Il Congresso Eucaristico Internazionale: come adorare Cristo che si

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Il Congresso Eucaristico Internazionale: come adorare Cristo che si suppone materializzato in
un pezzo di pane!
Il Congresso Eucaristico Internazionale 2012
Si tratta di un avvenimento cristiano?
di Richard Bennett
Uno dei maggiori eventi del mondo cattolico-romano quest'anno è il Congresso Eucaristico
Internazionale che si terrà nel mese di giugno a Dublino (Irlanda). Ci si aspetta che attragga
25.000 partecipanti fra i quali 15.000 pellegrini da tutto il mondo. Di che cosa esattamente si
tratta? E’ definito in questo modo:
"Benedetti da Leone XIII e posti al servizio della Santa Sede fin dal loro inizio, i
congressi eucaristici si caratterizzarono come manifestazioni pubbliche destinate a
stimolare la fede dei cattolici nella "presenza reale", ad accrescere il loro zelo per la
devozione all'eucaristia fuori della messa e a proclamare la regalità sociale di Cristo
contro le ricorrenti espressioni di una modernità che vedeva nella religione uno dei
grandi antagonisti da combattere senza quartiere. (...) Lo scopo dei congressi, rimasto
sostanzialmente immutato dall'inizio fino allo statuto del 1986, era così definito nel
regolamento generale che accompagnò lo sviluppo dell'opera: 'Far sempre più
conoscere, amare e servire nostro Signore Gesù Cristo nel santissimo sacramento
dell'altare (...) e lavorare in tal modo ad estendere il suo regno sociale nel mondo' (art.
1). La radice storica dei congressi è qui identificata chiaramente in due poli: quello della
"pietà eucaristica" e quello della "dimensione sociale dell'eucaristia"1.
Il presupposto di questi congressi è dunque la celebrazione e promozione della tipica dottrina
del Cattolicesimo romano, vale a dire che il Signore Gesù Cristo sarebbe sostanzialmente
presente in ciò che essi chiamano “il mistero eucaristico” o “Eucaristia”. In queste occasioni si
intenderebbe “prestare ad esso un omaggio di pubblica venerazione“. Si tratta, per il
Cattolicesimo romano, di un dogma fondamentale alla sua stessa identità. Infatti:
“Tramite la consacrazione avviene la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e
Sangue di Cristo, ossia la loro mutazione nella sostanza, mentre le manifestazioni
esteriori rimangono invariate, sicché Cristo è realmente presente nelle specie del pane e
del vino in maniera vera, sostanziale”2.
E’ così che la dottrina cattolica-romana proclama che la sua Eucarestia, sotto la forma del
pane, contiene del Signore il Suo identico corpo, anima e divinità. Esso sostiene che tutto quel
1
Piero Marini, Eucaristia globalizzata. Il fenomeno dei congressi eucaristici, in Vita Pastorale 8 (2011)
77-82, 77-78. Vedi anche: http://it.cathopedia.org/wiki/Congresso_eucaristico
2
Articolo “Eucarestia” della “Cathopedia”: http://it.cathopedia.org/wiki/Eucarestia.
1
pane, eccettuate le sue apparenze, viene trasformato in Cristo sia nella Sua divinità che
corporalità umana (anima, corpo, sangue, ossa, carne, nervi, muscoli, vene e giunture...).
Questa nozione, di fatto, è un orribile insulto al Signore, perché mette in ridicolo Gesù Cristo ed
inganna il popolo, defraudandolo della verità. E’ il Signore stesso che, parlando di una simile
bestemmia, aveva ammonito: “Allora, se alcuno vi dice: 'Il Cristo eccolo qui, eccolo là', non lo
credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigî da sedurre,
se fosse possibile, anche gli eletti”3. In contrasto con la dottrina del Cattolicesimo, la verità è
proclamata nelle Scritture: “Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo
Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo
avete visto andare in cielo”4. Vi sarà un giorno designato in cui il Signore ritornerà fisicamente
nella stessa maniera in cui era avvenuta la Sua Ascensione. La Sua presenza fisica non è da
concepire in alcun altro modo prima di quel giorno: “...perché il Signore stesso, con un ordine,
con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo”5. Di conseguenza, proporre
che il glorioso Signore Gesù Cristo torni in terra nelle sembianze prive di vita di pane e vino,
non è altro che un tentativo di sostituire la predicazione dell’Evangelo biblico con una semplice
connessione fisica con un sacramento cattolico-romano.
Il tentativo del Cattolicesimo di comprovare il suo dogma eucaristico citando il capitolo 6
del vangelo secondo Giovanni
La chiesa di Roma asserisce con persistenza che Cristo di fatto sia presente del suo
sacramento. Per esempio, essa afferma: “E' per la conversione del pane e del vino nel suo
Corpo e nel suo Sangue che Cristo diviene presente in questo sacramento”6. Questo dogma è
necessario per sostenere un altro presupposto non biblico: “La vita in Cristo ha il suo
fondamento nel banchetto eucaristico”. Il testo biblico usato per sostenere questo concetto è:
“Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà
anch'egli a motivo di me” (Giovanni 6:57). Secondo l’insegnamento cattolico: “Il frutto principale
del ricevere l’eucarestia nella santa Comunione è un’intima unione con Cristo Gesù”,
ragionamento a sua volta sostenuto dal versetto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
dimora in me, e io in lui” (Giovanni 6:56).
La dottrina cattolica romana, inoltre, si spinge sino ad affermare che è il Signore stesso che
ci esorta a riceverlo nel sacramento dell’Eucarestia.
Ufficialmente essa afferma: “Il Signore ci rivolge un invito pressante a riceverlo nel
sacramento dell'Eucaristia: ‘In verità, in verità vi dico: se non mangiate la Carne del
Figlio dell'uomo e non bevete il suo Sangue, non avrete in voi la vita’ (Gv 6,53 )”7.
La presunta trasformazione del pane e del vino nel reale corpo e sangue del Signore, viene
chiamata “transustanziazione”. E’ così che affermano: “Mediante la consacrazione si opera la
transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie
consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera,
reale e sostanziale, il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua anima e la sua divinità”8
La trasformazione che essi affermano avvenire lascia del tutto allibiti. Si afferma che il Signore
esisterebbe sulla terra non come uomo, ma come pane e vino. L’istituzione papale pretende di
essere in possesso e di controllare elementi che presume esservi contenuti. La sua legge si
spinge fino a dire “Il tabernacolo nel quale si custodisce la santissima Eucaristia sia collocato in
3
Matteo 24:23.
Atti 1:11.
5
1 Tessalonicesi 4:16.
6
Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1375.
7
Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1384.
8
Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1413..
4
2
una parte della chiesa o dell'oratorio che sia distinta, visibile, ornata decorosamente, adatta alla
preghiera”9. Il corpo ed il sangue di Cristo sarebbe così da conservarsi chiuso a chiave una
sorta di cassaforte!
Ciò che è particolarmente sbalorditivo è che la fisica aristotelica sulla quale si fonda il concetto
della transustanziazione è stata da tempo confutata, eppure questo dogma idolatra risalente al
XIII secolo rimane al punto centrale e determinante di tutto il sistema sacramentale cattolicoromano10. E’ così che esso è ancora insegnato e praticato in ogni parrocchia cattolica-romana
del mondo.
Il significato reale di Giovanni 6 in contrapposizione al dogma cattolico-romano
La “vita in Cristo” non “ha il suo fondamento nel banchetto eucaristico”, né un’unione intima con
Gesù Cristo viene realizzata con una parte qualsiasi della comunione eucaristica. Per
comprovare questa argomentazione, però, il Magistero cattolico-romano cita come prova
Giovanni 6. Di fatto, i versetti di cui fa uso, tratti da questo capitolo, sono presi fuori dal loro
contesto, il quale non sostiene affatto l’interpretazione che ne dà la tradizione cattolica-romana.
L’effetto è quello di far credere che un ragionamento fondamentalmente umanistico sia
sostenuto dall’autore biblico. Il dogma cattolico-romano si fonda sostanzialmente su un
inganno. Dato che non vi può essere sintesi alcuna fra l’autorità della Bibbia e la tradizione del
Cattolicesimo, il suo Magistero deve ignorare del tutto il vero significato di ciò che il Signore
afferma chiaramente nel capitolo VI di Giovanni.
E’ del tutto evidente già da altre espressioni di questo capitolo, come il Signore insegni che il
nostro desiderio di credenti non debba essere per ciò che è materiale, ma per ciò che è
spirituale: “Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il
Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo”
(Giovanni 6:27). Quando i Giudei chiedono al Signore: “Che dobbiamo fare per compiere le
opere di Dio?” (Giovanni 6:28), Egli risponde: “Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che
egli ha mandato” (Giovanni 6:29). Questa risposta è come il preludio per ciò che segue.
Credere in Lui solo, inviato dal Padre, è centrale a ciò che Gesù ha proclamato, perché “...c'è
un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo”11. Fondamento
della vita in Cristo è vivere sulla base dell’autorità della sola Bibbia, credere in Cristo Gesù
soltanto, per la sola grazia di Dio, attraverso la sola fede.
9
Codice di Diritto Canonico, canone 938/3.
“Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi” (Rm 8,34 ),
è presente in molti modi alla sua Chiesa: [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48] nella sua Parola,
nella preghiera della Chiesa, “là dove sono due o tre riuniti” nel suo “nome” (Mt 18,20 ), nei poveri, nei
malati, nei prigionieri, [Cf Mt 25,31-46 ] nei sacramenti di cui egli è l'autore, nel sacrificio della messa e
nella persona del ministro. Ma “ soprattutto (presente) sotto le specie eucaristiche ” [Conc. Ecum. Vat. II,
Sacrosanctum concilium, 7]. (Catechismo della Chiesa Cattolica, paragrafo 1373).
11
1 Timoteo 1:5.
10
3
Pure Gesù Cristo spiega il criterio attraverso il quale doveva essere compreso il Suo
insegnamento. Egli dice: “È lo Spirito che vivifica; la carne non è di alcuna utilità; le parole che
vi ho dette sono spirito e vita”12. Le parole di Cristo devono essere intese spiritualmente. Cristo
è il vero cibo dell’anima per fede, non via lo stomaco e la digestione..., cosa che è implicita
nella dottrina cattolica dell’Eucarestia. L’insegnamento del Signore è così chiaro che Egli stesso
paragona il credere in Lui alla sete spirituale: “chi crede in me non avrà mai sete” (Giovanni
6:35); “Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui,
abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno” (Giovanni 6:40).
Poi il Signore spiega che: “Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di
questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne”
(Giovanni 6:51). La Sua carne è ciò che Gesù ha dato volontariamente in sacrificio: “In verità, in
verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non
avete vita in voi” (Giovanni 6:53). Questo ci parla del requisito essenziale della sola fede nel
Signore Gesù Cristo soltanto. La questione è così seria che se uno non ripone la sua fede
soltanto nel sacrificio di Cristo sulla croce, non potrà ottenere vita eterna. Mangiare la carne e
bere il sangue del Figlio dell’uomo è una metafora che significa confidare spiritualmente nel
Signore che offre Sé stesso in sacrificio. Cristo Gesù realizza tutti i benefici della redenzione:
perdono dei peccati, accoglienza presso Dio, adozione come figlioli di Dio, accesso al trono
della grazia e vita eterna. Ricevere tutto questo per fede soltanto è così appropriatamente
chiamato mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue.
Mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue significa identificarsi totalmente in Lui attraverso la
sola fede. Se dobbiamo essere salvati, soltanto la fede può fare propria la Sua morte
sacrificale. “Mangiare e bere” equivale a “credere” e conferma il tema centrale di ciò che Egli
proclama quando, riassumendo, dice: “In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna”
(Giovanni 6:47). La vita eterna non è il prodotto del rituale di un’istituzione, ma l’opera che lo
Spirito Santo realizza con la Sua sovrana potenza. Il Signore richiede una fede individuale,
personale. E’ la sola fede, accordata dalla sola grazia di Dio, che comporta il perdono dei
peccati. Questo avviene quando dei peccatori, per ricevere vita eterna, affidano sé stessi
completamente al Signore Gesù Cristo. L’apostolo Paolo afferma chiaramente quali siano le
evidenze di aver ricevuto Cristo come proprio Signore e Salvatore: “...perché, se con la bocca
avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai
morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa
confessione per essere salvati”13.
Il Nuovo Testamento non dice nulla sul fissare il nostro sguardo su segni fisici per ottenere la
comunione con Cristo. Al contrario, i credenti sono esortati a guardare spiritualmente a Gesù:
“...fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli
era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del
trono di Dio”14. Egli è l’Autore ed il Compitore della loro fede, l’inizio e la fine. Il Cattolicesimo
romano ci esorta invece a cercare la vita presso dei rituali fisici che, a suo dire, ci
comunicherebbero Cristo. ll sacramento dell’Eucarestia non può provvederci “l’intima unione
con Gesù Cristo” che, a suo dire, ne è il frutto principale. Proprio come i buddisti per ottenere
illuminazione, guardano alle loro offerte votive di fronte ad una statua del Budda così i cattolici
credono di ottenere vita spirituale guardando ad un culto di un pezzo di pane. Gesù, però,
pregava Suo Padre nel Getsemani in favore di quelli che Gli appartengono per la sola grazia di
Dio e che credono in Lui soltanto attraverso la sola fede: “Santificali nella verità: la tua parola è
verità” (Giovanni 17:17). Non vi può essere compromesso alcuno della verità con le tradizioni e
le immaginazioni umane come ha cercato di fare la Chiesa cattolica romana.
12
Giovanni 6.63.
Romani 10:9-10.
14
Ebrei 12:2.
13
4
L’obbligo di adorare l’Eucarestia
Nonostante la chiarezza dell’insegnamento del Signore, il Cattolicesimo romano ignora la
Scrittura, l’evidenza dei sensi e la stessa ragione, quando insegna la sua dottrina
sull’Eucarestia. Il Signore eterno e glorioso è ora seduto accanto a Dio Padre. Proporre un
Cristo che, nelle parole del suo Magistero, “corre il rischio di decomposizione”15, significa
proporre un Cristo fallace. Come Mediatore e Redentore, il Signore Gesù Cristo è degno della
più alta dignità, onore ed autorità. Egli pure è “è lo stesso ieri, oggi, e in eterno”16. Una pretesa
presenza di Cristo in un pane che potrebbe decomporsi è totalmente irrealistica e folle; peggio,
è blasfema. Ciononostante, la Chiesa di Roma fortemente comanda che il pane debba ricevere
il culto che è dovuto al vero Dio.
Essa dichiara: “Nessun dubbio quindi che «tutti i fedeli, in linea con la pratica
tradizionale e costante della Chiesa cattolica, nella loro venerazione verso questo
santissimo Sacramento, rendano ad esso quel culto di latrìa che è dovuto al vero Dio. E
se Cristo Signore ha istituito questo sacramento come nostro cibo, non per questo ne è
sminuito il dovere di adorarlo”17
E’ una dottrina irrazionale ed empia quella che, per necessità, impone il culto di qualcosa che
può essere mangiato e portato nello stomaco. E’ solo attraverso un terribile crimine di idolatria
che il culto dovuto soltanto a Dio può essere trasferito al pane della comunione. Ciononostante,
il 25 maggio 2008 il Papa stesso ha parlato dell’Ostia come di Dio stesso. Ha affermato: “Una
settimana fa i nostri sguardi erano attratti del mistero della Santissima Trinità; quest’oggi siamo
invitati a fissarli sull’Ostia santa: è lo stesso Dio! Lo stesso Amore!”18. Di fatto, il Papa e la sua
chiesa “hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo
corruttibile (...). Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori,
in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in
menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno.
Amen”19
“ Il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azimo,
esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di
decomposizione” (Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Istruzione
“Redemptionis sacramentum su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima
Eucaristia”, paragrafo 48.
16
Ebrei 13:8.
17
Documenti del Concilio Vaticano II, Eucharisticum Mysterium, Rito della Comunione Fuori dalla Messa
e Culto Eucaristico, 3. Vedi anche Redemptionis Sacramentum, 3.
18
Citazione completa: “Una settimana fa i nostri sguardi erano attratti del mistero della Santissima
Trinità; quest’oggi siamo invitati a fissarli sull’Ostia santa: è lo stesso Dio! Lo stesso Amore! Questa è la
bellezza della verità cristiana: il Creatore e Signore di tutte le cose si è fatto "chicco di grano" per esser
seminato nella nostra terra, nei solchi della nostra storia; si è fatto pane per essere spezzato, condiviso,
mangiato; si è fatto nostro cibo per darci la vita, la sua stessa vita divina” (Benedetto XVI, Angelus del 16
maggio 2008).
19
Romani 1:23-25.
15
5
Un ecumenismo ridicolo
Si noti pure, inoltre, l’ipocrisia di un Congresso che - secondo la denuncia di un movimento
cattolico conservatore, ammette nei suoi lavori la presenza di cristiani non-cattolici. Si spera
forse di coinvolgerli nell’idolatria eucaristica oppure essi stessi, in modo compiacente, sfruttano
l’occasione per i propri fini? Questo movimento rileva l’imbarazzo dello stesso sacerdote
cattolico Kevin Doran, segretario generale dell’IEC (Congresso Eucaristico Internazionale),
tanto da spingerlo a parlare di quello che egli chiama “un ecumenismo ridicolo”. Il sito-web
afferma:
“Una delle caratteristiche uniche nel loro genere del Cinquantesimo Congresso
Eucaristico Internazionale che avverrà a Dublino dal 10 al 17 giugno 2012, è il
coinvolgimento significativo di cristiani provenienti da altre tradizioni, sia nella
preparazione pastorale che nel programma ufficiale del Congresso … Il f.llo Kevin
Doran (Segretario generale dell’IEC2012) commenta come storicamente vi sia stata la
tendenza per i cattolici di far uso del termine ‘conversione’ come se si applicasse solo
ad altri … La liturgia principale della prima piena giornata del Congresso sarà una
“Liturgia della Parola e dell’Acqua” celebrata dal Reverendissimo Michael Jackson
(Chiesa di Irlanda ed Arcivescovo di Dublino). L’omelia sarà tenuta dal Metropolita
Hilarion Alfeyev della Chiesa Ortodossa Russa. Al tempo stesso il f.llo Alois Löser,
priore di Taizé, esporrà la Catechesi (insegnamento) sul tema del Battesimo. Altri
interventi ecumenici significativi includono quelli del Rev. Nicky Gumble, di Alpha
International, che parlerà sul tema della riconciliazione, ed una presentazione della Rev.
Ruth Patterson, direttore di Restoration Ministries sull’essere “Compagni nel Viaggio
della Fede”. Il prof. William Reville terrà una prolusione intitolata: “Celebrando il Mistero
della Vita”. Ditemi se esagero quando dico che non credo che ciascuna di queste
persone che sono state coinvolte nell’organizzare questo presunto Congresso
Eucaristico, di fatto crede nella Transustanziazione. Essi certamente non credono che la
Chiesa Cattolica romana sia necessaria per la salvezza. Non lo crediamo nemmeno per
un secondo. E poi qualcos’altro. Per quanto ne so, è improbabile che il Papa visiti
l’Irlanda per questa finzione di congresso … il lettore che mi ha reso attento a questo
scandalo mi ha chiesto se io pensassi che il Papa sia consapevole di ciò in cui si sta
addentrando... Non mi importa ciò che egli sappia o non sappia. Se io posso vedere
chiaramente come la Chiesa sia in gravi difficoltà e che le anime vengono perdute
attraverso questo ridicolo ecumenismo, perché EGLI non se ne rende ancora conto?”20
20
www.catholictruthscotland.com/blog/2012/01/ireland-hosts-eucharistic-congress-2012-gives-a-wholenewmeaning-to-the-term-irish-joke/ 5/15/2012
6
Che speranza vi può essere per degli idolatri religiosamente devoti?
Il Signore Gesù ha bevuto dal calice dell’ira di Dio fino alla feccia21 proprio perché la giustizia di
Dio doveva essere soddisfatta. Egli disse: ”Non berrò forse il calice che il Padre mi ha dato?”22.
Nel Giardino del Getsemani Egli proclama le parole: “L'anima mia è oppressa da tristezza
mortale; rimanete qui e vegliate … Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me
questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi”23. Il giorno seguente, sulla
croce del Calvario, il Signore Gesù beve fino in fondo dalla coppa dell’ira di Dio. Al culmine
delle Sue sofferenze, Egli fa appello a Dio Suo Padre e dice: “Eloì, Eloì lamà sabactàni?» che,
tradotto, vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”24. Così, assumendo del
tutto su Sé stesso la giusta ira di Dio sul peccato, alla fine grida: “E’ compiuto!”25. Di
conseguenza, il Signore Gesù Cristo stesso paga pienamente, in favore dei peccatori che a Lui
si affidano, le conseguenze dell’ira e della maledizione loro dovuta. Come sostituto, vicario, del
Suo popolo di credenti, e in loro favore, il Signore beve la coppa dell’ira di Dio.
Ora, nell’Evangelo, l’innocente Signore presenta ai peccatori credenti il sacrificio che Egli per
loro ha compiuto. Se tu che leggi desideri di tutto cuore essere a posto con Dio, guarda a ciò
che proclama la Scrittura: “Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la
giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti”26. Questo vuol dire che Dio
stesso ha provveduto un altro modo per essere considerati giusti davanti a Lui, un modo
diverso da quello dell’osservanza della Legge: riporre tutta la nostra fede in Cristo Gesù
soltanto. La perfezione morale di Dio è attribuita a noi peccatori attraverso la nostra fede in
Gesù Cristo soltanto. Egli ha sacrificato il Suo corpo sul Calvario in vece nostra, al nostro posto.
Senza dubbio tutti noi siamo peccatori e meritiamo l’ira di Dio, ma la gloria e la magnificenza
dell’Evangelo ci è proclamata in questo modo: “...sono giustificati gratuitamente per la sua
grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù”27. Peccatori credenti sono giustificati
gratuitamente attraverso la redenzione operata da Cristo Gesù. Il Signore Iddio del cielo attira
peccatori alla giustizia di Gesù Cristo.
Questa è la sola speranza per degli idolatri religiosamente devoti. La Scrittura, infatti, proclama
a gente peccatrice: “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per
noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui“28. La conseguenza della fedeltà di Cristo in
tutto ciò che Egli ha compiuto, culminando nella Sua morte in croce, è la Sua giustizia, quella
che Dio accredita al peccatore credente. Dio, infatti, fa sì che legalmente Cristo divenga
“Il SIGNORE ha in mano una coppa di vino spumeggiante, pieno di mistura. Egli ne versa;
certo tutti gli empi della terra ne dovranno sorseggiare, ne berranno fino alla feccia” (Salmo
75:8).
22
Giovanni 18:11.
23
Marco 14:34,36.
24
Marco 15:34.
25
Giovanni 19:30.
26
Romani 3:21.
27
Romani 3:24.
28
2 Corinzi 5:21.
21
7
“peccato per noi”. Egli è “reso peccato” perché davanti a Dio, sommamente santo, bisognava
fosse adempiuto un pagamento completo per il peccato. E’ così che i peccati di coloro che Gli
appartengono, il Suo popolo, sono stati trasferiti a Gesù Cristo. Allo stesso modo la Sua fedeltà
viene trasferita loro, loro attribuita29.
Dato che è nella natura stessa del Dio trino essere misericordioso e disposto alla grazia,
possiamo attenderci che Egli si muova come risposta alla nostra preghiera e che faccia
conoscere l’Evangelo della grazia prima, durante e dopo il Congresso Eucaristico del 2012 “...a
lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio” 30.
Conclusione
La chiesa del Papa, quando legifera l’adorazione del pane eucaristico, pretende così di adorare
Cristo. No, questo non è cristiano: si tratta di grossolana idolatria. Nei termini delle Sacre
Scritture solo Gesù Cristo è degno di ricevere adorazione e non le sue rappresentazioni fisiche.
Egli stesso dichiara: «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che
viene, l'Onnipotente»31. Egli è così degno del nostro culto. Attorno al trono di Dio in cielo è
proclamato: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la
sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode»32.
Le Sacre Scritture, inoltre, rivelano quanto Cristo sia misericordioso. E’ Lui che è “la Parola...
diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo
contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre”33. La grazia proviene solo da
Cristo: “la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo … Infatti, dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia “34.
Non soltanto noi adoriamo Lui come totalmente misericordioso, ma pure noi attingiamo
profondamente dalle ricchezze della Sua grazia. Cristo Gesù è venuto per dare la Sua vita al
popolo che Egli ama. La Sua vita e la Sua morte non sono soltanto per la nostra eterna
salvezza: esse sono pure la fonte di una vita cristiana fruttuosa. Inoltre, come Egli dice, le Sue
Parole sono spirito e vita. Le Sue parole devono essere assunte nella mente e nel cuore del
credente proprio come il cibo materiale è assunto nel corpo fisico. Le parole del Signore, dopo
essere state assorbite nella mente e nel cuore credente, impartiscono vita e forza, nutrimento
spirituale, affinché il credente sia in grado di compiere ciò al cui il Signore lo chiama35.
Il Signore dichiara: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho
amato voi”36. Questo comandamento combacia perfettamente con le intere caratteristiche della
grazia di Cristo. Noi ci amiamo l’un l’altro per mezzo del Suo amore. La morte di Cristo Gesù
non ci è solo presentata come esempio, ma come la fonte stessa del nostro amore, quello che
siamo chiamati a praticare. Essa è chiaramente il modello del nostro amore ma, ancora più
importante, è il mezzo attraverso il quale possiamo amare i nostri fratelli e sorelle. E’ soltanto
così quando il Suo amore diventa perfetto in noi che possiamo amarci vicendevolmente come
Cristo ha amato la Sua chiesa, il Suo popolo: “Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni
gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi”37. Il Suo amore realizza ciò per
“...vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono - infatti
non c'è distinzione” (Romani 3:22).
30
Efesini 1:6.
31
Apocalisse 1:8.
32
Apocalisse 5:12.
33
Giovanni 1:14.
34
Giovanni 1:17,16.
35
“infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha
precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:10).
36
Giovanni 15:12.
37
1 Giovanni 4:12.
29
8
cui è stato inteso che compisse, vale a dire essere la potenza per la quale noi possiamo amarci
l’un l’altro. Di conseguenza, noi adoriamo Cristo Gesù e, al tempo stesso, da Lui stesso noi
attingiamo la grazia per poter amare.
Quanto diverso, del tutto diverso, è questo dal culto rozzo, blasfemo e pagano del pane
eucaristico stesso propostoci da questi “congressi eucaristici”. E’ proprio perché Gesù Cristo è
degno di ogni lode e adorazione che dobbiamo distinguerlo da ogni attribuzione ingannevole.
Come afferma la Scrittura: “Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito
e verità”38. L’apostolo Giovanni riassume in questo modo quale sia la posizione del credente in
Gesù Cristo: “Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per
conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo.
Egli è il vero Dio e la vita eterna. Figlioli, guardatevi dagl'idoli”39. Amen.
♦
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Giovanni 4:24.
1 Giovanni 5:20-21.
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