Potenziamento educativo

annuncio pubblicitario
CSVFORLI’-CESENA
BANDO DI IDEE
TITOLO PROGETTO: POTENZIAMENTO EDUCATIVO
Ambito tematico sviluppato
( ) 1 Povertà
(x) 2 Supporto a famiglie con fragilità
( ) 3 Non autosufficienza
1. La rete degli attori coinvolti
a) Promotori (i promotori del progetto possono essere solo Odv)
NOME ODV
REFERENTE e RUOLO
Nr.
RIFERIMENTI
Volontari
Associazione di Volontariato
GLI ELEFANTI
12
Massimo Fabbri - Presidente
338/5034388
b) Partner
NOME ORGANIZ
TIPO (1)
Tipologia
REFERENTE e
Partneriaria
RUOLO
RIFERIMENTI
to (2)
Parrocchia S.Giovanni
Battista in Coriano
Parrocchia
operativo
Don Enzo Scaioli
Parroco
pro-tempore
0543/796064
Nota 1: ODV, ENTE LOCALE, COOPERATIVA, FONDAZIONE, APS …
Nota 2: finanziario e/o operativo
2. Contesto, ambito, analisi e motivazioni relativi al progetto, identificazione dei destinatari
e dei beneficiari del progetto:
L’associazione di Volontariato Gli Elefanti dal 2008 si occupa di difficoltà scolastiche e disturbi specifici
dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) e grazie al contributo del Centro
Servizi per il Volontariato Ass.I.Pro.V. ha realizzato 3 progetti mirati a contrastare questa problematica. I
progetti - Volontari per la prevenzione e cura dei disturbi dell’apprendimento dell’età evolutiva, Centro per
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
Pagina 1
le difficoltà e i disturbi dell’apprendimento e Laboratorio DSA - Centro permanente di sostegno ai disturbi
dell’apprendimento - hanno permesso di avviare e dare continuità a un servizio che risponde ai bisogni
dei ragazzi con difficoltà scolastiche e DSA (Centro di aiuto allo studio) e per le loro famiglie (sportello con
psicologa e gruppo di aiuto). Prendere in carico il ragazzo significa accogliere, sostenere e a volte
accompagnare la famiglia.
In Italia si segnala che i minori che presentano difficoltà scolastiche sono circa il 20%, di questi il 4-5%
manifesta disturbi specifici di apprendimento. I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono
riconducibili ad una disfunzione del sistema nervoso centrale che si manifesta attraverso fatiche cognitive
specifiche. I disturbi della lettura (dislessia), della scrittura (disortografia e disgrafia) e del calcolo
(discalculia) hanno dunque un’origine biologica, sono “intrinseci” e rappresentano una sorta di elemento
costitutivo che accompagna il bambino fin dalle prime fasi dell’apprendimento. Anche i fattori ambientali,
come viene affermato dalla Consensus Conference di Milano del 2007, non sono da trascurare e
interagiscono con quelli biologici.
Afferma Daniela Lucangeli, docente universitario ed esperta di processi d’apprendimento: “Se si opera
con competenze specifiche, per i bambini con difficoltà si può fare molto fino ad arrivare a normalizzare la
prestazione; il disturbo, invece, non si risolve mai, così come un miope resta miope anche quando si
mette gli occhiali, ma pensate a quante possibilità in più, a partire dalla scoperta del mondo che lo
circonda. Il bambino dislessico, che impara strategie adeguate per leggere, potrà scegliere un giorno se
iscriversi all’università. Per i ragazzi con difficoltà possiamo fare di più, perché spesso la miopia non c’è,
ma la vista è affaticata, non si conoscono altri modi di vedere le cose e quelli utilizzati non sono adeguati;
in questo l’intervento educativo è indispensabile e risolutivo”.
Riteniamo quindi che attraverso l’educazione si può ottenere il meglio di “plasticità cerebrale”, per non
rendere patologico quello che è educabile.
Mario Dupuis, presidente della Fondazione Edimar che gestisce il Centro Regionale di Ricerca e Servizi
Educativi per le Difficoltà di Apprendimento in convenzione con l’Università degli studi di Padova, afferma:
“Vivere una difficoltà scolastica è un enorme peso per un ragazzo, incide non solo sul futuro prossimo
perché odierà la scuola, ma sul suo io, ingabbiato in fallimenti quotidiani che rimandano un vissuto di sé
negativo, influenzando l’autostima e il desiderio di imparare cose nuove.”
I minori con DSA, se non diagnosticati precocemente, corrono il rischio di avere un percorso scolastico
altamente compromesso perché non avendo la consapevolezza del loro disturbo, non riescono a
identificare la natura delle loro difficoltà scolastiche. Questo genera spesso atteggiamenti relazionali di
isolamento o di trasgressione delle regole, assunzione di ruoli aggressivi per compensare le difficoltà e
mette a rischio il normale sviluppo psicologico del minore che, se non è adeguatamente supportato, mette
in discussione le sue capacità e mostra scarsa autostima.
Proporre esperienze educative ed offrire un sostegno nello studio ai ragazzi con difficoltà e disturbi
dell’apprendimento significa aiutarli a superare quello stato di “impotenza” appresa, una dinamica di
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
Pagina 2
frustrazione sia emotiva che cognitiva per cui il ragazzo impara che “non è capace di apprendere” e
assume, come detto precedentemente, atteggiamenti di passività o di aggressività, con tendenza
all’abbandono e alla fuga. Il disagio espresso da questi minori ha ripercussioni nel loro futuro. Sostenerli
vuol dire dar loro la possibilità di costruirsi un futuro adeguato alle loro reali potenzialità.
I destinatari del progetto sono i minori con difficoltà e disturbi dell’apprendimento e di conseguenza loro
famiglie, nella maggioranza dei casi in crisi e bisognose di incontrare persone capaci di offrire un
sostegno e con cui confrontarsi.
3. Descrizione sintetica dell’intervento che si intende attuare, obiettivi del progetto e
definizione degli elementi di innovazione legati a nuovi servizi che si vogliono attivare o
nuovi bisogni che si vogliono affrontare :
Dall’anno scolastico 2011/2012 è stata avviata una collaborazione con il Centro Regionale di Ricerca e
Servizi Educativi di Padova in convenzione con l’Università degli Studi di Padova. Questa collaborazione
è stata per gli operatori e i volontari un’ulteriore occasione formativa per rispondere in modo ancora più
efficace ai bisogni delle famiglie e dei ragazzi del nostro territorio. L’incontro con gli operatori del Centro
Regionale di Ricerca e Servizi Educativi di Padova ci ha permesso di offrire un innalzamento del servizio
offerto: oltre all’aiuto ai compiti l’associazione ha avviato una sperimentazione di attività specifiche di
potenziamento educativo nelle difficoltà e nei disturbi dell’apprendimento con 4 ragazzi. L’attività
sperimentale desideriamo si stabilizzi e diventi un’offerta ulteriore per i ragazzi e le loro famiglie. Per
l’anno scolastico 2012/2013 prevediamo di coinvolgere 6-8 bambini/ragazzi con difficoltà scolastiche.
OBIETTIVO
Mettere in atto un’azione di potenziamento educativo significa lavorare sulle aree di difficoltà del ragazzo
utilizzando materiali specifici (testi e software) adatti nelle varie aree di intervento. Il lavoro di
potenziamento non guarda l’immediato, ha tempi più lunghi, ma certamente ciò che si acquisisce ha
effetti più duraturi. Il potenziamento ha come obiettivo la conquista dell’autonomia e un superamento delle
difficoltà in ambito scolastico, difficoltà che si ripercuotono anche negli altri contesti di vita in cui è inserito
il ragazzo.
ELEMENTI DI INNOVAZIONE
Attualmente nella città di Forlì non ci sono altre realtà che propongono questo forma di potenziamento
educativo delle aree di difficoltà (lettura, scrittura, comprensione, calcolo), inoltre trattamenti simili, ma
con un approccio terapeutico, hanno spesso costi molto elevati difficilmente sostenibili dalla maggioranza
delle famiglie.
L’incontro e la collaborazione con il Centro Regionale di Ricerca e Servizi Educativi di Padova ci ha
permesso di approfondire un’intuizione che i volontari e le persone coinvolte nei primi progetti avevano
avuto: superare una logica di compensazione in cui si fornisce al ragazzo qualcosa per sopperire alla
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
Pagina 3
mancanza. L’intervento di potenziamento vuole attivare tutte le potenzialità del minore e non offrigli
unicamente uno strumento che compensi la difficoltà (esempio: far utilizzare la calcolatrice ad una
bambina con difficoltà di calcolo) . La vera innovazione è riconoscere il primato alla relazione che si
instaura fra volontario e ragazzo, motore che permette di imparare, anche superando difficoltà che si
ritengono insormontabili.
FASI DEL PROGETTO
1. La fase dell’intervento diretto con i minori è preceduta da una valutazione iniziale dello stato degli
apprendimenti e delle eventuali problematiche comportamentali associate fino ad arrivare alla
stesura di un profilo individuale di ciascun ragazzo coinvolto rintracciando le aree di difficoltà su
cui focalizzare l’intervento. L’obiettivo di questa prima fase è identificare precocemente le difficoltà
e ridurre il disagio personale associato. La valutazione degli apprendimenti è effettuata da una
psicologa dell’équipe del Centro Regionale di Ricerca e Servizi Educativi di Padova.
2. Intervento diretto con i ragazzi utilizzando materiali specifici per recuperare le difficoltà e la
motivazione ad apprendere, andando a potenziare i processi cognitivi sottostanti l’area di
apprendimento carente. L’intervento diretto ha la durata di 1 ora per 2 volte a settimana per circa 8
mesi è attuato da un volontario esperto ed adeguatamente formato. Il suo intervento è confrontato
con un tutor locale esperto che ha il compito di supportare i volontari (incontri di verifica
settimanali o quindicinali sul lavoro svolto, partecipazione all’attività di potenziamento per eseguire
un’osservazione sul campo, incontri con famiglie e insegnanti) e fungere da raccordo con gli
operatori del Centro di Padova. Il tutor ha a disposizione 5 ore settimanali complessivamente.
L’intervento diretto avviene in un rapporto individuale o per coppie di ragazzi con aree di difficoltà
analoghe.
3. Monitoraggio dell’attività svolta per controllare l’adeguatezza di quanto svolto. Incontro a metà
periodo, dopo circa 4 mesi, per controllare l’adeguatezza della proposta. L’incontro di
monitoraggio coinvolge la psicologa che ha effettuato la valutazione, il tutor e i volontari coinvolti.
4. Colloqui periodici con la famiglia che è parte integrante del progetto e con la scuola. Gli incontri
con i genitori sono svolti dall’educatore tutor e dal volontario, mentre quelli con la scuola sono a
carico del tutor che è conoscenza della situazione di ciascun ragazzo.
5. Valutazione finale effettuata dalla psicologa del Centro di Padova per misurare l’efficacia
dell’intervento e misurare i cambiamenti.
Il Centro Regionale di Ricerca e Servizi Educativi di Padova ha compiuto un’indagine su 171 bambini
seguiti per tutto l’anno in attività specifiche di potenziamento educativo nelle difficoltà e nei disturbi
dell’apprendimento è emerso che le prestazioni sono migliorate in modo significativo e molti i minori che
presentavano difficoltà scolastiche hanno raggiunto la normalizzazione.
E’ nostra intenzione dare una continuità nel tempo, oltre la durata temporale del progetto, alle azione di
potenziamento educativo perché riteniamo valido ed efficace il modello Centro Regionale di Ricerca e
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
Pagina 4
Servizi Educativi di Padova e con la continuazione della collaborazione c’è la possibilità di diventare il
polo pilota per il nostro territorio di riferimento, quindi essere risorsa per l’intera comunità.
4. Governance del progetto (“chi fa che cosa, quando, come”- ad esempio: ruolo delle odv, dei
partner, delle figure professionali,….)
Il referente dell’Associazione, nella fase di avvio del progetto prenderà contatti con la psicologa
dell’équipe del Centro Regionale di Ricerca e Servizi Educativi di Padova che seguirà il percorso di
“Potenziamento Educativo” per pianificare in prima battuta il lavoro di valutazione iniziale dei ragazzi che
ne beneficeranno. I ragazzi saranno indirizzati a questo percorso principalmente da insegnanti con i quali
l’associazione ha avuto modo negli ultimi tre anni di condividere il lavoro di sperimentazione svolto con i
progetti a favore di ragazzi con DSA.
La Psicologa interverrà quindi nella fase di avvio del progetto e seguirà in itinere l’intero percorso dei
ragazzi coinvolti attraverso un monitoraggio individuale degli stessi, a metà dell’anno scolastico e al
termine del percorso, con l’obiettivo di rilevare per ogni ragazzo l’efficacia degli interventi messi in campo,
sia sotto il profilo degli apprendimenti scolastici che del miglioramento comportamentale.
L’intero percorso svolto dalla psicologa sarà condiviso con il referente dell’associazione.
I volontari svolgeranno un’attività di affiancamento dei ragazzi che parteciperanno a questo percorso di
potenziamento, mettendo in campo le capacità e conoscenze acquisite con la partecipazione alle attività
realizzate dall’associazione.
Il tutor svolge una funzione fondamentale all’interno del progetto, garantendo prima di tutto una continuità
ed un coordinamento sul campo, sia verso i beneficiari – conosce i singoli “casi” – sia verso i volontari, in
quanto garantisce l’organizzazione delle attività e mantiene costante il dialogo ed il confronto con il
Centro Regionale di Ricerca e Servizi Educativi di Padova
su eventuali criticità e problematiche
dovessero emergere.
Poiché i “progetti individuali” dei ragazzi che parteciperanno al progetto di Potenziamento Educativo,
saranno condivisi con la famiglia e la scuola di provenienza, il tutor ha il compito di incontrare (almeno 3
volte nell’anno scolastico) gli insegnanti di ogni ragazzo.
Il tutor ed volontari incontreranno periodicamente i ragazzi e le famiglie con lo scopo mantenere vivo lo
spirito di condivisione e partecipazione di tutti i soggetti inizialmente coinvolti.
Il partner Parrocchia S. Giovanni Battista in Coriano, nella persona del parroco, sempre attento ai bisogni
e all’educazione dei giovani e ai bisogni delle famiglie, garantisce a titolo di compartecipazione al progetto
l’uso di aule attrezzate per l’attività pomeridiana svolta con i ragazzi e per tutti gli incontri che saranno
necessari nella realizzazione del progetto.
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
Pagina 5
5. Piano delle azioni: elenco e tempi (nota: specificare, con la massima precisione possibile, i tempi
previsti per la realizzazione delle azioni)
N.
TITOLO DELL’AZIONE
INIZIO
TERMINE
AZIONE
AZIONE
Ottobre 2012
Giugno 2013
Novembre
2012
Novembre
2012
Giugno 2013
PROGRESS.
2
Valutazione iniziale – Monitoraggio –
Valutazione Finale
Intervento diretto di potenziamento
3
Incontri con famiglia e insegnanti
1
Giugno 2013
6. Piano delle Azioni: specifiche di dettaglio
Azione 1: Valutazione iniziale – Monitoraggio –Valutazione Finale
Destinatari:
Minori con difficoltà scolastiche e disturbi specifici dell’apprendimento,
Volontari che effettuano l’intervento diretto di potenziamento con i bambini e i
ragazzi.
Modalità di
realizzazione
Una psicologa dell’équipe del Centro Regionale di Ricerca e Servizi Educativi
(specificare chi e come)
delle eventuali problematiche comportamentali associate fino ad arrivare alla
di Padova effettuerà una valutazione iniziale dello stato degli apprendimenti e
stesura di un profilo individuale di ciascun ragazzo coinvolto rintracciando le
aree di difficoltà su cui focalizzare l’intervento (10 ore).
Dopo circa 4 mesi dall’inizio dell’attività con la psicologa che ha effettuato la
valutazione iniziale verrà svolto un incontro di monitoraggio (4 ore) per
controllare
l’adeguatezza
dell’intervento
proposto
e
programmarne
la
continuazione.
Al termine dell’intervento di potenziamento delle aree di difficoltà la psicologa
del Centro di Padova misurerà l’efficacia dell’intervento e gli indici di
cambiamento attraverso nuove prove somministrate ai ragazzi che valutino le
aree interessate dall’intervento (10 ore).
Prodotti
Profilo individuale degli apprendimenti di ciascun ragazzo e valutazione finale
(eventuali)
dell’intervento; verbale dell’incontro di monitoraggio.
Risultati attesi
Miglioramento significativo degli apprendimenti nelle aree di difficoltà;
(misurabili
quantitativamente e/o
qualitativamente)
Normalizzazione delle prestazioni dei minori che presentavano difficoltà
scolastiche
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
Pagina 6
Strumenti e metodi
per la misurazione
quali-quantitativa
dei risultati attesi
Valutazione finale della psicologa dell’équipe del Centro Regionale di Ricerca
e Servizi Educativi di Padova.
Azione 2: Intervento diretto di potenziamento
Destinatari:
6-8 minori con difficoltà scolastiche e disturbi della apprendimento.
Modalità di
realizzazione
L’intervento diretto per ciascun ragazzo ha la durata di 1 ora per 2 volte a
(specificare chi e come)
adeguatamente formato. Il suo intervento è confrontato con un tutor locale
settimana per circa 8 mesi ed è attuato da un volontario esperto ed
esperto che ha il compito di supportare i volontari (incontri di verifica
settimanali o quindicinali sul lavoro svolto, partecipazione all’attività di
potenziamento per eseguire un’osservazione sul campo, preparazione dei
materiali, mantenere) e fungere da raccordo con gli operatori del Centro di
Padova. Il tutor ha a disposizione 5 ore settimanali per un totale complessivo
di 150 ore. L’intervento diretto avviene in un rapporto individuale o per coppie
di ragazzi con aree di difficoltà analoghe utilizzando programmi software e testi
specifici per il potenziamento delle varie aree degli apprendimenti (lettura,
calcolo, scrittura, comprensione).
Prodotti
Diario con le osservazione dei volontari.
(eventuali)
Risultati attesi
(misurabili
quantitativamente e/o
qualitativamente)

Partecipazione e costanza nella frequenza di 6-8 bambini e ragazzi con
difficoltà scolastiche;

Miglioramento della qualità di vita nei contesti in cui ciascun
bambino/ragazzo è inserito (famiglia, scuola ed extra-scuola);

Maggior motivazione ad apprendere e superamento dello stato di
“impotenza appresa” (“Tanto io non sono capace!”).
Strumenti e metodi
per la misurazione
quali-quantitativa
dei risultati attesi
Dialogo con i volontari e raccolta in forma scritta o orale dell’esperienza vissuta
dai ragazzi.
Azione 3: incontri con famiglie ed insegnanti
Destinatari:
Genitori dei bambini e ragazzi che partecipano all’attività di potenziamento
delle aree di difficoltà.
Modalità di
realizzazione
A cadenza mensile i volontari e l’educatore tutor incontrano i genitori dei
bambini e dei ragazzi per condividere con il loro percorso educativo e di
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
Pagina 7
(specificare chi e come)
apprendimento. L’educatore tutor effettuerà tre incontri (iniziale, in itinere e
finale) con gli insegnanti dei ragazzi coinvolti nelle azioni progettuali. Gli
incontri con i genitori e gli insegnanti rientrano nelle ore settimanali a
disposizione dell’educatore tutor per supervisionare le attività del progetto.
Prodotti
Non sono previsti prodotti specifici. L’educatore tutor raccoglie i verbali degli
(eventuali)
incontri in un proprio fascicolo personale per documentare l’azione. I contenuti
dei verbali sono dati sensibili da non diffondere.
Risultati attesi

Partecipazione dei genitori ai momenti di incontro individuale;
(misurabili
quantitativamente e/o
qualitativamente)

Regolarità negli incontri con gli insegnanti;

Stabilire una efficace alleanza educativa che vede al centro il ragazzo e
che coinvolge la famiglia, gli insegnanti e gli operatori (volontari ed
educatore) del progetto.
Strumenti e metodi
per la misurazione
quali-quantitativa
dei risultati attesi
Questionario di gradimento compilato dai genitori dei ragazzi.
7. Eventuali risultati attesi non riconducibili a singole azioni, ma allo sviluppo progettuale
complessivo
Risultato atteso
Miglioramento
della
qualità
di
vita
Strumenti e metodi per la misurazione qualiquantitativa
dei
 Racconti
dell’esperienza
dei
bambini/ragazzi e di conseguenza delle loro
famiglie.
bambini/ragazzi in forma scritta o orale;

Osservazione
degli
insegnanti
e
dei
genitori, questi ultimi risponderanno anche
ad
un
questionario
valutativo
dell’esperienza.
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
Pagina 8
8. Cofinanziamento:
a) Contributi economici
Ente/soggetto co-finanziatore
Importo
totale a)
b)
Contributi in termini di beni o servizi
Ente/soggetto che
effettua il cofinanziamento
Parrocchia S. Giovanni
Battista in Coriano
Descrizione(qualitativa e quantitativa) del
bene/servizio
Concessione utilizzo gratuito aule per lo
svolgimento delle azioni progettuali
totale b)
c) Valorizzazione impegno volontario (rif allegato 1 Linee guida )
livello
ore
Nr volontari
4
6
360
Totale c)
Importo Controvalore
€ 1.350,00
€ 1.350,00
Controvalore Importo
€ 6519,60
€ 6519,60
d) Prospetto riassuntivo
Totale budget progetto
12.869,60
Totale cofinanziamento (a+b+c )
7.869,60
Netto richiesto
5.000,00
% cofinanziamento
Commissione Regionale per il Coordinamento della Progettazione Sociale
61,15%
Pagina 9
Scarica