NATALE DEL SIGNORE VIENE LA LUCE NEL MONDO La stella

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NATALE DEL SIGNORE
VIENE LA LUCE NEL MONDO
Le feste liturgiche sono cariche di significati simbolici. Nel cuore della notte, i cristiani celebrano la nascita di Gesù, la luce del
mondo, si tratta del simbolo dialettico tenebre-luce di origine giovannea. Nessuna fatica a pensare al nostro mondo come a un
mondo di tenebra, di morte e di male. Più difficile e meno spontaneo è pensare alla luce, al bene e alla bontà, alla vita che
trionfa sulla morte, alla luce che vince le tenebre. Ebbene, questo è il messaggio del Natale: il male non ha l’ultima parola, le
tenebre non spegneranno la luce della vita e del bene.
La stella della giustizia
Cerchiamo di inseguire il tema della luce, nelle varie
letture bibliche, per affermarne le diverse valenze
simboliche. Isaia canta per Gerusalemme «finché non
sorga come stella la sua giustizia (Dio) e la sua
salvezza non risplenda come lampada» (Is 62). A un
popolo abbandonato e devastato è data la giustiziasalvezza di Dio, simboleggiata dalla luce. Da quel
popolo, Dio «trasse per Israele un salvatore, Gesù».
«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una
grande luce, su coloro che abitavano in terra
tenebrosa una luce rifulse». Nella notte, ricorda il
brano evangelico, ai pastori è dato il lieto annunzio:
«Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore che è
Cristo Signore». Natale significa «nascita», cioè
venire alla luce. E ciò che viene alla luce è il Salvatore
divino, Gesù Cristo. Anzi egli è la sorgente stessa
della luce, colui che salva dalle tenebre ogni uomo
che crede in lui. Solo se desideriamo la giustizia, se
sentiamo il bisogno di salvezza, se riconosciamo le
tenebre in cui viviamo potremmo riconosce in Gesù,
anche in questo Natale, la vera luce del mondo.
Seguiremo anche noi, come i Magi la stella della
giustizia?
«Ecco arriva il tuo Salvatore». La venuta del Salvatore
non è un evento chiuso nel passato, ma un
avvenimento attuale, che la parola di Dio attualizza.
Oggi occorre fare festa perché la salvezza non solo è
promessa e annunciata, ma ci è data: «Prorompete
insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha
riscattato Gerusalemme. (Is 52,9). La lettera agli Ebrei
ci ricorda Gesù, Figlio di Dio, che è l’«irradiazione»
della gloria di Dio, ha compiuto per noi la
purificazione dai peccati. Non dobbiamo aspettare
un’altra salvezza. Gesù è la Parola definitiva, ultima,
la salvezza radicale è già compiuta. Tutto ci è dato in
Gesù: «In lui era la vita e la vita era la luce degli
uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre
non l’hanno accolta … Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo, eppure il mondo non
lo riconobbe» (Gv 1,4-10). Il Natale è lo scontro
drammatico e tragico tra la luce di Dio e le tenebre
del mondo, tra la volontà divina di donarsi
totalmente all’umanità per salvarla e il desiderio
titanico ed egoistico dell’uomo di salvarsi da solo. Il
Natale con la sua luce ci porta la salvezza e la
giustizia, la consolazione e la speranza, che cambia
la qualità della nostra vita.
Preghiamo
Ieri a Betlem, Dio fatto batuffolo di carne
Ti lasciavi guardare da Tua madre,
unico sguardi d’amore trasparente di luce
mentre Giuseppe il giusto obbediente al mistero
ti dondolava tra le braccia forti,
ancora incapace di capire.
Oggi, qui tra noi,
Tu, lo stesso Dio rivestito di fragile pane
Ti lasci mangiare da cuori pentiti.
Non abbiamo la trasparenza luminosa di Tua Madre,
non la fede obbediente di Giuseppe
eppure sei tra noi. Betlem è qui!
Nel canto ti dico il mio grazie
E ti dono la vita perché è bello stare nelle mani
Di un bambino come Te.
Amen.
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