Una sfida per la scuola
L’adolescente e la costruzione di una nuova
identità: le trasformazioni fisiche
Il primo passo che l’A. deve affrontare: la
riorganizzazione della propria identità corporea.
La pubertà è un periodo di transizione dal punto
di vista biopsicosociale: è segnalato da una serie di
variazioni di tipo neuro endocrino e da un insieme
di cambiamenti a livello psicologico e
comportamentale che innescano mutamenti nel
contesto sociale in cui l’A. è inserito.
L’adolescente e la costruzione di una nuova
identità: le trasformazioni fisiche
I livelli ormonali cominciano ad aumentare
nel corso della fanciullezza e subiscono
un’accelerazione durante la preadolescenza.
Gli ormoni androgeni (che organizzano il
sistema riproduttivo), sospesi durante la
prima infanzia (fase di latenza) vengono
riattivati, segnale che indica l’inizio dello
sviluppo puberale.
L’adolescente e la costruzione di una nuova
identità: le trasformazioni fisiche
Ai fattori ormonali è ricondotta quella reattività
emotiva tipicamente considerata una delle
caratteristiche del soggetto preadolescente
Livelli maggiori di gonadotropine e di altri
ormoni puberali risultano associati con
l’affettività negativa e difficoltà di
adattamento che si riscontrano spesso in
questa fase dello sviluppo.
L’adolescente e la costruzione di una nuova
identità: le trasformazioni fisiche
Lo sviluppo puberale è caratterizzato anche dallo
sviluppo dei caratteri sessuali secondari con
variazioni per l’ordine di comparsa e la velocità di
sviluppo.
L’inizio della pubertà è collocabile entro un arco di
tempo flessibile (uno scarto di 4 o 5 anni).
La maturazione fisica del sesso femminile
appare più precoce rispetto al passato e tende a
precedere quella del sesso maschie di 18-24 mesi.
IL cervello degli adolescenti
 A livello microscopico ancora permangono immaturità di
alcune aree della corteccia.
 La corteccia prefrontale, situata nella zona anteriore dei lobi
frontali si sviluppa fin dalla fase neonatale: è stato riscontrato
che i circuiti cerebrali vanno incontro a fasi di crescita e a fasi
di potatura, ossia a una maturazione di tipo discontinuo,
definita per questo “a onde”, contrassegnata dal manifestarsi
di alcune funzioni, connesse allo sviluppo di una specifica area
o struttura del cervello. L’aumento della crescita dei circuiti è
costante, nell’infanzia e nella preadolescenza (7-15). Tre i 16 e
i 20 anni l’ondata di crescita interessa i lobi parietali e
temporali.
Il cervello degli adolescenti
 Tra i 16 e i 20 anni nei circuiti del lobo frontale interviene una
rilevante potatura che riduce i neuroni in eccesso e aumenta la
stabilità e l’efficienza di quelli che hanno stabilito connessioni
capaci di inibire diversi comportamenti impulsivi. E’ proprio in
questo periodo che si affermano progressivamente la capacità
di gestire le emozioni, sia la disponibilità ad ammettere punti
di vista diversi dai propri.
 La corteccia prefrontale, che sovrintende sia alla
pianificazione che all’organizzazione di svariati comportamenti,
nonché alla gestione delle emozioni e all’inibizione di risposte
“non appropriate”, necessita per maturare di un tempo
maggiore rispetto ad altre aree della corteccia cerebrale
Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo
puberale
Cambiamenti di vasta portata, che comportano
ripercussioni di una certa entità, spesso imprevedibili,
sconosciuti e non immaginabili
 Paure fisiologiche che riguardano l’adeguatezza del
proprio corpo in termini per esempio di dimensioni del
seno, oppure di altezza.
 Ansie e timori per il confronto del proprio corpo
con quello dei coetanei, per la variabilità
interindividuale nello sviluppo e per la disarmonia della
crescita delle varie parti del corpo e per il timore della
presenza di qualche anormalità nel proprio corpo, legata
ad un’eccessiva preoccupazione per la propria immagine
corporea (dismorfofobia)
Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo
puberale
 Perdita del senso di stabilità e di autostima
in coincidenza con la perdita di quelle fattezze
infantili su cui si giocavano rapporti di affettività
e tenerezza.
 Preoccupazione per alcuni cambiamenti
fisici puberali, come l’acne, che per la severità
di alcune forme può comportare un marcato
disagio psicologico.
Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo
puberale
 Differenze di genere in modo positivo
 I ragazzi sperimentano in maniera positiva i cambiamenti fisiologici
nell’altezza e nel peso, l’aumento della massa corporale in sintonia con la cultura
occidentale che sembra favorire i ragazzi più forti e muscolosi.
 Le ragazze sperimentano in maniera negativa i normali cambiamenti
nell’altezza e nel peso, soprattutto per gli aumenti del peso e del grasso,
condizionate dalle immagini di donna che enfatizzano l’esilità del corpo come
attrattività fisica del corpo femminile.
 Entrambi, ragazze e ragazzi, sono condizionati in modo ossessivo dall’aspetto e
da fattori estetici che condizionano la vita di relazione e soprattutto
l’accettazione da parte dei pari.
 Anche la precocità o il ritardo del processo puberale possono determinare
ripercussioni psicologiche per entrambi i sessi.
 Per i ragazzi la precocità può rappresentare un elemento facilitante, per
l’assunzione di un ruolo di leader nel gruppo e per l’ammirazione dei pari;
 Le ragazze hanno difficoltà maggiori per l’anticipazione dello sviluppo ad un
aumento di controllo puberale: l’arrivo del menarca può corrispondere ad un
aumento di controllo da parte della famiglia e quindi a un restringimento della
propria libertà.
Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo
puberale
Criticità di genere
 L’immagine del corpo delle ragazze nel corso
dell’adolescenza e i cambiamenti di peso in relazione
allo sviluppo legati alla pubertà possono sfociare in
modalità comportamentali non sane: abitudine alle
diete, allo sviluppo di disagi depressivi e irrealistiche,
all’anoressia nervosa, alla bulimia…)
Gli aspetti psicologici legati allo sviluppo
puberale
Non ne sono immuni i ragazzi: i modelli maschili
sono spesso palestrati con spalle ampie e muscoli
addominali ben delineati, immagini maschili
presentate dai media come irraggiungibili.
Si parla di bigoressia, forma di
esercizio fisico ossessivo.
Alcuni ragazzi possono ricorrere a steroidi, altri
invece, che nutrono insoddisfazione per il proprio
corpo, possono entrare in forme di depressione e di
disagio emotivo.
Un nuovo modo di pensare
Con il processo maturativo del cervello, l’adolescente
evolve nelle sue capacità cognitive sia in senso qualitativo
che quantitativo, perché il ragazzo acquisisce la capacità
di effettuare operazioni mentali che non riguardano
solo fatti fisici, ma arrivano ad includere le possibilità
logiche del pensiero stesso e la capacità di trarne le
conseguenze. Non più vincolato a oggetti e fatti della
realtà, può accedere ad un livello ipotetico e astratto.
Il pensiero giunge allo “stadio dialettico“: capace di
costruire teorie e di analizzare problemi teorici, ma anche
di aprirsi alle opinioni altrui, accettando l’esistenza di punti
di vista differenti.
Un nuovo modo di pensare
Criticità
Variabilità individuale del funzionamento
cognitivo: non tutti gli adolescenti raggiungono la
nuova caratteristica “combinatoria” del cervello,
alcuni restano bloccati a livelli inferiori, perché il
progresso cognitivo è influenzato anche dagli stimoli
culturali provenienti dall’ambiente di appartenenza.
Questo crea problemi di apprendimento
scolastico di vario tipo.
Un nuovo modo di pensare
Sintesi sviluppo cognitivo:
Il pensiero dell’adolescente si basa sul possibile e
non sul “qui ed ora”;
Sviluppa un ragionamento di tipo scientifico
grazie alla capacità di generare ipotesi e
sottoporle a verifica;
Comincia a fare progetti per il futuro con
un’attività mentale di pianificazione;
Sviluppa la capacità metacognitiva, capacità di
riflettere sul proprio pensiero;
Il pensiero arriva a comprendere argomenti
riguardanti la propria interiorità (Keating)
L’adolescente verso un’autonoma definizione di
sé
• il senso di unicità personale,
con cui ci percepiamo distinti dagli altri e
dal mondo intorno a noi;
• Il senso di continuità
personale, per il quale riusciamo a
conservare una coerenza relativa alla
nostra individualità
Identità, “Sé”,
“Io” indicano • Il senso di autonomia
personale, che ci consente di avere la
padronanza dei nostri pensieri e delle
nostre azioni
Identità, “Sé”, “Io”
Identità, “Sé”, “Io”
L’identità coincide con un senso oggettivo di coesione e
di stabilità, realizzato, in un processo dinamico, tramite
un’integrazione delle rappresentazioni di Sé sviluppate nel
passato con quelle proiettate nel futuro.
Crisi di identità dell’A. : è caratterizzata dall’antitesi tra
identità e confusione di ruolo, perché questa è l’epoca della
vita nella quale l’individuo può oscillare tra la sensazione di
aver trovato una definizione di sé e l’impressione contraria di
un senso di perdita della propria personalità (Eriksson).
Identità, “Sé”, “Io”
L’incertezza della società attuale, l’insicurezza, la
perdita di valori strutturati, strutturano società “liquide”
(Zygmunt Bauman).
L’identità da costruire si posticipa in età adulta, in
quanto l’individuo si percepisce come segregato
nell’indeterminatezza, non può contare su un sicuro
senso di appartenenza, né sul riconoscimento da parte
degli altri.
Si resta così sedotti da identità imposte da modelli
esterni e, come tali, destinate a essere mobili, mai date
una volta per tutte.
Identità, “Sé”, “Io”
Identificazioni sfuggevoli e mobili a
causa di legami mutevoli sia in ambito
privato che in ambito sociale;
La precarietà della struttura
familiare con conseguente
indebolimento dei ruoli genitoriali;
Relazioni intime e affettive che
rispondono sempre più a parametri di
tipo edonistico piuttosto che affettivo.
Presentificazione e impossibilità
di prospettarsi un futuro.
Adolescenti personalità “patchwork”




Personalità che si strutturano attraverso una serie di
collage di esperienze frammentarie, rimanendo prive
di un nucleo stabile di sostegno.
L’influenza della cyber cultura che ha smantellato
tutti i confini spazio-temporali con bersagliamento di
messaggi mediali ambivalenti e contraddittori.
Sempre più difficile superare la frammentazione per
una strutturazione organizzata della personalità.
Il ruolo di Super Io della scuola.
Il ruolo dei media nella costruzione
dell’identità
La rilevanza dei contenuti simbolici presentati dai
media
Una sfilata di personaggi (giocatori, attori, attrici, uomini di successo positivi e
negativi…) suggestionano identificazioni e sogni spesso causando insufficienze
e depressioni. Il mondo virtuale diventa un sogno ad occhi aperti, perché il
mondo reale viene visto senza attrattive.
Facebook, i socialnetwork vengono vissuti come: identity formation,
intrattenimento, identificazione con la cultura giovanile (senso di
appartenenza), coping e ricerche di esperienze emozionanti.
Opportunità positive di confronto?
Un risvolto negativo dei mezzi mediatici è quello di sviluppare un legame di
dipendenza con particolari tipi di sottocultura costituiti da un insieme di
persone che simpatizzano per il medesimo interesse comune. (i cosiddetti
fandom)
Adolescenza, socializzazione,
Innamoramento
L’esperienza
amorosa è pietra
miliare nel percorso
di crescita;
rappresenta la
verifica a livello
affettivo e a
corporeo tutti i
cambiamenti alla
pubertà.
E’ un viaggio di
iniziazione
sentimentale, di
educazione
all’affettività, che
ha esplosioni di
emozioni mai
provate prima e
precipitazioni
depressive.
Innamoramento e identità: un
viaggio
1.
2.
3.
4.
Una fase di iniziazione: i ragazzi si cimentano nel cercare di
integrare il desiderio sessuale nella strutturazione della propria
identità, rinegoziando le azioni con il gruppo e con la famiglia.
Fase cosiddetta di status: si attribuisce alla sessualità un
significato sociale, nel senso che avere un partner comporta un
certo riconoscimento nella collettività e di conferma nel
gruppo.
Fase dell’affetto: necessità di intimità fisica e di condivisione
emotiva, anche se la sintonia tra queste due componenti può
anche non essere immediata.
Fase del legame: una relazione amorosa simile a quella
dell’adulto, fondata sull’impegno e sulla fiducia dei partner
Innamoramento e identità
 Una presa di possesso del proprio corpo che lo
allontana dalla madre (fine della simbiosi) e dal padre:
l’ambiguità di non essere più figlio.
 Un rafforzamento quasi sfrontato della propria
identità (Chi sono io e che cosa voglio?) o un curvatura
depressiva che abbassa il livello di autostima.
 Storie d’amore sperimentali, edonistiche, bramose,
possessive… che allontano dall’identità per l’indifferenza o
l’incapacità di sopportare la frustrazione; e storie d’amore
che rafforzano un’identità armonica.
L’importanza del gruppo in
adolescenza
La difficoltà e l’impossibilità di strutturare un Sé
frequentando il mondo degli adulti; per una piena
consapevolezza della propria identità, l’A. si
sviluppa essenzialmente entro i confini del
gruppo dei pari.
Estinti i riti di passaggio in cui l’adulto competente
accompagnava il fanciullo allo stato adulto, è l’adolescente
stesso che gestisce la sua iniziazione all’interno della
comunità dei pari: appartenere ad un gruppo di
coetanei per lui riveste un ruolo vitale.
L’importanza del gruppo in
adolescenza
 Il gruppo rappresenta un serbatoio di
approvvigionamenti narcisistici e soddisfa importanti
bisogni psicologici, in esso si gioca una sorta di
sperimentazione identitaria: in una continua
alternanza di identificazioni e differenziazioni si
procede alla costruzione di un nuovo Sé.
 Il gruppo consente di contenere le sue ansie e
preoccupazioni, perché fornisce una serie di risposte
a tutta una serie di interrogativi, tra cui quelli relativi
al proprio corpo, che vengono attenuate con
stratagemmi condivisi ( Un look d’identificazione).
L’importanza del gruppo in adolescenza
Il gruppo aiuta a superare le
preoccupazioni riguardanti le aspettative
del contesto sociale, in particolare dei
genitori, da cui tentano di distaccarsi
assumendo spesso atteggiamenti e valori
differenti, culture giovanili in
contrapposizione spesso con la società
degli adulti.
L’importanza del gruppo in
adolescenza
Stili e “culture di gruppo” (Saottini)
1. Gruppo evasivo-trasgressivo: ricerca del
divertimento e conflittualità nel rapporto con i
familiari
2. Gruppo sportivo: ragazzi impegnati nello sport con
l’adesione a valori più tradizionali: la competizione,
l’impegno, la cura di sé… con l’accettazione del
Competente riconosciuto;
3. Gruppo di carattere formativo: associazioni di tipo
religioso, politico e culturale;
L’importanza del gruppo in
adolescenza
4. Gruppo di carattere sociale che coltiva valori di
solidarietà;
5. Gruppo più orientato verso espressioni culturali
e artistiche (musica, teatro, immagini, lettura…)
Segnali di individuazione comuni:
pratiche del piercing e dei tatuaggi e la
condivisione del brivido come potente
veicolo di comunicazione emotiva con i pari
(sfide con la morte)
Le sfide dello sviluppo: la ricerca del
rischio
Rischio=
Cimentarsi con qualcosa di difficile, che
può dare un riconoscimento di essere
capace di farcela da solo;
2. Saper affrontare qualcosa, di cui gli altri
hanno paura o non sono capaci o non
hanno voglia di fare
3. Sinonimo di impresa ardua, di disprezzo
del pericolo, di conquista di una cima, di
energia e coraggio
1.
Le sfide dello sviluppo: la ricerca del
rischio
Tutte queste cose richiamano l’ebbrezza della
crescita, l’euforia della forza e libertà fisica,
un distacco da figure ripetitive e monotone,
da regole imposte, da raccomandazioni
genitoriali…
Il rischio è il destino dell’adolescente
La mancanza di presenza di figure adulte.
Le sfide dello sviluppo: la ricerca del
rischio
 I comportamenti a rischio sono positivi (Hall) se
ricavano da tali esperienze un rafforzamento della propria
autostima: esplorano attivamente il mondo per affermare il
affermare la propria identità e cominciare a dare il proprio
contributo da adulto. Senza sfida non c’è crescita
 Sono negativi se espongono la vita del soggetto ad un
rischio di autolesionismo, di sfregio del futuro, di delirio di
onnipotenza (droga, disturbi alimentari, atti di violenza…)
Sintomo di “un vuoto narcisistico”, di “perdita di
speranza”, noia, indifferenza, perdita di
legami affettivi, sfrontatezza dell’agire.
Le sfide dello sviluppo: la ricerca del
rischio
L’”egocentrismo adolescenziale”: centralità del Sé, delirio
di onnipotenza, sfida alla stessa idea di morte.
1. Vive come in un palcoscenico, al centro dell’attenzione
altrui e preoccupato di come può apparire agli altri
(“pubblico immaginario”);
2. Vive una “favola personale”, la costruzione di un’opinione
di sé ipertrofica, cioè connotata di grandiosità,
riassumibile nella convinzione “A me non potrà mai
succedere” (D. ElKing)
3. E’ alla ricerca di sensation seeking, ricerca di sensazioni,
un bisogno di eccitazione particolare
Il rischio come risposta a figure genitoriali assenti, o
troppo permissive o addirittura iperprotettive.
Dalla trasgressione alla devianza
 La trasgressione come superamento della
dipendenza infantile, come momento di acquisizione
di un’identità nuova è tipica dell’adolescente.
 Proiezione: un’identità fragile si proietta in
personaggi del mondo virtuale, positivi e negativi
chiedendo in prestito identità vicarianti, assumendone
le mode e gli eccessi: alcol, droga, atteggiamenti
anticonformisti che spesso sfociano in atti antisociali e
delinquenziali.
Dalla trasgressione alla devianza
La devianza
 espressione rafforzata di identità fragile, sintomo di
disagio esistenziale, che si manifesta
 come generale senso di disorientamento,
 come difficoltà a relazionarsi con gli altri,
 come irrisolvibile senso di noia,
 come modalità di costruirsi una reputazione sociale
riconosciuta all’interno del gruppo dei pari.
Dalla trasgressione alla devianza
1. La devianza ha l’intrinseca caratteristica di rendere
più ampia la comunicazione, enfatizzando i
messaggi, e quindi si rivela un utile mezzo per
mobilitare l’attenzione.
2. …Un modo per attrarre su di sé l’attenzione di chi
gestisce il controllo, mobilita interessa e sollecita
risposte (De Leo, Patrizi)
3. … Soddisfa un fisiologico bisogno di
egocentrismo (Madza)
Dalla trasgressione alla devianza
 La devianza costruisce nell’A. un forma di
disimpegno morale, cui mette in atto una serie di
strategie per liberarsi da norme e assolversi da
responsabilità (Bandura):
 La deumanizzazione: negare alla vittima le sue
qualità umane “è un incapace, handicappato…”
 L’attribuzione di colpa: l’azione deviante viene
giustificata addossando la responsabilità alla vittima
(es. dello stupro)
Dalla trasgressione alla devianza
La devianza, come fenomeno complesso del disagio
giovanile, assume varie forme: bullismo, atti di
vandalismo, spaccio di sostanze, uso di droghe, alcol,
anoressia…
Esiste un modello tra la devianza e l’influenza
esercitata dai mass media?
La “teoria del modellamento” di Bandura ritiene che
l’imitazione riveste un ruolo particolarmente importante
nel processo di costruzione dell’identità. Scene di violenza
o antisociali possono sedurre adolescenti fragili, che si
sentono rinforzati nel loro comportamento trasgressivo dal
modello emulato.
Droga
 E’ boom per quanto riguarda l’utilizzo di cannabis, che fa
registrare un incremento di 2,29 punti percentuali rispetto
al 2011(Dipartimento antidroga).In tanti, infatti,
comprano hashish e marijuana su internet, dove i siti che
offrono sostanze o ne promuovono l’uso hanno
abbondantemente superato nel corso di quest’anno le
800mila unità. Il report 2013 è stato condotto su un
campione di 34.385 studenti tra i 15 e i 19 anni. Le
percentuali di consumatori (una o più volte negli ultimi 12
mesi) sono emblematiche: cannabis 21.43% (19,4% nel
2012), cocaina 2,01% (1,86% nel 2012), eroina 0,33% (0,32%
nel 2012), stimolanti metamfetamine e/o ecstasy 1,33%
(1,12% nel 2012) e allucinogeni 2,08% (1,72% nel 2012).
Droga
 Gioco d’azzardo e consumo di droga: un legame non
casuale: nel 2013 circa 1.250.000 studenti delle superiori
hanno partecipato ad almeno un gioco d’azzardo.
 Gli adolescenti con comportamenti di gioco patologico
hanno un uso contemporaneo di sostanze stupefacenti pari
al 41,7% rispetto ai loro coetanei che non giocano, che
presentano invece una prevalenza di uso di sostanze molto
più bassa e statisticamente significativa pari a 17,5%.
Secondo i dati del Dpa del 2013, il 35,2% degli studenti che
gioca ogni giorno o quasi, fa anche uso di sostanze
stupefacenti.
Droga
«Non è necessario utilizzare
determinate sostanze per
diventare il ragazzo forte o
più importante del gruppo –
sintetizza un nostro
compagno –. Bisogna
solamente decidere quale
strada prendere nella vita e
saper dire di no al momento
giusto».
Anoressia
 Nucleo fondamentale di tale malattia è una profonda scissione
tra l’io e il corpo; percepisce la sua figura deformata (si sente
grassa nonostante l’estremo dimagrimento dovuto alla malattia)
ed ha un’immagine ideale ed immateriale di sè.
 Annulla il corpo odiato, che vive come un nemico, una
minaccia che deve essere continuamente tenuta sotto controllo:
non c’è più fusione tra la realtà fisica e psichica e di conseguenza
ella perde il sentire, gli affetti e la capacità di rapportarsi in modo
profondo agli altri. Infatti l’anoressica, fondamentalmente
narcisista, tende ad isolarsi e sviluppare un’attività di pensiero,
che, separata dall’affettività, diventa astratta, sterile…
 Il sintomo dominante è il rifiuto del cibo. Rapporti con la
madre e con il padre.
La depressione
 Si intrecciano sintomi psichici e somatici: il depresso, pur non
arrivando alla dissociazione, vive con difficoltà il rapporto con il mondo
esterno; è apatico, oppresso dalla tristezza e dal pessimismo, avverte
come insormontabili le difficoltà minime della vita e si sente
paralizzato nell’agire, in quanto gli eventi perdono per lui il significato.
 L’attività del pensiero è rallentata e tende alla ripetizione monotona
delle stese idee. In questa situazione di stasi, il depresso sente
impossibile ogni forma di cambiamento e di rinnovamento.
 L’autovalutazione e il senso di colpa possono manifestarsi in veri e
propri deliri e , in casi estremi, portare al suicidio. Anche il corpo si
ammala ed esprime il malessere psichico attraverso la tachicardia, il
rifiuto o l’abuso del cibo, i disturbi gastrointestinali e i disturbi del
sonno, che spesso è caratterizzato da risvegli angosciosi.
 Il depresso perde la vitalità e la voglia di vivere. Lesione dell’immagine
interna. Sente la violenza, l’annullamento, ma non si ribella.
La scuola e la famiglia. Che fare?
Il contesto sociale
La scuola si è trasformata in un grande
laboratorio della complessità sociale, dove
quotidianamente si sperimentano i grandi
flussi migratori, i cambiamenti di stili
cognitivi, le incertezze del futuro, le
trasformazioni etiche e motivazionali, i
problemi della frammentazione giovanile, la
perdita di valori.
La scuola è l’unica istituzione quotidiana che si
prende “cura” dei ragazzi
La scuola e la famiglia. Che fare?
1. La famiglia: scomparsa del modello “fusionale”
per un modello individualistico di relazione di
coppia: l’autorealizzazione del singolo può
diventare prioritaria rispetto a quella dell’unità
familiare.
2. Le “démariage”: il matrimonio è divenuto
un’esperienza soggettiva; scioglierlo o romperlo
attiene alla coscienza individuale” (Irène Théry)
3. L’instabilità familiare come uno degli aspetti
dell’instabilità dell’intera società d’oggi, definita
“società del rischio” o “società dell’incertezza”. La
famiglia diventa “un’impresa rischiosa” (Ulrich
Beck)
La scuola e la famiglia. Che fare?
La scuola un concentrato di valori costituzionali
Il principio costituzionale della libertà
d’insegnamento (art.33)
La piena attuazione dei diritti inviolabili
(art.2)
Uguaglianza sostanziale e diritto alla
diversità (3)
Diritto sociale all’istruzione: la scuola aperta
a tutti (art.34)
La scuola e la famiglia. Che fare?
Scuola: sintesi di valori culturali che si
esprimono nei saperi
I saperi come laboratorio di
prevenzione e di cura: orientamento
della sensibilità e all’affettività,
organizzazione del pensiero,
progettazione ed educazione alla
cittadinanza attiva e al senso di
appartenenza.
La scuola e la famiglia. Che fare?
Rapporto scuola famiglia:
I genitori come risorse e non come
controparte. La partecipazione
condivisa
Il supporto alla genitorialità
La formazione continua dei genitori
La scuola come pragmatica del
cambiamento
Punti-chiave per rispondere alle sfide di una società
complessa
1. Un clima psicologico positivo di condivisione dei
problemi
2. Una organizzazione puntuale che sappia gestire la
complessità
3. L’ottimizzazione delle risorse
4. La flessibilità dell’organizzazione
5. Autoanalisi, ri-determinazione, riprogettazione in
vista di una efficienza degli strumenti, efficacia dei
risultati e qualità del servizio
Il clima psicologico deve tradursi in clima
organizzativo
Grazie!
20/10/2015