IL PRECAMBRIANO
Con la formazione della Terra stimata in circa 4560 milioni di anni fa si
avvia un processo lungo e complesso durante il quale la Terra, da gassosa,
a poco a poco si solidifica; dapprima essa è composta per lo più di lava
incandescente, non esistono continenti, non esistono mari, non esiste una
vera atmosfera. Lo spettacolo che si presenterebbe ai nostri occhi
durante questa prima fase di solidificazione è terribile e impressionante:
magma rovente, grumi di basalto che cominciano ad affiorare qua e là, il
cielo squarciato da sideriti, cupo, privo della luce morbida
dell'atmosfera....
Questo spettacolo terrificante dura per un lunghissimo periodo dopo di
che le forze della natura scatenate cominciano ad acquietarsi, si forma
l'atmosfera primordiale e le continue piogge sferzano i mari antichi non
più colmi di lava ma di un'acqua scura priva di vita...
È in questo primordiale alambicco, in questo oceano che si formano le
prime aggregazioni di aminoacidi ci è ancora sconosciuto il meccanismo
preciso con cui questo accade, forse l'elettricità, forse altri motivi
ancora ignoti.... Quello che è certo che nel profondo dei mari
precambriani si formano le prime proteine, i primi aminoacidi: un processo
che dura quasi un miliardo e mezzo di anni, affinchè questi rudimentali
aminoacidi si trasformino in organismi unicellulari.
Non è ancora la vita vera e propria ma nel mare ci sono già le basi
fondamentali affinchè questi organismi li riempiano per poi approdare alla
terra e all'aria nelle ere successive.
Le più antiche impronte della vita sulla Terra sono state lasciate in rocce
vecchie di 3800 milioni di anni da microscopici organismi viventi che si
possono considerare batteri poichè ricavavano l'energia necessaria ai
loro processi vitali dalla trasformazione di composti dello zolfo, prodotti
dall'attività vulcanica presente sul fondo degli oceani. Più tardi, circa
3000 milioni di anni fa, tali organismi acquistarono la capacità di
procurarsi energia direttamente dalla luce solare e di accumulare azoto.
Un momento fondamentale nella storia della vita è rappresentato dalla
comparsa dei cianobatteri, o alghe azzurre che si accrebbero formando
sul fondo strutture a strati o cavoliformi analoghe a quelle tutt'ora
visibili al largo delle coste australiane. I cianobatteri si servirono
dell'energia della luce solare per ricavare carboidrati dalla combinazione
chimica di acqua con anidride carbonica. Tale processo, noto come
fotosintesi, diede come prodotto di scarto l'ossigeno che, a partire da
2500 e sino a 1750 milioni di anni fa, si legò chimicamente col ferro
arrugginendolo e formando sul fondo degli oceani depositi a strati di
rocce ferrose. Il tappeto di alghe azzurre era anche in grado di
intrappolare e creare strati di sostanze quali i fanghi di carbonato di
calcio, che formarono le struttute note come stromatoliti. Non appena
tutto il ferro fu legato chimicamente, l'ossigeno resosi disponibile
cominciò ad accumularsi nell'acqua degli oceani e a diffondersi
nell'atmosfera; qui costituì uno strato do ozono, che fece da scudo
contro le dannosissime radiazioni ultraviolette provenienti dal sole.
Solo pochissimi fossili di organismi provengono dal Precambriano, anche
dal più recente, e per la maggior parte sono costituiti da piante. Alghe
calcaree si diffusero ampiamente nei mari dell'America (Montana,
Alberta) e della Rhodesia; nella selce nera precambriana dell'Ontario e
nelle rocce del Michigan, Minnesota, Inghilterra e Scozia, sono stati
trovati primitivi funghi acquatici e alghe. Gli animali fossili sono rari; è
stata scoperta una medusa nel Gran Cañion, e alcune tracce rinvenute
nelle rocce del Montana testimoniano una possibile esistenza di esseri
viventi. Un maggior numero di fossili sono stati ritrovati in Australia, in
depositi recentemente scoperti. Sembra probabile che gli animali del
Precambriano avessero il corpo privo di parti di una certa consistenza e
perciò scarsamente conservabili sotto forma di fossile; solo in seguito
una grande quantità di differenti specie svilupparono parti ossee e i
fossili diventarono più comuni.
Il paesaggio dell'epoca precambriana risulta al principio piuttosto
desolato: uno sterile deserto di nuda roccia attorniato da mari poco
profondi, da dove ha inizio le prime forme di vita.
Per 2000 milioni d'anni i batteri furono l'unica forma di vita presente
sulla Terra. I più antichi erano in grado di resistere al calore (1) e ancora
oggi si possono rinvenire nelle sorgenti termali sulfuree.
In seguito comparvero i batteri azotofissatori (2) che ora abitano i
terreni. Vi erano anche le spirochete (3) capaci di movimenti attivi; il tipo
più evoluto era costituito dai cianobatteri (4), che liberavano ossigeno. I
batteri del tipo più antico possono svilupparsi solo in ambienti privi di
ossigeno, sostanza per loro velenosa. Diversi tipi di batteri si
combinarono con un batterio nucleo (5) creando in questo modo i primi
organismi animali unicellulari. Ecco perchè la comparsa di microrganismi in
grado di sfruttare l'ossigeno come combustibile per i processi vitali
costituì un grande balzo in avanti nella storia dell'evoluzione della vita.
Circa 1500 milioni di anni fa gli organismi subirono un notevolissimo
aumento di dimensione. Diversi tipi di batteri si combinarono con un
batterio-nucleo, costituendo così i primi organismi animali unicellulari
capaci di utilizzare l'ossigeno.
In seguito, alcuni di essi inglobarono dei cianobatteri fotosintetizzanti, e
in tal modo si formarono i primi vegetali unicellulari in grado di
sintetizzare il cibo grazie all'energia solare e di utilizzarlo, poi,
combinandolo con l'ossigeno. La singola cellula animale e vegetale, così
come noi oggi lo conosciamo, è quindi il prodotto finale della simbiosi di
tipi diversi di microrganismi venuti a costituirne gli attuali "organuli" o
microscopici organi interni.
Un'accelerazione marcata dell'evoluzione della vita sulla Terra fu dovuta
all'avvento della riproduzione mediante l'accoppiamento sessuale: un
meccanismo che garantì allora come oggi, il rimescolamento del materiale
ereditario di due individui in modo da produrne un terzo diverso da se
stessi. Tale materiale, il DNA, è situato all'interno del nucleo di ogni
cellula. Costituito dai geni, ossia da unità organizzate in cromosomi, il
DNA è presente in duplice copia. Le pareti del nucleo si dissolvono e i
cromosomi, in esso contenuto, vanno a disporsi su due tubuli prodotti dai
centrioli. Poi la cellula si divide per dare origine alle cellule riproduttive
fornite in una sola copia di cromosomi: quelle dotate di una grande
riserva di cibo, il tuorlo, vengono chiamate uova; quelle più sottili, ma di
gran lunga più mobili sono gli spermi. Quando le cellule sessuali si fondono
il patrimonio genetico torna a essere duplice. Questo complicato
processo ha la funzione di aumentare la variabilità degli individui. Pare
che la riproduzione per via sessuale sia stata conseguenza del fatto che
gli organismi primitivi si fagocitavano a vicenda. Ciò comportava il
ricombinarsi del materiale genetico in due individui e la presenza di un
doppio corredo cromosomico nel nuovo organismo; questo, di dimensioni
maggiori, si spaccava poi in altri due, ciascuno dei quali fornito di corredo
singolo. Si ebbe così l'alternanza di patrimoni singoli e duplici finchè col
tempo, il patrimonio duplice divenne la norma.