Media education e cittadinanza digitale. La prospettiva europea e del PNSD Palermo, 22 marzo 2016 Gianna Cappello, Dipartimento Culture e Società Università di Palermo Presidente MED – Associazione italiana educazione ai media e alla comunicazione [email protected] Tesi e sintesi degli argomenti Tesi di fondo: dinanzi alle sfide posta dalla società globalizzata, l’educazione – ridefinita in termini mediaeducativi – può contribuire alla costruzione di una cittadinanza in grado di interagire in maniera attiva e responsabile nella società digitale Parleremo dunque di Media Education e di cittadinanza digitale, e dell’inevitabile intreccio tra le due passando per una breve riflessione sui più recenti approcci di ricerca riguardo al rapporto tra media e ragazzi sulle prospettive mediaeducative e di cittadinanza digitale del PNSD sui rischi della deriva tecnologica Per cominciare… Opacità del rapporto tra media e minori (nascosti nella luce) Oltre le dicotomie: apocalittici vs. integrati Non si tratta di limitare e/o censurare un accesso ai media che si va facendo sempre più facile e pervasivo… … ma non si tratta nemmeno di celebrarlo come risorsa neutrale e incondizionata di arricchimento, di apertura al mondo, di auto-determinazione... Oltre il mito dei nativi digitali Non affronta il digital divide (il gap di partecipazione) Presuppone che i ragazzi sappiano riflettere attivamente sulle loro esperienze mediali e sulla complessità dei media come istituzioni sociali (il problema della trasparenza, video Dove-Evolution, video mago belga) Presuppone che i ragazzi sappiano da soli sviluppare le norme etiche per interagire con un ambiente molto complesso e variegato come la rete (la sfida etica*) *I link ipertestuali sono visibili nella modalità di visualizzazione “presentazione” Oltre le dicotomie Eppure questa retorica dicotomizzante persiste. Perché? Racconta storie semplici che, in un’epoca di complessità, ci dicono di lineari rapporti causa-effetto… Trova nei media una facile via d’uscita E dunque… Cosa rispondere alla domanda "i media sono un rischio o un'opportunità"? sono sia un rischio che un’opportunità Minimizzare i rischi – Massimizzare le opportunità il ruolo della Media Educati on/Media Literacy Ladder of opportunities Verso una definizione Progressivo superamento di una visione protezionistica e moralistica a favore di un approccio più interlocutorio e aperto alla complessità delle pratiche di consumo dei media La Raccomandazione UE Raccomandazione della Commissione Europea sull’alfabetizzazione mediatica (media literacy) nell’ambiente digitale per un’industria audiovisiva e dei contenuti più competitiva e per una società della conoscenza inclusiva* (2009) Ho isolato tre affermazioni importanti che ci aiutano a definire la Media Literacy: * http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32009H0625&from=IT La Media Literacy 1. La Media Literacy è un fattore importante per la cittadinanza attiva nell'odierna società dell'informazione (art. 3) 2. La Media Literacy si riferisce alla capacità di accedere ai media, di capire e valutare criticamente i diversi aspetti dei media e i loro contenuti e di creare comunicazioni in una varietà di contesti (art. 11) 3. La Media Literacy è un'abilità fondamentale non solo per i giovani, ma anche per adulti e anziani, genitori, insegnanti e professionisti dei media (art. 15) European Association for Viewers Interests (EAVI)Viaggio nella Media Literacy La ME nel PNSD Raccomandazione-PNSD-Documento “Nuova Visione per l’Educazione” proposto dal World Economic Forum (2013) Il digitale è: “sia una Foundational Literacy (nuova alfabetizzazione di base), sia come veicolo cruciale per lo sviluppo delle cosiddette Competencies e Qualities (Competenze e Attitudini)” “La visione di competenze digitali riprende il paradigma dell’educazione ai media e con i media” “[Il digitale] ad un livello più alto, [è] agente attivo dei grandi cambiamenti sociali, economici e comportamentali, di economia, diritto e architettura dell’informazione, e che si traduce in competenze di “cittadinanza digitale” essenziali per affrontare il nostro tempo” Le domande della ME (Jenkins, 2010) Come fare affinché ogni bambino abbia accesso alle competenze ed esperienze necessarie per partecipare a pieno titolo nella vita sociale, culturale e politica della società? (il gap di partecipazione) Come fare affinché ogni bambino sia in grado di costruire e articolare la sua comprensione di come i media modellano la sua percezione del mondo? (il problema della trasparenza) Come fare affinché ogni bambino sia a conoscenza dei valori e delle norme che dovrebbero regolare il suo comportamento in rete? (la sfida etica) 3 modalità di azione e 4 aree di studio Tre modalità di azione nella ME: 1. Una modalità interpretativa (analisi testuale) 2. Una modalità delle scienze sociali (analisi contestuale) 3. Una modalità creativa (produzione creativa) E quattro aree di studio: 1. 2. 3. 4. Produzione Linguaggio Rappresentazione Audience Fine Prima Parte DOMANDE??!!! I media a scuola: i rischi della visione strumentale e tecno-utopistica Soprattutto con l’avvento delle tecnologie didattiche si è affermata una visione strumentale e tecno-utopistica del loro ruolorisorsa “taumaturgica” Stravolgimento prassi educative tradizionali all’insegna di uno sperimentalismo selvaggio, spesso privo di spessore pedagogico-culturalesemplice “addestramento” informaticoconfonde l’innovazione con la semplice infrastrutturazione e adozione Citazione di Calvani (1999) I media a scuola: oltre la visione strumentale e tecno-utopistica La natura sociotecnica dei sistemi mediali richiede una maturità sociotecnica che va tutta costruita La questione dell’accesso e del digital divide va compresa e ridefinita nei termini di un accesso qualificato e del superamento del digital divide critico-culturale. Non basta il mero accesso materiale alle “macchine”creare le condizioni affinché gli individui vengano messi in grado di accedere in maniera riflessiva e responsabile alle informazioni trasformandole in conoscenza e partecipazione attivacittadinanza I media a scuola: oltre la visione strumentale e tecno-utopistica La possibilità di arrivare a una democrazia elettronica appare dunque tutt’altro che scontata. Divario digitale + colonizzazione commerciale della rete + necessità di acquisizione di competenze tali da poter coglierne i grandi benefici e al contempo i limiti, gli interessi e le pressioni In questo senso l’accesso qualificato si configura come un vero e proprio bene pubblico universale, essenziale per l’esercizio della democrazia e la costruzione della cittadinanza attivail ruolo dell’educazione Scrive Stefano Rodotà… I media a scuola: oltre la visione strumentale e tecno-utopistica “Non basta la previsione astratta dell’universalità del servizio e dell’apertura dell’accesso alle nuove tecnologie. Sono necessarie politiche pubbliche attive di alfabetizzazione, volte proprio ad eliminare i fattori che producono disuguaglianze diffuse e crescenti, se si vogliono evitare fenomeni di esclusione di massa che incidono direttamente sulla natura democratica di un sistema [...]. Le politiche di alfabetizzazione, tuttavia, non possono essere ridotte alle minime nozioni necessarie per l’uso delle macchine […]). Alfabetizzazione deve significare anche possibilità di comprendere il senso e la portata sociale delle nuove tecnologie, per avere nei loro confronti capacità critiche e non cadere nella facile identificazione tra innovazione tecnologica e progresso sociale” [1997]. Il superamento del tecnologismo Possibile grazie ad adozione prospettiva mediaeducativa + certe condizioni di base: 1. Predisporre con cura e determinazione le condizioni per il mantenimento delle attività nella programmazione delle attività educative quotidiane 2. Prevedere piani di formazione degli insegnanti/educatori costantemente aggiornati e rinvigoriti dalla pratica 3. Garantire coordinamento e sistematicità delle azioni 4. Adoperarsi perché i media possano divenire dimensioni “naturali” del fare educativo Inseriti però in una prospettiva mediaeducativa ovvero intesi come strumento didattico, oggetto di studio e mezzo di espressione/comunicazione/ condivisione) Condizioni da controllare •Scuola (dirigenza, collegio) •Scarsa rilevanza/diffiden za •Assenza di una “politica” •Insegnanti •Ansia/perdita di identità •Perdita di tempo •Mancanza di raccordi con propria disciplina •“Infatuazione” tecnologica Dimensioni da valorizzare • Costruzione di una “politica”: • Estensione nel tempo, coordinamento e sistematicità degli interventi per il radicamento di una cultura tecnologica Aree su cui intervenire • Infrastrutturazion e tecnologica •Risorse per la formazione e la sperimentazione •Trasferibilità, validazione e documentazione critica delle esperienze Grazie! Domande? [email protected] OPPORTUNITÀ Contenuto Minori come destinatari Contatto Minori come partecipanti Comportamento Minori come 21 agenti/protagonisti Educazione Accesso a risorse educative Tutoring online Apprendimento cooperativo, autoapprendimento Partecipazione Accesso all’informazione Partecipazione a gruppi social-oriented su FB e simili Forme di impegno civile tra pari Creatività Accesso a risorse varie Partecip. a gruppi di produzione creativa Produzione personale RISCHI Accesso a info/advice su Partecipazione a gruppi Identità/relazione sociale di varia natura questioni personali, di salute, sessuali, ecc. Espressione della propria identità Sfruttamento commerciale Pubblicità, spam, sponsorizzazioni, ecc. Diffusione di dati personali Gioco d’azzardo, frodi… Violenza Contenuti violenti, razzisti… Vittima di atti di violenza Fare atti di violenza Sessualità Contenuto pornografico Scambio con estranei, adescamenti, ecc. Produzione di materiale porno Valori Razzismo, informazioni discriminatorie Manipolazione, plagio Dare info/consigli pericolosi L’esperienza si inserisce organicamente nel curricolo? Tutti gli alunni ne hanno adeguatamente usufruito? I meno capaci hanno trovato opportunità per compensare (almeno in parte) i loro gap o sono stati i più braviche ad accaparrarsi le attività? Che cosa L’insegnante ha realizzato un ipertesto in si voleva partecipa che gli alunni a imparassero? Contenuti sulla classe un convegno culturali specifici,Prende abilità comunicative, cooperative, multimedialità. la parola, cita qualche cognitive eteorico, meta-cognitive o cos’altro? Qualil’idea criterie riferimento racconta com’è nata di valutazione sono stati adottati? Si è pensato si comincia a presentare il multimedia costruitosecon sarebbero conseguire gli stessi obiettivi con gli alunni. Sipotuti sofferma inevitabilmente con orgoglio altriqualche mezzi? Si è valutato in se l’esperienza sia video, su finezza tecnica (animazioni, trasferibile altri contesti? Insomma, lavorato ecc.). La ad classe ha lavorato persi è diversi mesi secondo un ed rigoroso apparato procedurale di nell’impresa egli non può che essere orgoglioso e valutazione deiPoniamo processi alcune e dei prodotti diverifica quanto è stato fatto. domande dei risultati raggiunti in termini di arealizzati, questo insegnante... cambiamento di comportamenti/atteggiamenti e di competenze in entrata e in uscita? Possiamo a questo punto immaginare il nostro insegnante uscire dal colloquio alquanto imbarazzato Bibliografia Buckingham D. (2003), Media Education. Alfabetizzazione, apprendimento e cultura contemporanea, Erickson Trento Calvani A. (1999), I nuovi media nella scuola. Come, perché e quando avvalersene, Carocci Roma Cappello G. (2012), Ritorno al futuro. Miti e realtà dei nativi digitali, Aracne, Roma Cappello G. (2009), Nascosti nella luce. Media, minori e media education, Francoangeli Milano Jenkins H. (2009), Culture partecipative e competenze digitali. Media education per il XXI secolo, Guerini Studio, Milano Livingstone S. (2010, Ragazzi online. Crescere con internet nella società digitale, Vita&Pensiero Milano Manca S., Ranieri M. (2013). I social network nell’educazione. Basi teoriche, modelli applicativi e linee guida, Erickson, Trento Pavesi N. (2001), Media Education. Una prospettiva sociologica, FrancoAngeli Milano Rivoltella P.C. (2001), Media education. Modelli, esperienze, profilo disciplinare, Carocci, Roma