Classe 4^ Liceo delle Scienze Umane
1. Il gotico internazionale
• Porta alle estreme conseguenze le caratteristiche
formali del gotico
• Accentua l’attenzione verso il dettaglio
• Massima espressione in Italia è il Duomo di Milano,
iniziato nel 1386 e consacrato nel 1577
• A Venezia il palazzo Ducale rivela i caratteri particolari
del gotico veneziano, influenzato dai persistenti contatti
con l’oriente e con il gusto bizantino
Il gotico internazionale
 La scultura del gotico internazionale è caratterizzata
dal dilagare delle figure profane negli spazi destinati al
sacro
 Portale della Certosa Champmol in Borgogna
 Influenza notevole della plastica nordica nell’Italia
Settentrionale
Il gotico internazionale
 La pittura del gotico internazionale affonda le sue
radici nella temperie artistica della corte papale
avignonese
 Storia artistica di Gentile da Fabriano, legata al
soggiorno a Firenze
 «l’Adorazione dei Magi» rappresenta il capolavoro
dell’artista
2. L’invenzione del Rinascimento e il
Rinascimento nelle corti italiane
 Brunelleschi, Donatello e Masaccio rappresentano i tre
padri fondatori del Rinascimento artistico
 Brunelleschi dà l’avvio al primo Rinascimento fiorentino
con la realizzazione della cupola di S. Maria del Fiore
 Brunelleschi utilizza gli elementi architettonici greci e
romani, colonne, capitelli, archi, volte e cupole e adotta
nuovamente le proporzioni degli ordini greci
2. L’invenzione del Rinascimento e il
Rinascimento nelle corti italiane
 Donatello, durante la sua lunga carriera, sperimenta le
possibilità espressive di molti materiali
 Il vero esordio di Donatello avviene nel grande cantiere
fiorentino del Duomo con un David elegantissimo e
goticheggiante
 La fioritura di statue a Firenze nei primi decenni del ‘400 è
attestata dai lavori nella chiesa di Orsanmichele
2. L’invenzione del Rinascimento e il
Rinascimento nelle corti italiane
 Masaccio porta a termine in pochi anni la rivoluzione
giottesca
 Dal 1423, con Masolino, Masaccio iniziò la realizzazione
degli affreschi della cappella Brancacci
 Il programma iconografico del ciclo è destinato a celebrare
il ruolo della Chiesa; la narrazione si svolge in dodici scene.
2. L’invenzione del Rinascimento e il
Rinascimento nelle corti italiane
 Le nuove corti quattrocentesche costituirono uno stimolo
essenziale per le committenze artistiche poiché nell’arte le
classi dominanti videro un mezzo per esprimere il dominio
politico e per irrobustire il consenso presso la propria
comunità.
 Nelle botteghe prende forma una nuova tipologia di artista
la cui attività si diversificò per corrispondere alle richieste
dei «datori di lavoro»
2. L’invenzione del Rinascimento e il
Rinascimento nelle corti italiane
I centri del Rinascimento nell’Italia settentrionale
 Gli Este fanno grande Ferrara anche attraverso le «delizie
estensi»
 A Padova esordisce Mantegna che realizza un ciclo di
affreschi nella cappella degli Ovetari
 Mantova si aggiorna grazie ai Gonzaga: l’impresa più
impegnativa negli anni trascorsi da Mantegna (a Mantova)
fu la decorazione della cosiddetta «Camera degli sposi»
2. L’invenzione del Rinascimento e il
Rinascimento nelle corti italiane
Urbino e Piero della Francesca
 Data in feudo ai Montefeltro dall’imperatore fin dal ‘200,
Urbino fu trasformata in signoria moderna da Federico di
Montefeltro.
 Dal punto di vista artistico le linee che caratterizzano
Urbino sono l’edificazione e la decorazione di palazzo
ducale e l’amore per la prospettiva geometrica importato da
Piero della Francesca.
2. L’invenzione del Rinascimento e il
Rinascimento nelle corti italiane
La Firenze di Lorenzo il Magnifico
 Lorenzo avviò un’opera di mecenatismo destinata a
modificare profondamente il linguaggio artistico
dominante.
 Il pittore più legato alla cerchia di Lorenzo fu il Botticelli
(Firenze 1445 – 1510).
 Una delle opere più conosciute di Botticelli è la
«Primavera», opera in cui convivono un significato
mitologico, filosofico e storico-dinastico.
3. I grandi maestri del ‘500
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Leonardo da Vinci
Per Leonardo è decisiva la formazione presso il Verrocchio.
Nel 1492, all’età di 30 anni, Leonardo partì per Milano dove
nella seconda metà degli anni novanta portò a termine la
sua opera più impegnativa del periodo milanese: il
«Cenacolo» presso Santa Maria delle Grazie.
L’affresco si incentra sulle reazioni degli apostoli, divisi in
piccoli gruppi.
Leonardo trova ospitalità presso il re francese Francesco I e
realizza, in questo periodo, la «Gioconda»
3. I grandi maestri del ‘500
Raffaello Sanzio
 La folgorante carriera di Raffaello comincia in Umbria dove
realizza «lo sposalizio della Vergine».
 Nelle Stanze dell’appartamento papale di Giulio II,
Raffaello riassume tutta la cultura rinascimentale.
 Tra le opere più famose spicca la «Madonna con il bambino
e San Giovannino»; il dipinto raffigura la Madonna, il
bambino e San Giovannino inseriti in un paesaggio
naturale.
3. I grandi maestri del ‘500
Michelangelo Buonarroti
 Si formò nella Firenze di fine ‘400; nell’agosto del 1501
inizia la realizzazione de «il David», simbolo della libertà
repubblicana; l’operazione con cui lo scultore ha ricavato
una statua gigantesca da un solo blocco, anticipa quella
che egli stesso chiamerà la scultura «per via di levare».
 Michelangelo sviluppa il complesso sistema iconografico
della cappella sistina dove abbiamo una connessione tra
figure bibliche e figure pagane.
3. I grandi maestri del ‘500
Tiziano
 Il giovane Tiziano rinnova temi religiosi e profani.
 Nella tela «Amor sacro e Amor profano», uno dei dipinti
più enigmatici di Tiziano, l’artista sceglie un tema amoroso
ma l’ambiguità del soggetto lascia spazio a più di
un’interpretazione.
4. La pittura del ‘600
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I Carracci e il Classicismo
A fine ‘500 si svilupparono i primi fermenti di reazione al
tardo manierismo.
La ricerca carraccesca del «naturale» non deve essere
fraintesa con quella che, nello stesso periodo, sulla via del
realismo stava elaborando il Caravaggio.
Annibale Carracci avvia la stagione del Classicismo
romano; nel periodo romano si dedicò anche allo studio
della pittura del paesaggio.
L’esempio maggiormente rappresentativo di questa
concezione artistica è la «fuga in Egitto»
4. La pittura del ‘600
I Carracci e il Classicismo
 Annibale affresca la galleria di palazzo farnese.
 L’intero ciclo si ispira agli illustri casi della cappella Sistina
e della loggia di Amore e Psiche della Farnesina.
 La scena romana dei primi anni del ‘600 è dominata dagli
artisti emiliani:
 Francesco Albani
 Domenico Zampieri (detto il Domenichino)
 Guido Reni
4. La pittura del ‘600
Caravaggio e i caravaggeschi
 Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, elabora un
linguaggio di grande potenza eversiva, facendo coincidere
arte e vita e alimentando la fama di pittore maledetto.
 Caravaggio, indagatore del reale, dipinge nella cappella
Contarelli (chiesa San Luigi dei Francesi a Roma)
 «la vocazione di San Matteo» evidenzia come la luce sia
uno strumento indagatore della verità nella scena sacra che
compare sotto gli occhi dello spettatore in tutta la sua
oggettività accrescendo il senso di tensione drammatica.
4. La pittura del ‘600
Caravaggio e i caravaggeschi
 L’inquieto girovagare segna l’ultimo Caravaggio.
 Nella «Deposizione nel sepolcro» Caravaggio inserisce
nella composizione alcune reminiscenze dell’antico:
 dai rimandi della statuaria classica
 Ai riferimenti alla Pietà di Michelangelo in San Pietro e alla
Crocifissione di San Pietro nella cappella Paolina