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Temolo
Thymallus thymallus (Linnaeus, 1758)
Codice lista italiana: 101.0.001.0
Priorità: 10
RARITÀ GENERALE: valore = 1: il temolo rientra nell’Allegato D della Direttiva 92/43/CEE, tra le
specie di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare
oggetto di misure di gestione. Esso è inoltre una delle specie tutelate dalla L.R. 25/82 che ne
stabilisce il divieto di pesca nel periodo che va dal 15/12 al 30/04 e ne fissa la misura minima di
cattura a 25 cm.
COROLOGIA: valore = 2: l’areale di distribuzione originario del temolo comprende l’Europa centrosettentrionale arrivando a sud fino al Centro Italia, dove è stato introdotto. Verso Est si ritrova in
buona parte della regione balcanica e, a nord del Mar Nero e del Mar Caspio, fino ai Monti Urali.
Verso nord è diffuso in Gran Bretagna fino alla Scozia (dove è stato introdotto con successo nel
passato), in alcune zone della Svezia e della Norvegia e nella parte settentrionale della Finlandia.
FRAGILITÀ: valore = 2: il temolo è una specie dotata di una buona vagilità, che lo rende fragile alle
situazioni di mancata percorribilità dei corsi d’acqua, per la presenza di sbarramenti invalicabili.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 2: all’interno del territorio regionale esistono
diverse situazioni che indicano il depauperamento delle popolazioni originarie. Per esempio nel
Fiume Ticino, come attestano i dati di un recente censimento della fauna ittica del fiume, il temolo è
ormai quasi del tutto scomparso; nel Fiume Adda invece la popolazione di temolo è molto
abbondante ma analisi genetiche recentemente condotte su questa popolazione la ricondurrebbero al
ceppo danubiano alloctono.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2: il temolo popola i tratti pedemontani dei corsi d’acqua,
spesso in associazione con la trota marmorata, dove predilige le zone poco profonde e veloci ma
non eccessivamente turbolente, con fondali ghiaiosi e vegetazione sommersa.
CRITICITÀ: valore = 3: la notevole importanza del territorio lombardo per la conservazione della
specie deriva dal fatto che numerosi bacini fluviali compresi all’interno dei suoi confini presentano
situazioni critiche di forte decremento delle popolazioni di temolo o addirittura della loro quasi
totale scomparsa (per esempio il Fiume Ticino).
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Per la conservazione del temolo è auspicabile intervenire in più
campi d’azione: con interventi diretti sulle zoocenosi acquatiche [A]; con miglioramenti dell’habitat
fluviale [B]; con un’adeguata azione di monitoraggio [C]; con azioni opportune sulla componente
sociale [D].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Le tipologie di intervento da attuare nei vari campi di azione saranno: la
reintroduzione della specie nei luoghi del suo areale originario da cui è scomparsa [A1]; il
ripopolamento o rinforzo delle popolazioni attualmente in forte declino [A2]; la sospensione del
prelievo alieutico [A3]; il controllo della popolazione di siluro (Silurus glanis), ormai acclimatata
sia nel Po che in numerosi suoi affluenti, come il Ticino, il Mincio e l’Adda, e che potrebbe entrare
in competizione con la specie [A4]. Dovranno anche essere perseguiti: il miglioramento della
qualità delle acque [Ba1]; la rinaturalizzazione di alveo e sponde di corpi d’acqua [Ba2]; gli
interventi sul flusso minimo vitale dei corsi d’acqua [Ba3]; la realizzazione di passaggi di risalita
nei corsi d’acqua per consentire la percorribilità [Ba4]; la creazione e/o il mantenimento di aree di
frega [Ba5]. Parallelamente dovranno essere effettuati: il monitoraggio della consistenza, della
struttura e dello stato di salute delle popolazioni su cui non sono ancora stati effettuati studi
specifici [C1]; la definizione delle potenzialità faunistiche dell’ambiente in cui la specie vive [C4];
il monitoraggio della qualità chimica e biologica delle acque [C10]. E' opportuno prevedere una
azione di monitoraggio dei prelievi [C8]. Sulla componente sociale occorrerà intervenire: con azioni
di educazione ambientale localizzata [D2] e di divulgazione a largo raggio [D3].
COSA NON FARE: per la salvaguardia della specie occorrerà evitare in maniera particolare:
l’inquinamento della acque; la captazione delle acque; l’artificializzazione degli alvei fluviali; lo
sbarramento dei fiumi.
FATTORI CRITICI: fattori critici per il benessere della specie sono in modo particolare: la naturalità
degli ambienti fluviali, intesa sia come qualità delle acque che dell’habitat fluviale, e la
percorribilità dei fiumi.
Pesce di taglia media, il temolo raramente supera una lunghezza totale di 60 cm. Salmonide
caratterizzato da una livrea grigiastra sul dorso e sui fianchi, con riflessi argentei e scaglie ben
evidenti, e ventre bianco, esso presenta la metà anteriore del corpo ricoperta da una serie di
macchioline nere disposte irregolarmente. L’ampia pinna dorsale, particolarmente sviluppata nei
maschi, presenta sfumature rossastre e violacee.
Presente nell’Europa centro-settentrionale, a Sud il temolo era distribuito in origine fino agli
affluenti di sponda sinistra del Po, ora invece si trova sino al Centro Italia, per effetto di alcune
introduzioni riuscite in alcuni corsi d’acqua dell’Emilia, del Lazio e dell’Umbria. Verso Est si
ritrova in buona parte della regione balcanica e, a nord del Mar Nero e del Mar Caspio, fino ai
Monti Urali. Verso Nord, è diffuso in Gran Bretagna fino alla Scozia (dove è stato introdotto con
successo nel passato), in alcune zone della Svezia e della Norvegia e nella parte settentrionale della
Finlandia.
Popola i tratti pedemontani dei corsi d’acqua, spesso in associazione con la trota marmorata, dove
predilige le zone poco profonde e veloci ma non eccessivamente turbolente, con fondali ghiaiosi e
vegetazione sommersa. E’ una specie spiccatamente gregaria. Si nutre di invertebrati.
La maturità sessuale è raggiunta al terzo anno di età, nei maschi talvolta anche prima. Il periodo
riproduttivo è compreso tra aprile e maggio, ed in questo periodo è forte il dimorfismo sessuale, con
il maschio che assume una livrea molto più scura della femmina. Durante l’accoppiamento, che
avviene in acque basse a fondo ghiaioso, il maschio avvolge la femmina con l’ampia pinna dorsale;
le uova vengono deposte in una sorta di nido scavato nel fondo ghiaioso, analogamente alle trote.
Rispetto a queste ultime il temolo mostra accrescimenti più rapidi. Ogni femmina depone da 6000 a
10000 uova per kg di peso corporeo.
Ambita preda dei pescatori a mosca, il temolo non riveste invece alcuna importanza dal punto di
vista commerciale.
In Lombardia, lo si ritrova nel Fiume Ticino, dove però è ormai quasi del tutto scomparso; nel
Fiume Adda, che ospita una delle più consistenti popolazioni di temolo del Nord Italia; nel Fiume
Brembo, in cui invece la presenza del temolo è molto limitata; nel Fiume Serio, in cui le presenze
sono sporadiche; nel Fiume Oglio e nel Fiume Chiese. Il temolo autoctono italiano appartiene al
cosiddetto “ceppo padano”, che si distingue dal punto di vista morfologico da quello “danubiano”
per il colore azzurro della coda ed i riflessi bluastri della pinna dorsale, il colore più spento della
livrea, invece tendente al giallo nel temolo danubiano e l’assenza della macchia color vinaccia
presente in quest’ultimo sui fianchi, sopra la pinna anale. Uno studio effettuato di recente sul
genotipo delle popolazioni di temolo avvalorerebbe la suddivisione nei due ceppi. Attualmente le
popolazioni italiane di temolo, in particolare quelle lombarde, versano in una situazione di forte
declino dovuta al degrado ambientale che ne ha sensibilmente ridotto la consistenza.
Cesare Puzzi & Stefania Trasforini
Bibliografia
Bruno S., Maugeri S., 1992. Pesci d’acqua dolce – Atlante d’Europa. Le Guide di Airone, Editoriale
Giorgio Mondadori.
Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane.
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Ladiges W., Vogt D., 1986. Guida dei pesci d’acqua dolce d’Europa. Franco Muzzio & C. Ed.,
Padova.
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