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Non c’è bisogno di inventare nuovi sussidi per educare i nostri figli. Gli itinerari degli
adulti offrono già molte risorse.
LA BUONA NOTIZIA DI UNA CHIESA TRA LA GENTE.
DON TINO MARIANI
(Nuova Responsabilità, 2/2001)
L’EREDITÀ del Grande Giubileo è l’incontro con Cristo. Il Papa nella lettera apostolica Nuovo
Millennio Ineunte offre alla Chiesa un rinnovato itinerario per la nuova evangelizzazione a misura
missionaria. È una consegna che richiama la centralità della Buona Notizia in una comunità di
Chiesa pellegrinante nella storia quotidiana. La nuova evangelizzazione a dimensione missionaria
sollecita nei cristiani innanzitutto «un volto da contemplare» nella persona di Cristo. L’eredità
ricevuta dall’anno giubilare esige di avere lo sguardo «fisso sul volto del Signore». Contemplare il
Cristo richiede atteggiamenti di amicizia e di compagnia con Lui non come vago sentimento ma
come nuovo vigore di un rapporto inter-personale. È da questa volontà che scaturisce la missione, il
saper vivere e comunicare la fede cristiana. Non si tratta soltanto di parlare di Cristo, ma come
afferma il Papa nella lettera apostolica, di «farlo vedere». Per poter contemplare il volto di Cristo e
per poterlo rendere visibile occorre la fede che si radica nel mistero dell’Incarnazione che ha
riscattato la storia umana di ogni tempo.
Ripartire da Cristo è indicativo per la centralità della fede e per restituire speranza all’umanità.
Reduci dal grande Giubileo dobbiamo esaminare i frutti spirituali che ci riconsegnano l’impegno
missionario. È il rinnovamento esigito per un nuovo slancio della vita cristiana e
dell’evangelizzazione a partire dalla personale conversione.
La lettera apostolica di Giovanni Paolo II rilegge il Giubileo in una prospettiva operativa in chiave
formativa, spirituale, pastorale. Si pone l’esigenza di «prendere il largo» (Lc 5,4) nel nuovo
cammino che si apre alla Chiesa e ai cristiani. È un richiamo al coraggio anche se occorre essere
consapevoli delle sfide presenti nel trapasso epocale a cui assistiamo. Coraggio e sfide si
sperimentano nella storia salvifica quotidiana. Questo concetto è essenziale nel saper dare risposte
di fiducia e di speranza: la storia quotidiana, nell’esperienza umana, è storia salvifica, è la storia
dell’oggi in prospettiva del Regno. Qui sta il vero autentico impegno di rinnovata coscientizzazione
e la concretizzazione di un percorso di umanizzazione e di testimonianza cristiana. Si tratta anche
di appropriarsi di una capacità culturale per vivere un’antropologia a visione cristiana. Si propone
lo sforzo, che esige anche allenamento, di integrazione tra la vita personale e il riferimento a Cristo,
parola incarnata e salvifica, persona rivelata nel segno dell’amore.
La lettera apostolica nei suoi contenuti dà valore alla scelta associativa dell’impegno ordinario nel
quotidiano. Ripartire da Cristo è continuare il cammino portando dentro di noi i frutti
dell’esperienza che ha caratterizzato spiritualmente l’anno giubilare. Il Papa dice apertamente che
non è necessario inventare nuovi programmi ma delineare con fiducia e in modo concreto le tappe
del cammino futuro.
Ciò è valido per le singole Chiese locali, e lo è anche per le esperienze ecclesiali associative. È
un’opera che coinvolge tutti ed è «un’opera di ripresa pastorale» come dice il Papa.
Le grandi indicazioni pastorali, presenti nella lettera apostolica, sono anche accompagnate da
una proposta di metodo che varrebbe la pena renderla oggetto di riflessione personale e di gruppo
(n°29 e ss.).
In questa prospettiva sono proposte delle priorità che in sintesi vogliamo prendere in
considerazione.
– La santità come prima proiezione del rinnovamento ecclesiale, pastorale. La santità è propria
della Chiesa e va professata nella santità come manifestazione del suo volto di Sposa di Cristo. È il
dono che la Chiesa offre a ogni fedele cristiano, la cui santità è l’espressione «a misura alta» della
vita cristiana ordinaria.
– La preghiera, forza interiore, esigenza di spiritualità assume molte forme come implorazione,
lode, contemplazione, ascolto, affetto, apertura del cuore, linguaggio d’amore.
– L’Eucarestia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa. La Domenica, «giorno del Signore
risorto e del dono dello Spirito, vera Pasqua della settimana» è la centralità della vita cristiana ed
esprime nella fede il mistero dell’amore redentivo ed è il segno di partecipazione privilegiato
all’esperienza della novità di vita nell’ordinarietà del tempo.
– La Riconciliazione esige una rinnovata consapevolezza del mysterium pietatis che è Cristo stesso e
che il sacramento è «la via ordinaria» per ottenere il perdono.
– Il dono della Grazia è riconoscere il primato di Dio, il primato della vita interiore che sfocia in
santità. Questo primato si fonda su un atto di fede espressione della piena fiducia in Dio.
– L’Ascolto della Parola ci introduce non solo nella conoscenza di ciò che Dio dice, ma a saperlo
ascoltare con tutte le risorse personali. È un ascolto che interpella, plasma il credente e richiede la
sapienza del cuore, l’intelligenza, la volontà di ascolto.
– Lo Slancio apostolico nella complessità culturale del nostro tempo sollecita criteri di
discernimento per accogliere le domande della cultura post-moderna a cui dare risposte di
evangelizzazione. Oggi dobbiamo, con la dovuta preparazione, affrontare in modo coraggioso le
interpellanze che mettono in gioco la missione della Chiesa e anche la rinnovata presenza
apostolica della nostra associazione.
Dopo il grande giubileo inizia ora un nuovo tratto di cammino nella continuità e nel
rinnovamento.
Accogliamo con piena fiducia le parole del Papa: «Andiamo avanti con speranza» (T.M.I. n° 58).
*Assistente ecclesiastico nazionale SA