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1 – COMPETENZA DIGITALE
II
PARTE
Didattica e strumenti interattivi
Capitolo 1
COMPETENZA DIGITALE
SOMMARIO: 1. New media education - 2. Competenza digitale
- 3. Media education e media literacy in prospettiva europea4. La formazione iniziale degli insegnanti, i nuovi media e le
competenze digitali - 5. Competenza digitale come set
complesso di abilità - 6. Verso una definizione sistemica e
dinamica di competenza digitale - 7. Conclusioni
1.New media education
Prima del 1980 gli studenti erano abituati a fare i calcoli a mano; le calcolatrici erano
costose, fragili e le batterie duravano poco. Quando dovevano fare una ricerca,
controllavano sulla enciclopedia di casa (se c’era) o consultavano la biblioteca della
scuola o del quartiere. Oggi, le calcolatrici si vendono nei negozi “tutto un euro”,
internet ormai è per gli studenti una cosa scontata, consultabile in ogni momento e si
esplorano nuove tecnologie per imparare: si pensi agli smartphone, ai tablet, a
facebook ed a twitter.
Uno dei fenomeni più evidenti è il consumo e la produzione incessante che milioni di
persone fanno di testi, suoni, immagini, video, mediante l'utilizzo di tecnologie allo
stesso tempo sempre più potenti e concentrate in un oggetto che è possibile portare
con sé in tasca. Per la pervasività della loro diffusione e per il grande potere che sono
in grado di esercitare, i media, nelle versioni più recenti e innovative, possono essere
considerati degli ibridi: strumenti insieme di comunicazione, informazione,
socializzazione, consultazione, rappresentazione.
Un ecosistema così nuovo e potente (e anche molto efficace) implica delle
responsabilità nuove. Che da un lato toccano le abilità professionali del giornalista e
dall'altro l'«educazione ai media» dei lettori.
È un passaggio credo importante: si deve tener conto che parte del lavoro di
mediazione (che prima spettava agli opinion leader ed ai giornalisti) si è spostata sul
lettore. Ed è uno snodo cui il nostro sistema educativo non ha ancora preso le misure.
L’uso delle tecnologie digitali e la comunicazione interattiva contribuiscono a creare a
livello globale un tessuto sociale completamente nuovo. Le tecnologie mediali
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II – DIDATTICA E STRUMENTI INTERATTIVI
incidono sui modi di percepire e interpretare la realtà a tal punto da cancellare le
distanze ed annullare gli spazi che separano gli individui e i luoghi fisici e da portare
l’uomo contemporaneo a rielaborare totalmente i propri modelli di interazione
sociale, proiettandolo in una prospettiva che va al di là del senso stesso del luogo.
Cambia la percezione della conoscenza che l’individuo ha di sé e del mondo che lo
circonda. Il rapporto individuo-società cambia profondamente e rapidamente.
Rispetto alla società industriale, la società dell’informazione segue altre direzioni:
nuovi rapporti quotidiani, nuove forme di scambio sociale, nuove tipologie
comunicative in cui un ruolo fondamentale è ricoperto dai media. Stiamo assistendo
al passaggio da una società caratterizzata dalla produzione di beni ad una società
sempre più dipendente dalla produzione e dalla manipolazione di informazione e
cultura, alla quale segue una nuova divisione internazionale del lavoro, con il mondo
sviluppato che ormai si limita a vendere informazione e il mondo in via di sviluppo
ancora legato a produzioni di stampo industriale classico. “Il possesso e il controllo
delle conoscenze è divenuto oramai per tutti i paesi uno dei fattori di indipendenza e
di successo”. Non solo; “la conoscenza è, in maniera ben più vistosa di prima, una
merce direttamente scambiabile e commerciabile. È insieme un fattore della
produzione e un prodotto”.
Questo comporta un adeguamento delle misure educa ve. Si è preso a parlarne nei
termini di una New Media Education. Essa si propone due compiti:
 immaginare strategie e metodi educativi specifici per i Nuovi Media (New
Media - Education).
 immaginare un nuovo paradigma per la Media Education (New - Media
Education).
In questo paradigma sembrano chiare due correzioni di ro a rispe o al passato. La
centratura si sposta dal pensiero cri co alla responsabilità̀ : non basta più̀ educare uno
spe atore che sia a ento e cri co, occorre educare un sogge o che sia responsabile,
sia quando naviga contenu che quando ne produce di propri. L’altro sli amento è
dalla centralità dei media a quella della ci adinanza.
I comportamen rela vi ai media oggi non riguardano più solo il momento del
consumo, ma costellano la nostra vita individuale e sociale. La Rete e il telefonino
sono migrati nelle nostre vite, le costituiscono dall’interno, sono parte del nostro
essere cittadini. Come tali vanno considerati resistendo alla tentazione di farli
depositare all’ingresso della scuola (nella speranza mal celata di chiudere fuori, con
essi, il problema) e conferendo alla Media Education lo status di educazione civica del
Nuovo Millennio.
2. Competenza digitale
Con un tablet o uno smartphone “ciascuno di noi dispone oggi di una specie di
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1 – COMPETENZA DIGITALE
Information Technology Department personale a propria disposizione 24 ore al giorno,
365 giorni all'anno, accessibile a costi irrisori o addirittura gratis. In molti casi, la
freeconomics, l'economia del gratis tipica di Internet, mette a disposizione del singolo
prodotti tecnologici risultato di decine di miliardi di dollari in ricerca e sviluppo. È il
caso di Facebook e di Google Search, per esempio. Nel momento in cui eseguiamo
una ricerca - in modo anonimo e gratuito - forse una ventina di miliardi di dollari in
ricerca e sviluppo accumulati nel tempo è a portata di mano per cercare di esaudire
un bisogno, soddisfare una curiosità e trovare una risposta. Diverse le esigenze
indirizzate da un servizio come Facebook, ma la logica di fondo è la stessa. E proprio
Facebook è un primo esempio relativo all'evoluzione in alto nel settore dei media
grazie alla presenza dci social network dove ciascuno si trova nella condizione di
produrre contenuto.
Stessa considerazione per Twitter, con in più l'immediatezza dell'informazione
teoricamente capace di propagarsi a centinaia di milioni di persone in un istante.
L'elenco continua a crescere con i vari Linkedln, Pinterest, Spotify e Instagram. È
fenomenale, affascinante e rivoluzionario”, ma per gli stessi motivi, il paradigma
dell'apprendimento cambia: non è più informazione per la formazione, ma
apprendimento dentro, attraverso e nonostante i rumori dell'informazione. Diviene
indispensabile una competenza digitale
Il termine “competenza digitale” è l’ultimo nato delle etichette create per esprimere
la capacità di un soggetto di muoversi nel modo digitale. Prima di questa abbiamo
letto termini quali ICT skill, information skill, digital skill, Internet skill, information
literacy ecc. Talvolta queste etichette fanno riferimento a capacità, abilità o
competenze simili, talvolta invece i concetti sono limitati all’uso di Internet o riferiti
all’utilizzo dei linguaggi multimediali più in generale. La proliferazione dei termini
riflette probabilmente la rapida evoluzione delle tecnologie ma anche l’apporto di
aree scientifiche diverse. L’uso del termine “competenza digitale” è connesso
all’evoluzione del concetto di abilità (approdato al più complesso e completo concetto
di “competenza”, che denota il possesso non solo di conoscenze teoriche ma anche
performative rispetto ad un determinato dominio) dall’altra a spinte politiche – come
quelle della Commissione Europea - che indirizzano gli stati Membri verso obiettivi di
apprendimento standard a livello europeo.
“La competenza digitale consiste nel saper esplorare e affrontare in modo flessibile
situazioni tecnologiche nuove, nel saper analizzare, selezionare e valutare criticamente
dati e informazioni, nel sapersi avvalere del potenziale delle tecnologie per la
rappresentazione e soluzione di problemi e per la costruzione condivisa e collaborativa
della conoscenza, mantenendo la consapevolezza della responsabilità personale, del
confine tra sé e gli altri e del rispetto dei diritti/doveri reciproci”.
“Oltre alle competenze di base, gli studenti hanno bisogno di sviluppare le loro abilità
di ricerca. Tra le altre cose, hanno bisogno di sapere come accedere a libri e articoli di
una biblioteca; come prendere appunti e integrarli con fonti secondarie; come valutare
l’affidabilità dei dati; come leggere mappe e grafici; come dare un senso alle
visualizzazioni scientifiche e cogliere quali tipologie di informazioni vengono
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II – DIDATTICA E STRUMENTI INTERATTIVI
convogliate dai vari sistemi di rappresentazione; come distinguere tra realtà e
finzione, fatti e opinioni, e come costruire ragionamenti ed evidenze logiche. Se non
altro, queste competenze tradizionali assumono un’importanza ancora maggiore, dato
che gli studenti vanno oltre le raccolte di testi selezionati dai bibliotecari e si
avventurano nello spazio più aperto del Web. Alcune di queste abilità sono state,
tradizionalmente, insegnate dagli stessi bibliotecari che, nell’epoca moderna, stanno
riconcettualizzando il loro ruolo: sono sempre meno curatori di collezioni parcellizzate
e sempre più mediatori di informazioni che aiutano gli utenti a trovare ciò di cui hanno
bisogno, online e offline, e costruiscono buone strategie per la ricerca di materiali.”
Delle attività che svolgiamo in rete, tutte o quasi ci richiedono una presenza di
attenzione e una partecipazione nella decodifica di quello che facciamo. Anche
quando scorriamo lo stream dei nostri amici su Facebook o cerchiamo notizie, due
delle opzioni più semplici che abbiamo come navigatori, siamo attivi su diversi fronti.
Dalle competenze tecnologiche a quelle di educazione all'informazione, a quelle più
generali della cosiddetta media literacy.
3. Media education e media literacy in prospettiva europea
Possiamo definire la media literacy (“alfabetizzazione ai media”) semplicemente come
il risultato della media education: “la media education è il processo di insegnamento e
apprendimento centrato sui media; la media literacy (alfabetizzazione ai media) ne è il
risultato, e altro non è che la conoscenza e la competenza che gli studenti
acquisiscono in tema di mezzi di comunicazione” il saper “leggere” e “scrivere” i
media. Media literacy intesa quindi come alfabetizzazione critica che implica capacità
di analisi, di valutazione e di riflessione, e che porta, sempre secondo Buckingam, a
una “creazione di un consumatore dei media attivo, autonomo e creativo nel suo
rapporto con gli stessi, in grado di decifrarne i messaggi e di utilizzarli secondo una
propria visione e utilità” e che diventa “educazione ad un consumo critico, alla
cittadinanza attiva e alla relazione con l’altro”.
In Europa è alta l’attenzione nei confronti della media literacy, ed il supporto da parte
dei decisori politici. Ne è prova, tra l’altro, la “Raccomandazione della Commissione
sull'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale per un'industria audiovisiva e dei
contenuti più competitiva e per una società della conoscenza inclusiva” pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale della Commissione Europea del 29 agosto 2009, in cui viene
posto in grande rilievo che “la media literacy influisce sull'inclusione e sulla
cittadinanza nell'odierna società dell'informazione. È una competenza fondamentale
non solo per i giovani, ma anche per gli adulti e gli anziani, i genitori, gli insegnanti e i
professionisti dei media. Grazie a Internet e alla tecnologia digitale, un numero
crescente di europei può ora creare e diffondere immagini, informazioni e contenuti.
La Media Literacy è oggi considerata una delle condizioni indispensabili per una
cittadinanza attiva e piena e per prevenire e ridurre i rischi di esclusione dalla vita
sociale”. Ed ancora, “la democrazia dipende dalla partecipazione attiva dei cittadini
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