Tempo ordinario 6
CELEBRAZIONE FERIALE DELLA
PAROLA DI DIO
12. Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio
(Rm 8,6; Sal 118,150ss; Mc 4,38)
Canto iniziale
Saluto
C.: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
A.: Amen.
C.: Il Signore, dalla cui pienezza abbiamo ricevuto
e grazia su grazia, sia con tutti voi.
A.: E con il tuo Spirito.
Introduzione
Guida: Le beatitudini sono il motivo - guida della nostra riflessione. Oggi ci soffermiamo sulla
beatitudine che promette la pace. Questo valore grande, sempre desiderato, difficilmente
conquistato, mai richiesto abbastanza. Ma se vogliamo essere figli di Dio dobbiamo fare della
ricerca della pace il nostro pane quotidiano.
Orazione
C.: Preghiamo.
O Dio, che nelle Beatitudini ci indichi come il seguace di Cristo
deve interpretare la realtà, il fallimento
e dove deve trovare il vero senso dell’esistenza,
aiutaci a fare di questa pagina evangelica
il nostro programma di vita.
Per il nostro Signore, Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
A.: Amen.
Liturgia della Parola
Canto di introduzione all’ascolto
PRIMA LETTURA
Guida: Il cristiano sa che le opere della carne portano la morte. per questo se ne allontana, con l’aiuto
della grazia, per aderire sempre più pienamente alla vita ed alle esigenze dello Spirito.
Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani
(Rom 8,6)
Fratelli, quelli che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono
secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri
dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché
non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. Quelli che vivono secondo la carne non
possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento
che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo
è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustificazione. E
se lo Spirito di colui che ha resuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha resuscitato Cristo dai
morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
- Parola di Dio
- Rendiamo grazie a Dio
SALMO RESPONSORIALE
(Sal 118)
R.: Signore, confidiamo nei tuoi giudizi.
I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge. Rit.
Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi. Rit.
Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
Osservo i tuoi decreti
e i tuoi insegnamenti.
Davanti a te
sono tutte le mie vie. Rit.
VANGELO
Alleluia, alleluia
Perché siete così paurosi?
Non avete ancora fede?
Alleluia
Guida: Il brano evangelico ci mostra il collegamento fra la fede e la pace: la pace è figlia della fede nella
presenza salvifica del Signore.
C.: Il Signore sia con voi.
A.: E con il tuo Spirito.
C.: Dal Vangelo secondo Marco
A.: Gloria a te, o Signore.
In quel medesimo giorno, verso sera, Gesù disse si suoi discepoli: “Passiamo all’altra riva”. E, lasciata la
folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si
sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne
stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che
moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande
bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande
timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”.
- Parola del Signore.
- Lode a te o Cristo.
Alcune piste di riflessione
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
La pace è una conquista, è frutto di lotta, è figlia dell’impegno. Ma solo se qualcuno ha precedentemente introdotto il
conflitto, la distruzione, il male. E chi ha introdotto questo è l’essere umano. E perciò questa pace è figlia degli esseri umani.
È una pace che nasce dal bisogno, dalla paura, dalla sofferenza.
La pace che è uscita dalle mani di Dio è invece la bellezza, l’armonia di qualsiasi icona di Dio. La pace di Dio è la
contemplazione dell’artefice per la sua creazione, è lo sguardo d’amore dell’artista per la sua opera, la compiacenza
dell’autore verso quanto ha prodotto. È una pace che nasce dalla gratuità, dall’amore, dalla gioia. E ogni creatura porta
ancora, nonostante le brutture del peccato, l’impronta del creatore in sé, il segno della pace di Dio, che è abbraccio di
tenerezza per ogni sua creatura posta in essere.
Perciò non dobbiamo solo lottare per distruggere il male, per riportare la pace fra gli esseri umani, per riconciliarci con noi
stessi. Dobbiamo chiedere occhi per vedere la pace icona della creazione, quella pace che è il varco alla contemplazione delle
meraviglie di Dio. Quella pace mediante la quale Dio ci prende per mano e ci mostra il suo disegno sull’umanità. Allora gli
operatori di pace saranno chiamati figli di Dio, perché sentiranno la mano del Padre che li guiderà a vedere tutto il bello che
Egli ha pensato, voluto e fatto per noi.
Proposta di lettura per il momento di silenzio e per la settimana
Dalle “Omelie sulla Genesi” di Origene
Vedo ancora più eminente nella condizione dell’uomo quel che non trovo detto altrove: E Dio fece l’uomo, lo fece a
immagine di Dio. Questo non lo troviamo attribuito né al cielo, né alla terra, né al sole, né alla luna, e quindi questo uomo,
che dice fatto a immagine di Dio, non lo intendiamo in quanto corporeo: giacché non la figura del corpo contiene l’immagine
di Dio, né è detto dell’uomo corporeo che è stato fatto, bensì plasmato, come sta scritto in seguito.
Dice infatti: E Dio plasmò l’uomo, cioè lo modellò, dal fango della terra; questo poi, che è stato fatto ad immagine di Dio, è il
nostro uomo interiore, invisibile, incorporeo, incorruttibile, immortale; in tali aspetti, infatti, si vede più convenientemente
l’immagine di Dio. (...)
Dunque Dio fece l’uomo, lo fece a immagine di Dio. Bisogna che noi vediamo qual è questa immagine di Dio, e ricerchiamo
a somiglianza della immagine di chi sia stato fatto l’uomo. Infatti non ha detto: Dio fece l’uomo a sua immagine e
somiglianza, ma lo fece a immagine di Dio.
Qual è dunque l’altra immagine di Dio, a somiglianza della cui immagine è stato fatto l’uomo, se non il nostro Salvatore? Egli
è il primogenito di tutta la creazione; di lui è stato scritto che è splendore della luce eterna, e figura chiara della sostanza di
Dio, lui, che anche dice di sé: Io sono il Padre e il Padre è in me, e: Chi ha visto me, ha visto anche il Padre.
Infatti, come chi vede l’immagine di qualcuno, vede colui del quale è l’immagine, così anche mediante il Verbo di Dio, che è
l’immagine di Dio, si vede Dio. Così si avvera quel che ha detto: Chi ha visto me, ha visto anche il Padre.
Dunque l’uomo è stato fatto a somiglianza dell’immagine di lui, e per questo il nostro Salvatore, che è l’immagine di Dio,
mosso da misericordia per l’uomo, che era stato fatto a somiglianza di lui, vedendo che, deposta la sua immagine, aveva
rivestito l’immagine del maligno, mosso da misericordia, assunta l’immagine dell’uomo, venne a lui, come attesta anche
l’Apostolo, dicendo: Essendo nella forma di Dio, non considerò rapina l’essere uguale a Dio, ma annientò se stesso,
assumendo la forma dello schiavo, e, ritrovato nel sembiante come uomo, umiliò se stesso fino alla morte.
Dalla “Summa Theologiae” di San Tommaso d’Aquino
L’elenco delle Beatitudini è esattissimo. Per averne l’evidenza si consideri che l’uomo può seguire tre tipi di beatitudine:
infatti alcuni riposero la beatitudine nella vita voluttuosa; altri nella vita attiva; e altri ancora nella vita contemplativa. Ora,
queste tre beatitudini hanno rapporti differenti con la beatitudine futura, per la cui speranza meritiamo quaggiù il nome di
beati. Infatti la beatitudine della voluttà, perché falsa e contraria alla ragione, è un ostacolo per la beatitudine futura. Invece la
beatitudine della vita attiva ne è una preparazione. E la beatitudine contemplativa, se perfetta, s’identifica essenzialmente con
la beatitudine futura; se poi è imperfetta, ne è un preludio. (...)
Le ultime due beatitudini appartengono alla felicità della contemplativa: per questo in esse vengono assegnati dei premi
corrispondenti alle disposizioni poste come meriti. Infatti la purezza dell’occhio dispone a vedere chiaramente: ed ecco che ai
mondi di cuore è promessa la visione di Dio, il quale è il Dio dell’unità e della pace. Ed ecco che in premio viene concessa a
lui la gloria della figliolanza divina, che consiste in una particolare unione con Dio mediante una sapienza perfetta.
Da “Il cristianesimo così com’è” di C. S. Lewis
Tutti dicono che il perdono è un bellissimo concetto, finché non hanno qualcosa da perdonare. (...) E al centro del
cristianesimo trovo questa frase: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Non c’è il minimo
indizio che la remissione dei nostri debiti - il perdono dei nostri peccati - ci venga offerto ad altra condizione. È detto ben
chiaro che se non perdoniamo non saremo perdonati. Non c’è alternativa. Che fare?
Perdonare
ci
riuscirà
difficile
comunque.
(....)
Se
vogliamo
veramente
imparare a perdonare, (...) si potrebbe cominciare col perdonare il proprio marito o la propria moglie, o i genitori, o i figli, o
un amico, per qualcosa che hanno fatto o detto la settimana scorsa. Questo, probabilmente, ci terrà occupati, per il momento.
E in secondo luogo, potremmo cercare di capire bene che cosa significa amare il prossimo come se stessi. (...)
Il nostro io ha qualcosa di amabile? Lo amiamo semplicemente perché è noi stessi. Dio vuole che amiamo tutti gli “io” nello
stesso modo e per la stessa ragione: ma Egli ci ha dato, nel caso nostro, la chiave di questo amore, per mostrarci come
funziona. Non abbiamo che da applicare la stessa regola a tutti gli altri “io”. Forse ci sarà più facile se ricorderemo che è così
che Egli ama noi. Non per le belle e amabili qualità che pensiamo di avere, ma solo perché siamo le cose chiamate “io”. In
noi, infatti, non c’è davvero nient’altro da amare.
Inoltre:
Gv 14,27
CCC 2304
CdA 863
Intenzioni di preghiera
C.:
A Dio, che ci invita a chiedere con fiducia ciò di cui abbiamo bisogno, ci rivolgiamo con
atteggiamento di abbandono alla sua volontà e al suo amore. Preghiamo, dicendo insieme: Dio della
pace, ascolta la nostra preghiera.
1. Per la Chiesa, affinché testimoni sempre la sollecitudine di Dio per la pace, non lasciando alcun
grido di pace senza risposta. Preghiamo.
2. Per tutti i popoli che sono in guerra, affinché prendano coscienza che ogni popolo è depositario di
una chiamata alla pace ed alla riconciliazione da parte di un Dio che per primo ha stretto alleanza
con un popolo e cessino di sfigurare il volto di Dio nei loro fratelli. Preghiamo
3. Per tutti i fedeli, affinché, nella testimonianza e nell’annunzio, non dissocino mai la costruzione
della pace umana e sociale dalla riconciliazione personale con Dio nei sacramenti. Preghiamo.
4. Per tutte le famiglie, affinché comprendano che la ricerca della pace non deve essere disgiunta dal
servizio ai valori cristiani che la preparano e la manifestano. Preghiamo.
5. Per tutti i sofferenti, che invocano la pace dal travaglio e dal dolore, affinché ricevano dai cristiani
tutto il conforto di cui sono capaci. Preghiamo.
Seguono preghiere spontanee
C.: Il Signore ci ha donato il suo Spirito. Con la fiducia e la libertà dei figli, diciamo insieme: Padre
nostro.
Orazione conclusiva
C.: Preghiamo.
Esaudisci, o Dio, le preghiere di questo tuo popolo
che vuole servirti con fedeltà,
diffondendo il Vangelo nel mondo
e seguendoti ogni giorno.
Per Cristo nostro Signore.
A.: Amen.
Benedizione con il Vangelo
Canto finale