SYNODUS EPISCOPORUM
INTERVENTI DEI VESCOVI DELL’OCEANIA
S. E. R. Mons. Timothy John COSTELLOE, S.D.B.
Arcivescovo di Perth (AUSTRALIA)
Nella Christifideles laici Papa Giovanni Paolo II parlò della necessità di rifare
“il tessuto cristiano delle stesse comunità ecclesiali” se vogliamo ricostruire il
tessuto della società in cui viviamo. Per farlo, dobbiamo recuperare
l’ecclesiologia della Chiesa come Corpo di Cristo, con Cristo quale suo Capo
donatore di vita.
Il primo capitolo dell’Instrumentum laboris sottolinea questo aspetto, portando
la nostra attenzione su Cristo e ricordandoci che il fine di ogni
evangelizzazione è quello di favorire l’incontro tra la persona e Cristo.
È giunta l’ora, per noi come vescovi, di porre Cristo al centro della nostra
predicazione e dei nostri insegnamenti, e di incoraggiare i nostri sacerdoti e i
nostri diaconi a fare lo stesso. Dobbiamo aiutare le persone a lasciarsi
catturare dal fascino che il Gesù dei Vangeli esercita sui cuori e sulle menti.
Parafrasando il Rettore Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, che ha fatto
un’osservazione simile riguardo alla vita religiosa contemporanea: La sfida
più grande che la Chiesa deve affrontare oggi è il ritorno della Chiesa a Cristo
e la restituzione di Cristo alla Chiesa, non per diventare diversi, ma per
essere in maniera più piena chi siamo e ciò che siamo.
[Testo originale: inglese]
S. Em. R. Card. George PELL
Arcivescovo di Sydney (AUSTRALIA)
L’anno prossimo si celebrerà il 1700° anniversario dell’editto di Milano, con il
quale l’imperatore Costantino promulgò la libertà di religione nell’Impero
Romano.
In alcuni paesi europei e anglofoni le libertà religiose cristiane vengono
limitate da tribunali, da norme, talvolta dai parlamenti.
Ancora più gravi sono le persecuzioni violente dei cattolici in Medio Oriente,
in Africa e in alcune parti dell’Asia.
La libertà di religione come diritto umano fondamentale per tutti i credenti
rispettosi della legge dovrebbe essere un tema del messaggio finale e del
dibattito dei circoli minori.
Di recente ho organizzato una cena per celebrare la fine del digiuno del
Ramadam. Il mufti sunnita era seduto alla mia sinistra, il capo degli sciiti alla
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mia destra, con accanto rappresentanti ebraici. Il digiuno e la penitenza sono
diventati l’argomento di conversazione della serata.
Ben presto è emerso che l’unico gruppo che digiuna meno della nostra
Chiesa latina è quello costituito da alcuni protestanti. Sarebbe una rottura con
la tradizione ebraica e cristiana se questa antica pratica scomparisse. Ho
elogiato i vescovi inglesi per aver reintrodotto la tradizionale astinenza del
venerdì.
Mi pare che occorrano un’analisi e un dibattito molto più ampi sulle
conseguenze che la presenza islamica nel mondo occidentale ha sulla
Chiesa e sulla nuova evangelizzazione.
Se non altro devono essere portati avanti e intensificati gli sforzi per
sviluppare dialoghi e amicizie interreligiosi a livello locale e nazionale.
[Testo originale: inglese]
S. E. R. Mons. Soane Patita Paini MAFI
Vescovo di Tonga
Presidente della Conferenza Episcopale (C.E.P.A.C.)
Desidero mettere in evidenza due parole: “intimo” e “personale”. La prima
indica profondità, la seconda un rapporto autentico. L’Oceania è costituita da
piccoli stati insulari, spesso definiti “paradiso del Pacifico” dagli esploratori.
Anche l’isola di Tonga, nella quale sono cresciuto, è meglio nota con il nome
“isola dell’amicizia”. Durante il sinodo per l’Oceania, nel 1998, è stata usata
l’espressione“isole di umanità” per indicare la “naturalezza” e l’“umanità” di
questi popoli nei loro comuni rapporti umani.
Propongo che i sacerdoti e i vescovi esaminino costantemente la propria vita
personale alla luce di questo semplice “modo d’essere”, ovvero dell’essere
“semplici”. La semplicità esclude l’“autoinganno”, l’indossare “maschere”, atti
tipici di chi è diviso tra la realtà di essere un “personaggio pubblico” molto
rispettato e quella di essere apparente ambasciatore del Regno. Perché
Gesù era tanto “a proprio agio” e si identificava perfettamente con la maggior
parte della gente del suo tempo, perfino con i peccatori? Semplicemente
perché era profondamente a proprio agio con se stesso, perché era
profondamente libero come persona radicata in una educazione semplice e
umile. Tra i suoi contemporanei era meglio conosciuto come “il figlio del
falegname”.
Nel mondo attuale la vita delle persone è segnata da ferite e da dolori
profondi, e quindi esse desiderano pastori autenticamente compassionevoli
che possano toccare la loro vita nel profondo e liberarli dalle proprie miserie,
ovvero pastori che possono camminare con loro e “mettersi nei loro panni”.
La mia raccomandazione può essere così riassunta:
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Formazione in seminario: una formazione che metta davvero in evidenza
l’aspetto umano sottolineato nell’Esortazione apostolica Pastores dabo vobis.
Riflessione personale: la coerenza nella riflessione personale può evitare la
tendenza ad essere risucchiati inconsapevolmente nel mondo superficiale del
“protagonismo a tutti i costi” e della ricerca di visibilità delle celebrità.
Silenzio: l’amore per il silenzio porta sia alla profondità della conoscenza sia
alla sincerità nei rapporti umani.
[Testo originale: inglese]
S. E. R. Mons. Otto SEPARY
Vescovo di Aitape (PAPUA NUOVA GUINEA)
La Chiesa in Papua Nuova Guinea e le Isole Salomone è relativamente
giovane. Pur trattandosi di paesi cristiani, stiamo sperimentando parecchi
atteggiamenti e comportamenti anticristiani in quasi tutti i settori della società.
Ciò sembra indicare che forse il compito dell’evangelizzazione non ha fatto
radici nel cuore e nella vita di ogni cristiano.
La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede prospetta un nuovo
tempo di speranza per il risveglio della fede cattolica nella vita delle persone
attraverso il processo costante dell’evangelizzazione. Accanto alla vita
sacramentale della Chiesa, la celebrazione della sacra liturgia e altri
strumenti, eventi, occasioni e possibilità correlati, nei quali sperimentiamo
l’incontro personale con Gesù Cristo nostro Salvatore e Signore, è
urgentemente necessario che gli evangelizzatori facciano qualche cosa in più
per trasmettere la fede cristiana in modo più profondo nella vita delle persone
dinanzi ai numerosi comportamenti e atteggiamenti anticristiani. Pertanto,
propongo umilmente due compiti pastorali ugualmente importanti per
progredire. Il primo è una cristianizzazione più profonda delle nostre culture
melanesiane, e il secondo la necessità urgente che la popolazione cattolica
venga catechizzata con il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica in tutti i
settori della parrocchia e della diocesi. Così facendo, è molto probabile che la
fede cristiana diventi più matura e si radichi più profondamente nel cuore e
nella vita della popolazione cattolica, specialmente tra i più giovani.
[Testo originale: inglese]
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