4_natale_A - salesiani don Bosco

25 dicembre
NATALE DEL SIGNORE
Messa della notte
 Is 9,1-3.5-6 - Ci è stato dato un figlio.
 Dal Salmo 95 - Rit.: Oggi è nato per noi il Salvatore.
 Tt 2,11-14 - È apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini.
 Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Vi annunzio una grande gioia: oggi vi è nato un
Salvatore: Cristo Signore. Alleluia.
 Lc 2,1-14 - Oggi vi è nato il Salvatore.
Viene la luce del mondo
Le feste liturgiche sono cariche di significati simbolici. Anche il Natale evoca una realtà
profonda segnalata attraverso i simboli, soprattutto nella Messa di mezzanotte. Nel cuore
della notte, i cristiani celebrano la nascita di Gesù, la luce del mondo. Dice infatti la
colletta: «O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo,
vera luce del mondo». Si tratta del simbolo dialettico tenebre-luce di origine giovannea.
Nessuno fatica a pensare al nostro mondo come a un mondo di tenebre, di morte e di
male. Più difficile e meno spontaneo è pensare alla luce, al bene e alla bontà, alla vita che
trionfa sulla morte, alla luce che vince le tenebre. Ebbene, questo è il messaggio del
Natale: il male non ha l’ultima parola, le tenebre non spegneranno la luce della vita e del
bene.
La stella della giustizia
Cerchiamo di inseguire il tema della luce, nelle varie letture bibliche, per afferrarne le
diverse valenze simboliche. Nella Messa della vigilia, un testo della terza parte del libro di
Isaia canta per Gerusalemme «finché non sorga come stella la sua (di Dio) giustizia e la
sua salvezza non risplenda come lampada» (Is 62,1). A un popolo «abbandonato» e
«devastato» è data la giustizia-salvezza di Dio, simboleggiata dalla luce. Da quel popolo,
continua il brano di Atti, «Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù» (At 13,23).
Questo tema della salvezza simboleggiata dalla luce è ripreso dal brano isaiano della
Messa di mezzanotte: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su
coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1). L’apparizione della luce
è identificata da Tt 2,13 col «nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo». E nella notte,
ricorda il brano evangelico, ai pastori è dato il lieto annunzio: «Oggi vi è nato nella città
di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore». Natale significa «nascita», cioè venire alla
luce. E ciò che viene alla luce è il Salvatore divino, Gesù Cristo. Anzi egli è la stessa
sorgente della luce, colui che salva dalle tenebre ogni uomo che crede in lui. Solo se
desideriamo la giustizia, se sentiamo il bisogno di salvezza, se riconosciamo le tenebre in
cui viviamo potremo riconoscere in Gesù, anche in questo Natale, la vera luce del mondo.
Seguiremo anche noi, come i magi, la stella della giustizia?
Il salmo responsoriale della Messa dell’aurora è un’esclamazione: «Oggi la luce risplende
su di noi». Così la liturgia commenta il testo di Is 62,11-12 dove spicca l’annuncio: «Ecco,
arriva il tuo salvatore». La «venuta» del Salvatore non è un evento chiuso nel passato,
remoto dal presente, ma un avvenimento attuale, che la parola di Dio attualizza. Anche
gli Israeliti che leggevano passi come questo capivano che erano per loro un perenne
Natale del Signore “A” - “Omelie per un anno - vol. 1”, Elledici
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annuncio della presente venuta del Signore. La parola di Dio non è una riserva di resti
archeologici, ma un’energia sempre viva, che rende attuale e presente ciò che annuncia.
Oggi occorre fare festa perché la salvezza non solo è promessa e annunciata, ma ci è
data: «Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha
consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme» (Is 52,9). La città in rovina è segno
della disfatta e della desolazione del popolo, che ora il Signore ha consolato non solo con
belle parole, ma cambiando la situazione, facendolo tornare dall’esilio. Così è anche per
noi oggi! Infatti, ci ricorda la lettera agli Ebrei, Gesù, Figlio di Dio, che è l’«irradiazione»
della gloria di Dio, ha compiuto per noi la purificazione dai peccati. Non dobbiamo
aspettare un altro salvatore, un’altra parola di salvezza, un altro nome in cui cercare
salvezza. Gesù Cristo è la Parola definitiva, ultima, la salvezza radicale e già compiuta.
Tutto ci è dato in Gesù: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende
nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta... Veniva nel mondo la luce vera, quella
che illumina ogni uomo, eppure il mondo non lo riconobbe» (Gv 1,4-10).
Il Natale è lo scontro drammatico e tragico tra la luce di Dio e le tenebre del mondo, tra
la volontà divina di donarsi totalmente all’umanità per salvarla e il desiderio titanico ed
egoistico dell’uomo di salvarsi da solo. E noi sappiamo che nel cuore di ciascuno di noi si
cela una tentazione ateistica del «fai da te»!
Se non ci liberiamo dal pregiudizio mortale che esistiamo soltanto noi e che conta soltanto
quel che facciamo noi, non potremo vivere il Natale di Gesù. Forse ci faremo un Natale
nostro, su nostra misura e con i nostri mezzi: cercheremo di costruirci un clima di festa,
di fare alcune cose che ci facciano sentire più felici e di ritrovare in noi stessi la gioia di
vivere. Ma non sarà il Natale della luce, che porta la salvezza e la giustizia, la
consolazione e la speranza, che cambia la qualità della nostra vita.
Natale del Signore “A” - “Omelie per un anno - vol. 1”, Elledici
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