LA TEORIA DELLA LUNGA CODA:GIUSTO O SBAGLIATO? Chris Anderson,caporedattore della rivista “Wired” ha pubblicato nel 2004 un articolo intitolato “The long tail”,dove analizza la curva derivata dal rapporto tra le vendite di alcuni Online retailer e la quantità dei contenuti in catalogo,evidenziando che l'insieme dei profitti dati dalla vendita delle Hit è raggiunta dal vasto insieme dei piccoli profitti dei prodotti di nicchia. Anderson sostiene che questa “coda lunga” di profitti andrà con il tempo ad inspessirsi e la testa ad assotigliarsi,perchè la vastità di prodotti ora disponibili nella rete e la semplicità di fruizione rispecchiano i gusti del consumatore. Se consideriamo che ogni anno escono nel mercato circa 100.000 libri e 60.000 album musicali ci rendiamo subito conto che solo una percentuale minima del totale sarà effettivamente esposta al pubblico in un qualsiasi negozio fisico,e conseguentemente solo una piccola percentuale può avere anche solo la chance di poter vendere una copia. Siamo in un periodo in cui i prodotti d'intrattenimento come la musica o i film possono risiedere a centinaia di migliaia in un unico supporto,personalizzarne il contenuto è semplice:con qualche click possiamo avere tutto e subito. Con il digitale i grossi costi di storage(immagazzinamento) e distribuzione sono stati abbattuti,e questo è un punto focale. Altra cosa importante è il fatto che avere un grosso assortimento di prodotti necessita una buona organizzazione e,in una vastità di merci come questa,una catalogazione statica è controproducente,perciò si utilizzano degli algoritmi di raccomandazione e i filtri collaborativi per ordinare i contenuti in maniera più umana. A supporto di questa affermazione e dell'importanza dei prodotti appartenenti alla coda,Chris Anderson ha analizzato il caso del libro “Touching the void”,un libro di narrativa inizialmente con poche vendite quindi catalogabile come prodotto di nicchia,che grazie alle raccomandazioni di Amazon partendo da un libro di successo con argomentazioni simili,lo ha portato ad avere vendite superiori in confronto alla Hit che l'ha portato al successo,quindi si è spostato sulla curva del grafico avvicinandosi prima e entrando definitivamente poi nella zona rossa. Questo è un caso in cui un prodotto con vendite marginali risale lungo la coda fino alla testa quindi un esempio tangibile delle opportunità che offre questo nuovo mercato di produttori di contenuti. Nella coda lunga si può trovare qualsiasi cosa,dalla prima canzone di un artista al gruppo musicale che registra nel proprio home studio. Questo è il suo punto di forza perchè può soddisfare i bisogni del cliente più esigente. Consideriamo infatti che si possa rendere disponibile tutto ciò che si crea:troveremo sicuramente prodotti che ci piacciono ma non sapevamo come avere e altri di qualità scadente,starà all'utente scegliere quello che realmente vuole,e non solo quello che il mercato propone prepotentemente. Una soluzione per fare in modo che la coda si allunghi e persista,sostiene sempre Anderson,è quella dell'abbassamento dei prezzi,che ha predicato Rhapsody. Esso ha raggiunto un aumento di vendita direttamente proporzionale alla riduzione di prezzo. Da 73 cent. Rhapsody mise in vendita delle tracce a 49 cent.,andando in perdita inizialmente,ma triplicando in seguito il guadagno. Tirando le somme Anderson pensa che questa teoria della lunga coda prevede che questa libertà di espressione e di scelta modificherà pesantemente il grafico di domanda-offerta,dove le hit venderanno meno e le nicchie aumenteranno i loro volumi di vendita. Vi sono anche delle correnti di pensiero che si contrappongono alla visione del signor Anderson e ne criticano una certa superficialità di analisi dei dati. Tra le studiose più rilevanti che ripercorrono quest'antitesi vi è Anita Elberse,la quale 4 anni dopo l'uscita dell'articolo di Anderson ha voluto rispondere con un successivo articolo intitolato “Should you invest in the long tail?” e pubblicato sull'Harvard Business Review. La giovane studiosa ha analizzato,a sostegno della sua tesi,flussi di vendita su due negozi online nel periodo 2005-2007:Rhapsody.com e Quickflix(servizio australiano per noleggio di dvd). Per approfondire maggiormente il fenomeno ha deciso di utilizzare anche i dati del periodo 2000-2005 forniti dai sistemi di rilevazione Nielsen Videoscan e Soundscan che forniscono delle stime sulle vendite di video e musica su diverse piattaforme sia online che offline. Sicuramente un quadro più esaustivo rispetto a quello su cui si è focalizzato Anderson. I dati raccolti dalla Elberse vanno completamente dalla parte opposta rispetto a quelli di Anderson perchè lei dice che la coda si sta sì allungando,nel senso che online si vende una quantità maggiore di titoli,ma la sua testa si ingrandisce sempre più. E cioè:il successo economico è ancora concentrato sulla testa della curva di distribuzione. L'importanza dei singoli best seller non sta diminuendo nel tempo,ma sta crescendo. Un'ulteriore conferma arriva dai dati del mercato musicale degli ultimi anni dove vediamo un netto incremento il download degli album musicali(vedi il grafico qui sopra con periodo di riferimento 2005-2010). Elberse studia i dati di vendita settimanali di home video registrati da Nielsen Videoscan ed emerge che: • le vendite effettivamente si spostano sulla coda,ma perchè aumentano i titoli resi disponibili,allungano la coda ma non facendola crescere di spessore; • i titoli di testa con maggior audience sono dimezzati,ma allo stesso tempo è cresciuto l'interesse verso il restante piccolo numero di prodotti di testa. La signora Elberse quindi non rinnega assolutamente l'utilità della distribuzione e della vendita online di prodotto di enterteinment come può essere un libro,dvd,album musicale ecc. ma si contrappone fortemente all'idea che i prodotti di massa vedranno un drastico calo delle vendite e saranno “sostituiti” da prodotti di nicchia. I prodotti di massa avranno bensì sempre un ruolo fondamentale nell'economia,provocando anche un ispessimento della testa facendola ingrossare sempre più e facendo assotigliare ed accorciare la coda con il passare del tempo,sostanzialmente perchè secondo lei i prodotti di nicchia continueranno sempre a guadagnare poco rispetto alle hit e ai prodotti blockbuster. Un secondo dato,nato dall’indagine dalla composizione delle vendite nella coda lunga,viene esposto da Anita Elberse ed analizza i consumatori dei prodotti di nicchia,emerge che nella maggior parte dei casi chi compra lungo la coda è un acquirente delle Hit e che l'indice di gradimento sia in media sempre a favore dei prodotti di maggior successo. È interessante notare che nonostante il consumatore informato compri prodotti di nicchia gradisca di più uno di successo e quindi smettere di focalizzare gli sforzi marketing da parte di un'azienda nei confronti di un Best Seller non sarebbe la giusta linea da seguire. Questo grafico rappresenta,secondo il pensiero della Elberse,come si andrà a modificare la lunga coda dopo l'attuamento delle strategie online di marketing,ovvero vi sarà ugualmente un ispessimento significativo della testa e un rinforzamento della coda. Il grafico mostra con la curva blu la tipica distribuzione delle vendite nei canali tradizionali,con la curva rossa,più piatta,invece le vendite online,dove i prodotti nella parte destra del diagramma aumentano le vendite erodendole ai prodotti di successo concentrati nella parte sinistra.