MYRDDIN (MERLINO): LA STORIA E LA LEGGENDA
di Myrddin
Preferisco le grandi querce frondose
Le alte cime e le lande verdeggianti che si stendono ai loro piedi
Questo mi piace
La foresta di Kelyddon ricca di noci
Sara' la dimora che prediligero' sopra ogni altra.
L’avaro brama una ricompensa
L’avaro non pensa che a possedere
Quello che hanno non basta loro
A me bastano le ghiande dell’amena Keliddon
Le chiare sorgenti
Che fluiscono attraverso i prati odorosi
I doni vanno bene per l’avaro
In quanto a me
Non possono comperarmi
La liberta'
Sono le mie valli boscose!
(Vita Merlini)
1. Myrddin, le origini di Merlino
Myrddin appare per la prima volta in alcuni resoconti gallesi (Armes Prydein, Y Gododdin)
dell’inizio del X secolo come un profeta, ma il suo ruolo diviene presto quello di mago, profeta e
consigliere, incantatore, attivo in tutte le fasi del regno di Re Artu'.
Alla nascita gli era stato dato. secondo l'Historia Brittonum il nome di Emrys (o
Ambrosius), ed era avvenuta a Caer-Fyrddin (l'attuale Carmarthen, nel sud del Galles).
Nella Historia Brittonum, attribuita al monaco Nennius (anche se la critica piu' recente tende a
considerare l'opera il prodotto di piu' mani), si parla di Re Vortigern, e del giovane ragazzo
profeta Ambrosius (donde il Merlino Ambrosius di Geoffrey di Monmounth), che vede i due
draghi sotto la torre del re, che crollava sistematicamente.
Il primo riferimento a Merlino e' dunque in questa Historia Brittonum, attribuita a Nennius, un
testo latino del 796 d.C., basato su precedenti scritti del monaco gallese Gildas.
La denominazione Merlinus venne utilizzata per la prima volta da Geoffrey di Monmouth
nell'Historia Regum Britanniae, nelle Prophetiae Merlini e nella Vita Merlini, e dunque solo piu'
tardi viene conosciuto come Merlino (Merlin), una versione latinizzata del suo nome originale in
gallese, Myrddin, derivante dal suo luogo di nascita, la citta' di Caermyrddyn dove era nato.
Quando il ragazzo che era stato condotto da Re Vortigern , a Dinas Emrys dove voleva
innalzare la sua inespugnabile fortezza, cambio' nome: da An ap y lleian a Myrddin, perche'
trovato a Caer Fyrddyn. Secondo l'antico racconto gallese Il sogno di Macsen Wledig, Caer
Fyrddyn aveva questo nome perche' costruita da una miriade di uomini, e la parola gallese
myrddyn significa miriade. Da cui CAer Fyrddyb, La citta' della MIriade, con la m rimpiazzata in
gallese dalla f, mentre appunto Myrddin viene tradotto in latino con Merlinus, Merlino in italiano.
Nella latinizzazione, Geoffrey sostituì la /d/ con una/l/, altrimenti ne sarebbe uscito un
irriguardoso appellativo scatologico.
Nel mondo secondario disegnato da J. R. R. Tolkien nell'imponente trilogia Il Signore degli
anelli, il mago Gandalf e' chiamato anche dagli elfi Mithrandir ('Il Grigio Pellegrino'), prima che
diventi il capo del 'Bianco Consiglio', e il nome di Myrradim (Merlin, in inglese) e' il nome dello
smeriglio, un piccolo 'falco grigio'.
Merlino era il figlio illegittimo di una Principessa reale del Dyfed, poi monaca.
Il padre della dama, Re Meurig ap Maredydd ap Rhain, non e' stato trovato negli annali di
questo regno, e probabilmente era un sovrano minore della regione al confine di Ceredigion.
Il padre, e' detto, era un angelo che visito' la ragazza e la lascio' incinta. I nemici di Merlino
dissero il padre che era realmente un demone incubo, uno spirito del male che aveva agito
mentre la donna dormiva. Il figlio del male si supponeva fosse un contrappeso all’influenza di
Gesu' Cristo sulla terra. Myrddin, per fortuna, raccontano, fu subito battezzato, un evento che
aveva annullato la sua natura maligna, ma lasciato intatti i suoi poteri.
Questa storia era chiaramente inventata per salvare la madre dallo scandalo pubblico di
avere avuto un rapporto .con un Morfyn Frych (“the Freckled”), un principe minore della
casata di Coel.
Secondo la versione gallese del Brut di Wace, afferma invece che il nome originale del mago
era An ap y lleian, che puo' tradurzi "la disdetta di una monaca" o "Ap, il figlio della monaca" (P.
Sims-Williams, The Bullettin of the board of Celtic Studies, vol. XXXVIII, 1978, pp. 90-93)
2. Mago, consigliere, druido
Il mago Merlino, secondo la leggenda tutore e consigliere di Artu', visse nel VI secolo; era un
Bardo gallese molto noto per le sue profezie.
Myrddin presenta in effetti tutti i caratteri del dio Lug (in gallese Llen), il Mercurio-Hermes
degli antichi Celti. Anche questo, difatti, nelle saghe irlandesi e nelle leggende delle isole
britanniche, e' mago, guerriero e arti sta e, pur combattendo contro le potenze delle Tenebre e i
loro eserciti, e' imparentato con esse (per linea materna Lugh, in via paterna Merlino).
La definizione di mago era appropriata, soprattutto in epoca oramai cristiana, in effetti la
nuova religione definiva con questo termine i druidi, e Merlino era uno degli ultimi appartenenti a
questa categoria antica [druida indica in generale il sapiente dell’Antica Religione celtica, a
qualunque classe appartenga e qualunque sia la sua specializzazione, ovvero bardi, vati,
indovini, giudici, medici, poeti, arpisti, veggenti, storici, gutuater ("invocatori di divinita'"): erano
la prima classe della societa' celtica e il loro ruolo accanto a quello del re e' di primaria
importanza, al punto che il re non prende nessuna decisione, ne' pronunzia alcuna sentenza
senza aver prima consultato il suo druida, o senza che questo abbia dato il suo assenso (potere
spirituale enorme, esercitato in luoghi sacri naturali, pietre fitte, sorgenti, alberi sacri), in una
societa' celtica nella quale da una parte la religione cristiana dall’altra i sassoni premevano in
modo sempre piu' dirompente].
La sua vita - almeno secondo le incerte cronologie del basso medioevo - fu incredibilmente
lunga.
Merlino compariva col nome di Ambrogio compariva negli anni 829-830 nell'Historia
Brittorum, un tempo attribuita a Nennio, nella quale egli era contemporaneo di Vortigern, e
come bardo Myrddin, protagonista di un ciclo di poemi profetici gallesi.
3. Il primo “cronista” di Merlino
Fu il Vescovo Alessandro di Lincoln a richiedere a Geoffrey di Monmouth [un chierico
gallese, gia' autore della Historia Regum Britanniae - "Storia dei Re di Britannia"- verso il 1135:
dove si narrano le gesta di Re Artu'] di "prophetias Merlinide Britannico in latinum transferre",
ovvero di tradurre le profezie dal gaelico al latino, e, difatti, le Prophetiae Merlini (che, molto
probabilmente, l'autore aveva reinventato) sono precedute da una dedica all'alto prelato. Forse
proprio grazie all'autorita' del committente, la Chiesa Cattolica considero' Merlino un profeta
"cristiano" e degno di rispetto; anche se in realta', nella saga arturiana, e' il mago che guarda
con profondo rimpianto alla scomparsa dell’antica religione, e capisce che quanto avviene
permettera' "al dio Unico di cacciar via i molti De'i Antichi" (dal film Excalibur di John Boorman).
4. La Storia del Regno di Britannia
Nella Histora Regum Britanniae Geoffrey narra l'incredibile nascita di Merlino dall'unione di
un incubo con una vergine, aveva poi ricordato episodicamente le sue profezie e gli interventi
magici da lui compiuti alla corte dei re Vortigern e Uther Pendragon, ma non aveva piu' fatto
menzione di lui dopo l'episodio dello straordinario concepimento di Artu'.
5. Le Profezie di Merlino
Al centro della Profethiae Merlini (Profezie di Merlino) Geoffrey colloco' dunque una
formidabile figura destinata a suscitare enorme curiosita': quella di Merlino, celebrato piu' tardi
come mago nel Roman de Merlin di Robert de Boron. Qui egli appare innanzitutto nelle vesti di
profeta che espone una serie di vaticini relativi alla storia britannica a partire dall'invasione dei
Sassoni. Composta in un linguaggio oscuro e sconcertante, pieno di simbolismi spesso di
difficile decifrazione [ma Merlino diceva:io sono e restero' oscuro per tutti coloro ai quali non
intendo dare spiegazioni, De Boron] e basato su metafore di animali (draghi, leoni, lupi,
cinghiali, volpi, ricci, pesci, uccelli etc.) la Profezia di Merlino, collocata nel VII libro della Storia
Si puo' considerare la prima opera di letteratura profetica dedicata esclusivamente all'ambito
politico
Tra le sue profezie, la seguente sembra parlarci oggi, in un momento in cui sembra che
l’equilibrio delicato del mondo sia sempre piu' in pericolo:
Gli uomini si inebrieranno di vino e dimenticheranno il cielo per la terra.
Gli astri si allontaneranno da loro e confonderanno il loro corso.
Le messi seccheranno e l’acqua scompara' dalla terra.
Le radici si muteranno in rami e i rami si muteranno in radici.
La luce del Sole sara' eclissata dalla luce argentata di Mercurio ...
Il carro della Luna turbera' lo Zodiaco e le Pleiadi verseranno lacrime.
Tutto cessera' presto di compiere il suo ufficio, ma Arianna si rinchiudera' presto dietro la sua
porta chiusa.
Il colpo del raggio sollevera' i mari, e la polvere dei tempi antichi ricomparira'.
I venti si urteranno e il loro baccano andra' a perdersi negli astri [cit. In Markale, Merlino, p.
262, Milano 1999].
Se la Storia nella sua totalita' ebbe una straordinaria diffusione (se ne conoscono oggi oltre
200 manoscritti!) , le Profezie di Merlino ebbero una circolazione ancora piu' vasta perché, oltre
ad essere naturalmente tramandata da tutti i manoscritti della Storia, di cui fa parte, fu riportata
come testo autonomo da piu' di 80 manoscritti e venne piu' volte rielaborata interamente o
parzialmente
La Chiesa guardo' sempre con grande sospetto alle profezie di Merlino, ritenendole fonte di
grave pericolo, tanto che le mise definitivamente all'indice nel 1543 in occasione del Concilio di
Trento (S. Blake-S. Lloyd, Le Chiavi di Avalon, Newton & Compton, Roma 2002, pag. 96).
6. La Vita di Merlino
Il poema Vita Merlini e' da Geoffrey dedicato esclusivamente a Merlino, questa volta
presentato gia' adulto, potente re di Demetia (nel Galles meridionale), sposato, con una sorella
affezionata, Ganieda.
A fianco di Peredur (l'eroe che ricomparira' nella letteratura cortese, con il nome di Perceval
o Parsifal) partecipa a una battaglia e impazzisce per il dolore dopo aver assistito alla tragica
morte di tre fratelli.
Dotato del dono della profezia; reso folle dal dolore per la morte in battaglia di tre amati
fratelli e divenuto ormai vecchio, egli vive in solitudine nella foresta Caledonia, come un animale
selvaggio. La follia di cui e' preda gli consente pero' si pronunciare ancora oscuri vaticini ed
enigmatiche profezie, che puntualmente si avverano. Aveva anche appreso a dialogare con gli
spiriti della Natura e con gli animali della terra, dell'aria e del cielo.
Merlino e' dunque “il Folle del Bosco, a condizione che si voglia ben considerare che la
nozione di follia ricopre anche quella di “saggezza misteriosa ispirata alla divinita'”. Infatti la
follia di Merlino e' sacra. Egli e' profeta e mago” (Alessandro Pasqualini).
Nel bosco compone, tra le altre, questa poesia profetica:
Dolce melo dai rami incantevoli,
tu che innalzi da ogni parte le tue gemme vigorose,
io prediro' in presenza del maestro di Marcho
che, nella valle di Machway, un mercoledì, ci sara' del sangue
e della gioia per gli uomini di Lloegr le cui lacrime saranno rosse.
Un Merlino privo di memoria, ma in grado di predire il futuro, si aggira nella foresta di
Caledonia, dove vive in comunione con la natura. Recuperata la ragione grazie all'acqua di una
sorgente miracolosa, Merlino non sopportera' di assistere allo spettacolo della Britannia
dilaniata dalle guerre civili, e preferira' rimanere nella foresta, in un palazzo con settanta porte e
settanta finestre, fattogli costruire da Ganieda.
Tra l’altro viene anche ricordato mentre a cavallo di un cervo, mentre guida una processione
notturna di animali selvatici [da notare che nella cattedrale di Otranto, in Puglia, nel vasto
mosaico pavimentale completato verso il 1160, compare re Artu' in groppa a un animale che ha
tutta l'aria di essere un cervo. Sin dall'antichita' la simbologia del cervo e' connessa a significati
religiosi, quali l'allegoria del trionfo del Bene sul Male. Una divinita' celtica di Merlino,
Cernunnos, Dio della Fertilita', del rinnovamento e della metamorfosi, e' raffigurata con
sembianze di cervo. Il cristianesimo fara' del cervo un emblema di Cristo e lo assocera' al culto
di alcuni santi, come Eustachio, o come Cadoc: quest'ultimo visse nel Galles intorno al VI
secolo e la sua vita e' posta in relazione con le vicende di re Artu'].
Ma quando queste arti divinatorie passeranno alla sorella, la regina Ganieda, il profeta
decidera' di tornare nella foresta e non parlare mai piu'. A questo punto il poema termina con
una profezia di Ganieda riferita ad avvenimenti politici inglesi dell'epoca di Goffredo.
La “ Vita, nonostante qualche piccola incongruenza nella trama, si presenta come
una storia altamente drammatica, narrata con toni vivaci, in cui il poeta sa
controbilanciare abilmente i due aspetti fondamentale della personalita' di Merlino: la
follia e il genio profetico. Dal loro armonioso contrasto emerge una figura misteriosa e
affascinante, in grado di contendere ad Artu' la palma dell'eroe preferito nel cuore del
lettore e dell'ascoltatore medievale” [Ferruccio Bertini].
7. La storia di Merlino tra storia, mito, leggenda e romanzo
Dunque, come detto, secondo Geoffrey, i poteri magici di Merlino hanno un origine diabolica.
Un assemblea infernale di demoni - racconta la Vita Merlini - ordisce un complotto per generare
una sorta di Anticristo destinato a diffondere il male nel genere umano.
A questo scopo, la figlia di un ricco mercante viene posseduta nel sonno da un "Incubo", ma
rivela quanto e' accaduto al confessore: questi traccia sul suo corpo il segno della croce, così,
quando il bimbo nasce [450 d.C.), e' irsuto come un demone, ma non ha il desiderio di fare del
male.
Dal padre Satana, Merlino ha ereditato la capacita' di conoscere il passato; Dio stesso,
attraverso la madre, gli ha conferito il potere di prevedere il futuro.
Viene cresciuto in un convento e all'eta' di 9 anni rischia la vita per mano del re Vortigern
[Vortigern (gallese Gwrtheyrn). Re di Britannia, ritenuto nelle Triadi gallesi un usurpatore e un
traditore: per respingere gli attacchi di Scoti e Picti, avrebbe chiamato in aiuto, come mercenari,
i Sassoni] pronto a tutto pur di costruire la sua fortezza sulle montagne del Galles.
Secondo i maghi consiglieri di Vortigern urgeva sacrificare il sangue di un fanciullo orfano di
padre per rendere edificabile il terreno sopra il quale da mesi le fondamenta della fortezza
continuavano a crollare.
Ambrosio Merlino [la natura semidivina del protagonista e' sottolineata dal suo stesso nome,
Ambrosio, l'ambrosia era il "nettare degli degli dei" della mitologia greca, e l'ape e il miele sono
presenti come simbolo di sapienza divina in molte altre culture, compresa quella celtica, dove
l’idromiele era la bevanda degli dei che permetteva di accedere a stati di coscienza particolari,
utili per profetizzare] - questo il suo nome completo - sfida vittoriosamente i maghi della corte
del re Vortigern, e ne diviene consigliere.
Spiega al sovrano il motivo dei ripetuti crolli della torre, e anche il significato allegorico del
combattimento fra due draghi annidati nel fondale di una palude (sul quale veniva costruita la
torre: la storia dei draghi dormienti sotto le fondamenta di Dinas Emrys appare per la prima
volta nell'antico racconto gallese Lludd e Llefelys, nel Mabinogion); quindi pronuncia una lunga
profezia (che occupa quasi tutto il libro VII e fu divulgata anche separatamente dal resto
dell'opera di Goffredo).
In essa viene preconizzata la vittoria del Drago rosso, che rappresenta i Britani, contro il
Drago bianco dei sassoni, e da quel momento il Drago rosso divenne il simbolo del Galles,
come appare ancora oggi sulla bandiera nazionale di quella nazione.
Dopo l aprofezia Merlino ordino' con imperio a Vortigern di lasciare quel posto: "E' opportuno
che lasci questa fortezza che non sei stato capace di innalzare; altrove in tanti altri luoghi
troverai posti sicuri".
Nella Historia Brittonum si legge che Vortigern infine riparo' nel castello di Goronw lungo il
fiume Wye, ma fu affrontato e battuto, col suo castelloo in fiamme, da Uther ed Emrys. Ma
come scrive Nennio, Alii autem aliter dixerunt (altri riferiscono altre storie, come che rimase
fulminato da un colpo al cuore, o rimase travolto dalla rovina del suo fortilizio, ove stava
difendendosi).
In seguito Merlino pone i propri poteri al servizio dei due successivi re di Britannia, Ambrosio
Aurelio e Uter.
Diviene poi consigliere di Re Uther Pendragon.
Geoffrey di Monmounth nel 1136 scrisse:
Aurelio ordino' a Merlino di erigere attorno alla sepoltura le pietre che aveva trasportato
dall'Irlanda. Merlino obbedì agli ordini del Re e pose le pietre in cercio attorno alla sepoltura,
esattamente nello stesso modo iin cui erano state sistemate sul Monte Killarus in Irlanda, in
questo modo provando che l'abilita' era superiore ad ogni forza bruta
(Geoffrey di Monmouth, Historia Regum Britannie, vedi G. Agrati e M.L. Magini - a cura di Merlino l’incantatore, volume 2 pag. 363 Mondadori, Milano 1996)
Un vecchio manoscritto tenuto nella Biblioteca del Corpus Christi a Cambridge introduce
Stonehenge con queste parole:
Nel 483 A.D. il mago Merlino trasporto' la Danza dei Giganti dall'Inghilterra a Stonehenge
“Merlino ando' a trovare Uther Pendragon e lo porto' nella piana di Salisbury. Il re non poteva
credere ai propri occhi: nel luogo in cui si era svolta la battaglia si ergeva un cerchio di pietre
magnificamente disposte, al centro del quale si trovava una roccia piatta che rifletteva i raggi del
sole nascente.
“Non so come tu abbia fatto”, disse Uther a Merlino, “devo ammettere pero' che non mi
aspettavo un simile prodigio!”.
L’indovino replico': “Questo monumento sara' la testimonianza della vittoria tua e di Emrys.
Lo dovevi alla memoria di tuo fratello. Ma sappi che si dira' che e' la Danza dei Giganti, e che gli
spiriti vengono in questo luogo, tra queste pietre, ogni notte in attesa della luce che infiammera'
il mattino e ridara' vita al mondo” ["Si tratta evidentemente dello strano monumento di
Stonehenge... Questo monumento, datato alla fine dell’era megalitica, e' stato trasformato piu'
volte durante l’eta' del bronzo ... Bisogna anche sottolineare il fatto che uno dei cerchi del
monumento (sono infatti diversi) e' composto di pietre blu provenienti dalla contea di Pembroke,
a diverse centinai di chilometri da lì. La leggenda di Merlino e il soprannome Chorea
Gigantorum sono reminiscenze di un'epoca antica e dimostrano che si tratta di un luogo sacro",
pagg. 156 e 338 J. Markale, Il mistero del Graal, Colui che sara' re, (1992) trad. It. Milano,
Sonzogno 1998].
Nei secoli del Medioevo mistico, quando l'immaginazione era permeata dalla cultura elfica e
demoniaca, dagli incantesimi delle fate e dei folletti, fu naturale considerare i menhir, i dolmen i
cromlech come degli immensi giganti pietrificati. Goffredo di Monmouth nella Vita Merlini (1140),
una delle prime opere dedicate alla saga di re Artu', cita un enorme complesso circolare
composto da grandi pietre, si tratta della Chorea Gigantum ('Danza dei Gigantì) che si trovava
in Africa, da lì un popolo di titani lo porto' in Irlanda sul 'Monte Killarus', come mausoleo per 460
nobili guerrieri di Aurelio Ambrosio, uccisi dai Sassoni. Il padre di Artu', Re Uther Pendragon,
chiese a Merlino di trasferire l'intero colosso nella piana di Salisbury, e il Mago con l'aiuto degli
Angeli diede vita a Stonehenge. La teoria di Goffredo fu accettata senza discussioni per 500
anni
Da notare che secondo T. W. Rollestone (I miti celtici, Tea, MIlano 1998, pag. 318) "nel ciclo
mitologico di Artu', il posto del dio del cielo e del sole Nudd appartiene ad una divinita' di nome
Myrddin. Una delle triadi gallesi narra che prima di essere abitata la Britannia si chiamava Clas
Myrddin, il recito di Myrddin. Viene alla mente l'uso irlandese di attribuire ai luoghi prediletti
l'appellattivo di "stalla del sole": Deirdre attribuisce questonome alla sua amata dimora
scozzese a Glen Etive. Il professor Rhys (John) sostiene che Myrddin era una divinita' venerata
in modo particolare a Stonehenge che , secondo la tradizione britannica riportata da Geoffrey di
Monmouth, fu eretta da 'Merlino, il mago nella cui persona Myrddin e' sopravvissuto sotto
l'influenza cristiana".
Da notare che i monoliti di Stonehenge (secondo il Roman de Brut di Wace, che e' la traduzione
in francese della Historia in latino di Geoffrey, poi tradotto in inglese da Layamon)
"possedevano poteri a dir poco straordinari e che l'acqua dilavata su di essi avevala magica
facolta' di impregnarsi di energie prodigiose capaci di sanare le malattie" (Blake e Lloyd, Le
chiavi di Avalo, Newton & Comton, Roma, 2002, p. 103)
La storia di Merlino riportata da Geoffrey di Monmouth nel 1136 "e' sopravvisuta, abbellita e
illustrata - per secoli, e nel sedicesimo secolo si celebrava ancora l'intervento di Merlino. A
quell'epoca cominciarono a prevalere opinioni piu' scettiche e iniziarono parallelamente le
indagini piu' razionali e le visite dei turisti.
Eppure, in anni recenti, Merlino e' stato resuscitato, non solo per via dell'interesse per il
misticismo e la New Age, ma anche da Stewart Piggot, che ipotizzo' che la storia incarnasse un
residuo ricordo popolare del trasporto delle pietre blu dal lontano ovest, anche se dal Galles e
non dall'Irlanda ...>> (David Souden - Stonehenge - Un paesaggio di pietre e misteri.
Corbaccio editore, Milano 1998 pag. 140).
Uter si innamora della virtuosa Ygerne, moglie del Duca di Tintagel, la quale non ricambia le
sue attenzioni. Il mago fa allora in modo che il suo protetto assuma magicamente le sembianze
del suo nemico, il duca Gorlois di Cornovaglia. Così trasformato, Uter penetra indisturbato nella
munita rocca di Tintagel, a picco sul mare, e così, grazie a questo inganno, puo' trascorrere una
notte d'amore con la bella Igerna, moglie del duca. Igerna rimane incinta; da quella notte di
inganni nascera' re Artu', che Merlino prende sotto la sua tutela finché diviene Re dei Britanni.
Dopo la nascita di Artu', Merlino divenne il tutore del ragazzo, che cresceva affidato al padre
adottivo Sir Ector (alias Cynyr Ceinfarfog - the Fair Bearded).
Artu' (475-542 d.C.) richiama il dio celtico Artio, orso, e anche l’eroico re irlandese Finn.
"Arthur" (in Inglese) potrebbe derivare dal latino Artorius (in tal caso Artu' era forse un Comes
Britanniarum , ovvero un rappresentante locale dell'Impero Romano), dal celtico Artos Viros o
dal corrispondente gaelico Arth Gwyr ("Uomo Orso"), o ancora dal gia' citato Art (Roccia in
irlandese). Un principe britanno chiamato "Arturius figlio di Aeda'n mac Gabrain Re di Dalriada"
e' citato dall'agiografo Adomnan da Iona nella Vita di San Colombano (VIII secolo); nella
Historia Brittonum (IX secolo) lo storico Nennio racconta che il dux bellorum Artorius uccise
personalmente novecentosessanta Sassoni durante la battaglia di Mons Badonis (Bath?); gli
Annales Cambriae (X secolo) descrivono la sua morte e quella del traditore Medraut
("Mordred") nella battaglia di Camlann nell' "Anno 93" (539 d.C.?); ma altri storici dell' epoca, tra
cui il venerabile Beda e Gildas [ma a quest’ultimo Artu' aveva ucciso un fratello, che era uno dei
generali dell'Alban, secondo Giraldo Cambrense nel suo Descrizione del Galles, e dunque era
infuriato con Artu' (edizione del Thorpe)] non fanno alcun cenno a un condottiero chiamato Artu'.
Arthur diventa protagonista o comprimario di narrazioni gallesi intorno al 600 d.C.; in un
poema del ciclo Gododdin attribuito al bardo Aneirin e' descritto come un guerriero invincibile,
una sorta di "Conan" ante litteram.
Preiddeu Annwn ("Il sacco dell'Inferno"), The Black Book of Carmanthren e Culhwch ut
Olwen sono racconti tratti dai lai (cantate ) dei Bardi messi per iscritto soltanto intorno al XII
secolo, ma che riferiscono narrazioni celtiche del VII-VIII secolo; nel Preiddu Annwn, attribuito al
bardo Taliesin, Artu' discende agli inferi per recuperare un magico calderone; in The Black Book
of Carmanthren si afferma per la prima volta che nessuno sa dove si trovi la sua tomba; in
Culhwch ut Olwen, uno degli undici racconti in lingua gaelica che compongono la raccolta
Mabinogeon, aiuta il nipote Culhwch a superare quaranta prove per garantirsi la mano della
figlia del gigante Ysbaddadenvi. Qui Artu' e' gia' circondato dalla sua corte, composta da
Gwenhwyfar (Ginevra), Myrddin (Merlino), Keu (Kay), Bedwyr (Bedivere o Beduero), Gwalchmai
(Gawain), Owein (Ivano), Medrawt (Mordred).
Merlino fece quindi in modo che i signori del regno si incontrassero il giorno di Natale
a Londra. Sul sagrato davanti alla chiesa di Canterbury vi era una spada infissa in una
pietra.
Che non era Excalibur [Excalibur (Escalibor e, nell’Historia Regum Britanniae di Goffredo di
Monmouth, Caliburnus),in gallese Caledfwlch, che significa "(dal) duro taglio" (calet + bwlch;
corrispettivo irlandese: caladbolg, pure nome di spada), e' una spada forgiata nell’Altro Mondo,
al quale ritornera' dopo la scomparsa di Artu'], ma un’altra spada predisposta da Merlino.
Vicino a tale pietra era scritto "Colui il quale estrarra' la spada sara' re di Britannia".
Nessuno riusciva a sfilare la spada, finche' non ci provo' il giovane Artu', che tra l’altro
era all’insaputa di tutti il figlio legittimo di Uter, e acclamato da tutti divenne il sovrano.
Excalibur pervenne a Re Artu' dopo l’incontro di Merlino con la mistica Dama del Lago alla
Fontana di Barenton (in Britannia, secondo alcune leggende), che persuase la Fata a
consegnare al Re la magica spada.
Merlino e' anche il creatore della Tavola Rotonda [che non e' attestata nei testi medievali
gallesi e irlandesi, e' stata creata dai narratori dei racconti arturiani di lingua francese: e'
nominata per la prima volta nel Roman de Brut di Wace (1155); in effetti, i Celti non
possedevano la nozione di uguaglianza di rango, che e' simboleggiata appunto nella Tavola dei
cavalieri della corte di Artu'; al contrario, stando a quanto ci viene raccontato nel "ciclo eroico"
irlandese dell’Ulster, relativamente ai banchetti presso la corte del re Conchobar, i guerrieri
erano soliti discutere per sapere a chi spettassero il primo posto e il miglior boccone; i cavalieri
che attorniavano Artu' erano dodici, come gli apostoli della Santa Cena. Anche in cio' e'
evidente la concezione cristiana e aristocratica che e' all’origine della nozione stessa di
cavalleria e dei sentimenti e delle azioni dei cavalieri arturiani].
Myrddin e' anche strettamente coinvolto nell’indirizzo degli eventi e delle azioni che
riguardano il Re e il Regno di Camelot.
Divenuto sovrano e signore di Camelot, sposa Ginevra e fonda una tavola rotonda di 150
cavalieri.
Con essi batte' i Sassoni, i Pitti e gli Scotti.
Durante la guerra contro gli Scoti e i Pitti, Artu' "li assedio' per quindici giorni facendoli
morire di fame a migliaia", e poi "si abbandono' a indicibili violenze senza
risparmiare quelli che cadevano nelle sue mani"
Suoi compagni sono:
Tristano, che innamorato di Isotta, ando' in Francia dove morì;
Lancillotto, che circuì Ginevra;
Galvano, che si avventura sulle Orcadi, combattendo contro il cavaliere verde;
Galahad, figlio di Lancillotto, e Percival che vanno alla ricerca del Graal.
Dopo l'unificazione della Britannia, Merlino rivela al sovrano la sua missione piu' importante,
la ricerca del Graal.
Graal. "Vaso misterioso che contiene il sangue del Cristo e che soltanto un cavaliere puro e
senza macchia puo' ritrovare allo scopo di liberare il regno di Bretagna dagli incantesimi e dalla
sterilita'."
e' la "coppa di sovranita'" (contenente una bevanda inebriante), equivalente simbolico del
calderone del dio-druido Dagda dei racconti mitologici irlandesi. e' un simbolo di sovranita', e al
tempo stesso d’abbondanza, o addirittura di resurrezione.
Il nome del Graal e' romanzo (forse dal latino gradalis < latino popolare *cratalis).
"Rappresenta il passaggio al cristianesimo e al Cristo Re della sovranita' celtica".
Il solo testo in lingua celtica menzionante in qualche modo il Graal, o piuttosto il suo
antenato, e' la storia di Peredur figlio di Evrawc: "[] entrarono due fanciulle portando in mezzo
un gran vassoio sul quale giaceva una testa immersa nel sangue" [J. Loth, Les Mabinogion, II,
pp. 64-5]..
Infatti nessuno sa piu' dove si trovi il suo custode, "Re Pescatore": il Graal e', di fatto,
perduto. Sulla Britannia si abbatte una maledizione chiamata dai Celti Wasteland ("La terra
desolata"), uno stato di carestia e devastazione sia fisica che spirituale. Il Wasteland e' stato
scatenato dal "Colpo Doloroso", ovvero da un colpo vibrato da Balin il Selvaggio con la Lancia
di Longino (in altre versioni, da Re Varlans con la Spada di Davide) nei genitali del "Re
magagnato". Il Maimed King si chiama Perlan, Pellehan, Pelles, Lambor, oppure e' identificato
con lo stesso "Re Pescatore". Per annullare il Wasteland - spiega Merlino ad Artu' - e'
necessario ritrovare il Graal, simbolo della purezza perduta.
Un Cavaliere (Parsifal "il Puro Folle", o Galaad "il Cavaliere vergine") occupa allora lo
"Scranno periglioso", una sedia tenuta vuota alla Tavola Rotonda, su cui puo' sedersi (pena
l'annientamento) solo "il Cavaliere piu' virtuoso del mondo", colui che e' stato predestinato a
trovare il Graal.
Ispirato da sogni e presagi, e superando una serie di prove "perigliose" (il "Cimitero
periglioso", il "Ponte periglioso", la "Foresta perigliosa", il "Guado periglioso", eccetera), Parsifal
rintraccia Corbenic, il Castello del Graal e giunge al cospetto della Sacra Coppa.
Non osa pero' porre le domande "Che cos e' il Graal? Di chi esso e' servitore?",
contravvenendo così al suggerimento evangelico "Bussate e vi sara' aperto". Il Graal scompare
di nuovo. Dopo che il Cavaliere ha trascorso alcuni anni in meditazione, la ricerca riprende.
Finalmente Parsifal (o Galaad) pone il quesito, a cui viene risposto. "e' il piatto nel quale Gesu'
Cristo mangio' l'agnello con i suoi discepoli il giorno di Pasqua. (...) E perche' questo piatto fu
grato a tutti lo si chiama Santo Graal" (la frase, che comprende l'insolita etimologia grato-Graal e' tratta da La Queste del Saint Graal, romanzo di autore anonimo del "Ciclo della Vulgata" del
1220).
Il Re Magagnato si riprende, il Wasteland finisce; Re Artu' muore a Camlann e Merlino
sparisce nella sua tomba di cristallo (o d'aria ). Il Graal viene riportato a Sarraz (o nel Regno di
prete Gianni) da Parsifal e Galaad.
Il 542 d.C. e' stato identificato negli Annales Cambriæ quale l'anno della "Battaglia di
Camlann" nella quale Artu' verra' mortalmente ferito da Medraut (Mordred).
Artu', ferito mortalmente, incarica il cavaliere della Tavola rotonda Girflet di gettare Excalibur
nel lago (e l’ordine regale verra' alla fine eseguito).
In quest'anno quindi Merlino portera' con sé Artu' ad Avallon per farlo curare senza piu'
tornare... A tutti gli effetti potrebbe ancora essere vivo, e così pure Arthur...
Merlino viene imprigionato in una tomba di cristallo da Nimue o Viviana, la "Signora del
Lago" (da alcuni "unificata" con Morgana (Morgaine, Morgan le Fay), figlia della regina Igerna
(Ygrain) e del duca di Tintagel, Gorlois: compare come sorellastra di Artu' nei racconti
successivi alle opere di Goffredo di Monmouth; il suo nome deriva da un composto celtico
*mori-gena, "nata dal mare".); ma continua a vivere "su un altro piano"] dopo la morte di Artu'.
Difatti. Innamoratosi della 'Dama del lago', o Viviana [Viviana (Viviane, Niniane), e' la Dama
del Lago, istitutrice di Lancillotto: il suo nome, dall’aspetto romanzo, e' privo di un’etimologia
celtica chiara (potrebbe essere accostato al nome del Ninian, affluente dell’Oust, a sua volta
affluente della Vilaine, uno dei principali fiumi della Bretagna)], a essa Merlino rivela tutti i suoi
segreti. Fiducia piu' che mal riposta: la Dama, con l'inganno, riuscii a imprigionarlo nella 'tomba
fatata' che egli aveva preparato per entrambi, per quando fosse giunta la giusta ora. Così
rinchiuso, Merlino sarebbe tuttora vivente e nel sepolcro attenderebbe il giorno del giudizio, per
poter completare la sua missione profetica
La prigione fatata sepolcro di Merlino e' situato in luoghi diversi, a seconda delle fonti:
al Marlborough College nel Marlborough (Wiltshire), al Drumelzier nel Tweeddale (Scotland),
a Bryn Myrddin (Merlin's Hill) vicino a Carmarthen (Galles), la Tomba di Merlino nella foresta
di Broceliande, vicino a Paimpont (Bretagna) e a Ynys Enlli (Bardsey Island) al largo della
penisola di Lleyn (Galles).
Nell'opera gallese antica La stanza dei sepolcri (T. Jones, Stanzas of the Graves, The John
Rhys Memorial Lecture, in Proceedings of the British Accademy, vol. LIII 1967, pp. 136, 137
#17) si legge:
Bedd Ann ap lleian fybydd
Lluagor llew Ymrais
Prif dewin Merddin Embrais
(Il sepolcro di AN ap y lleian sulla ... montagna
che tanti ha fatto discutere; egli, il leone di Emrys,
il Mago Supremo, Myrddin Emrys)
8. I 13 Tesori di Britannia
Sono chiamati Mabinogion (al plurale) i "quattro rami" del Mabinogi [dal gallese mabinog,
"discepolo", con evidente riferimento all’apprendimento orale da parte dei poeti di corte], vale a
dire i racconti gallesi medievali che costituiscono il "ciclo mitologico" brittonico (i cui testi
risalgono al XII, se non all’XI secolo): Mabinogi di Pwyll, principe di Dyfed; M. di Branwen, figlia
di Llyr; M. di Manawyddan, figlio di Llyr; M. di Math, figlio di Mathonwy.
Sono aggiunti a questi, nei manoscritti, alcuni racconti arturiani: Lludd e Llevelys, Kulhwch e
Olwen, Il sogno di Rhonabwy, Il sogno di Maxen Wledic, Owen e Llunet, Peredur Ab Evrawc,
Gereint e Enid. In essi Arthur prende parte a molte avventure, tra cui la caccia a un cinghiale
magico e un viaggio nell’Altro Mondo celtico, chiamato in medio gallese Annwfn.
"Culhwch e Olwen" e' il primo dei cinque racconti legati alla saga della Tavola Rotonda (gli
altri sono: "Il sogno di Ronabwy", "La Dama della Fontana", "Peredur, figlio di Evrawc" e
"Gereint e Enid") in cui compare Re Artu'. Puo' essere considerato un puro racconto in stile
narrativo gallese, dove Artu' non e' ancora investito degli influssi anglo-normanni e della
tradizione francese. La trama principale e' quella della "figlia del gigante" il cui piu' noto
riferimento e' "Giasone e Medea"; ma nel fitto intreccio del racconto si dipanano anche
numerosi temi riconducibili a fiabe e a leggende popolari. L'eroe, Culhwch, si reca dal suo
cugino germano Artu' a richiedere il suo aiuto per la conquista della mano della bella Olwen
figlia del Capo di Giganti. La corte di Artu', non ricorda minimamente quella dei romanzi francesi
ove regna l'eleganza e la raffinatezza: e' un'assemblea molto composita di fantastici personaggi
possessori di incredibili virtu' e raccolti dalle piu' diverse tradizioni.
I guerrieri nominati da Culhwch suonano come un elenco di cicli storici andati perduti ed i
primi guerrieri chiamati sono Kei e Bedwir che, insieme a Gwalchmei-Galvano ritroveremo,
alquanto trasformati e umanizzati, tra i piu' celebri Cavalieri della Tavola Rotonda. Si trovano
in questo brano i recipienti magici tipici dell'Oltretomba celtico: una coppa, un corno, un paniere,
delle bottiglie ed un paiolo con le loro magiche virtu' o l'inesauribile provvista di cibo e di
bevande, caratteristica che sara', piu' tardi. anche del Graal. Essi si ricollegano alla leggenda
dei tesori di Britannia che narra di tredici oggetti magici patrimonio di dei ed eroi, conservati a
Caer Llion sull'Usk e da Merlino nascosti per sempre, alla vista dei mortali, nella sua prigione
d'aria.
9. Leggende parallele
La Vita Merlini, di Geoffrey, presenta molte analogie con altre leggende celtiche: la
ritroviamo anche in altri due testi latini, provenienti, forse, dallo Strathclyde, e denominati
Lailoken et Kentigern e Laíloken et Meldred. Lailoken non sarebbe altro che lo stesso
personaggio che Goffredo chiama Merlino. Le sue vicende, infatti, corrispondono a quelle
cantate da Goffredo nel suo poemetto: la follia conseguente a una battaglia, la vita selvatica, le
virtu' profetiche. Simili, se non uguali, anche gli episodi secondari. Solo la sorte del protagonista
cambia: Lailoken, infatti, muore, ucciso nella foresta dagli uomini del re Meldred. Strettamente
connesso a tali testi appare un racconto irlandese, il Buile Suibne ("la follia di Suibne"), in cui e'
il re irlandese Suibne a vivere le medesime avventure di Lailoken, inclusa la tragica fine, e di
Merlino.
La mia natura mi costringe,
di tanto in tanto,
ad appartarmi dalla compagnia degli altri uomini
Voglio che sappiate che,
se sapro' che vi trovate in difficolta',
accorrero' in vostro aiuto,
e vi consigliero' sotto ogni aspetto
(Merlino)