“TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE” Omelia di S. Ecc. Mons. Mazzocato, vescovo, in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, Cattedrale di Treviso, domenica 24 giugno 2007 1. Pietro, guidato dallo Spirito alla conoscenza di Gesù Il Vangelo di questa S. Messa in onore del Santi Apostoli Pietro e Paolo ci ha fatto riascoltare uno dei grandi colloqui tra Gesù e Pietro. Come sappiamo, i Vangeli ci raccontano di un rapporto particolare che Gesù riservò a S. Pietro con dei dialoghi personali di importanza decisiva per la nostra fede; ricordiamo quello sul monte Tabor nella trasfigurazione del Signore e quello con Gesù risorto sulle rive del lago di Tiberiade. Il primo di questi dialoghi è quello che la Parola di Dio offre oggi alla nostra meditazione e avvenne nelle regioni della città di Cesarea di Filippo. Gesù si rivolge a tutti i dodici apostoli chiedendo che cosa la gente pensava di lui e, successivamente, interroga loro direttamente: “E voi chi dite che io sia?”. Pietro, a nome anche degli altri undici, risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Non esprime solo una sua personale opinione su Gesù come faceva la gente che chiacchierando del giovane maestro venuto da Nazareth esprimeva diversi pareri. Pietro fa la sua professione di fede in Gesù. Con poche parole umane esprime chi è veramente Gesù: non è un uomo, non è un grande maestro di vita o un grande profeta come tendeva a pensare la gente, ma è il Figlio di Dio che è Dio stesso; è il Cristo, cioè, il Figlio che Dio ha inviato tra gli uomini. Potremmo dire che anche quella di Pietro è un’opinione su Gesù, magari più precisa visto che l’apostolo da due anni circa stava con il Signore ogni giorno. Ma è Gesù stesso che fa capire la differenza tra le opinioni della gente e la professione di fede di Pietro: “Beato te Simone, perché né la carne, né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”. Pietro è arrivato a quella risposta non per le sue capacità di capire Gesù, migliori di quelle delle altre persone, ma per una luce che ha ricevuto da Dio stesso; è la luce dello Spirito Santo che ha aperto la mente e il cuore di Pietro al Mistero di Gesù. Con le sue sole risorse di intelligenza neppure Pietro sarebbe mai riuscito a capire chi fosse veramente quel amico che lo aveva chiamato un giorno mentre sistemava le reti con il fratello Andrea e che aveva seguito subito e al quale si era legato ormai con il cuore. Sarebbe rimasto legato a Gesù, come ad un grande amico, ma non sarebbe penetrato nel mistero di quel amico; non avrebbe scoperto che era Dio, il Figlio di Dio Padre che era venuto a cercarlo e a salvarlo. Solo grazie al dono della fede ricevuta dello Spirito Santo che lo ha illuminato, Pietro scopre chi sia Gesù e lo esprime con essenziali parole umane; fa la professione di fede. E proprio perché la conoscenza di Gesù che Pietro esprime non dipende dalle sue capacità umane ma è dono dello Spirito Santo, è sicura e non mutevole come ogni parere o teoria degli uomini. E’ sicura a tal punto che Gesù può aggiungere: ”Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. 2. Garante della vera fede L a fede di Pietro in Gesù è sicura per garanzia divina, perché gli è stata rivelata da Dio. Per questo motivo può essere la pietra o la roccia che sostiene la fede di tutta la Chiesa. La Chiesa è nata fondata sulla professione di fede di Pietro. Anche S. Paolo, l’altro grande apostolo che oggi festeggiamo, dopo la sua conversione e un primo tempo di predicazione del Vangelo, sentì la necessità di andare a Gerusalemme e confrontare quanto diceva di Gesù con la fede di Pietro per non correre il rischio, come lui stesso dice, di predicare invano, di parlare di Gesù secondo una sua opinione e non secondo la vera fede. E fin dai primi secoli la Chiesa, quando doveva precisare la propria fede in Gesù contro le eresie, si fondava sempre sulla fede di Pietro e del successore di Pietro, il Vescovo di Roma, il Santo Padre. I testi di un Concilio ecumenico non potevano essere divulgati nella Chiesa se non avevano avuto l’approvazione del Papa, cioè della fede di Pietro sempre guidata e illuminata dall’alto, dallo Spirito Santo. Anche oggi il successore di Pietro, Benedetto XVI, continua questo servizio unico e decisivo; quello di essere la roccia sicura che conferma la fede di tutti i cristiani e di tutta la Chiesa. Per questo suo servizio egli ha una particolare assistenza dello Spirito Santo che tutti noi nella fede gli riconosciamo con gioia e venerazione. Non veneriamo in Benedetto XVI il grande uomo e il grande teologo, che per altro anche è, ma il successore di Pietro che Gesù assiste con una particolare illuminazione del suo Spirito perché sia la roccia che sostiene la fede di tutta la Chiesa. 3. Preghiamo per Benedetto XVI, vicario di Cristo Questi sono i sentimenti con i quali ci prepariamo ad accoglierlo, ormai tra pochi giorni, tra noi nella casa che abbiamo a Lorenzago di Cadore per un periodo di riposo. Mentre gli siamo riconoscenti per aver accettato il nostro invito, ci sentiamo privilegiati per aver tra noi il successore di Pietro, segno della presenza viva di Gesù che guida la sua Chiesa e dello Spirito di Dio che la illumina. Per lui preghiamo in modo particolare durante questa S. Messa perché il Signore Gesù, che lo ha scelto a suo vicario nella Chiesa, lo sostenga con tutte le grazie di cui ha bisogno.