VIAGGIO A BERLINO: INFORMAZIONI UTILI DOCUMENTI RICHIESTI PER L'ESPATRIO Per i cittadini europei in viaggio nei paesi CEE è sufficiente la carta d'identità valida per l'espatrio. COMUNICAZIONI TELEFONICHE Chiamate Germania - Italia: comporre il prefisso internazionale 0039, quindi quello interurbano con lo zero e il numero dell'abbonato richiesto. Chiamate Italia - Germania: comporre il prefisso internazionale 0049, quindi quello interurbano senza zero e quello dell'abbonato. È possibile fare telefonate dagli uffici postali o dalle cabine pubbliche che funzionano con carte prepagate in vendita presso gli uffici postali. Le tariffe sono ridotte dalle 20.00 alle 8.00 e durante i week-end, telefonare dagli alberghi è più caro. E' possibile comunicare con l'Italia mediante il proprio apparecchio GSM. STORIA II secolo a.C. Iniziano i primi contatti fra le popolazioni germaniche e i romani, che con l'imperatore Augusto danno inizio alla conquista del paese. I secolo d.C. Con Domiziano le provincie vengono organizzate e divise in Germania inferiore, a nord con capitale Colonia, e in Germania superiore, a sud con capitale Magonza. Lungo le linea del Reno e del Danubio corre il confine orientale dell'impero, al di là del quale iniziano ad arrivare numerose le popolazioni germaniche. IV secolo Vengono definitivamente sfondati i confini dell'impero: le tribù germaniche invadono le province e la penisola italica. IX secolo Si afferma indiscusso il regno dei franchi con Carlo Magno, che restaura I’mpero Romano d'Occidente, facendosi incoronare nell'anno 800. 843 Con il trattato di Verdun il regno viene diviso in due parti: la zona francese e quella germanica. Nasce così la Germania come stato politico autonomo. 911 Corrado I di Françonia è il primo sovrano tedesco. 962 Il titolo imperiale si lega al regno tedesco e vi rimarrà legato fino al 1250. 1250 Dopo la morte di Federico II l'impero entra in crisi, già provato dalle aspre lotte di Federico I con il papato e i comuni del nord Italia. 1273 Con Rodolfo I la corona passa alla casa reale degli Asburgo. 1356 Tramite la Bolla d'oro viene approvata una riforma della costituzione dell'impero che affida a sette grandi elettori, quattro laici e quattro ecclesiastici, il diritto di designare l'imperatore. In questo stesso periodo nascono molte leghe che uniscono alcune città del nord a difesa delle libertà e dei privilegi acquisiti. 1438 Con Alberto II la corona resta alla casata degli Asburgo d'Austria fino al 1806. 1493 Massimiliano I separa il titolo imperiale dall'obbligo dell'incoronazione a Roma1519 Inizia il regno di carlo V che unifica i domini borgognoni, asburgici e spagnoli. Durante questi anni prende l'avvio la riforma protestante e molti principi tedeschi sposano la causa, ribellandosi all'imperatore 1555 La pace di Augusta ricompone la situazione politica dell'impero dopo le guerre di religione, riconoscendo la nuova confessione. 1618 Inizia la guerra dei Trent'anni fra l'Unione protestante e la Lega cattolica che si concluderà nel 1648 con la pace di Westfalia, lasciando la Germania impoverita e devastata, ma soprattutto divisa in una miriade di piccoli stati. 1740 Inizio del regno di Federico II di Prussia che afferma la forza del suo regno sugli altri. 1806 La rivoluzione francese e Napoleone pongono fine all'impero e riducono il numero dei principati. 1813 Nella battaglia di Lipsia gli eserciti prussiani sconfiggono Napoleone e ne segnano la fine. 1815 Durante il Congresso di Vienna viene creata la Confederazione tedesca, con 39 stati autonomi, dei quali però Prussia e Austria mantengono di fatto la supremazia. 1834 Gli stati tedeschi firmano un accordo di unione doganale per favorire gli scambi commerciali. 1862 Bismarck inizia il proprio progetto di affermazione della potenza prussiana. 1864 Bismarck attacca la Danimarca e ne ottiene i ducati dello Schleswig e dell'Holstein, due anni dopo sconfigge l'Austria e l'estromette definitivamente dalla Germania. 1871 Sconfitta a Sedan della Francia e definitiva affermazione dell'egemonia prussiana: a Versailles Guglielmo I assume il titolo imperiale e unifica la Germania sotto di sé. 1914 Scoppio della prima guerra mondiale che porterà la definitiva sconfitta degli imperi centrali, della Prussia e dell'Austria e al tramonto dell'impero. 1929 La Germania, già provata dalla guerra, risente della grave crisi economica mondiale. 1933 Hitler viene eletto cancelliere e inizia la trasformazione dello stato in regime autoritario. 1939 Scoppia la prima guerra mondiale che porterà la disfatta totale del terzo reich. 1949 Nasce ufficialmente la Repubblica Federale Tedesca, 18 maggio. Il 7 ottobre nella zona est di Berlino viene creata la Repubblica Democratica Tedesca. 1961 Viene eretto il famoso muro a Berlino. 1971 Un accordo quadripartito regola i rapporti fra le due Germanie. 1989 Inizio della 'perestroika' di Gorbaciov e manifestazione imponente il 9 ottobre, cui ne seguono altre dopo le quali viene deposto Honecker, presidente del Consiglio di stato della DDR. Il 9 novembre cade il muro di Berlino. 1990 Inizia il processo di unificazione del paese concluso ufficialmente il 3 ottobre FUSO ORARIO Il paese adotta il fuso dell'Europa centrale analogamente all'Italia, così come l'ora legale da marzo a settembre. ELETTRICITÀ’ La corrente funziona ovunque a 220 volt come in Italia. CLIMA Rispetto ai paesi dell'Europa dell'Est posti a latitudini analoghe, la Germania presenta un clima relativamente mite grazie a venti temperati provenienti dall'area atlantica. Sono, però, questi stessi venti a rendere il clima estremamente instabile nel momento in cui vengono a contatto con le grandi masse d'aria provenienti dall'area continentale. La variabilità è molto accentuata sia durante l'arco della stessa giornata sia all'interno di periodi più lunghi e non è raro riscontrare differenze anche di 10 gradi negli stessi giorni di anni successivi. Le precipitazioni sono molto abbondanti e ben distribuite nel corso dell'anno, più accentuate nelle regioni meridionali prealpine e relativamente più scarse nel nord-est del paese. BERLINO La capitale della Germania, e del Land del Brandeburgo, è una città in continuo divenire. Una città dalla storia relativamente recente che nei suoi otto secoli ha vissuto- Vicissitudini travagliate, ma ha sempre saputo rinascere dalle proprie ceneri e il momento attuale ne è l'esempio più lampante. La Seconda Guerra mondiale aveva lasciato la città semidistrutta; occupata dagli eserciti alleati fu divisa in quattro settori: francese, americano, britannico a Ovest e sovietico a Est. Da allora la città è stata divisa in Berlino Est, capitale della RDT e Berlino Ovest, Land a statuto speciale della RFT, separate politicamente e anche materialmente dal 1961 dal tristemente noto muro, il cui crollo nel 1989 ha segnato il via al processo di riunificazione delle due Germanie in un unico stato. La capitale di Federico il Grande, dopo le distruzioni della Seconda Guerra mondiale e l'isolamento forzato durato decenni, la ferita del "muro" che ne ha degradato l'aspetto e intristito gli abitanti, dopo la riunificazione del 1990 è nuovamente una metropoli europea. Gli oltre quarant'anni di divisione in due settori, Est e Ovest, hanno fortemente condizionato lo sviluppo economico della città; divenne uno dei maggiori centri commerciali ed economici della RDT; dopo la riunificazione si è ridestata da un lungo torpore che aveva coinvolto la vita sociale e culturale degli abitanti e la città è stata investita da un'esplosione di vita che la porta ad essere nuovamente la capitale della Germania. Molte delle aree libere attorno al Muro abbattuto, un tempo degradate sia a est che a ovest, sono diventati luoghi simbolici da ricostruire e da restituire alla popolazione; il simbolo della rinascita è la riorganizzazione di Postdamer Platz, centro nevralgico ed emblematico della città. Nel cuore della città a testimonianza di una storia tormentata, si alza lo scheletro della Kaiser-Wilhelm Gedachtnlskirche, la chiesa-simbolo distrutta dai bombardamenti. Suddivisa nei quartieri di Spandau, Tiergarten, Charlottenburg, Wilmersdorf, Reinickendorf, Zehlendorf, Steglitz, Tempelhof e Kreuzberg è una città ricca di stimoli culturali e lo dimostra il fatto che siano presenti 170 musei, 300 gallerie e 35 teatri tra i quali quelli di maggior prestigio sono la Deutsche Staats-oper e il Deutsches Theater. Qui hanno la sede numerosi e prestigiosi organismi culturali tra i quali l'Accademia tedesca delle Scienze, l'Accademia delle Arti, l'università Humboldt. La città dal giorno della caduta del muro e della riunificazione poi è diventata meta e base di lancio per un numero elevato di giovani artisti provenienti da tutto il mondo che vi si trasferiscono e vi trovano lo stimolo giusto; pare che dalle sofferenze patite durante la divisione, dal buio di quegli anni si sia accesa una luce fatta d'arte e cultura, continuamente alimentata da nuovi movimenti artistici, mostre, esposizioni che hanno elevato Berlino a capitale d'arte degli anni '90. Schinkel e l'architettura classica Berliner Schauspielhaus Schinkel perfezionò, grazie alle sue profonde conoscenze dell'architettura greca e romana, il linguaggio formale del neoclassicismo. Nacque così, intorno al 1817, la Neue Wache, (sede della Guardia reale e monumento ai caduti). Schinkel arricchì Berlino di nuove ed eleganti costruzioni: il centro della capitale prussiana (Berlin-Mitte) era destinato a cambiare faccia. Ruppe con le forme sinuose del Settecento tedesco per semplificare il linguaggio classicheggiante ed introdurlo coerentemente nel concetto architettonico di Berlin-Mitte. Tra i suoi lavori spiccano l'Altes Museum (notevole per la rotonda nascosta in cima all'edificio) e la Schauspielhaus (successivamente ribattezzata come Konzerthaus), che integra un colonnato da tempio greco con un edificio dotato di grandi finestre. Costruite all'inizio degli anni venti dell'Ottocento, queste opere erano inquadrate in un concetto di risistemazione globale del centro di Berlino, che si apprestava a trasformarsi da capitale prussiana a capitale di un intero stato tedesco, e come tale doveva diventare più coerente e rappresentativa. Lo stile di Schinkel, come quello di altri architetti tedeschi del periodo, è definito molto più da modelli dell'antica Grecia che non dall'architettura imperiale di Roma. Era questo un modo per contribuire all'identità nazionale staccandosi da un apparato formale invece molto amato nell'architettura francese, quella di un paese all'epoca ostile. Fuori dalla Germania, si ricorda la villa costruita ad Orianda, in Crimea, per lo zar. L'interesse di Schinkel per l'architettura classica lo portò ad elaborare un intero piano di risistemazione per l'Acropoli di Atene, progetto che comunque finì per essere accantonato. Ludwig Mies van der Rohe Nel 1900 si iscrive alla scuola d'arti e mestieri sempre di Aquisgrana e inizia a disegnare ornamenti in stucco per uno stuccatore locale. Nel 1905 si trasferisce a Berlino e lavora come disegnatore di mobili presso lo studio di Bruno Paul. Nel 1908 inizia a lavorare per Peter Behrens e conosce Walter Gropius e Le Corbusier che in quegli anni fanno pratica dal maestro berlinese. L'architetto Behrens, in quel periodo, si ispirava a alle opere dell'architetto Karl Friedrich Schinkel (1781 - 1841) e il giovane Mies ha l'opportunità di conoscere il lavoro del grande architetto neoclassico tedesco che influenzerà le sue prime costruzioni. Nel 1910 vi è la mostra delle opere di Wright a Berlino, e Mies scopre un mondo diverso da quello di Behrens. Nel 1912 conosce in Olanda le opere di Hendrik Petrus Berlage (1856 - 1934) e nel 1913 apre un suo studio Verso il 1919 Mies abbandona il suo primo linguaggio di derivazione neoclassica, si avvicina al movimento olandese De Stijl e al Costruttivismo, ed inizia a progettare utilizzando in maniera innovativa l'acciaio e il vetro. Per Ludwig Mies van der Rohe l'architettura non si distingue dalla struttura e dalla tecnica, diceva: "Si deve rifiutare ogni forma che non sia retta dalla struttura". Nel progetto di concorso per il Grattacielo di vetro a pianta poligonale del 1919 e nel progetto successivo del 1920 1921 Mies costruisce degli scheletri d'acciaio di diversi piani, completamente vetrati. Le particolari forme delle piante, prospettano una ricchezza volumetrica indiscutibile e impensabile per quei tempi. DAL NOVEMBERGRUPPE AL BAUHAUS 1918 – 1932: Nel 1918 si costituisce a Berlino il "Novembergruppe" Mies vi aderisce con Taut, Gropius, Mendelsohn, Hilberseimer, ecc. Questo gruppo ebbe una notevole importanza sugli sviluppi del Movimento Moderno. Tra il 1926 e il 1932 è vice presidente del Werkbund tedesco nel 1927 è direttore del Werkbund "Die Wohnung" a Stoccarda dove organizza le costruzioni nel quartiere Weissenhof. Nel 1930 sostituisce Hannes Meyer alla direzione del Bauhaus. L'AMERICA 1937 – 1969: Nel 1937 Mies lascia la Germania nazista per gli Stati Uniti d'America dove viene accolto a braccia aperte. Nel 1938 è nominato direttore dell'Armour Institute of Chicago (poi Illinois Institute of Technology - ITT) e tra il 1940 e il 1956 progetta e costruisce il nuovo campus. Nel 1947 il MOMA (Museum of Modern Art) di New York gli dedica una mostra personale che contribuirà ad aumentare la sua fama. In quegli anni Mies riceverà una serie di incarichi importanti e prestigiosi. " Il lungo cammino cha va dai materiali al lavoro creativo, attraverso la funzione, ha un unico scopo: creare ordine dalla disperata confusione della nostra epoca …" (Ludwig Mies van der Rohe) Il 17 agosto del 1969 Ludwig Mies van der Rohe muore a Chicago. Bernard Hans Henry Scharoun (Brema 1893- Berlino 1972) Dopo essersi diplomato a Bremanhaven nel 1912, Scharoun iniziò a frequentare la Konigliche Technische Hochschole di Berlino fino al 1914 ma non completò gli studi. A 16 anni terminò il primo abbozzo di progetto, a 18 anni al primo Concorso di architettura. Nel 1914 si offrì volontario per la prima guerra mondiale nonostante Paul Kruchen, suo mentore, gli avesse offerto di collaborare con lui ad un progetto di ricostruzione nella Prussia Orientale. Nel 1919, al termine della guerra, Scharoun iniziò la propria attività di architetto come progettista indipendente a Breslavia, dove realizzò numerosi progetti e si dedicò all'organizzazione di esposizioni artistiche: durante quegli anni, dividendosi tra Breslavia e Insterburg, legò il proprio nome al gruppo di espressionisti noto come Die Brücke. Ricevette la cattedra alla Staatliche Akademie für Kunst und Kunstgewerbe di Breslavia nel 1925 e mantenne l'incarico fino alla sua chiusura, nel 1932: dal 1919 faceva parte del gruppo di architetti espressionisti di Bruno Taut legati dalla cosiddetta Gläserne Kette e, a seguito delle relazioni strette in questo circolo di conoscenze, nel 1926 entrò a far parte dell'associazione di architetti chiamata Der Ring, di cui facevano parte anche Walter Gropius, Ernst May e Hugo Häring. Proprio la profonda influenza di Hugo Häring è palese, in questi anni, nel progetto del 1927 all'interno del quartiere Weißenhof di Stoccarda: a partire dal razionalismo, Scharoun intendeva sviluppare i propri progetti a partire esclusivamente da un unico principio funzionale, organizzando al meglio la vita sociale all'interno dello spazio. Durante il nazismo, l'architetto rimase in Germania nonostante molti colleghi e amici appartenenti alla Gläserne Kette o al Ring fossero emigrati. Durante questo periodo riuscì a lavorare molto poco, dedicandosi principalmente a piccole case d'abitazione (di queste è opportuno ricordare almeno la Casa Schminke a Löbau del 1933) e la sua attività riprese durante la guerra, con le ricostruzioni a seguito dei bombardamenti alleati. A questo periodo risalgono numerosi acquerelli in cui appuntava segretamente le proprie idee di progetto. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, entrò a far parte del comitato di ricostruzione di Berlino ed ebbe modo di presentare numerosi progetti per la città, che non erano inquadrabili in alcuno schieramento politico e che lo resero ben presto una figura isolata. Nel 1946 assunse la cattedra al politecnico di Berlino e si dedicò alla realizzazione di alcuni progetti utopici tra cui la torre Stuttgart (1954), il ginnasio Geschwister-Scholl (1962) e la famosa sala concerti di Berlino (1956-1963). Caratteristica principale di questi ultimi edifici è una nuova concezione dell'organizzazione dello spazio, soprattutto dal punto di vista sociale. La scuola, ad esempio, è concepita come una piccola città a misura di bambino, e gli appartamenti sono disposti all'insegna della massima flessibilità dello spazio. La sala concerti è considerata il suo capolavoro, con le sue terrazze irregolari per il pubblico e la disposizione quasi paesaggistica dei pannelli sul soffitto. L'ambasciata tedesca a Brasilia è l'unico suo edificio realizzato fuori dalla Germania Aldo Rossi Nell’illustrare il suo progetto, lo stesso Aldo Rossi aveva scritto che la casa di Berlino a FriedrichStrasse assume aspetti molto diversi secondo i differenti punti di vista da cui è fotografata. Rossi scrive di aver realizzato, per la prima volta, a Berlino, la grande colonna bianca, che torna in molti suoi disegni. Più che la colonna bianca della “grande architettura” (Filarete a Venezia, Alberti a Mantova), Aldo Rossi, è stato colpito dalle colonne bianche, spesso di calce bianca dei villaggi del sud America: segno di urbanizzazione di luogo civile, di storia. La colonna ha un significato augurale, essa ignora l’esistenza fisica del muro e appartiene alla città. Assume in questo senso particolare significato l’angolo come luogo caratteristico, e sembra che il fotografo abbia inteso la poetica dell’opera di Rossi rappresentando l’edificio di KochStrasse come un frammento più che come opera compiuta. E’ lo stesso architetto a scrivere che ogni opera gli sembra un frammento della città futura, e quindi, anche queste opere costruite, sono pur sempre parti incompiute di un disegno più generale. La veduta dei due fronti, come le immagini degli spazi interni visti attraverso i quadrati delle finestre rivelano una composizione dell’immagine fatta appunto per frammenti dove l’edificio è parte integrante della città. Il fotografo lo contestualizza nel tessuto urbano: è visto, infatti, da lontano, o in mezzo al traffico, ma rivela soprattutto una precisa identità e riconoscibilità all’interno della metropoli, mettendo in particolare risalto l’uso del mattone tanto caro a Rossi, rivela la cifra stilistica dell’architetto, ma anche la concezione della città del fotografo. Peter Eisenmann È stato il progetto che ha determinato la svolta della carriera professionale di Eisenmann. Si tratta di un edificio di edilizia popolare realizzato lungo il Muro, a pochi metri dal Checkpoint Charlie. Venne realizzato per affrontare le materiali esigenze abitative della città. Dal punto di vista urbanistico intendeva rimarginare la rottura del tessuto urbano nel punto cruciale costituito dall'angolo tra i due significativi assi storici di Kochstrasse e Friedrichstrasse. Il volume dell’edificio si scompone in volumi geometrici minori sfalsati e aggettanti tra loro. Questo gioco di volumi incompleti che sembrano scontrarsi e cadere comunica un evidente senso di instabilità che allude agli effetti causati alla città dalle distruzioni della II Guerra mondiale, dalla divisione fisica, politica e funzionale, dall’abbandono a se stesse delle aree lungo il Muro. Alla facciata è stato sovrapposto un reticolo di linee ortogonali, con riferimento alla maglia stradale berlinese formatasi durante le trasformazioni urbanistiche ottocentesche. Seguendo la tradizione edilizia ottocentesca, le singole unità abitative sono servite da una scala comune posta nel retro e sono distribuite su un ballatoio che si ripete nei sette piani. I bagni e le cucine si trovano proprio lungo questo percorso, mentre gli ambienti si affacciano su Kochstrasse. Alla base dell’edificio è commemorata la storia del Muro, un museo privato di resti del muro e fotografie di Friedrichstrasse Giovedì 23 01 CHARLOTTENBURG AI termine del XVII secolo, nel 1695, Federico II fece costruire una magnifica residenza estiva per la moglie, la regina Sofia Carlotta, alla quale dedicò la costruzione. L'edificio segue le linee sinuose proprie dello stile barocco e custodisce ancora oggi una serie di saloni di grande sfarzo che permettono di ricostruire gli svaghi e gli agi della vita di corte. Un mito di ricchezza, raffinatezza e romanticismo aleggia in tutto il castello e attraversa i sentieri del parco attraendo irresistibilmente centinaia di turisti, sempre in coda ai suoi ingressi almeno quanto a quelli dei molti castelli delle casate reali del resto d'Europa. L'edificio nel corso del tempo fu più volte ampliato, nell'intento di eguagliare Versailles, nel 1712 ad esempio venne aggiunta una torre centrale con cupola su cui si innalza una statua della dea della fortuna. Nei secoli l'opera di ingrandimento è continuata e oggi è possibile ammirare, completamente rifatto dopo i bombardamenti, il castello circondato da giardini all'italiana e alla francese. La visita di solito ha inizio dall'edificio centrale, il Nering-Eosander, dove si trovano gli appartamenti reali riccamente guarniti con tendaggi, specchi, broccati, stucchi e decorazioni di ogni tipo. Ricordiamo la Sala degli specchi, la Sala ovale che si affaccia sui giardini alla francese e da cui si scorge il Belvedere, la Sala delle porcellane, la Stanza con l'anemometro (per misurare la velocità del vento) e la Cappella Eosander dipinta con bellissimi effetti tromp-l'oeil. Nella Nuova Ala - chiamata anche Ala Knobelsdorff - si incontrano altre sale degne di nota quali la Sala bianca, la Galleria dorata e la Sala dei concerti. AI pianoterra è possibile visitare anche la Galerie der Romantik con alcune fra le migliori opere della stagione romantica tedesca, dal celeberrimo Caspar David Friedrich, a Karl Friedrich Schinkel e cari Blechen, accanto a un'esposizione di arte neoclassica e Biedermeier. All'interno del parco sorge lo Schinkel Pavillon, lo sfarzoso Belvedere e il Mausoleo con le tombe del re Federico Guglielmo III e della consorte Luisa. 02 BODE MUSEUM Prende il nome da Wilhelm von Bode, collezionista e fondatore del museo, nonché direttore generale dei musei cittadini fino al 1929. Il Bode affidò la costruzione del nuovo palazzo all'architetto E. Eberhard von Ihne (1848-1917) che elevò un edificio in stile neobarocco di forma rotondeggiante e sovrastato da cupola, sulla punta estrema della Museuminsel. Inaugurato nel 1904, il Bode Museum comprende parte della collezione dell'Aqyptisches Museum und Papryussammlung, una sezione paleocristiana e bizantina, sculture tedesche tardogotiche e del primo rinascimento italiano, una raccolta numismatica. 03 MUSEO EGIZIO BodestraBe 1-3, 10178 Berlino. Tel.+49 30266424242. Orario di visita: tutti i giorni dalle 10.00 alle 16.00, il giovedì, il venerdì e il sabato fino alle 20.00. Il Museo Egizio e la Collezione di Papiri hanno sede in uno degli edifici gemelli che formano la Kasernenqebaude der Garders du Corps (1851), edificata da A.F. Stuler in stile neoclassico, di fronte allo Schloss Charlottenburg. L'esposizione testimonia la cultura e l'arte egizia dal IV millennio a.c. al 300 d.C. AI pianterreno sono raccolte le opere più significative, delle quali emerge la porta del tempio di Kalabasha (30 a.Ci), Tra i reperti dell'antica Akhetaton (XIV secolo a.C,}, rinvenuti a inizi '900 a Tell-el-Arnarna (a nord di Tebe), si trovano il celeberrimo busto della regina Nefertiti (1340 a.c. circa) in calcare dipinto, quello in legno della regina Teje (1350 a.c. circa) e il Ritratto del re Echnaton, alti esempi di ritrattistica egizia della XVIII dinastia. Notevoli anche la camera funeraria di Amenhotep (1280 a.c. circa, XIX dinastia) e la scultura lignea con Amenemopet e la moglie, risalente alla stessa dinastia. Completano il quadro raccolte di animali e figure umane in terracotta, di gioielli, rilievi provenienti da templi, sarcofagi. L'esposizione dei papiri documenta l'evoluzione della scrittura in Egitto, concludendo con esemplari in greco, aramaico, arabo e Pehlewi. Venerdì 24 01 KEISER WILHELM GEDACHTNISKIRCHE Chiesa neoromanica costruita tra il 1891 e il 1895 da Franz Schwechten in onore dell'imperatore Guglielmo, è stata duramente colpita durante gli ultimi bombardamenti, che hanno lasciato in piedi solo un frammento del campanile. Durante gli anni '50 l'architetto E. Eiermann ha innalzato un'altra chiesa a pianta ottagonale con vetrate blu e in seguito è stata aggiunta una nuova torre campanaria esagonale. All'interno della Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche è custodita la Stalingrad Madonna, il disegno che un soldato tedesco eseguì nel 1942 durante l'assedio alla città russa; nella sala commemorativa (Gedenkhalle), allestita nella torre in rovina, sono oggi esposti frammenti dell'antico edificio, mosaici, oggetti liturgici e alcune foto della costruzione originaria. 02 KURFUSTENDAMM E' una delle strade più antiche della città, concepita nel 1542 come via cavalca bile per unire il Castello di Berlino con quello di caccia di Grunewald. Nel 1873 Bismark decise di ampliarla sul modello degli Champs Elysées parigini e durante la Repubblica di Weimar divenne l'asse attorno al quale si sviluppavano i divertimenti e la cultura della città. Durante la guerra, dal momento che molti intellettuali furono costretti a lasciare Berlino, perse gran parte del suo fascino, che non recuperò certo quando, negli anni del muro, divenne il centro del settore occidentale. Oggi ha recuperato parte del -suo charme e lungo i suoi tre chilometri e mezzo si alternano negozi, boutique, centri commerciali, bar, ristoranti, caffè, cinema, teatri, librerie. 03 REICHSTAG L'imponente costruzione, che si richiama a più stili, neoclassico, rinascimentale e barocco, venne inaugurata nel 1894 e fu progettata da Paul Wallot quale sede del parlamento tedesco. L'edificio lega la propria storia alle vicende del paese in modo indissolubile. Il terribile incendio del 1933, che lo distrusse in gran parte, fu infatti l'occasione per Hitler di incolpare le sinistre, dichiararle fuori legge e prendere il potere in modo definitivo. Il palazzo subì successivamente i bombardamenti russi e sotto il regime comunista è entrato in uno stato di abbandono da cui è uscito solo negli ultimi anni, in particolare da quando nel 1990 si è trasformato in teatro della riunificazione tedesca. Nel 1995 è divenuto scultura per pochi giorni ad opera dell'artista Christo e della moglie, che lo hanno 'impacchettato' con teli plastificati, modificandone la percezione visiva e facendone un simbolo del consumismo. Nel 1997 è iniziata una ristrutturazione che lo ha riportato a essere la sede del nuovo parlamento della Germania unita; da notare la cupola in vetro di Norman Foster. Nel 1992, sir Norman Foster vinse un altro concorso architettonico per la ricostruzione dell'edificio. Il suo progetto vincente appariva molto diverso da quello che fu poi eseguito. Prima dell'inizio della ricostruzione, il Reichstag, nel 1995, fu "imballato" dall'artista bulgaro- statunitense Christo, in un evento che attrasse milioni di visitatori. Torre di vetro al centro della cupola Durante la ricostruzione, il palazzo fu completamente svuotato, togliendo tutto ad eccezione dei muri esterni, compresi tutti i cambiamenti fatti dal lavoro di Baumgarten degli anni sessanta. I seggi del parlamento furono trasferiti al Reichstag nell'aprile 1999. La ricostruzione viene ampiamente considerata un successo ed è diventata un'attrazione turistica anche perché il Reichstag, e soprattutto la grande cupola di vetro che è stata eretta sul tetto in memoria dell'originale del 1894, forniscono una delle panoramiche più attraenti per i visitatori di Berlino, dando una vista notevole della città, specialmente di notte. La cupola è aperta al pubblico, senza necessità di registrarsi, anche se le code per l'attesa possono essere molto lunghe, specialmente d'estate. 04 PORTA DI BRANDEBURGO (in tedesco Brandenburger Tor) La Porta di Brandeburgo è una delle antiche porte urbane di Berlino. Si trova fra i quartieri di Mitte e Tiergarten. È il monumento più conosciuto della città, e simbolo dell´unità tedesca. Attualmente la Porta di Brandeburgo è il simbolo della riunificazione tedesca, ma per 40 anni ha segnato il confine tra i due settori della Berlino divisa. Eretta nel 1789-91 da Cari Gotthard Langhans, è l'unica rimasta delle 14 volute da Federico Guglielmo I. Si tratta di un'imponente arco neoclassico, che nella struttura richiama i Propilei dell'Acropoli di Atene; le sue sei colonne doriche formano cinque passaggi che collegano il centro storico al Tiergarten. Sopra la porta è posta la nota Quadriga della Vittoria (Gottfried Schadow, 1793), un gruppo scultoreo che rappresenta un carro a due ruote, tirato da quattro cavalli e guidato da una vittoria alata. Fatta trasportare a Parigi da Napoleone nel 1807, viene ricollocata sopra la porta nel 1814, in seguito alla vittoria tedesca nelle guerre di liberazione prussiane. Durante l'ultimo conflitto mondiale la quadriga è andata distrutta e quindi è stata rifusa nel 1958. La Porta di Brandeburgo è stata protagonista della storia tedesca del XX secolo. La sera del 30 gennaio 1933 una fiaccolata celebrava la salita al potere di Hitler, potere che mantenne fino al 1 maggio 1945 quando passò all'Armata Rossa, che issò la bandiera sovietica sopra la porta. Il 17 giugno 1953 la porta fu teatro di un'imponente manifestazione di lavoratori di Berlino Est, repressa con la forza, quindi a partire dal 13 agosto 1961 la Porta di Brandeburgo venne isolata con il Muro di Berlino dal settore occidentale della città e con transenne sorvegliate da militari da quello orientale. Infine, il 22 dicembre 1989 sotto la porta avvennero i festeggiamenti per la caduta della cortina muraria. Venne costruita a partire dal 1788 ed aperta al traffico il 6 agosto del 1791 da Carl Gotthard Langhans che prese spunto dalla ricostruzione dei Propilei di Atene pubblicata da Leroy nel "Ruines des plus beaux Monuments de la Grèce" nel 1758. Lo stile utilizzato da Langhans è definibile come dorico-romano semplificato, infatti alla base delle colonne sono presenti delle basi e alla fine del fregio compaiono mezze metope, in contrasto con lo stile dorico che prevede colonne senza basi e la parte terminale del fregio risolta con un triglifo. Essa costituisce il punto finale occidentale del viale Unter den Linden presso la Pariser Platz. La Porta di Brandeburgo, il monumento più conosciuto di Berlino, alto 26 metri e largo 65, fu costruita nel 1791 dall'architetto Carl Gotthard Langhans, che la aveva concepita come un simbolo di pace. Due anni dopo, in cima alla porta vennero aggiunti la dea alata della vittoria e un carro trainato da quattro cavalli, che trasformarono l'opera in un monumento dedicato al potere prussiano. Nel 1807 Napoleone trasportò la quadriga a Parigi come bottino di guerra, ma nel 1814 i prussiani riuscirono a riportarla "a casa" e ne approfittarono per aggiungere la croce di ferro alla corona che sormonta l'asta in mano alla dea della pace. La Porta di Brandeburgo e la quadriga subirono seri danni durante la Seconda guerra mondiale e furono restaurate tra il 1956 ed il 1958. Nel 1961 poi la costruzione del muro di Berlino chiuse la porta all'interno di un'area circoscritta e non accessibile (la terra di nessuno) e nel 1989, dopo il crollo della frontiera, la zona fu nuovamente aperta al pubblico. 05 MEMORIALE PER GLI EBREI ASSASSINATI D'EUROPA Il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa (tedesco: Denkmal für die ermordeten Juden Europas), conosciuto anche come Memoriale dell'Olocausto (o meglio, Memoriale della Shoah) (tedesco: Holocaust- Mahnmal), è un memoriale situato nel quartiere Mitte di Berlino, progettato dall'architetto Peter Eisenman, assieme all'ingegnere Buro Happold, per commemorare le vittime della Shoah. Il Memoriale è composto da un campo di 2.711 stele e dal Centro d’Informazione ed accoglie ogni anno più di 500.000 visitatori provenienti da ogni nazione. 06 UNTER DEN LINDEN È una strada storica, che per molti secoli ha rappresentato la più bella arteria della città. Tracciata nel XVII secolo per volere di Federico Guglielmo e fatta ampliare da Federico il Grande, era caratterizzata da grandi tigli disposti su quattro file (da cui il nome), che Hitler ordinò di abbattere per consentire le parate militari. AI termine della seconda guerra mondiale molti palazzi di Unter den Linden furono abbattuti durante i bombardamenti e in parte ricostruiti dai socialisti che lungo la strada collocarono gran parte degli uffici governativi. I tigli attualmente visibili sono stati piantati circa mezzo secolo fa. Sulla Unter den Linden affaccia il Robert Koch Museum, che ripercorre la vita e l'operato dello scienziato premiato nel 1906 con il Nobel per aver trovato il vaccino contro la Tubercolosi. Nella vicina Schadow Strasse si trova la casa abitata da J.G. Schadow (1764-1850), massimo rappresentante del classicismo tedesco e autore della Quadriga della Vittoria che sovrasta la Porta di Brandeburgo. 07 NEUEWACHE È la prima opera realizzata a Berlino da K.F. Schinkel negli anni 1816-18. Tra le più significative testimonianze del classicismo tedesco, ha la struttura di un castrum romano, con torri agli angoli e portico dorico. Ha svolto varie funzioni: sorta come posto di guardia, la Neue Wache è stata utilizzata come galera durante la Repubblica di Weimar e quindi trasformata in monumento ai caduti (1931) e poi alle vittime della dittatura sovietica. All'interno, dovuto a H. Tessenow (1876-1950), sono conservate reliquie varie, tra le quali una statua della Pietà della scultrice Kathe Kollwitz (1867-1945). La Neue Wache è inserita nel Kastanlenwàldchen, un piccolo parco piantato a castagni. Le Neue Wache (Nuova Guardia) è un monumento neoclassico situato al centro di Berlino. Fu fatto erigere da Federico Guglielmo III di Prussia tra il 1816 ed il 1818 come sede della Guardia reale e come monumento ai soldati tedeschi morti poco prima durante le guerre contro Napoleone. È situato sul famoso viale Unter den Linden. È un'opera del famoso architetto tedesco Karl Friedrich Schinkel. Egli riuscì, nonostante le modeste dimensioni della costruzione, a conferirle monumentalità grazie all'essenzialità del pronao in ordine dorico e alla chiarezza degli avancorpi angolari disposti intorno alla pianta quadrata. Anche se l'edificio non ha cupola, l'interno è caratterizzato da un oculo ispirato a quello del Pantheon. E’ un edificio importante nella poetica di Schinkel perché rappresenta l'esempio più chiaro della rohbau, della costruzione nuda, in cui è evidente il contrasto tra il frontone classico e i fronti laterali in muratura di mattoni a vista, un tipo di costruzione messa a punto da Schinkel in altri monumenti, come il faro del capo Akrona. È sempre stato considerato più o meno come un mausoleo-monumento al Milite Ignoto; a seconda dei periodi storici, il suo ruolo è stato sempre leggermente ridefinito: Durante il periodo della Repubblica di Weimar, ad esempio, era dedicato alle vittime della I guerra mondiale. Il governo della DDR ribattezzò il monumento interpretandolo, in senso socialista, come ricordo ai caduti dell'antifascismo Mahnmal für die Opfer des Faschismus und Militarismus. Vennero portati alla Guardia i resti di una vittima sconosciuta di un campo di concentramento. Dal 1993 viene considerata come monumento dello stato tedesco dedicato alle vittime di guerra e violenza in genere. Attualmente, sotto l'oculo, la costruzione ospita la scultura La pietà della celebre artista Käthe Kollwi 08 BEBELPLATZ Secondo le intenzioni di Federico II il Grande, che commissionò il progetto all'architetto G.W. Knobelsdorff (1699-1753), la Bebelplatz doveva rappresentare il nuovo centro culturale della monarchia, con l'Opera, l'unica che effettivamente venne realizzata, l'Accademia di Belle Arti e un nuovo palazzo. Ma la piazza è innanzitutto ricordata per il rogo dei libri non tedeschi (oltre 2000, di Marx, Engels, Brecht, Gor'kij, Thomas Mann, Heinrich Heine ... ) ordinato da Hitler 1'11 maggio 1933. Un monumento dell'artista israeliano Michael Ullmann, costituito da una botola aperta nell'asfalto che contiene scaffali vuoti, commemora il famigerato evento. 09 GENDARMENMARKT Questa piazza settecentesca, nota anche come Platz der Akademie, è sicuramente una delle più belle di Berlino. AI centro si trova la Schauspielhaus, il teatro di corte. Distrutto una prima volta nel 1817 da un incendio, viene ricostruito da K.F. Schinkel tra 1819 e 1821; in seguito bombardato, è stato restaurato a partire dalla fine degli anni '60 e adibito a sala per concerti. Sulla Gendarmenmarkt si affacciano anche il Deutscher Dom e il Frànzoslscher Dom, entrambi edificati al principio del XVIII secolo. 10 DEUTSCHE STAATSOPER L'edificio originario dell'Opera risale alla metà del XVIII secolo, ma in seguito a un incendio è stato ricostruito da C.F. Langhans (1732-1808) e ancora restaurato di recente (R. Paulick, 1952-55) perché rovinato dai bombardamenti. Presenta una struttura armonica che richiama un tempio corinzio; il portico con frontone triangolare su Unter den Linden rappresenta l'entrata principale, che poteva essere utilizzata solo dal re. Fino a qualche tempo fa l'interno rococò disponeva di 200 posti in piedi, poiché solo al sovrano era concesso di sedersi. La Deutsche Staatsoper ha ospitato direttori d'orchestra celebri: F.B. Mendelssohn e R. Strauss. Sabato 25 01 BERLINER DOM Un restauro ottimamente eseguito ha riportato al suo antico splendore questo imponente edificio neobarocco, voluto da Guglielmo II sul finire del XIX secolo, riconoscibile per una grande cupola di rame circondata da quattro torri più piccole, dove è possibile godere un ottimo panorama sulla città. All'interno e nella cripta sono custodite le tombe della famiglia Hohenzollern. 02 ALTES MUSEUM L'Altes Museum fu eretto secondo i canoni dell'architettura neoclassica tra il 1823 ed il 1828 ad opera dell'architetto Karl Friedrich Schinkel. Come suggeriva il nome originale, fu inizialmente concepito per ospitare la collezione d'arte della famiglia reale (per iniziativa di Federico Guglielmo III di Prussia). Finì poi per ospitare reperti antichi di vario genere. Aprì le porte al pubblico nel 1830 come primo museo pubblico in Prussia. Danneggiato dalle fiamme durante la seconda guerra mondiale, fu restaurato dal 1958 al 1966. Oggi è sede della collezione antica dei Musei statali di Berlino, e ospita, in attesa della riapertura del Neues Museum (2009), il Museo egizio. L'Altes Museum mostra il sobrio ed ampio colonnato della facciata a chi si trova nel giardino del Lustgarten. La spiccata orizzontalità dell'esterno è compensata dalla decorativa serie di colonne, di ordine ionico ed alleggerite da Scanalature. L'edificio è a pianta rettangolare, ma in esso è integrato un ampio blocco centrale a pianta quadrata. Quest'ultimo sovrasta il resto della costruzione ed è quindi visibile anche dall'esterno; il blocco ospita la rotonda, della quale il visitatore ha un'immagine solo all'interno. 03 CHECKPOINT CHARLIE Oggi sono ormai scarsi i resti del famoso posto di blocco, confine fra le due Germanie e le due Berlino, sul cui sito si erge ora l'edificio dell'American Business Center. Checkpoint era il terzo posto di blocco, seguendo le lettere dell'alfabeto fonetico inglese (C-Charlie). Le torrette di guardia in cemento che facevano parte di questo tratto sono state spostate poco più a est, all'incrocio tra Zimmerstrasse e Charlottenstrasse. Invaliedenfriedhof a Mitte. In questo cimitero si trovano due tratti di muro per un totale di circa 150 m. Bernauer Strasse a Mitte. All'angolo tra Bernauer Strasse e Gartenstrasse è posto il Gedenkstatte Berliner Mauer (Monumento commemorativo del Muro di Berlino), formato da un tratto piuttosto lungo di muro e da diverse installazioni di confine. Dopo la riunificazione il punto di controllo venne abbattuto; la baracca di guardia originale oggi si trova nell'Alliertenmuseum; il 13 agosto 2000 ne venne inaugurata una ricostruzione fedele, divenuta in breve tempo di grande richiamo turistico. Il Museo del Muro fin dallo stesso inverno 1961/62 si trova a pochi metri dal Checkpoint. Presso il Checkpoint Charlie ebbero luogo alcune fughe molto spettacolari dalla DDR. Nei pressi, il 17 agosto 1962, fu colpito e lasciato morire dissanguato il diciottenne Peter Fechter, nel suo tentativo di fuga da Berlino Est; direttamente al Checkpoint venne ucciso nel 1974 il giovane poliziotto Burkhard Niering. La definizione di Checkpoint Charlie deriva dall'alfabeto fonetico NATO. Checkpoint Alpha era il valico autostradale di Helmstedt (fra le due Germanie), Checkpoint Bravo il valico di Dreilinden (fra Berlino Ovest e la Germania Est). Al "Checkpoint Charlie" le sentinelle alleate dal 22.9.1961 registravano gli appartenenti alle forze armate americane, britanniche e francesi prima che loro entrassero a Berlino Est. Turisti stranieri potevano informarsi sul soggiorno a Berlino Est. Il "Checkpoint Charlie" venne così denominato sulla base dell'alfabeto della NATO: gli appartenenti alle forze militari alleate raggiungevano il centro di Berlino passando per Checkpoint A (Alpha) a Helmstedt, il passaggio di confine dalla Repubblica Federale nella RDT, per il Checkpoint B (Bravo) bei Drewitz, il passaggio di confine dalla RDT a Berlino Ovest e per il Checkpoint C (Charlie) alla Friedrichstrasse, il passaggio di confine da Berlino Ovest a Berlino Est. A causa della sua funzione di passaggio di confine per gli appartenenti alle forze armate alleate il posto di controllo alla Friedrichstrasse fu nell’ottobre 1961 teatro del cosiddetto "fronteggiamento dei carri armati". Così, come simbolo del confronto tra le grandi potenze mondiali, il "Checkpoint Charlie" è diventato il più noto tra i passaggi all’interno della città. Oggi a ricordare il posto di frontiera ci sono un'installazione dell’artista Frank Thiel e un pannello del percorso storico del Muro di Berlino, all’ex passaggio di confine. Nelle immediate vicinanze si trova inoltre il Museo del Muro – Museo Casa al Checkpoint Charlie, che ha fatto collocare un remake della prima guardiola degli alleati nella Friedrichstrasse. Museo del Muro – Museo Casa al Checkpoint Charlie Il Museo Casa al Checkpoint Charlie mostra un'esposizione permanente sulla storia del Muro di Berlino e sulla lotta internazionale per i diritti umani. Sono esposti tra gli altri anche molti oggetti usati dai fuggiaschi e da chi li aiutava a fuggire. 04 QUARTIERE DI KREUZBERG Quando il muro di Berlino era ancora in piedi fiancheggiava questo quartiere, prima della guerra centralissimo e in seguito ridotto ad un periferico mucchio di macerie abitato soprattutto da turchi, disoccupati, autonomi, artisti, studenti. Gruppi marginali insomma, con troppi pochi soldi per abitare nelle case nuove ricostruite in altre zone della città e una carica rivoluzionaria capace di provocare la nascita dei più importanti movimenti di protesta, politici e alternativi degli ultimi decenni, tra cui quello agguerritissimo di occupazione delle case. Alla fine degli anni Ottanta il quartiere è stato al centro di un piano di "prudente rinnovamento urbanistico" che prevedeva il recupero degli spazi a basso costo e in accordo con gli abitanti del quartiere. Anche se ancora adesso pullulano le gallerie d'arte e i caffè, i locali e i negozi alternativi, con la caduta del muro il quartiere è tornato ad essere centrale, gli speculatori sono arrivati ad acquistare le vecchie case fatiscenti per rivenderle a prezzi inaccessibili ai vecchi inquilini e la situazione sociale si è fatta tesa. FRIEDRICHSTRASSE, Galeries Lafayette (Jean Nouvel 1996) Nouvel è noto per la sua sensuale superfici in vetro-slick. Qui, ha unito le sue esplorazioni familiare di superfici trasparenti e traslucide con i tentativi di interpretare il grande magazzino storico edificio del tipo di cui la Galeries Parigi è un comunemente citati esempio-e per fornire un volto unico alla Friedrichstrasse, storicamente (e il tentativo di riguadagnare suo antico splendore come) più fantastica via dello shopping di Berlino. L'interpretazione: Nouvel della costruzione tipo magazzino sostituisce l'atrio famoso del Galeries Parigi con una serie di volumi a forma di cono di vetro. Il cono principale sale verso l'alto numerose storie dal livello della strada fino alla cima del palazzo. Un secondo, più piccolo, gocce cono rovesciato dal livello della strada negli ultimi due livelli di shopping e di due livelli di parcheggio sotterraneo. I coni sono trasparenti sono interessanti come oggetti scultorei, ma fanno poco per fare un grande magazzino di meglio. Oswald Mathias Ungers: La Friedrichstrasse costituisce forse la parte di Berlino in cui più marcati risultano essere gli effetti del rigido sistema normativo imposto dal Senatsbaudirektor: volumi di altezza regolamentata, l’altezza storica di gronda di 22 metri e di colmo di tetti di 30 metri, passaggi interni di collegamento definiti, rivestimenti lapidei (“case di pietra”), involucri bidimensionali, ecc., caratterizzano l’edificazione di alcuni blocchi della Friedrichstadt. In seguito all’esito non sempre soddisfacente dell’edificazione della Friedrichstrasse, Hans Stimmann introduce, per l’edificazione della Pariser Platz, la piazza prospiciente la porta di Brandeburgo, un regolamento ancora più restrittivo: il colore e il materiale degli involucri devono rifarsi alla porta di Brandeburgo, si predilige l’uso di superfici opache (in pietra o intonaco) più che trasparenti, l’adozione di facciate poco vetrate, le così dette “Lochfassaden”, ovvero le facciate forate, più che i curtain wall. L’edificio di Oswald Mathias Ungers, Friedrichstadt Passagen – Block 205, è caratterizzato da una geometria rigorosa, una maglia a base quadrata che dà ordine a tutti i diversi elementi dell’edificio. Il rivestimento è in pietra arenaria. La compattezza e massività dell’edificio è dovuta al posizionamento a filo esterno della facciata di tutti i serramenti. Rem Koolhaas: Edificio a carattere residenziale progettato all’interno di Friedrichstadt-Süd, area storica definita da una maglia stradale ortogonale. Si affaccia sulla Friedrichstrasse, proprio sotto il Muro, di fianco alla cabina di polizia del Checkpoint Charlie, il punto di attraversamento fra Berlino Ovest e Berlino Est durante il periodo della guerra fredda. Seguendo le sue concezioni antirazionaliste, Koolhaas non ripete gli errori urbanistici del Novecento, evitando il distacco del nuovo edificio dalle costruzioni limitrofe. Il suo intervento è infatti inserito a chiusura della cortina stradale, tra due edifici storici, ma arretrato rispetto al filo stradale. L’arretramento, l’uso dei materiali e, soprattutto, il suo stile architettonico marcatamente modernista, sottolineano il rifiuto da parte di Koolhaas di armonizzare la sua costruzione con quella dell’isolato storico entro cui è stata inserita. Al piano terreno sono collocati alcuni negozi (fino al 1994 erano ospitate strutture di servizio della dogana); nei piani superiori sono inseriti appartamenti privati Il sesto livello, coincidente con l'attico, è chiuso da una lastra piana che sporge di sbieco su Friedrichstrasse. In facciata sono presenti lunghe e ininterrotte finestre a nastro, ritmate da sottili telai metallici verniciati di color nero; tra una vetrata e l’altra scorre una fascia metallica nera. La lastra superiore, in una posizione "pericolosamente" instabile, è perforata da fori circolari dai quali filtrano fasci di luce naturale. Alla fronte piatta su Friedrichstrasse si oppone quella interna, articolata dalla presenza di differenti tipi di finestre, di balconi e di materiali. 05 JÜDISCHES MUSEUM Questo stranissimo e bellissimo museo, in tedesco Jüdisches Museum, inaugurato pochi anni fa rappresenta la Berlino che vuole rielaborare il proprio passato e la Berlino dell'architettura contemporanea, del presente e per il futuro. Situato nel quartiere di Kreuzberg, questo splendido edificio raccoglie le testimonianze della presenza della cultura ebraica in Germania. Opera dell'architetto Daniel Libeskind, vincitore nel 1999 del premio nazionale dell'architettura tedesca, il museo è stato inaugurato nel 2001 ed offre un viaggio attraverso 2000 anni di storia della comunità ebraico-tedesca. Il visitatore rimarrà sicuramente impressionato non solo dalla struttura ma anche dagli oggetti e reperti esposti: si tratta di immagini, foto, testi e pezzi d'arte che aiutano ad inquadrare e capire la storia e la cultura ebraica in Germania. La struttura ospita quindi non solo la mostra permanente di cui ho appena brevemente fatto cenno, ma anche un centro educativo, il Rafael Roth Learning Center, mostre itineranti, visite interattive e multimediali a gruppi di studenti delle scuole medie e superiori. Infatti sempre di più il 'Judisches Museum' si arricchisce di libri collocati in una biblioteca che sta diventando un punto di riferimento nel panorama della ricerca sulla storia ebraica in Germania e in Europa. La straordinaria costruzione dell'architetto Libeskind rappresenta un simbolo della nuova Berlino. L'edificio, rivestito di zinco, pone in una luce nuova il rapporto tra visitatore e contenuti espositivi e sfida e mette in discussione tutto ciò che è stato realizzato nell'edilizia museale prima del 2001. Con le linee che tagliano in tutti i sensi l'edificio, l'architetto ha voluto rappresentare il difficile rapporto e percorso della storia ebraico-tedesca utilizzando appunto una linea dicotomica: una dritta, ma spezzettata in diversi punti; l'altra invece è più contorta e senza termine. Ove queste due linee si intersecano nasce uno spazio vuoto. In altre parole è come se l'architetto avesse voluto porre degli interrogativi, invita perciò il visitatore a riflettere. Molti visitatori italiani (ma non solo) sono completamente spiazzati quando giungono in zona, perché abituati a linee classicheggianti, rinascimentali o barocche; stupiti di linee e tagli impazziti nel corpo dell'edificio metallico e freddo. L’edificio ha una forma irregolare a zig zag, espressione simbolica della stella di David, e tutto nella sua costituzione: la parte strutturale come quella di rivestimento, i sistemi di collegamento interno come i tagli finestrati e la luce naturale che da essi deriva, perseguono lo scopo di guidare il visitatore in un percorso che prima di tutto si trasforma in esperienza personale. Il Museo ebraico e’ infatti un edificio che, al di là di qualsiasi giudizio tecnologico-formale, va esperito personalmente. Inaugurato nel 1999, utilizzato come luogo espositivo, questo suo stato di oggetto vuoto rende ancora più suggestiva e drammatica la sua percezione, originariamente legata ad una asimmetria anche interna (pavimenti e pareti inclinate), a cui Libeskind ha dovuto rinunciare per motivi economici. Ma l’effetto di labirinto, di una spazialità che cerca proprio nei “vuoti”, nelle lame di luce, nelle ombre e penombre che si rincorrono percorrendo internamente lo zig zag delle sale espositive la possibilità di un confronto con il visitatore, e’ mantenuta da questo progetto la cui vicenda costruttiva si è protratta per più di dieci anni (Libeskind vince nel 1989 il concorso per la realizzazione del museo). Non ha un'entrata diretta dall'esterno. Per accedere alla sezione ebraica del museo bisogna passare dal vecchio edificio, essere inghiottiti da uno squarcio e scendere fino ai tre percorsi che distribuiscono al museo e che simboleggiano i diversi destini del popolo ebraico. Quello drammatico dell'Olocausto interseca le due strade che conducono rispettivamente verso il giardino di Eta Hoffmann, che simboleggia l'esilio, e alla scala, che rappresenta la continuità della storia del popolo ebraico e la speranza. Le pareti e il pavimento sono in cemento armato, non c'è nessun tipo di climatizzazione. L'aria entra attraverso pochi fori praticati su una parete, che richiamano quelli attraverso cui veniva immesso il gas nelle camere di morte. La scala può servire per scavalcare muri di recinzione e in taluni casi può rappresentare un mezzo di fuga verso la salvezza. La seconda strada porta al giardino di E.T.A. Hoffman, metafora dell'esilio. Il giardino è sotto terra e un alto muro di cinta in cemento armato ne definisce la forma quadrata. Una rampa perimetrale fa pensare ad una via di fuga che viene impedita da una porta chiusa che non consente l'uscita. Oltre il muro si vedono però brandelli di cielo e di edifici, a differenza della claustrofobica torre dell'Olocausto. Dentro il giardino quarantanove pilastri a base quadrata in cemento armato sono coronati da alberi. I pilastri definiscono una specie di labirinto soffocante che alimenta sempre più il disagio e il desiderio di evasione. La terza strada è rappresentata da un percorso che conduce ad una lunga scala che distribuisce alle sale espositive disposte su tre piani. È un percorso ascensionale illuminato dall'alto con lucernari e finestre laterali. Indica la continuità della storia e la speranza, la scala è interrotta da un muro, ma nulla lascia intendere che essa abbia termine, sottolineando la vita va avanti. La stretta e alta calle della scala è intersecata da un intrico di travi strutturali inclinate che drammatizzano lo spazio, simboleggiando forse le minacce sempre presenti e ricorrenti nella storia. Se all'interno del museo il vuoto è uno scavo, esternamente è un volume in cemento della stessa forma dei vuoti; il volume ospita la torre dell'Olocausto. Le facciate non presentano finestre tradizionali, ma squarci obliqui di diverse dimensioni. È una grammatica di segni incomprensibili, che definiscono un palinsesto oscuro. 06 QUARTIERE DI SAN NICOLA Il quartiere di S. Nicola, parte dell'originario insediamento di Coln e Berlin, fu restaurato dalla Rdt a misura d'uomo con angoli raccolti e parti di edifici storici a volte prelevati da altre zone nel tentativo di ricreare un'atmosfera da vecchia Berlino. AI centro del quartiere si trova la chiesa di 5. Nicola, sorta in stile tardo-gotico su una preesistente basilica romana e dotata di un doppio campanile, che ospita un museo sulla storia cittadina dal medioevo alla guerra dei Trent'anni. Poco distante ci sono la prima chiesa barocca della città e la più antica osteria, la 'Zur Letzten Instanz. 07 FERNSEHTURM Fernsehturm (tedesco per "torre della televisione") è una torre per le antenne trasmittenti radiotelevisive nel centro di Berlino in Germania. È un conosciuto punto di riferimento della città, presso la Alexanderplatz. La torre fu costruita nel 1969 dalla Repubblica Democratica Tedesca (RDT) e la sua immagine fu usata come simbolo di Berlino dall'amministrazione della RDT, ("Protzkeule Ulbrichts", lett. "la clava spaccona di Walter Ulbricht"). La torre è facilmente visibile da tutti i distretti centrali di Berlino e rimane uno dei simboli della città. È alta 368 m, e all'altezza di 207m si trova un ristorante panoramico che ruota di 360° ogni mezz'ora. Fa parte della World Federation of Great Towers.Fu eretta con il preciso scopo di farne la più alta torre televisiva d’Europa, seconda solo a quella di Mosca. A firmarla furono gli architetti della Germania est Fritz Dieter, Günter Franke e Werner Ahrendt. 08 ALEXANDERPLATZ Si tratta di una delle piazze più discusse di Berlino Est, ex mercato del bestiame e della lana, usata per le esercitazioni militari dall'esercito prussiano e attualmente uno degli snodi principali del traffico cittadino. Il suo aspetto moderno e duro, fatto di alti palazzi in vetro e cemento, geometrico e senza alberi, risale agli anni '60. Interessanti sono l'Orologio Universale Urania (1969), che segna l'ora delle principali città del mondo, la coeva Fontana dell'Amicizia e la Haus der Lehrer, che fu sede della maggiore casa editrice della Rdt e oggi ospita una biblioteca, sale per conferenze, un ristorante e un caffè. Da Alexanderplatz si stacca il Karl Marx Allee, il lungo viale dove nel 1945 sfilò l'Armata Rossa e quindi le truppe sovietiche chiamate a sedare le sollevazioni di piazza del 17 giugno 1953. Domenica 26 01 PHILHARMONIA DI BERLINO -BERNARD HANS HENRY SCHAROUN Progettista: Hans Scharoun Collaboratori: E. Wisniewski, W. Weber, L. Cremer Progetto architettonico: Hans Scharoun Assetto paesaggistico: W. Weber Consulenza acustica: L. Cremer Datazione del progetto: 1956-59 Datazione realizzazione: 19 settembre 1960-15 ottobre 1963 Struttura portante: calcestruzzo armato Finiture interne: calcare giurassico ricoperto di pino dell'Oregon Finiture esterne: calcestruzzo (dal 1980 sono stati aggiunti pannelli di poliestere su alluminio anodizzato color oro) Posti a sedere: 2218 (1330 centrali, 300 laterali, 270 alle spalle dell'orchestra) mc complessivi: 108.000 mc L'edificio venne costruito tra il 1960 e il 1963 su progetto di Hans Scharoun. La struttura ha una forma pentagonale che viene mantenuta anche all'interno. Il podio dell'orchestra occupa la sezione centrale della sala pentagonale. Attorno si sviluppano le gallerie per il pubblico, progettate in modo tale da confondersi con la prospettiva dei cinque angoli della sala. La doratura dell'esterno dell'edificio venne aggiunta tra il 1978 e il 1981. Tra il 1984 e il 1987 venne costruita la Kammermusiksaal (Sala per musica da camera), progettata da Edgar Wisniewski, su disegni dello stesso Scharoun. "Mettere la musica in un punto centrale. Questo è stato subito il principio generatore della composizione." E' quanto afferma Hans Scharoun all'inaugurazione della Filarmonica di Berlino, il 15 ottobre 1963. Nata in occasione di un concorso ad inviti bandito nel 1956, la nuova sede dell'orchestra filarmonica di Berlino doveva sostituire l'edificio distrutto nel corso della guerra su Bernuburgerstrasse; la decisione, nel 1959-60, di cambiare la localizzazione dell'intervento (dalla Bundesallee alla Kemperplatzm di Tiergarten) non modifica il progetto iniziale, provocando soltanto alcuni ampliamenti. Nella nuova area, dove già esiste la chiesa di San Matteo, sorgeranno altri edifici sia di Scharoun (perlopiù attrezzature per la Filarmonica), sia di altri importanti architetti, come la Galleria Nazionale di Ludwing Mies van Der Rohe (inaugurata nel 1968). La nuova Filarmonica di Berlino viene ideata dal berlinese Hans Scharoun come una sorta di paesaggio naturale: la sala è paragonata ad una vallata, con i declivi scoscesi che individuano i posti a sedere ed una copertura plastica a forma di grande tendone che l'avvolge interamente; tutto ciò corrisponde perfettamente a quanto realizzato. Se osserviamo gli spazi interni si vede come il fulcro di tutto sia lo spazio dell'orchestra, il luogo dal quale si diffonderà la musica; essendo questa la zona più bassa della sala, Scharoun configura la copertura ad andamento convesso per far si che la musica si diffonda uniformemente dappertutto, come se provenisse dall'alto. Inoltre, grazie all'uso di piastre che si protendono verso lo spazio dell'orchestra, si rompe la classica divisione tra l'orchestra stessa ed il pubblico, venendo l'uno a compenetrare nell'altro. Vista in pianta la sala è simmetrica, con i posti a sedere che circondano interamente lo spazio dedicato alla musica; se però si osserva da una delle postazioni laterali, il grande auditorium tutto sembra fuor che simmetrico, mettendo in evidenza il proprio dinamismo e la propria varietà spaziale. La zona dell'orchestra poi non è fissa, ma può abbassarsi o restringersi a seconda delle esigenze. La forma della sala determina anche lo spazio del foyer a piano terra, dove una serie di rampe e pianerottoli a differenti livelli si proiettano verso l'alto, accompagnati nel loro gioco da pilastri e setti inclinati. Tutti questi elementi, che rendono lo spazio a pian terreno vario ed affascinante, invitano lo spettatore a salire verso la sala principale, magari soffermandosi sui numerosi pianerottoli intermedi, ognuno differente dall'altro. 02 NEUE NATIONAL GALERIE - LUDWIG MIES VAN DER ROHECome Walter Gropius anche Mies torna in Germania. Nel 1962 inizia la progettazione della Galleria d'arte sulla Postdamerstrasse di Berlino che verrà inaugurata nel 1968. L'edificio a pianta quadrata ha il lato di m 64.80. La soletta-lastra della copertura, sorretta unicamente da 8 pilastri, ha uno spessore di m 1.80 e gli elementi portanti sono saldati tra di loro all'interno di una griglia bidirezionale di m 3.60. L'altezza della sala al piano terreno è di m 8.40. Una vetrata, posta a m 7.20 dal filo esterno della struttura definisce la sala principale all'interno e un portico all'esterno. Maria Ludwig Michael è nato il 27 marzo del 1886 ad Aquisgrana da Michael Mies e da Amalie Rohe di origine olandese. Da adulto Ludwig aggiungerà al cognome paterno il nome della mamma utilizzando il prefisso olandese "van". Tra il 1897 e il 1899 frequenta la scuola commerciale di Aquisgrana e di seguito entra nella bottega di scalpellino del padre. Lunedì 27 01 BONJOUR TRISTESSE In seguito al concorso vinto nel 1980, Siza ha ottenuto la sua prima commissione all’estero. È un edificio a sei livelli di alloggi con il pianoterra destinato a negozi. Posto nei pressi della Schlesisches Tor, l’edificio è stato realizzato con l’obiettivo di risanare un isolato di Kreuzberg, abitato in maggioranza da immigrati turchi. Come molti altri interventi promossi dall’IBA, esso rappresenta un episodio dell’operazione di ricucitura e completamento dell’isolato. L’area, circondata su tre lati dal Muro, era una delle più problematiche in termini di degrado e di integrazione sociale. L’edificio occupa l’angolo tra Schlesischestrasse e Falchensteinstrasse; pur rispettando gli allineamenti con gli edifici preesistenti, Siza ha movimentato il prospetto, imponendo alle superfici murarie un andamento curvilineo. Il vertice geometrico dell'angolo è marcato dalla presenza di un esile pilastro. Le linee sinuose della pianta, dei prospetti e del coronamento si rapportano alle esperienze dell’architettura espressionista berlinese, in particolare di Scharoun e Mendelsohn. Il graffito "Bonjour Tristesse", che i giovani berlinesi hanno aggiunto clandestinamente sulla sommità della fascia curvilinea, citazione del romanzo esistenzialista di Segan (1954), coglie il grigiore della vita urbana in questa area periferica di Berlino Ovest. 02 DIE MAUER Solo poco più di una decina di anni fa una cortina di cemento armato lunga 107 km divideva la città in due settori: la Berlino della Repubblica federale tedesca e quella della Repubblica democratica tedesca. La notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 il governo della Germania Est decideva di delimitare con del filo spinato i confini tra i due settori di Berlino, per arginare la fuga verso la Repubblica federale dove il miracolo economico dava i primi frutti. Fino a quel momento, infatti, la città aveva rappresentato la più comoda via di fuga: dal 1949 quasi tre milioni di tedeschi dell'est avevano lasciato la Germania sovietica passando da Berlino Est a Berlino Ovest, alla ricerca di una migliore qualità di vita. La barriera di filo spinato era il primo passo verso la costruzione del muro, cominciata pochi giorni dopo. L'ammissione all'ONU di entrambi gli stati (1973), intanto, sembrava chiudere definitivamente la questione tedesca; la possibilità di una riunificazione arrivava quindi inattesa, sull'onda della perestroika inaugurata da Gorbaciov. La frase rivolta dal presidente russo a Honecker (segretario del SED, il partito a capo della Repubblica democratica) in occasione del 40° anniversario della nascita della DDR, "La vita punisce chi arriva tardi", veniva interpretata dalle forze che si opponevano al regime vigente come il via libera al cambiamento. Dimostrazioni scoppiarono a Berlino Est, Lipsia e Dresda. Una serrata successione di eventi sfociava il 9 novembre del 1989 nell'apertura di varchi attraverso il muro e il mese seguente la Porta di Brandeburgo sul confine tra i settori est e ovest veniva simbolicamente- riaperta. La riunificazione della Germania avveniva il 3 ottobre 1990, dopo la firma del Trattato 2+4 (cioè tra i due stati tedeschi e le quattro potenze vincitrici dell'ultima guerra, 12 settembre 1990). Alcune parti del muro di Berlino sono ancora presenti: MUhlenstrasse a Friedrichshain. È il pezzo rimasto più lungo (1300 m) e segue la MUhlenstrasse da OberbaumbrUcke a Strasse der Pariser Kommune. Sul lato rivolto a est è stato dipinto da diversi artisti diventando la East Side Gallery. Niederkirchnerstrasse a Mitte. Si tratta di 160 m di muro disposti lungo la parte dal Martin-Gropius-Bau alla Wilhelmstrasse della Niederkirchnerstrasse. LeipzigerjPostdamer Platzer. 03 EAST SIDE GALLERY L'East Side Gallery si trova a Mühlenstrasse, a lato del fiume Sprea. Lunga 1,3 Km è il maggior tracciato sopravvissuto del muro di Berlino. Dopo l'apertura dei confini, nel 1989, sono arrivati artisti provenienti da tutto il mondo che si sono esibiti con le loro creazioni artistiche su quello che fino ad allora era stato un muro intoccabile. Il primo murales fu dipinto da Christine Mac Lean e a seguire moltissimi sono stati i contributi per far sì che l'East Side Gallery venga oggi considerata la più lunga galleria d'arte all'aria aperta del mondo. Di questo famigerato manufatto rimangono in città pochissimi frammenti: è bastato poco più di un anno, correva il 1990, per abbattere, smantellare, letteralmente sbriciolare quel colosso di cemento armato che tagliava in due la città di Berlino (lungo il confine tra Berlino Ovest e le campagne della Germania Orientale di fatti non c’era un vero e proprio muro, ma un doppio recinto di filo spinato, il Mauer, così come tutti ce lo immaginiamo, fu eretto solo all’interno della città). 28 anni di tirannia e demenza eliminati in un soffio. La parte più lunga del Muro di Berlino a tutt’oggi ancora in piedi ha però avuto una evoluzione singolare e straordinaria, a mio parere una delle più belle metafore capaci di sintetizzare la storia di questa città e la sua anima impossibile da abbattere: di un chilometro e trecento metri di muro di cemento armato che correva lungo la riva orientale della Sprea i Berlinesi hanno fatto la più lunga galleria di arte contemporanea del mondo, la East Side Gallery (per dare i nomi i tedeschi sono sempre estremamente letterali, quindi, semplicemente “galleria del lato orientale”, e così non ci si sbaglia). Per cui nel 1989, quando il Muro cadde, da un lato si presentava come una gigantesca lavagna scarabocchiata, emblema di una sconfinata irriverente provocante libertà di espressione, dall’altro era una cupa, piatta, immacolata distesa di cemento armato. Insomma, una manna per i writer di tutto il mondo. E mentre i graffiti della parte occidentale venivano piano piano strappati dai “Mauerspechter” (gli scalpellatori del Muro) che – con berlinese prontezza – ne fecero straordinari souvenir, qualcuno pensò di utilizzare il Muro grigio a Est come tela, trasformandolo così in una galleria tutelata, che non potesse essere saccheggiata dai turisti e che restasse a memoria di quello che il Muro era stato, ma soprattutto di quello che la sua caduta aveva significato. La East Side Gallery diciamo è così una specie di falso storico, che assomiglia in tutto e per tutto al Muro di Berlino così come appariva a Ovest (e che ora non c’è più) e che ci ricorda come quel manufatto di odio e repressione della libertà sia diventato dall’altro lato un manifesto di libertà, espressione, creatività. 106 giovani artisti vennero chiamati per dipingere liberamente il Muro e creare questa striscia di colore sulle rive del fiume, trasformando quella che un tempo era terra di nessuno in un luogo di incontro, memoria e gioia creativa. Certamente in vent’ anni i graffiti della East Side Gallery ne hanno visti veramente di tutti i colori, molti di più di quelli previsti dai loro creatori. Anche perché, proprio in nome di quella inviolabile libertà di espressione, un tacito accordo ha permesso proprio a chiunque di usare la East Side Gallery come lavagna personale per lasciare una indelebile espressione di sé (purtroppo non sempre memorabile…visto che gli “Io sono stato qui” e i “Forza Roma” proliferavano). Il tempo e le intemperie hanno poi fatto la loro parte e la Galleria piano piano è diventato un pastrocchio sbreccato, spellato, di nuovo, tutto sommato, piatto e grigiastro. Ma con un guizzo di brillantezza Berlinese si è pensato di richiamare gli stessi artisti che venti anni fa dipinsero il Muro per ridipingerlo a nuovo in questo 2009, anno in cui si celebrano i venti anni della Caduta. Passeggiare oggi lungo la East Side Gallery è una esperienza eccezionale: si vedranno frammenti della Galleria che fu, densi di tracce colorate, scritte, memorie di passaggi, ricordi, una stratificazione di segni e racconti. Alcuni vecchi graffiti – i più famosi- sottoposti a impacciati interventi di recupero. E poi il nuovo. Una sfavillante galleria di colori freschi e forme innovatrici. Gli “affreschi” più famosi sono stati esattamente replicati (e quindi potrete rivedere sia la Trabant che sfonda il Muro, sia il celebre “Bacio Mortale” tra Honecker e Breznev), mentre per la maggior parte della sua lunghezza la East Side Gallery presenta una collezione completamente rinnovata. E non solo. Se siete fortunati vedrete anche gli artisti che proprio in questi giorni, approfittando del sole, stanno dipingendo le loro opere. Insomma, tutta la storia di questa parte di muro è in questi giorni raccolta in una strana, sintetica esperienza, mista di storia e arte contemporanea. 04 POTSDAMER PLATZ Aperta nel 1838, a partire dagli anni Venti del secolo scorso questo ampio spazio circondato da ristoranti, bar e pub diventa il crocevia di un traffico tranviario intenso e frenetico, tanto che nel 1920 viene installato il primo semaforo al mondo. Duramente colpita durante la seconda guerra mondiale, con la costruzione del muro la zona rimane abbandonata per decenni. Attualmente tutti i vecchi edifici sono stati definitivamente abbattuti, tranne l'Hotel Esplanade sulla vicina Bellevuestrasse, e oggi la piazza si è trasformata nel centro di uno dei più importanti progetti architettonici che lascia spazio alla sperimentazione e alle nuove tecnologie. Alcuni fra i più grandi nomi internazionali (fra cui anche Renzo Piano) hanno partecipato alla realizzazione di questo nuovo quartiere di uffici, appartamenti e servizi. Potsdamer Platz è un'importante piazza berlinese, posta nel quartiere Tiergarten, al confine con Mitte. Prende nome dalla città di Potsdam, situata 25 km a sud-ovest, e si trova nel punto in cui la strada per Potsdam oltrepassava la cinta doganale attraverso il Potsdamer Tor. La piazza ha avuto una storia travagliata, risentendo degli eventi che hanno trasformato Berlino durante il XX secolo: negli anni della repubblica di Weimar costituiva il maggiore centro commerciale, culturale e di trasporti della città; successivamente fu spodestata dall'area del Neuer Westen circostante Breitscheidplatz; devastata dalla guerra e drammaticamente segnata dall'erezione del Muro, ha costituito negli anni novanta il più ambizioso progetto urbano della città riunificata. Attualmente Potsdamer Platz è centro di un nuovo quartiere residenziale, direzionale e commerciale; costituisce un eccezionale richiamo turistico e simboleggia la nuova Berlino. La piazza resta tuttavia separata dalla città circostante, e non è riuscita ad imporsi, come auspicato, come "nuovo centro" della città. Dopo la caduta del muro il 9 novembre 1989, l'ex Pink Floyd Roger Waters organizzò un immenso concerto di beneficenza con l'aiuto della sua ex-band, The Wall, il 21 luglio 1990 per commemorare la fine della divisione tra Repubblica Democratica Tedesca e Germania Ovest. Il concerto venne organizzato nella vuota Potsdamer Platz ed ospitò numerose superstar internazionali. Dopo il 1990, la piazza ridivenne il fulcro dell'attenzione e tornò ad essere argomento di discussione tra i migliori architetti europei. Il governo cittadino divise l'area in quattro parti, da vendere separatamente a quattro diversi investitori. Durante la ricostruzione la Potsdamer Platz era la più vasta area edificabile dell'Europa. La più ampia delle quattro zone andò alla Daimler-Benz, ora parte della Daimler AG, che incaricò Renzo Piano della pianificazione dell'opera. I singoli edifici vennero costruiti da singoli architetti basandosi sul piano generale, inclusi il Potsdamer Platz No.1 di Hans Kollhoff, ora sede di numerosi studi legali. Potsdamer Platz è anche sede della Panoramapunkt, situata a 100 metri d'altezza, a cui si accede attraverso il più veloce ascensore d'Europa. Dalla Panoramapunkt si possono vedere alcuni landmark come il quartiere Die Bahn, la Porta di Brandeburgo, il Reichstag, la Cancelleria Federale, il palazzo Bellevue, la Cattedrale, il Gendarmenmarkt, il Memoriale agli ebrei uccisi in Europa e la Chiesa della Commemorazione. La seconda sezione più grande andò alla Sony, la quale eresse i suoi nuovi uffici centrali europei. Il Sony Center venne progettato da Helmut Jahn ed è considerato uno dei migliori pezzi di arte moderna di Berlino. L'intero progetto fu molto criticato fin dall'inizio dall' opinione pubblica, ed al giorno d'oggi ci sono ancora critiche al metodo con cui venne venduto e ricostruito il sito. In ogni caso, la piazza attira migliaia di turisti al giorno, ed alcuni critici sono sorpresi dal suo successo. A qualsiasi ora del giorno la piazza è viva. È diventato un must per i visitatori, un'area in cui fare shopping, ed un centro culturale per gli amanti del cinema in lingua inglese con oltre 40 sale divise in tre cinema. Alcune scene di movie Der Himmel über Berlin (in italiano: Il cielo sopra Berlino, film del 1987 di Wim Wenders) sono state girate quando la piazza era vuota, prima della caduta del Muro. Il film racconta bene lo stato d'animo di quei giorni. Potsdamer Platz è il più sorprendente esempio di come, negli anni Novanta, il rinnovamento urbano abbia potuto trasformare Berlino nella “Nuova Berlino” di oggi. Di fatto, la piazza non è una vera e propria piazza, ma una zona costituita da tre aree, note come Daimler City, o Area Daimler Chrysler (1998), Sony Center (2000) e Besheim Centre (2004), che hanno letteralmente reinventato un terreno desolato dove fino al 1989 il Muro separava Berlino Est da Berlino Ovest. La sfida è stata quella di ricostruire il cuore della Berlino post-Guerra Fredda e in questo modo trasformare una landa sabbiosa nel centro vitale della capitale della nuova Germania unita. Data l’importanza del progetto, il risultato sarebbe diventato una sorta di “dichiarazione” dei principi fondamentali dell’urbanistica di fine 20° secolo. Molti sono stati gli aspetti oggetto di valutazione: l’equilibrio tra interessi pubblici e privati/commerciali, la pianificazione d’infrastrutture, trasporti e viabilità, la limitazione del traffico, i criteri ecologici, lo stile architettonico da adottare (edifici alti in stile Manhattan oppure bassi? Tradizionali o futuristici?). L’obiettivo condiviso è stato comunque quello di attirare qui l’autentica vita metropolitana - dopo che l’area era rimasta così a lungo abbandonata - offrendo spazi per abitazioni private, shopping, divertimento e affari, in modo che il quartiere potesse essere attivo e vitale in ogni momento. Il risultato visibile oggi è un buon compromesso tra tutte queste diverse esigenze, un misto di area urbana all’americana, nei pressi del Sony Centre, e di tradizionale piazzetta alberata all’europea, in Marlene Dietrich Platz. Potsdamer Platz è facilmente raggiungibile con la linea metropolitana U-Bahn e la ferroviaria S-Bahn, a pochi passi da Tiergarten. È una zona d’importanza primaria per gli affari, grazie alle ardite architetture e a un patrimonio immobiliare degno della capitale. Qui è stata trasferita, dal 2000, la sede dell’evento più glamour dell’anno: il Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Il tappeto rosso si stende ogni febbraio per accogliere cineasti e grandi star mondiali di fronte al Palazzo della Berlinale (Berlinale Palast), in Marlene Dietrich Platz. La storia di Potsdamer Platz è caratterizzata da tre fasi distinte, in ciascuna delle quali la zona, più che una piazza, è sempre stata uno snodo centrale. Negli anni Venti del secolo scorso, qui fu installato il primo impianto d’illuminazione stradale d’Europa, dando luce a quello che allora era il cuore della più attiva e frenetica città europea, piena di traffico, negozi e divertimenti. Ridotta a un cumulo di macerie dopo la Seconda guerra mondiale e fino al 1989, la zona fu la terra di nessuno che divideva l’est dall’ovest. La terza fase cominciò nel 1989, con la caduta del Muro, quando un consorzio d’investitori internazionali e alcuni tra i più grandi architetti al mondo – Renzo Piano, Helmut Jahn, Richard Rogers, Arata Isozachi e Rafael Moneo – ne progettarono la “resurrezione”. La ricostruzione di Potsdamerplatz fu avviata negli anni Ottanta dall’allora senatore allo sviluppo urbano Volker Hassener con il sostegno finanziario dell’investitore Daimler-Benz, che permise di acquistare un lotto di terra lungo il canale Landwehr fino al perimetro del Muro, in un’epoca in cui questo sembrava un sito periferico e senza valore. All’improvviso, con la caduta del Muro, il lotto divenne un prezioso appezzamento nel cuore della nuova capitale. Nel 1991 il Senato di Berlino varò un concorso per la presentazione di progetti e idee per la realizzazione di Potsdamer e Leipziger Platz, che scatenò un appassionato dibattito e una gara serrata tra i principali studi di architettura del mondo. Vinsero il concorso Heinz Himmler e Christoph Sattler, di Monaco. Renzo Piano e Helmut Jahn firmarono invece i progetti esecutivi. Daimler-Benz (oggi Daimler) e SONY diedero il sostegno alle due diverse visioni. Quella di Piano/Daimler-Benz prevedeva strade più strette e, in generale, un più forte attaccamento allo stile europeo; quella di Jahn/Sony puntava invece sulla realizzazione di quell’area ultramoderna con copertura in vetro e acciaio che divenne poi il Sony Centre. Proprio quella copertura rappresentò la più complessa prova ingegneristica del progetto: un tetto sporgente sostenuto da cavi d’acciaio ancorati agli edifici adiacenti. Il Panorama Punkt (punto panoramico) si raggiunge in ascensore e regala una vista a 93 metri d’altezza dalla Torre Kollhoff, in mattoni bruni. La facciata neo-barocca sulla Bellevuestrasse appartiene al restaurato Hotel Esplanade, sopravvissuto al Secondo conflitto mondiale. Nonostante il tentativo di integrarlo senza modifiche nel progetto complessivo, è stato necessario sollevare la sala imperiale (Kaisersaal) su un cuscino d’aria per trasferirla nella sua posizione attuale. Due pareti restano nella posizione originaria. All’estremità meridionale della piazza, la torre Debis, in pietra e vetro, realizzata da Renzo Piano, ospita la sede centrale del gruppo. Fu questo il primo edificio della zona a essere completato. È alta 106 metri ed è composta da 22 piani. La sua caratteristica principale è quella di essere realizzata “scorporando” i singoli elementi – la scala, il vano ascensore, gli uffici e così via. Tra le attrazioni principali di Potsdamerplatz, oltre alla torre di Piano, sono il DaimlerChrysler Atrium, con uno spazio pubblico che ospita mostre d’arte, un autosalone e un bacino artificiale di acqua, il Sony Centre, con le sale cinematografiche e il museo del cinema tedesco, il centro commerciale Arkaden (di Richard Rogers), il cinema 3D, il teatro, il casinò e il palazzo Weinhaus Huth (vinerie Huth), l’unico palazzo della piazza che risale a prima della Seconda guerra mondiale Martedì 28 01 PARCO DI TIERGARTEN Questo estesissimo parco (ben 160 ettari) risale al '700 e al regno di Federico III. I successivi regnanti hanno apportato molte e continue modifiche anche strutturali, ma la ristrutturazione più memorabile fu quella di Peter Lenné attorno alla metà del secolo scorso con sentieri, ruscelli, il Ponte del leone e alcuni laghetti. L'ultima guerra si è rivelata distruttiva anche per tale zona, ma soprattutto i freddi inverni del dopoguerra e l'estrema povertà della popolazione hanno costretto al taglio degli alberi per il riscaldamento. Oggi il parco è stato riportato all'antico splendore. 02 PARCO TIERGARTEN - COLONNA DELLA VITTORIA E' posta al centro di Grosser Stern, una rotonda nel parco Tiergarten, e si erge per ben 69 metri con in cima la statua della vittoria, voluta per commemorare le imprese militari dei prussiani. Alla base si può ammirare un mosaico che rappresenta la fondazione dell'impero tedesco. 03 SCHLOSS BELLEVUE La sua edificazione è stata voluta dal fratello minore di Federico II il Grande, che la affidò a J. Boumann il Vecchio (1706-76), durante il nazismo ha ospitato il Museo Etnologico Tedesco e attualmente è la residenza ufficiale del Presidente. Si tratta di un edificio neoclassico con pianta a ferro di cavallo; la facciata bianco gesso è scandita da paraste corinzie e il timpano è decorato con bassorilievi che rappresentano l'Agricoltura, la caccia e la Pesca. SPANDAU Si tratta di una massiccia cittadella fortificata il cui nucleo originale risale probabilmente al XIII secolo. La costruzione attuale a quattro bastioni è invece della fine del 1500 e fu edificata secondo i progetti dell'architetto italiano Francesco Chiaramella di Gandino, in quello che viene appunto definito stile neo- italico. Le funzioni della Cittadella erano ovviamente principalmente militari e venne utilizzata come prigione di stato fino alla fine del 1800. All'interno sono ospitate esposizioni temporanee ed una mostra permanente sulla fortezza. WANSEE Il distretto si sviluppa lungo il piccolo lago formato in quel punto dall'Havel e comprende la 'spiaggia' più frequentata di Berlino, attrezzata per praticare sport acquatici e fare gite in battello. Wannsee è conosciuto anche perché in una delle belle ville del quartiere limitrofo, Villa Minoux, il 20 gennaio del 1942 venne decisa la cosiddetta 'soluzione finale', ossia la deportazione in massa degli ebrei. Questo incontro è passato alla storia come Conferenza di Wannsee. Il luogo più bello di Wannsee è la Pfaueninsel (isola dei pavoni); lunga 1,5 km e larga 500 m, per volere di Federico Guglielmo III è stata trasformata da P.J. Lenné in un giardino all'inglese (1822), disseminato di edifici romantici: il Palmarium, una serra orientaleggiante, la Meierei, una falsa rovina, la Kavalierhaus, alla quale nel 1826 K.F. Schinkel aggiunse la facciata gotica di una casa di Danzica. Lo Schloss Pfaueninsel, visita bile, richiama un castello gotico in rovina ed è stato costruito a fine '700 come residenza di una delle amanti di Federico Guglielmo II. Anche il Volkspark Klein-Glienicke è stato progettato dal Lenné nel 1816. Nel parco, che alterna castagneti a prati, si trovano diversi edifici di stile classicheggiante: la Kleine Neugierde (K.F. Schinkel, 1825), un padiglione simile a una villa romana, la Grosse Neugierde, un tempio a pianta circolare con colonne corinzie dello Schinkel, dal quale la vista spazia sull'intero parco, il Klosterhof (F. von Arnim, 1850), realizzato assemblando pezzi architettonici provenienti dall'Italia. Lo Schloss Glienicke, progettato nel1827 da Schinkel e allievi, è riconoscibile per la Löwenfontane, che prende a modello quella di villa Medici a Roma. Attraverso il metallico Glienicker BrUcke (1905-7) durante la guerra fredda ci si 'scambiavano' le spie; lo scambio più famoso è stato quello del 1962 tra il pilota americano G. Powers e la spia russa Abel.