Comunicato stampa Bz, 17.05.2004 Trasparenza dei prodotti alimentari Da dove arrivano polli e conigli? Obbligo di indicazione della provenienza anche per le carni suine, di pollo, coniglio, agnello e per il latte. Le organizzazioni dei consumatori appoggiano la richiesta della Coldiretti. Un milione di firme di agricoltori e consumatori italiani accompagna un disegno di legge sull'obbligo di etichettatura degli alimenti presentato al Parlamento italiano. Promotrice dell'iniziativa è la Coldiretti che, in questo modo, confida in una migliore tutela dei prodotti dei suoi affiliati rispetto alle merci d'importazione. Dalla parte degli agricoltori si schierano anche le organizzazioni dei consumatori: preoccupate da "mucca pazza", influenza dei polli ecc., esse chiedono a gran voce un'estensione dell'obbligo di etichettatura a tutti i prodotti agroalimentari. Sebbene l'etichettatura degli alimenti sia già un obbligo di legge – da qualche anno per determinate varietà di frutta e ortaggi, dal 1° gennaio 2002 per la carne di manzo e dal gennaio 2004 per le uova – rimangono tuttora esentati sia i tipi di carne sopra menzionati sia molti altri prodotti ortofrutticoli. "In questo modo i consumatori non possono operare una scelta consapevole e informata degli alimenti nazionali, da sempre più sicuri di quelli importati", afferma Barbara Telser, consulente alimentare del CTCU. In tutti gli Stati Uniti, per esempio, si effettuano tanti (o meglio tanto pochi) controlli anti-BSE quanti quelli eseguiti nella sola provincia di Bolzano. È dunque evidente che il rischio di acquistare un prodotto contaminato sia molto più alto per la carne importata, in questo caso dagli USA. Oltre alla BSE, le organizzazioni dei consumatori mantengono alto il livello di allarme anche per quanto riguarda l'influenza dei polli scoppiata nei paesi dell'Estremo Oriente. L'etichettatura degli alimenti rappresenta un doppio vantaggio: per le aziende agricole italiane rispetto ai concorrenti esteri, come pure per i consumatori, ai quali garantisce maggiore libertà di scelta e più sicurezza. Nonostante la normativa vigente, il CTCU rileva che l'indicazione d'origine di carni e ortaggi lascia comunque ancora a desiderare. Se i supermercati e le grandi catene di distribuzione rispettano in buona parte gli obblighi di legge e sui loro scaffali espongono prodotti con indicazioni esaurienti circa la provenienza e i metodi di produzione, nel commercio al dettaglio si riscontrano ancora gravi carenze. Da un'indagine informale svolta dal CTCU presso macellerie e negozi di frutta e verdura è emerso che solo pochissimi prodotti sono accompagnati dalle informazioni imposte dalla normativa sull'etichettatura. Particolarmente critica la situazione nelle macellerie, dove spesso bisogna accontentarsi di vaghe rassicurazioni verbali da parte del negoziante riguardo alla provenienza della carne in vendita. Il premio per la trasparenza spetta, ancora una volta, ai prodotti biologici, che da tempo recano indicazioni chiare e precise sul paese e l'azienda da cui provengono.