TUMORE DELLA PROSTATA E DIAGNOSI: IL PSA NON BASTA. COS'E' LA PROSTATA è una ghiandola maschile composta da tessuto fibromuscolare;ha la forma di una castagna con dimensioni di circa 3- 4 cm.;si trova sotto la vescica e davanti al retto; circonda l'uretra,il condotto che permette all'urina e al liquido seminale di fuoriuscire dal pene. Le dimensioni,il volume e la struttura della prostata variano con l'età: verso i 45 anni le cellule più vicine all'uretra incominciano a crescere,determinando un progressivo aumento del volume della ghiandola ( ipertrofia prostatica benigna), che in questo modo può comprimere il canale uretrale, procurando difficoltà nella minzione (espulsione dell'urina) e aumento della frequenza,soprattutto durante la notte. A COSA SERVE Produce il liquido in cui sono presenti non solo spermatozoi, ma anche una sostanza specifica che consente agli stessi di sopravvivere al di fuori dell'organismo. Questa sostanza è il PSA ( antigene prostatico specifico).. GLI ESAMI:DOSAGGIO DEL PSA L'utilità del test del PSA per diagnosticare il tumore alla prostata è controversa e sotto studio: si effettua su un campione di sangue tramite normale prelievo,non è particolarmente costoso;rivela il livello di alterazione di questa sostanza, ma l'esito può essere subdolo e ricco di caratteristiche nascoste. L'aumento dei livelli di PSA oltre i 4 nanogrammi/millilitro non è indice di tumore, in quanto lo si riscontra anche in caso di un disturbo benigno; inoltre il test è influenzato da molti altri fattori: infiammatori ( prostatiti),attività sessuale, manipolazioni, traumi e persino alcune attività fisiche e sportive(caratteristico è l' aumento dei livelli nei ciclisti professionisti). Si è data molta importanza al rapporto tra il PSA libero e il PSA totale (legato a proteine di trasporto) presente nel sangue,considerato patologico se minore di 10 ; ci si affida, per distinguere una affezione benigna da un tumore,anche alla velocità con cui il valore di PSA aumenta tra una misurazione e l'altra,tuttavia si può affermare con estrema chiarezza che utilizzare il test del PSA come unico strumento di screening per la diagnosi di tumore è riduttivo e in alcuni casi addirittura fuorviante. Il medico di Medicina Generale consiglia di eseguire il dosaggio del PSA solo quando è necessario,ovvero dopo i 50 anni e se esiste familiarità diretta per tumore prostatico e/o quando sono presenti disturbi urinari: in questi casi il test va ripetuto annualmente,in caso contrario basta farlo una volta ogni 4 anni. Quando il PSA è in eccesso ,una visita urologica e una ecografia trans-rettale sono indispensabili per completare l'iter diagnostico; l'unico modo per avere la certezza della presenza di un tumore prostatico è la biopsia,metodica eccessivamente invasiva e dolorosa per poterla applicare in maniera generalizzata su tutta la popolazione a rischio. Dr .Luciano Garanzini. MARCALLO CON CASONE – 15/12/2010.