qui - Fondazione Gramsci Emilia Romagna

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Risultati della
ricerca
Patrocinio del Comune di
Bologna
Giovani in lista d’attesa.
Le giovani generazioni e il lavoro a Bologna.
Realtà e aspettative
Risultati della ricerca
Fondazione Gramsci Emilia Romagna – 20/10/2016
+ Sommario

Premessa

La ricerca in sintesi

Alcuni dati e considerazioni generali
2
+ Premessa
Dal 2006, la Fondazione Gramsci ha costituito un laboratorio di
ricerca che portasse al centro dei suoi interessi le dinamiche sociali e
culturali che maggiormente si sviluppano nella nostra città.
La Fondazione Gramsci sin dalla sua nascita si è caratterizzata per un
duplice interesse strettamente interconnesso: da un lato, svolgere
con metodo transdisciplinare analisi su temi politici, storici, sociali che
caratterizzano la nostra epoca; dall’altro, raccogliere dati e sviluppare
interpretazioni che possano essere utili alle pratiche politiche di chi
amministra questa città e il suo territorio.
Nel 2011/2012 la Fondazione ha svolto un’indagine empirica con
l’obiettivo
di
individuare
l’emergere
del
fenomeno
dell’impoverimento a Bologna; cfr: Callari Galli (a cura di), 2013.
Vedere la povertà. Una ricerca sui processi di impoverimento a
Bologna, Milano: Unicopli, 2013.
Tra il 2014 e il 2016, la nostra attenzione si è rivolta all’indagine delle
dinamiche del lavoro.
3
+ Premessa: da “Vedere la povertà” a “Conoscere le
giovani generazioni bolognesi”
I due verbi, vedere e conoscere indicano che uno stesso proposito
anima il nostro lavoro: strappare alcune realtà all’invisibilità. Con la
prima ricerca si trattava della povertà, di quella invisibile, nascosta,
emergente, ancora lontana ma minacciosa all’orizzonte di gruppi sociali
che avevano impostato la loro vita e quella dei loro figli su prospettive
di un sicuro e raggiunto benessere. Con la seconda, che vi presentiamo,
si tratta di illuminare l’universo delle giovani generazioni che abitano
questa nostra città.
La popolazione di riferimento
Sono circa 70.000 i giovani compresi tra i 18 e i 34 anni oggi residenti nella città di
Bologna. Noi abbiamo indagato un loro sottoinsieme composto da oltre 1.000
giovani che vivono in città.
4
+ Premessa
Per quanto riguarda la parte quantitativa della ricerca, i dati su
cui abbiamo focalizzato le nostre analisi sono quelli del
campione anagrafico, ovvero il campione estratto dall’anagrafe
comunale tenendo conto di età, genere, cittadinanza e
quartiere di residenza.
Il campione “generalista” costituirà, invece, uno sfondo
generale con cui fare dialogare i dati del campione anagrafico e
i dati della ricerca qualitativa.
Per quanto riguarda i dati qualitativi nel volume sono
presentati sia quelli raccolti attraverso interviste in profondità
e focus group rivolti a giovani in età 18-34 anni, sia quelli
elaborati a partire da colloqui informali e focalizzati realizzati
con giovani in età 18-34 anni e con genitori con figli in quella
fascia d’età.
5
+ Premessa: metodologia di riferimento
quali-quantitativa
Per la parte quantitativa, abbiamo raccolto oltre 1000 questionari: un utile sottoinsieme che
ben rappresenta il vasto ambito problematico che abbiamo inteso coprire e al tempo stesso
rivelatore delle profonde frammentazioni che caratterizzano la nostra società. Per la parte
qualitativa, abbiamo svolto sia gruppi di discussione e interviste in profondità che hanno
coinvolto 43 persone sia colloqui più informali e focalizzati che hanno coinvolto 46 persone.
Molte le ricerche che hanno oggi l’obiettivo di indicare quali sono i vissuti lavorativi degli
italiani, giovani e meno giovani, quali siano le loro aspettative e i loro timori per il futuro
che li attende, come guardano ad esso. E sono ricerche ampie, che per lo più decidono di
disegnare scenari che investono la totalità del paese. Sono ricerche quasi esclusivamente
quantitative, basate su questionari riempiti spesso via web con campioni che puntano sul
rigore statistico per poter allargare all’intero paese le informazioni raccolte su qualche
migliaio di questionari. E per individuare orientamenti generali, tendenze aurorali, modelli
culturali che declinano sono di grande importanza e rilievo.
La nostra ricerca – che ha riguardato un territorio assai ristretto in confronto a quello
nazionale o regionale e che al dato quantitativo ha accostato il dato qualitativo – si è
proposta la ricostruzione di una realtà più circoscritta, volendo dall’intensità e dallo
spessore dei dati raccolti poter disegnare un quadro che sia utile per innestare su questa
conoscenza pratiche e politiche di intervento utili e finalizzate a risolvere problemi presenti
e vissuti come quotidianità dai giovani bolognesi.
6
+ Premessa: obiettivo della nostra ricerca
Ripetiamo tutti come un mantra che il lavoro è cambiato, ma quali siano le modalità di
questo cambiamento, quali complessità di situazioni profondamente diversificate esso
implichi, in che misura influenzi il mondo dei valori, i diversi aspetti della vita familiare,
affettiva e sociale, rimane vago e indeterminato.
Si creano tipologie che cercano di descrivere gli atteggiamenti del mondo giovanile
nei confronti del lavoro: ed ecco i “Congelati”, gli “Avanguardisti”, i “Moderni solitari”,
i “Tradizionali con brio”, gli “Indifferenti”.
Anche con i nostri dati questo sarà possibile e probabilmente troveremo anche noi le
modalità per chiudere i nostri intervistati in categorie suggestive, quale per esempio
potrebbe voler indicare il titolo del nostro volume. Tuttavia, usando la lente del
rapporto che i diversi gruppi del campione stabiliscono – a livello reale o a livello
immaginario – con il lavoro, ci siamo posti l’obiettivo di individuare le loro modalità di
vivere il mondo dei valori, di esplorare quali siano i loro sentimenti nei confronti dei
legami familiari, amicali e sociali, quali i loro comportamenti nella vita quotidiana, l’uso
del tempo libero, la loro visione del futuro.
Abbiamo cercato di individuare i molti orientamenti che le diverse realtà – sessuali,
etniche, regionali, di classe sociale, di istruzione – contengono e dispiegano, con il
proposito di dare voce ai bisogni, alle ansie, ai desideri di innovazione, alla creatività
delle nuove generazioni bolognesi.
7
+
8
La ricerca in sintesi
+ Metodologia “ibrida”
Il progetto di ricerca si basa
su una metodologia
“ibrida” ottenuta
dall’incrocio di tre
elementi:
a) Analisi
qualitativa;
b) Analisi
quantitativa
c) Ricercatori
con
professionalità differenti
9
Ricercatori con
professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
+ La ricerca in sintesi
14
componenti il gruppo di ricerca
43
giovani intervistati o partecipanti ai focus group
46
1.000
10
giovani e genitori che hanno partecipato ai colloqui
informali e focalizzati
persone hanno partecipato al questionario
+ Gruppo di ricerca
11
Professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
Il gruppo di ricerca è stato coordinato da Matilde Callari Galli (antropologia) e
da Davide Conte (economia) per il coordinamento operativo. È composto da:
Gianluigi Bovini (statistica); Alessandro Caspoli (sociale); Gabriella Cioni
(sociologia); Francesca Crivellaro (antropologia); Cristiana De Santis
(linguistica); Giovanna Guerzoni (antropologia), Danielle Londei (linguistica);
Natascia Nuzzo (ricerca sociale), Licia Reggiani (linguistica); Giuseppe
Scandurra (antropologia); Siriana Suprani (storia); Leonardo Tancredi
(sociale). Franco Chiarini (statistica) per il supporto metodologico
nell’impostazione, somministrazione e analisi dei dati del questionario.
Le differenti professionalità presenti nel gruppo di lavoro hanno permesso di
sviluppare uno studio in grado di cogliere la multidimensionalità del tema
oggetto di ricerca andando oltre le parziali analisi di scenario e di
problematicità specifiche.
+ Analisi qualitativa
12
Professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
L’analisi qualitativa è stata implementata tramite interviste
in profondità, focus group, colloqui informali e focalizzati.
Lo schema impiegato è sintetizzabile in quattro temi:

Profilo personale;

Percorso formativo e condizione lavorativa;

Diventare adulti;

Aspirazioni.
+ Analisi qualitativa:
profilo dei partecipanti a interviste
e focus group
13
Professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
Da febbraio 2015, il gruppo di ricerca ha preso contatto con diverse realtà istituzionali e
associative di Bologna (ARCI, Centro Interculturale “Zonarelli”, Libera, ecc.) che hanno svolto un
ruolo cruciale nell’identificazione dei potenziali interlocutori.
Altri interlocutori sono stati progressivamente identificati e coinvolti nel corso della ricerca.
Gli impegni lavorativi e le difficili conciliazioni quotidiane hanno, in parte, complicato la
partecipazione degli interlocutori ai gruppi di discussione. Per questa ragione, i dati acquisiti
attraverso i focus group (23 persone coinvolte) sono stati integrati con quelli raccolti attraverso
interviste semi-strutturate in profondità (20 persone coinvolte).
Numero complessivo giovani intervistati o partecipanti ai focus group: 43. Età media: 23 anni
+ Analisi qualitativa
I partecipanti ai colloqui informali e focalizzati










Giovani in età 18-34 anni:
26 interlocutori (18 maschi e 8 femmine) di cui 2 di origine straniera
18-24enni: 7 (tutti maschi)
25-30enni: 14 (7 maschi e 7 femmine)
31-34enni: 5 (4 maschi e una femmine)
Età media: 27,6 anni
Genitori con figli in età 18-34 anni:
9 padri
11 madri
1 Differenti background professionali
14
+ Analisi quantitativa
15
Professionalità
differenti
Analisi
qualitativa
Analisi
quantitativa
L’analisi quantitativa è stata sviluppata tramite l’implementazione di un questionario on line.
Concretamente, la metodologia ci ha visto predisporre un questionario composto da 50 item che
sono stati a loro volta elaborati per costituire la trama per focus group e per interviste in profondità
rivolti a testimoni privilegiati, scelti per la loro esperienza di vita o di lavoro nell’universo giovanile.
Sono stati perseguiti due differenti percorsi di indagine quantitativa:

Il primo rivolto ad un campione estratto dall’anagrafe comunale, pesato sulla base di
determinate caratteristiche (genere, età, luogo di residenza…). Questo campione è definito
nella nostra ricerca “campione anagrafico”;

Il secondo costituito da un sottoinsieme della popolazione 18-34 anni ottenuto inoltrando il
questionario via email, Facebook e Twitter di EELL a imprese, associazioni, cittadini. Questo
campione è definito nella nostra ricerca “campione generalista”.
Contrariamente al campione “anagrafico”, i rispondenti al questionario generalista evidenziano
alcune e inevitabili sovra e sotto rappresentazioni di determinate categorie di rispondenti rispetto
alla popolazione di riferimento. Si tratta di fenomeni preventivati. I risultati dell’indagine del
campione “anagrafico” sono stati utilizzati anche per validare quanto emerso dal campione
“generalista”.
+ I giovani a Bologna: un mosaico di esperienze
I partecipanti alla ricerca qualitativa e i rispondenti al
questionario generalista appartengono a vari mondi
(risposte domanda q1) che qui vengono sintetizzati.
Centro
intercult.
Zonarelli
Istituto
profess.
Istituto
tecnico
Liceo
Alcune
imprese
del
territorio
Flash
giovani
Utenti
social
network
Arci
Agesci
Iperbole
…
Fond.
Gramsci
E. R.
16
+ Analisi quantitativa: profilo dei partecipanti al
17
questionario
Si descrive il profilo dei due campioni utilizzati per la ricerca:
Rispondenti al questionario rivolto al
sottoinsieme della popolazione 18-34
Rispondenti campione Anagrafico
Età media dei risponderti: 27,8 anni
Età media dei risponderti: 27.8 anni
Genere: maschi 48,4 % e femmine 51,6 %
Genere: maschi 33,9 % e femmine 66,1 %
Nazionalità: italiana 86,7 % e straniera 13,3%
Nazionalità: Italiana 95,6 % e straniera 4,4 %
Titolo di studio: 29,5 ha una laurea (specialistica,
magistrale, vecchio ordinamento) e 12,1% ha un
titolo post laurea
Lingua: il 96,6 parla italiano e il 14,9 parla in
famiglia anche il dialetto.
Titolo di studio: 23,8 ha una laurea (specialistica,
magistrale, vecchio ordinamento) e 10,5% ha un
titolo post laurea
Lingua: il 92% parla italiano e il 15% parla in
famiglia anche il dialetto.
+ Le principali caratteristiche del campione
18
Maschi
48,4%
Femmine
51,6%
Nazionalità
27,8
anni
Genere
Età media
anagrafico
Italiani
86,7%
Stranieri
13,3%
La classe di età più rappresentata è quella
dai 31 ai 35 anni (36.3%)
+
19
Alcuni dati e
considerazioni generali
+ Chi sono e dove vivono i giovani (1)
20
Provincia di nascita
46,1% nato a Bologna o
in provincia
40,8% nato in altra
provincia italiana
13.1% nato in uno Stato
estero
Residenza
99,2% nel Comune di
Bologna
35,5% a 14 anni
risiedeva in altra
provincia
11,0% a 14 anni risiedeva
in uno Stato estero
Dimora abituale
94,3% a Bologna o in
provincia
3,3% in altra provincia
italiana
2,4% in uno Stato
estero
+ Chi sono e dove vivono i giovani (2)
Il 18,5% ha almeno un figlio
21
+ Il grado di istruzione dei giovani
22
10,6% Titolo postlaurea
24,1% Laurea
specialistica
15,1% Laurea
triennale
35% Diploma di
maturità
Mediamente questa generazione ha un livello di scolarizzazione più
alto rispetto alla famiglia di origine: i genitori hanno in maggioranza
un diploma di maturità.
+ Cosa fanno i giovani
71,4% sta
cercando lavoro
12.8%
Altro (specificare)
0.6%
1.9%
1.9%
8.3%
1.3%
7.1%
Lavoro nell'azienda di famiglia
Socio/a cooperatore
Lavoro autonomo
Libera professione
Imprenditore/imprenditrice
Contratto di collaborazione
Apprendista, collaboratori di
ricerca, borsa di studio,
stagista, dottorato di ricerca,
ecc.
19.2%
Lavoro dipendente a tempo determinato
46.8%
Lavoro dipendente a tempo indeterminato
0%
5%
23
10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50%
La tabella inferiore è la scomposizione di chi alla prima domanda ha risposto di lavorare (“lavoro” o
“studio e lavoro”).
+ L’ambito lavorativo
24
10.9%
14.7%
Industria
Commercio e pubblici esercizi
19.9%
18.6%
Servizi alle imprese e noleggio (es:
ag. immob. informatica, libere
professioni...)
Pubblica Amministrazione e servizi
pubblici
Servizi privati
14.7%
Gran parte dei giovani non ha una preferenza definita riguardo al proprio futuro
lavorativo: tendono ad adattarsi alle occasioni che incontrano; molti propendono per
un lavoro da dipendente.
Il lavoro da imprenditore, come aspirazione, è poco diffuso: più tra i maschi (14.2%),
meno tra le donne (5.5%).
In maggioranza, i giovani sono soddisfatti del proprio lavoro: abbastanza il 58.4%,
molto il 24.7%.
Il 55.8% negli ultimi tre anni non ha mai cambiato lavoro, il 7.7% quattro volte o più.
+ La permanenza delle diseguaglianze
(1) Vive con i genitori
39,8%
(2) Vive con il partner o con il partner e i figli
35,8%
(3) Riceve aiuti dai genitori
36,8% per spese
ordinarie
16,2% per spese
straordinarie
7,3% per spese
superflue
Tra i 27 e i 30 anni il 37.3% dipende dai genitori per spese ordinarie o
straordinarie; il 10.2% vive in casa dei genitori e riceve aiuti per le spese
superflue.
Tra i 30 e i 35 anni il 30.3% dipende economicamente dai genitori, il 9% vive
nella casa dei genitori e riceve aiuti per le spese superflue.
25
+ L’atteggiamento dei giovani in base alla famiglia
di origine

Più elevato è lo stato sociale della famiglia di origine (utilizzata
come proxy la media di anni di studio dei genitori), meno i
giovani danno importanza al diventare autonomi
economicamente, al trovare lavoro, a sposarsi e ad avere un
figlio.

Sempre al crescere dello status sociale delle famiglie i giovani si
ritengono meno preoccupati dello Stato che non li aiuta, delle
difficoltà derivanti dall’avere un figlio e dall’impossibilità di
crearsi le giuste competenze.
I figli delle famiglie più agiate sono meno preoccupati dal futuro, ma
sembrano anche molto meno maturi e meno desiderosi di
indipendenza.
26
+
«Una mia amica ha avuto un figlio, non lavora; il suo compagno è precario e c’è la
famiglia, ci sono due famiglie, di lei e di lui, che comunque per strada non li lasciano.»
(Camilla, studentessa e lavoratrice italiana, 27 anni)
«Merito è una parola molto complessa, nel senso che se io dovessi guardare la mia
situazione quello che molto probabilmente mi ha premiata è stato il merito, nel senso
che negli anni mi sono impegnata e sono cresciuta. Però questa è una cosa su cui io mi
scaldo un po’, perché penso che non siamo tutti sullo stesso livello, cioè il figlio di un
dottore ha molte più possibilità del figlio di un contadino, magari come sono io. Poi io
sono un’eccezione, nonostante tutto sono riuscita in qualche modo a crescere e ad
arrivare fino ad una posizione che per me…»
(Elena, lavoratrice italiana, 31 anni)
«Quando siamo andati a fare l’orientamento all’Università, io ho incontrato delle
amiche e degli amici che mi han detto che facevano l’Università perché non avevamo
voglia di lavorare, che erano abituati ad essere comunque mantenuti… io no. Per
prendere la patente, per prendere la macchina mi sono dovuto fare il mazzo; mentre
loro erano d’estate al mare io ero qui a montare il clima, le caldaie»
(Zhouir, studente di origine marocchina, 19 anni)
27
+ Garanzia Giovani è conosciuta?
69,8%
11,7%
28
• non conosce il
piano Garanzia
Giovani
12,5
• conosce ma
dichiara che non lo
riguarda (giovani
compresi nella
fascia di età dai 30
ai 35 anni, più
alcuni della fascia
di età dai 27 ai 30
anni)
6%
• conosce ma non
crede sia utile per
trovare lavoro
• ritiene che sia
un’opportunità
interessante
Le fasce di età che sono
oggetto del piano (18/22;
23/26; 27/30) in alte
percentuali non lo
conoscono:
rispettivamente per il
73,9%; per il 79,2%; per il
62,7%.
“Siamo completamente fuori dal welfare o
almeno dal welfare sistematico, non è
previsto…perché arriva Garanzia Giovani
da un giorno all’altro e raccoglie qualcuno
per salvarlo, poi magari ci sarà un altro
piccolo intervento, però non è sistematico,
non è che se tu ti trovi in una condizione è
garantito che da quella condizione te ne
esci, il welfare non esiste…”
(Angelo, italiano, 29 anni)
+ Comportamento, aspettative, visione della società
Tempo libero
(% “a volte” o “spesso”)
Fuori con gli amici
(84,3%)
Musica (81,3%)
Social network
(73,2%)
Lettura (66,7%)
Teatro (12,6%)
Volontariato
(15,7%)
Videogame (21,2%)
Mostre e convegni
(26,7%)
Cause della crisi
(% “abbastanza” o “molto”)
Corruzione (97,1%)
Politici e politica
(96,2%)
Evasione fiscale
(93,8%)
Illegalità (91,1%)
Eccessiva presenza
di stranieri (32,9%)
Euro (37,2%)
Nostro stile di vita
(57,6%)
Globalizzazione
(58,9%)
29
Visione dei giovani
I giovani definiscono la loro classe di età
come arrabbiata con la politica, desiderosa
di scappare dall’Italia, creativa e aperta
all’estero; rifiutano le definizioni di sdraiati,
schizzinosi, bamboccioni, ma non si
descrivono neanche come ambiziosi.
Aspettative future
Alla domanda sugli aspetti che tra dieci anni
daranno loro soddisfazione, rispondono le
relazioni familiari e amicali, mentre sono
meno fiduciosi di trovare soddisfazione nella
disponibilità economica, nella posizione
lavorativa e nel godimento dei diritti civili e
sociali.
+
Comportamento, aspettative, visione della società
«Stare in mezzo alla gente mi piace, preferisco stare con pane e cipolla e 20 amici
che non da sola a casa… per quanto mi possano condizionare nella mia vita
professionale, della mia vita sociale almeno voglio essere io padrona.»
(Anna, italiana, lavoratrice part-time, 29 anni)
«…sarà che il mondo esterno la vive come una sconfitta personale il fatto di non
trovare lavoro, di non, diciamo, raggiungere quegli obiettivi, però io con le
persone da cui sono circondato mi sono trovato per caso… non un’opportunità,
ma un’occasione per non essere depressi, cioè, non la viviamo assolutamente
così… facciamo il pane insieme e vediamo se ci sviluppiamo e facciamo altre cose
insieme. »
(Marco, lavoratore, 29 anni)
«Sicuramente peggio, con assoluta certezza… lo so perché ne sono quasi certo,
ma perché è una tendenza, vedo mia madre quando aveva lei 30 anni aveva già
due figli e se ha fatto due figli mia madre a 30 anni vuol dire che una prospettiva
di lungo periodo ce l’aveva; i miei nonni… per quanto mi vogliono consolare però
comunque vedevi che l’edilizia pubblica costruiva delle case, almeno c’era quella
cosa e invece io vedo che comunque non c’è più…»
(Angelo, lavoratore, 29 anni)
30
+ Sostenitori della ricerca
31