita greca: le donne avevano un ruolo importante nei riti sacri, ma non potevano partecipare ai banchetti e ai simposi. Per raggiungere il suo obiettivo dovrebbe togliere alla donna la sua forza, che è la maternità, non potendo fare ciò attribuisce all’ uomo una maternità superiore, quella noetica del logos, contrapponendo quindi il mortale generato dalla donna con l’immortale generato dall’uomo. E così riesce a giustificare il ruolo dominante della figura maschile, come emergeva già dagli scritti di Esiodo, nei quali si narra l’arrivo della prima donna sulla terra come portatrice di tutti i mali. Anche la tradizione mitica ripropone il matricidio e la mimesi maschile della maternità nella nascita di Dioniso. Da qui il mito di Dioniso nel quale l’autrice rileva come ad un polo maschile rappresentatesi come più che umano quasi divino corrisponde un polo femminile rappresentato come men che umano quasi bestiale. In sostanza la donna con la sua potenza materna rappresenta il legame dell’umanità con le sue origini più profonde. Parole chiave: Sez. analitica: Riassunto: Commento:. Correttezza: Tommaso Costa 1° E