Centro Tutela Consumatori Utenti Comunicato stampa Bz, 11/01/2012 Dalla Corte Suprema della Germania una sentenza dagli effetti “esplosivi”: anche gli “esperti” possono essere chiamati a rispondere civilmente in caso di promozione di prodotti finanziari “bidone” Oltre 6.000 clienti avevano investito più di 40 milioni di euro nel fondo “MSF”. Sei anni e mezzo fa l’Ente di controllo della finanza tedesco aveva chiuso il fondo, anche se i soldi dei risparmiatori erano spariti. Nella promozione del prodotto, i consumatori tedeschi erano stati allettati ad aderire al fondo con promesse di rendita fino al 10%, con prospettati risparmi fiscali e con tanto di “dichiarazioni sponsor” da parte di alcuni notabili del partito cristiano-democratico, CDU. Fra questi, il Ministro della Difesa dell’allora Governo Kohl, Rupert Scholz, professore di diritto pubblico e finanziario. Al prospetto pubblicitario del fondo erano state allegate due interviste rilasciate dallo Scholz, nelle quali lo stesso esprimeva le proprie lodi a riguardo del fondo (bidone). Ad oggi, la maggior parte dei danneggiati ha ottenuto un risarcimento, ma la querelle non pare essere ancora del tutto conclusa: era stata infatti anche posta la questione di un’eventuale corresponsabilità del prof. Scholz nei danni patiti dai risparmiatori. Agli inizi dello scorso dicembre la Corte Suprema tedesca ha pronunciato il suo verdetto ed ha stabilito che una responsabilità dello Scholz, nel caso in questione, è ovvia. Nella motivazione si legge: “Al convenuto è attribuibile una responsabilità per il prospetto pubblicato, visti il suo background professionale e la sua competenza nel settore nonché le interviste rilasciate”. Lo stesso “avrebbe beneficiato della fiducia acquisita durante la sua carriera”, e l’avrebbe utilizzata “per influenzare le decisioni di investimento dei potenziali interessati”. In altre parole: chiunque, sia esso VIP o personaggio in vista, metta a disposizione la propria competenza professionale o di esperto/a e la propria faccia nella promozione di prodotti – in questo caso finanziari - farà bene a pesare il contenuto delle proprie dichiarazioni pubbliche a riguardo, a scanso di eventuali conseguenze risarcitorie nei confronti dei consumatori: questo almeno quello che potrebbe accadere d’ora in avanti in Germania. Walther Andreaus, direttore del CTCU, commenta: “Non sarebbe male che anche in Italia si adottassero simili principi e non solo per quel che riguarda i prodotti finanziari. Si pensi solo alle molte campagne di operatori telefonici, in cui più o meno conosciuti personaggi “VIP” mettono a disposizione la propria faccia e la propria voce, nel tentativo di convincerci della convenienza di questa o quella specifica offerta. Troppe di tali pubblicità vengono magari poi dichiarate “ingannevoli” dall’Antitrust. Ma siccome per i VIP di turno non ci sono conseguenze civili – almeno non ancora -, ecco che, subito dopo, si dà il là ad altri round dell’allegra caccia al cliente – che, a seconda della minore o maggiore popolarità del VIP, risultano di norma e comunque assai fruttuosi per l’azienda e … anche per lo sponsor”. Il consiglio che si può dare ai consumatori: soprattutto quando si parla di prodotti finanziari, valutate con occhio molto, ma molto critico, cosa promette la pubblicità. Leggete bene sia il messaggio pubblicitario (tenerne copia), sia il prospetto informativo (vi deve essere sempre consegnato), e se possibile al momento della sottoscrizione proponete al consulente di stilare anche un verbale di consulenza. Maggiori informazioni si trovano nella guida “Saper investire”, disponibile gratuitamente presso le sedi del CTCU ed anche online su www.centroconsumatori.it.