hegel-copia - Liceo Statale G. Carducci – Viareggio

HEGEL
1770-1831
SCHEMA RAGIONATO
a cura di Enrico Del Bianco
REALE E RAZIONALE
• - Perché
mai la realtà non
dovrebbe essere razionale?
• Non si vede per quale motivo la
realtà non sia come dovrebbe
essere.
PERCHE’ SEMBRA IRRAZIONALE?
• Da dove scaturisce, allora il
giudizio sull'irrazionalità del
reale che tanto ha segnato la
filosofia occidentale dai Greci
fino a Kant?
COSCIENZA INFELICE
• La coscienza infelice intesa come consapevolezza della
scissione tra reale e razionale emerge proprio presso i
Greci quando si rompe l'unità immediata tra le realtà
interiore del singolo e la legge universale che governa
e unisce la collettività (Sofocle: Antigone, Ifigenia)
• La realtà concreta di cui vive il singolo non corrisponde
a come il singolo deve comportarsi:
• Essere e dover essere si separano, reale e razionale
perdono la loro unità.
• La vita reale con le sue contraddizioni appare
irrazionale rispetto a come dovrebbe essere secondo la
legge universale.
ARISTOTELE E KANT
• La scissione tra reale e razionale viene elevata a
sistema con la logica aristotelica: è razionale ciò
che non è contraddittorio, tutto ciò che porta con
sé la contraddizione è irrazionale e dunque non
può essere oggetto di scienza.
• Se incontro una contraddizione, mi devo fermare.
• Kant: i problemi della metafisica sono reali (a
differenza di quello che riteneva Hume), ma non
trovano una soluzione razionale.
LA STORIA
• Hegel propone di partire dalla realtà
concreta e non da un modello prederminato
di razionalità, in particolare sceglie di partire
da quell'ambito del reale che sempre è
sembrato sfuggire alla logica necessaria della
non contraddizione: la storia, che è la
dimensione propria dello spirito umano.
NEGAZIONE
• Nella storia collettiva e individuale la contraddizione è
ineliminabile: gli eventi non si succedono per
sovrapposizione graduale e indolore, ma per
l'emergere di interne negazioni: per esempio, nella
società di ancien régime nascono i presupposti che
portano alla rivoluzione "illuminista" e che negano
quella società, ma alla fine del processo troviamo
Napoleone che è negazione del vecchio regime e della
repubblica giacobina figlia della rivoluzione. Dunque:
• AFFERMAZIONE
• NEGAZIONE
• NEGAZIONE DELLA NEGAZIONE
LOGICA DIALETTICA
• Ma allora nella storia c'è una logica, una razionalità, ma
è una logica che coglie la razionalità proprio nella
contraddizione. Questa è la logica dialettica, cioè che
valorizza le relazioni di contraddizione esistenti tra i
vari aspetti della realtà
• Non è vero che la storia è il regno del contingente
senza razionalità, in essa la negazione, la
contraddizione è il motore che produce il
cambiamento, creando sempre nuove situazioni che
superano e conservano quelle precedenti: dal negativo
emerge il positivo: Duplex negatio est affermatio
Esempio: il mio corpo
• Anche gli altri aspetti apparentemente irrazionali
della realtà se ricondotti alla storia secondo una
logica dialettica perdono la loro casualità e
accidentalità, per esempio il mio corpo
considerato naturalisticamente non ha una
ragione particolare di essere così come è, ma se
lo riconduco dialetticamente alla mia vicenda
storica, esso apparirà come il passato che mi
porto sempre dietro, che dunque io sono sempre
e che sempre nego con le mie nuove scelte. Il mio
corpo allora è così come è per la mia storia, non è
dunque accidentale, casuale, irrazionale.
L’IDEA
• Dunque TUTTO dialetticamente è
riconducibile a STORIA, alla vicenda
spirituale dell'uomo, ciò implica che
esiste un'unica REALTA'-RAGIONE, cioè
una realtà che è intrinsecamente
razionale, da niente limitata e
condizionata, dunque ASSOLUTA, essa è
IDEA, SPIRITO.
LA FENOMENOLOGIA
• La vicenda della cultura occidentale è
progressiva rivelazione, manifestazione,
comprensione della realtà nella sua
razionalità dialettica, dunque è
FENOMENOLOGIA dello SPIRITO, attraverso i
momenti della coscienza, dell’autocoscienza,
della regione, dello spirito, delle religione e
del sapere assoluto
• Si tratta ora di studiare come è
fatta la Realtà-Ragione, l'IDEA e di
comprenderne il sistema.
• La filosofia è il SAPERE ASSOLUTO
dell'IDEA che appunto è
l'Assoluto.
IL SISTEMA
• L'Idea andrà studiata secondo la logica che le è propria,
cioè secondo la logica della contraddizione. Con ciò l'Idea
apparirà come unità dialettica di Realtà e Ragione, cioè non
come unità immediata dove i due estremi si perdono, si
annullano, ma come unità mediata che non elimina i due
opposti, ma li sintetizza, conservandoli e superandoli:
• Ragione
• Realtà
Idea in sé
Idea per sé
• Ragione-Realtà
Idea in sé e per sé
LOGICA
FILOSOFIA
DELLA NATURA
FILOSOFIA
DELLO SPIRITO
• Nell'Idea dunque c'è il momento "razionale" e
il momento "reale", anche se esistono solo nel
legame dialettico che li unisce. Con il pensiero,
cioè con la stessa razionalità possiamo
distinguere i due momenti, nella
consapevolezza che, in realtà, non sono
separabili.
LOGICA
• Il momento razionale è oggetto dello studio
della Logica che, appunto, cerca di chiarire i
caratteri, la struttura della razionalità
dialettica, quest'ultima, d'altra parte è
inseparabile dalla realtà, dunque la struttura
della razionalità è la struttura della realtà e la
Logica è Ontologia.
• La Logica tradizionalmente si occupa del CONCETTO, dell'universale.
Ebbene come deve essere concepito l'universale in un'ottica
dialettica?
• Non potrà essere l'universale della tradizione intellettualistica di
matrice aristotelica, l'universale, cioè, separato dai particolari (il
concetto di uomo separato dagli uomini e corrispondente a ciò che
nessun uomo in concreto è), questo è l'universale astratto a cui
corrisponde il particolare astratto, cioè separato dalle concrete
relazioni che lo legano agli altri particolari.
• L'universale della logica dialettica è l'universale concreto e consiste
nella sintesi dialettica dei particolari per es. il concetto di vita è la
sintesi dialettica, la composizione, il con-prendere dei vari momenti
che contraddistinguono la vita di una persona: fanciullezza,
maturità, etc.
NATURA
• L'antitesi della pura razionalità è la realtà che appare come Natura
cioè come apparentemente priva di dialetticità e razionalità. La
natura, a prima vista è il regno del cieco determinismo meccanico,
del binomio casualità-causalità, dell'accidentalità e quindi della
mancanza di senso. Se però non ci limitiamo a studiarla dal punto di
vista parziale delle scienze naturali, ma la guardiamo dal punto di
vista superiore della Filosofia della natura, allora essa
progressivamente svelerà la sua nascosta dialetticità, mostrandosi
prima come meccanica, poi come fisica e finalmente come organica.
Con ciò si abbandona l'approccio quantitativo-meccanistico della
scienza galileiano-newtoniana e si riscopre, sotto nuovi panni,
l'antica impostazione-qualitativo finalistica della metafisica classica.
Al vertice dell'organica sta la vita e al vertice della vita sta l'uomo, in
cui la natura supera se stessa e si fa SPIRITO. L'uomo, infatti,
concepisce spiritualmente e quindi dà un senso, una razionalità
anche al suo corpo che così diventa il suo passato.
SPIRITO
• La dimensione spirituale dell'uomo ha pure un suo
sviluppo dialettico: essa sussiste nell'unità dialettica di
spiritualità individuale (sp. soggettivo) e di spiritualità
collettiva, superindividuale (sp. oggettivo) che esistono
appunto nella loro sintesi dialettica che è lo SPIRITO
ASSOLUTO, non più relativo cioè ad una dimensione
particolare. La spiritualità assoluta come sintesi di
individuo e collettività si manifesta nella cultura del
POPOLO dominante, nelle forme dell'arte, della
religione e della FILOSOFIA, intesa come SAPERE
ASSOLUTO che coglie ogni aspetto della realtà inserito
nella TOTALITA' DIALETTICA in cui consiste la realtà.
LO SPIRITO OGGETTIVO
• La spiritualità collettiva ha il suo sviluppo dialettico nel DIRITTO,
nella MORALITA' e nell'ETICITA'. Il diritto di proprietà è la prima
dimensione in cui gli individui si rapportano, in modo ovviamente
estrinseco, il diritto mi chiede di ubbidire alla legge, di compiere il
bene oggettivo, senza che necessariamente le mie intenzioni, la mia
volontà siano in accordo con l'azione. Come già per Kant il diritto è
eteronomo e in quanto tale unilaterale e pone necessariamente la
sua antitesi: la MORALITA'. Questa è il regno dell'intenzione, del
proposito e quindi dell'autonomia, mi si chiede che la mia volontà
sia buona al di là dei contenuti delle mie azioni particolari.
• Diritto e Moralità rappresentano, dunque, due astrazioni unilaterali,
che in realtà sussistono solo nella loro sintesi dialettica che è
l'ETICITA', con ciò si vuol dire che gli individui esercitano la loro
volontà e compiono le loro azioni sempre e solo in un contesto
storico determinato in cui la volontà buona concretamente vuole un
bene oggettivo e questo concretamente è voluto da qualcuno.
ETICITA’
• Più precisamente la dimensione dell'Eticità si esplica
nella FAMIGLIA, nella SOCIETA' CIVILE e nello STATO.
Nella famiglia io sono genitore o figlio e devo fare i
conti con gli altri componenti rispettando e aderendo
intimamente alla legge che regola il rapporto
parentale; nella società mi scopro appartenente a
gruppi, ceti, associazioni e sono inserito in dinamiche
economiche, tutto secondo leggi sociali che devo
rispettare e condividere. L'unità dialettica in cui tutte le
varie realzioni famigliari e sociali sono con-prese è lo
STATO, in cui si esprime pienamente l'identità di un
POPOLO costituito di famiglie e associazioni varie.
• Lo Stato è STATO ETICO, la sua legge mi
impone il bene che io realmente voglio,
dunque è solo nello Stato che io sono libero o
meglio, solo lo Stato è libero e io lo sono
riconoscendomi totalmente in esso. Lo Stato
non vuole un bene precostituito, ma ciò che
vuole lo Stato è bene.
LO STATO E LA STORIA
• Ma quale Stato?
• Non esiste un modello ideale di stato (sarebbe
un'astrazione intellettualistica), a cui gli stati storici si
devono adeguare, ma è la STORIA che decide quale
stato, in quel determinato momento, è lo stato etico,
insomma la storia ha sempre ragione e giudica con il
suo accadere quale popolo deve dominare sugli altri.
• In questo senso si sono susseguiti vari momenti segnati
dal popolo, dalla civiltà dominante: il dispotismo
orientale, la bella eticità greca, il mondo romano e
infine il regno cristiano-germanico dove tutti
finalmente sono liberi......nello stato.
• Protagonista di questa vicenda è l'Idea che si
serve degli individui, utilizzandoli come
strumenti inconsapevoli, essi credono di
perseguire i propri fini soggettivi, ma in realtà
sono mossi dalla razionalità dialettica della
storia: questa è l'ASTUZIA DELLA RAGIONE.
LO SPIRITO ASSOLUTO
• Nella cultura del popolo che domina la storia si esprime la
dimensione spirituale nella sua assolutezza. Nell'arte, nella
religione, nella FILOSOFIA è lo stesso contenuto spirituale che si
manifesta, anche se in forme diverse e questo contenuto è la
REALTA'-RAGIONE stessa.
• L'ARTE la esprime nella forma dell'intuizione sensibile, la RELIGIONE
nella forma della rappresentazione mitologica (e in questo il
cristianesimo raggiunge la perfezione) e infine la FILOSOFIA la
esprime nella forma definitiva e perfettamente adeguata del
CONCETTO.
• La filosofia dunque è il sapere assoluto della totalità dialettica, essa,
di fatto coincide con la storia della filosofia e con la storia stessa:
sviluppo logico e sviluppo cronologico coincidono, quello che è
accaduto era LOGICO che accadesse.
•"Comprendere ciò che è,
è il compito della
filosofia, poiché ciò che
è, è la ragione"