Meccanismi dello stress e coaching di giovani

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Meccanismi dello stress e coaching di giovani
Sport, Santé et Préparation Physique – La Revue n°10, Sept 2004
Par Rachid ZIANE – Docteur en didactique - UMR-STEF/ENS
Cachan
Il termine di stress, preso in prestito alla fisica, designa all’origine :
« la costrizione esercitata su un materiale » Dantzer (2004). Nel
1935, il fisiologo americano Walter Cannon è il primo ad utilizzare
la parola stress nel suo campo; ma è nel corso negli 50, che il
fisiologo Hans Seyle mette in luce « i principali meccanismi della
reazione biologica degli organismi animali di fronte alle aggressioni
d’ogni natura » Lavergne (2004). Per Seyle, lo stress sarebbe
all’origine della maggior parte dei problemi di salute (semplice
malessere, asma, deficienza cardiaca).
La comprensione dei meccanismi dello stress e la descrizione di
qualche tecniche di gestione dello stress potrebbero permettere agli
allenatori di preparare meglio i giovani sportivi a fronteggiare la
competizione.
Punto di vista fisiologico
Lo stress provocherebbe una perturbazione dell’equilibrio chimico
dell’organismo. Questo equilibrio è regolato dall’ipofisi1 e dalle due
ghiandole surrenali 2 . Liberando degli ormoni, queste ghiandole
1
Ipofisi : Ghiandola situata nella parte inferiore del cervello, il suo
ruolo è di regolare il funzionamento dell’organismo.
2
Ghiandole surrenali : Situate profondamente, da una parte e
dall’altra della colonna vertebrale, coprono i reni. Ogni ghiandola
surrenale è formata dall’accostamento di due ghiandole distinte: la
corticale e la midollare. Queste ghiandole secernano più ormoni fra i
quali: l’adrenalina, l’aldosterone ed il cortisone.
aiutano il corpo a reagire allo stress sotto tutte le sue forme:
variazioni di temperatura, mancanza d’acqua, d’ossigeno, di cibo e
più in generale tutto quello che minaccia l’integrità dell’organismo
(malattia, intervento chirurgico).
Ma quando sono liberate in modo massiccio (troppo stress), questi
ormoni hanno effetti nefasti: lesioni al cuore, ai reni, al pancreas ma
anche gonfiori dolorosi ed infiammatori delle articolazioni…
Degli ormoni antagonisti3 permettono, nella maggiore parte dei casi,
di ponderare questi effetti.
Punto di vista psicologico
Le stimolazioni della vita quotidiana non sono della stessa natura
che quelle utilizzate dai fisiologi che studiano lo stress
somministrato ad animali in laboratorio.
In psicologia, l’impiego della parola stress è spesso «…limitato alle
stimolazioni commoventi di cui l’intensità o il carattere ripetitivo
scatenano effetti patologici » (Reuchlin, 1986). Tuttavia, lo stress
dipende delle percezioni del soggetto, delle sue rappresentazioni
mentali e del suo atteggiamento di fronte agli eventi di vita 4 . In
effetti, dal punto di vista psicologico, non sono le caratteristiche
fisiche delle situazioni stressanti che sono importanti ma
nell’insieme:
 Il controllo comportamentale, cioè la possibilità che ha il
soggetto di modificare la situazione con il suo
comportamento.
3
Cortisone : Ormone secreto dalla corteccia surrenale. Ha un ruolo
antinfiammatorio.
4
Eventi di vita : Indicano « … ogni situazione che necessita di uno
sforzo d’adattamento » (Dantzer, 2004). Ad esempio: una gara, un
matrimonio, un lutto…
Rachid ZIANE - Sport, Santé, Préparation Physique – Université Paris XII Val de Marne & Conseil Général du Val de Marne.
-2 La capacità di previsione, cioè le informazioni di cui il
soggetto dispone sul modo in cui si evolve la situazione e le
conseguenze delle sue azioni.
Questi due elementi condizionano l’atteggiamento adottato dal
soggetto messo di fronte alla situazione stressante.
La possibilità di fare fronte, in modo efficace, alle situazioni
stressanti dipende:
- delle capacità di selezionare la strategia appropriata,
- delle attitudini ad utilizzare le risorse dell’ambiente sociale e
più specificamente il sostegno sociale (famiglia, amici,
coniuge…).
Management dei giovani sportivi
Le gare possono essere dei potenti freni alla motivazione, quando
sono percepite come situazioni “troppo” stressanti. D’altronde,
numerosi allenatori si lamentano che alcuni giovani sono più attratti
dalla pratica “fun”, dove ognuno pianifica la sua progressione,
piuttosto che dalla competizione orientata verso la produzione di
prestazioni. In effetti, la competizione pone immediatamente il
doppio problema della difficoltà di raggiungere un traguardo e della
dimostrazione di competenza.
La difficoltà di raggiungere un traguardo può essere pensata secondo
due punti di vista:
- Normativo ( classifica o prestazioni « importanti »),
- Soggettivo (cioè rispetto al proprio livello di prestazione).
Esistono poi due modi per dimostrare le proprie competenze:
- essendo migliore degli altri,
- progredendo.
La competizione è spesso presentata ai giovani come un sistema di
confronto sociale inevitabile nella quale ognuno deve raggiungere
dei traguardi normativi (dunque inflessibili ed incontrollabili) e
dimostrare d’essere migliore degli altri. Ciò può generare un
aggravarsi dell’ansietà, un abbassamento della motivazione e della
fiducia in se stesso fino a fare emergere delle strategie di fuga dalle
situazioni di competizione.
Per motivare questi giovani a partecipare alle gare, bisogna cambiare
discorso sulla competizione: più che la forma della presentazione è
la sostanza che deve essere pensata diversamente. Il nuovo punto di
vista da fare elaborare ai giovani deve privilegiare i traguardi di
padronanza del compito e non i traguardi dei risultati competitivi:
 i traguardi che ogni giovane deve raggiungere saranno
definiti in funzione dei suoi risultati precedenti,
 la competizione deve essere presentata come l’occasione di
convalidare la propria progressione in condizioni standard:
« se riesco a migliorare, ho una stima più alta di me e ho più
fiducia in me stesso ».
Conclusione
Per essere efficace, la gestione dello stress deve essere fondata su:
 una buona igiene di vita (sonno, alimentazione, idratazione,
abbigliamento….)
 atteggiamento positivo da parte del seguito
 la messa in opera di strategie appropriate fondate sulla
progressione personale.
Queste strategie devono essere applicate su tre livelli:
 Somatico: detrazione, rilassamento muscolare, lavoro di
respirazione.
 Comportamentale: sostituzione d’atteggiamenti portatori di
conflitto con comportamenti più concilianti.
 Cognitivo: riflessione sul modo di vedere il mondo. Si tratta
più precisamente di un lavoro di trasformazione delle
rappresentazioni e degli atteggiamenti mentali per aprire
nuove prospettive. Cioè imparare a costruire punti di vista
Rachid ZIANE - Sport, Santé, Préparation Physique – Université Paris XII Val de Marne & Conseil Général du Val de Marne.
-3più ottimisti e costruttivi. I programmi della gestione dello
stress articolano delle strategie su questi tre livelli.
Referenze:
Dantzer, R. (2004). Stress - In Encyclopedia Universalis. Mérignac.
Famose, J-P. (1993). Cognition et performance. Publication INSEP.
Paris.
Lavergne, D. (2004). Hans SELYE. In Encyclopedia Universalis.
Mérignac.
Reuchlin, M. (1986). Psychologie. PUF. Vendôme.
Rachid ZIANE - Sport, Santé, Préparation Physique – Université Paris XII Val de Marne & Conseil Général du Val de Marne.
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