Laboratori a) DOTTRINA SOCIALE E FORMAZIONE… nella comunità cristiana (pastorale, catechesi, associazioni, gruppi…) 1° Fase Facendo riferimento alla propria esperienza, raccogliere informazioni che forniscano all’assemblea un prospetto della realtà odierna il più ampio possibile, raccontando in maniera sintetica se le iniziative formative x i giovani x le famiglie e i fidanzati x gli adulti e la Terza Età x la responsabilità e l’impegno nella società e nella politica (programmate dal Parroco e/o dai Consigli Pastorali e/o dai gruppi ed associazioni operanti nella comunità cristiana…) vengono formulate con vaga consapevolezza dei dettami della Dottrina Sociale della Chiesa; facendo riferimento esplicito alla DSC; solo episodicamente e casualmente, quando si toccano alcuni problemi; ignorandone l’irrinunciabile valore di riferimento. Gruppo 1. Le iniziative proposte (case famiglia, legge 285, corsi di formazione politica, coinvolgimento delle istituzioni e della amministrazioni locali ecc.) vengono formulate con vaga consapevolezza dei dettami della DSC. Gruppo 2. 60% delle proposte non fanno riferimento alla DSC; 20% " " fanno riferimento alla DSC; 20% saltuariamente quando vengono affrontati singoli aspetti della vita della comunità. 2° Fase Formulare e presentare all’assemblea un’ipotesi fattibile di progetto da proporre alle Delegazioni Regionali e alle Presidenze Diocesane di tutta Italia “perché la Dottrina Sociale della Chiesa sia meglio conosciuta nella comunità cristiana e assuma il ruolo che le spetta, quello cioè di essere criterio di valutazione e di riferimento per il mondo cattolico riguardo a tutto ciò che concerne la centralità dell’uomo e della famiglia, il bene comune, la giustizia, la legalità, la pace, la democrazia, il dialogo, la salvaguardia del creato…’, In particolare, individuare e suggerire alcune piste e modalità efficaci di procedere, (come, quando, chi, a chi, …mediante proposte nei Consigli pastorali, lettere, messaggi, manifesti, giornali, internet, corsi…a livello regionale…diocesano…parrocchiale…altro) Gruppo 1. Realizzazione di una video-cassetta: - in cui viene trattata la DSC applicata alla soluzione di un problema reale; - potenziamento dei sussidi formativi con chiari riferimenti alla DSC. Formazione di responsabili diocesani sulla DSC e proposte di incontri regionali destinati alle presidenza diocesane Gruppo 2. Premessa alla formulazione: Non c'è consapevolezza dell'importanza della DSC, non viene veicolata. Si è favorito una cultura lontana dalla DSC anche se paradossalmente la si pratica attraverso iniziative che vanno nella direzione di una attenzione alla persona ed ai bisogni delle persone, da cui: - Istituzione di una scuola diocesana con l'obiettivo di far conoscere la DSC per una progettazione a livello parrocchiale; - Creazione di sussidi agili da utilizzare a livello parrocchiale o territoriale per affrontare correttamente l'argomento e per guidare a scelte ispirate dalla DSC (vedi fogli di cultura popolare su Immigrazione, giovani, accoglienza, piano regolatore, anziani ecc.) Laboratori b) DOTTRINA SOCIALE E FORMAZIONE… nella comunità sociale e politica (dalla teoria alla prassi) 1° Fase Facendo riferimento alla propria esperienza, raccogliere informazioni che forniscano all’assemblea un prospetto della realtà odierna il più ampio possibile, raccontando in maniera sintetica se le proposte e le iniziative formative che i gruppi e le organizzazioni cattoliche promuovono per sensibilizzare giovani e meno giovani alla responsabilità e all’impegno nella società e nella politica (sindacati, movimenti culturali e di volontariato, associazioni cattoliche, partiti …) vengono formulate con vaga consapevolezza dei dettami della Dottrina Sociale della Chiesa; facendo riferimento esplicito alla DSC; solo episodicamente e casualmente, quando si toccano alcuni problemi; ignorandone l’irrinunciabile valore di riferimento. Gruppo 1. La DSC non è molto conosciuta e in certi casi ignorata. Mancano luoghi di confronto anche se si avverte con urgenza il bisogno di formazione al pre-politico per essere protagonisti nelle scelte e interlocutori forti nei confronti delle istituzioni Gruppo 2. - Le iniziative, molte nel nostro territorio (iniziative formative per giovani, per famiglie e fidanzati, adulti e terza età) vengono formulate facendo solo episodicamente riferimento alla DSC. - Alcuni convegni organizzati ad hoc fanno riferimento alla DSC. - La susssidiazione ha invece una particolare attenzione alla DSC. - Manca una alfabetizzazione sulla DSC. - Le scuola di formazione all'impegno sociale e politico non hanno raggiunto l'obiettivo di aiutare a pensare all'impegno sociale come superamento dell'individualissmo. - C'è una grande operatività (gruppi caritas ecc.) ma manca la coscienza e la conoscenza della DSC. - Il clero è forse il primo ad essere carente di tale formazione e sensibilità; richiesto maggior coinvolgimento del MLAC. 2° Fase Formulare e presentare all’assemblea un’ipotesi fattibile di progetto da proporre alle Delegazioni Regionali e alle Presidenze Diocesane di tutta Italia “perché attraverso gli aderenti sensibilizzati e sollecitati a farsi missionari nel sociale e nel politico, la Dottrina Sociale della Chiesa entri a far parte a pieno titolo delle proposte formative formulate nella comunità cristiana locale e assuma il ruolo che le spetta, quello cioè di essere criterio di valutazione e di riferimento per il mondo cattolico riguardo a tutto ciò che concerne la centralità dell’uomo e della famiglia, il bene comune, la giustizia, la legalità, la pace, la democrazia, il dialogo, la salvaguardia del creato…’, In particolare, individuare e suggerire alcune piste e modalità efficaci di procedere, (come, quando, chi, a chi, …mediante lettere, messaggi, manifesti, giornali, internet, scuole, convegni, corsi, coinvolgimento personale…a livello regionale,,,diocesano… parrocchiale …altro) Gruppo 1. - La realizzazione di una video-cassetta come punto di partenza per convegni, dibattiti, corsi formativi, laboratori a livello diocesano e parrocchiale; - Coinvolgimento di persone che sono impegnate in politica per una efficace testimonianza e per andare incontro alla solitudine di chi, formatosi in AC, sceglie poi di spendersi a livello sociale e politico; - Partecipazione dei soci di AC ai Consigli comunali e provinciali; - Dibattere sulle proposte di legge riguardanti temi eticamente importanti per la vita di un cristiano ) politiche familiari, educazione dei giovani; - Lettera ai vescovi perché aiutino le comunità a guardare con "amore" chi si spende per il sociale ed il politico. Gruppo 2. Progetto: Destinatari: delegazioni regionali, Presidenze Diocesane e Parrocchiali Obiettivo: conoscenza della DSC per assumerla come criterio di valutazione e di riferimento per il mondo cattolico su (famiglia, bene comune, giustizia, legalità, pace, democrazia, dialogo, ecologia ecc.) Tempi e modalità: le delegazioni regionali lanciano una mappatura del territorio e dei suoi bisogni attraverso dei convegni; le diocesi organizzano assemblee aperte; a livello parrocchiale coinvolgimento del CCP Istituzione di una scuola di formazione permanente per animatori sulla DSC Laboratori c) DOTTRINA SOCIALE E FORMAZIONE… nella proposta formativa degli adulti di Ac 1° Fase Facendo riferimento alla propria esperienza, raccogliere informazioni che forniscano all’assemblea un prospetto della realtà odierna il più ampio possibile, raccontando in maniera sintetica se, quanto, quando, con che grado di consapevolezza le proposte e le iniziative formative x gli adulti e la Terza Età, x le famiglie e i fidanzati, x la responsabilità e l’impegno nella società e nella politica, programmate a livello nazionale, regionale, diocesano e parrocchiale, tengano conto o facciano specifico riferimento alla Dottrina Sociale della Chiesa, accompagnando gli adulti in un cammino di spiritualità, di formazione e di ‘servizio alla comunione e alla carità’ che trova concretezza e attualizzazione proprio nella Dottrina Sociale della Chiesa e nei suoi capisaldi (persona, famiglia, bene comune, giustizia, legalità, democrazia, dialogo, partecipazione, salvaguardia del creato…) 2° Fase Formulare e presentare all’assemblea un’ipotesi fattibile di progetto da proporre alle Delegazioni Regionali e alle Presidenze Diocesane di tutta Italia “perché la Dottrina Sociale della Chiesa nei suoi capisaldi sia meglio conosciuta dagli adulti, dai giovani adulti, dalle famiglie, dalla Terza Età, si sappia additarla e darne ragione assuma il ruolo che le spetta, quello cioè di essere criterio di valutazione e di riferimento per l’aderente nel suo vivere ed operare nella società e nel mondo. In particolare, individuare e suggerire alcune piste e modalità efficaci di procedere, (come, quando, chi, a chi, …mediante quali proposte, lettere, messaggi, manifesti, giornali, internet, convegni, scuole, corsi…a livello regionale…diocesano…parrocchiale…altro) P.S Sintesi dei laboratori, domenica ore 9,30. Per ovvi motivi di sistematicità il tempo per la comunicazione in assemblea sarà di circa 5 minuti per gruppo (nominare il portavoce del gruppo, che registri e relazioni). La Commissione socio-politica nazionale si farà poi carco a nome dell’assemblea di raccogliere, elaborare e rendere operative le proposte in tempi ragionevoli, inviandole a tutte le AC e ai settimanali diocesani. Laboratori d) DOTTRINA SOCIALE E FORMAZIONE… in alcuni temi specifici. 1° Fase Facendo riferimento alla propria esperienza, raccogliere informazioni che forniscano all’assemblea un prospetto della realtà odierna il più ampio possibile, raccontando in maniera sintetica se, quanto, quando, con che grado di consapevolezza vengano formulate le iniziative formative x i ragazzi e i giovani, x le famiglie e i fidanzati, x gli adulti e la Terza Età, x la responsabilità e l’impegno nella società e nella politica (programmate dall’Ac a livello nazionale, diocesano e parrocchiale …) additando e tenendo nel debito valore i capisaldi della Dottrina Sociale della Chiesa, quali la centralità della persona, di ogni persona, della sua dignità e libertà, dei suoi diritti, del suo valore prioritario rispetto all’economia e agli interessi di mercato… la centralità e il valore della famiglia… il bene comune, a servizio del quale devono porsi la politica, l’economia, la scienza, la cultura, il progresso… la redimibilità della storia, che si può condurre alla pace, alla giustizia, alla libertà, all’uguaglianza operando al suo interno nel nome di Cristo… la democrazia, il metodo più idoneo per perseguire i valori dell’umanesimo integrale e del solidarismo… il dialogo con la modernità, con la diversità… la difesa dei valori morali… la giustizia e la legalità… la salvaguardia del creato… La DSC è presente nelle iniziative rivolte a gruppi giovani, adulti e giovani-adulti anche se rimangono aperti alcuni problemi come: - comunicazione e sussidiarietà - rapporto parrocchia-territorio ( si avverte un certo disagio…) 2° Fase Formulare e presentare all’assemblea un’ipotesi fattibile di progetto da proporre alle Presidenze Diocesane di tutta Italia “perché la Dottrina Sociale della Chiesa nei suoi capisaldi venga meglio introdotta a livello associativo di base, sia resa oggetto di conoscenza, di riflessione, di formazione ed assuma il ruolo che le spetta, quello cioè di essere criterio di valutazione e di riferimento per l’aderente nel suo vivere ed operare nella società e nel mondo. In particolare, individuare e suggerire modalità efficaci di procedere per una educazione remota e prossima alla DSC (come, quando, chi, a chi, …mediante quali proposte, messaggi, corsi, testi, scuole, convegni…a livello nazionale…regionale…diocesano… parrocchiale…altro) Non è stato individuato un progetto anche se appare urgente affrontare queste tematiche: - Bene comune - Salvaguardia del creato Cittadinanza: doveri/diritti Reti di solidarietà - Volontariato Dialogo con la diversità Possibile percorso: Scelta del tema fondamentale: "Bene comune e solidarietà" Strumenti: moduli tematici da svolgersi attraverso laboratori, sussidiazione (testi di formazione), mobilitazione attraverso parrocchia, famiglia e scuola. Laboratori e) DOTTRINA SOCIALE E FORMAZIONE… nel confronto fra cattolici e ‘laici’ 1° Fase Facendo riferimento alla propria esperienza relativamente al confronto con chi ha idee diverse da quelle ‘cattoliche’ (i cosiddetti ‘laici’) e segue principi opposti rispetto a quelli propugnati dalla Dottrina Sociale della Chiesa (la centralità della persona, della sua dignità e dei suoi diritti, la centralità e il valore della famiglia, il valore della vita, il bene comune, la democrazia, il dialogo, la giustizia e la legalità, la salvaguardia del creato…) raccontare in maniera sintetica le difficoltà di comunicazione con il mondo ‘laico’ di cui si è fatta esperienza se e come si è riusciti a instaurare un canale di dialogo quale atteggiamento si ritiene più corretto per poter dire, additare, annunciare, trasmettere e ottenere consensi intorno ai valori sociali forti propugnati dalla DSC Per instaurare canali di dialogo è necessario prestare attenzione al "linguaggio" che deve essere "comune". L'atteggiamento corretto è quello (peraltro sperimentato nelle nostre proposte): - non giudizio degli altri - rispetto delle idee altrui - ascolto per arrivare al dialogo 2° Fase Formulare e presentare all’assemblea un’ipotesi fattibile di progetto da proporre alle Presidenze Diocesane di tutta Italia “per un dialogo con il mondo ‘laico’ che consenta al cattolico di rendere ragione della propria fede e dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa senza imporre, e contemporaneamente senza lasciarsi impoverire e sopraffare. In particolare, individuare e suggerire alcune piste e modalità efficaci di procedere per ottenere consensi intorno ad alcuni valori fondamentali quali la centralità e la dignità della persona, il valore della famiglia, la priorità della persona e della famiglia rispetto agli interessi di economia e mercato, la giustizia, la salvaguardia del creato (come, quando, chi, a chi, con quale atteggiamento …mediante quali proposte, lettere, messaggi, manifesti, internet, corsi…a livello regionale…diocesano… parrocchiale…altro) A livello diocesano: laboratori di partecipazione "I laici incontrano i laici per il bene comune" A livello parrocchiale: incontri personali mirati alla conoscenza del territorio e delle persone che vi abitano