Che cos’è la filosofia
CHE COS'È LA FILOSOFIA
Etimologia della parola «filosofia»
• Filosofia è una parola di origine greca che
deriva dall'unione del verbo philein (amare) e
sophia (sapienza) e significa quindi “amore
del sapere”. Filosofo non è dunque chi già
possiede il sapere, ma colui che ama il sapere
e lo ricerca con passione.
Il filosofo non è né sapiente né
ignorante
• Platone sostiene che la filosofia è desiderio di
conoscenza e che il filosofo non è né sapiente
(altrimenti non desidererebbe sapere) né
totalmente ignorante (altrimenti non sarebbe
nemmeno consapevole di non sapere e di aver
bisogno di conoscere), ma sta a metà tra il
sapiente e l'ignorante.
La filosofia nasce dalla meraviglia
• Aristotele scrive che la filosofia ha origine
dalla meraviglia. L'uomo di fronte al grande
spettacolo della natura prova un senso di
dubbio e riconosce di non sapere; ciò provoca
in lui quella curiosità intellettuale che lo
spinge a porsi domande e cercare spiegazioni.
Tutti gli uomini
sono invitati a filosofare
• La filosofia non è un esercizio per pochi
intellettuali, ma tutti gli uomini, in quanto
desiderano sapere e in quanto sono curiosi,
sono filosofi.
• Epicuro più avanti dirà che non si fa filosofia
solo per conoscere, ma anche per capire
come essere felici e quindi tutti gli uomini
sono invitati a filosofare.
DOVE È NATA LA FILOSOFIA
La filosofia è nata in Grecia; non in madrepatria, bensì nelle colonie dell'Asia Minore
e delle isole dell'Egeo.
La nuova situazione sociale
• Nella Ionia era attivo, tra il VII e il VI secolo a.C. un ceto di
commercianti e artigiani che si era arricchito con gli scambi
mercantili e che si batteva contro i privilegi della tradizionale
aristocrazia agraria. Questa nuova borghesia commerciale spingeva
verso un cambiamento sociale che portasse al riconoscimento
dell'uguaglianza dei diritti politici e permettesse ad ognuno di
ottenere ricchezze e prestigio sociale non per nascita ma grazie
alla preparazione, l'impegno e le capacità personali.
• La filosofia in quanto esercizio basato sulla ragione e accessibile a
tutti secondo il merito individuale, ben si addiceva alle esigenze di
queste nuove classi sociali.
• Solo successivamente la filosofia approdò in madrepatria. In
particolare, ad Atene presero corpo le più articolate e influenti
elaborazioni filosofiche, come quelle di Socrate, Platone ed
Aristotele.
Sapere orientale e sapere greco a confronto
Sapere orientale
Sapere greco
Oggetto di indagine
L'uomo
La natura e l'essere
Scopi
Scopi pratici (la salvezza
Scopi teorici (conoscere il
dell'uomo; scrutare il destino perché delle cose)
negli astri; misurare terreni,
ecc.)
Protagonisti (chi esercita il
sapere)
Casta di sacerdoti
Potenzialmente, tutti gli
uomini
Strumento
La tradizione (custodita da
pochi eletti)
La ragione (il logos)
I primi filosofi
LE PRIME DOMANDE FILOSOFICHE:
L'ARCHÉ
Qual è il principio della natura
• I primi pensatori, che tra il VII e il VI secolo
a.C., a Mileto, diedero avvio alla ricerca
filosofica furono Talete, Anassimene e
Anassimandro. Essi, così come molti loro
successori, iniziarono a riflettere sul problema
della natura (Per natura, in greco Physis, essi
intendevano “tutto ciò che esiste”) e si posero
la seguente domanda: “Qual è il principio
della natura?”.
Significato di Natura e di Principio
• Natura. I primi filosofi intendevano con il termine “natura” in un
senso più ampio del nostro, non solo come piante e animali, ma
come totalità della realtà, quindi è anche un sinonimo di mondo o
cosmo. Questi primi filosofi sono infatti anche detti “fisici” o
“cosmologi”.
• Principio. La parola che noi traduciamo come principio in greco è
Arché. Questo termine presenta diversi significati, così riassumibili:
a)
b)
c)
d)
ciò da cui tutto deriva;
ciò di cui sono fatte tutte le cose e che permane in esse nonostante
il loro continuo mutamento;
ciò che anima tutte le cose e che fa sì che la natura sia qualcosa di
vivente;
ciò a cui tutte le cose ritornano una volta che è terminato il loro
ciclo di vita.
Monismo e Panteismo
• Quindi, secondo questi filosofi, esiste un principio
della natura; questo principio è una realtà unica
ed eterna ed è l'origine e il fondamento di tutto
ciò che esiste.
• Questa visione può essere definita:
– Monistica  monismo = concezione secondo la quale
vi è un unico principio sufficiente per spiegare tutta la
natura
– Panteistica  panteismo = concezione secondo la
quale il principio (divino) è presente in tutte le cose
TALETE (624 A.C. - 548 A.C.)
Vita e aneddoti
• Talete fu uomo intelligente e di molteplici ingegni (oggi diremmo una
personalità poliedrica): egli fu un importante uomo politico di Mileto e un
abile commerciante, ma si interessò anche di filosofia, matematica (a lui
si deve la scoperta di alcuni importanti teoremi), astronomia (pare che
abbia previsto l'eclissi del 585 a.C.), fisica (fu tra i primi a studiare le
caratteristiche delle calamite; in Asia Minore vi erano ingenti depositi di
magnetite, lo stesso nome magnete viene da “Magnesia”, nome della
località dell'Asia Minore ricca di depositi di magnetite).
• Di lui si narrano anche alcuni aneddoti (fatti curiosi), per es. Platone dice
che una sera, Talete, mentre camminava assorto con lo sguardo rivolto
verso il cielo per scrutare le stelle, cadde in un pozzo e una serva che
vide la scena scoppiò a ridere. Non sappiamo se questo episodio sia
realmente accaduto, ma ci fa ugualmente comprendere quanto Talete
fosse un personaggio importante e percepito dai suoi contemporanei
come un saggio tutto dedito al ragionamento e alla speculazione.
Il principio è l’acqua
• Benché non ci siano giunti scritti filosofici di Talete, del suo
pensiero abbiamo una preziosa testimonianza da parte di
Aristotele, il quale scrive: “Talete dice che il principio
(Arché) è l'acqua, perciò anche sosteneva che la Terra sta
sopra l'acqua”.
• Aristotele tenta anche di ragionare sui motivi per cui Talete
sostiene che il principio della natura sia l'acqua e li
riassume in questo modo
1.
2.
3.
l'acqua è fonte di vita e di nutrimento e senza l'acqua non è
possibile la vita;
l'acqua è all'origine della vita e dall'acqua si generano tutte le
cose (infatti l'acqua ha la capacità di trasformarsi sia in
qualcosa di aeriforme sia in qualcosa di solido);
l'acqua è presente in tutte le cose.
Affermazioni basate sul logos
• La differenza fra il discorso di Talete e i
precedenti racconti mitologici (che
considerava per esempio Oceano come padre
delle cose) consiste nell'uso della ragione:
Talete, infatti, basa le sue affermazioni non
sulla religione, sulla tradizione o sul mito, ma
sul logos, ossia sul ragionamento.
ANASSIMANDRO (610 A.C. - 547
A.C.)
Sulla natura - Arché
• A differenza di Talete, di Anassimandro,
politico e astronomo di Mileto, ci sono
pervenuti frammenti di un testo da lui scritto
intitolato “Sulla natura”.
• Anche Anassimandro si occupa del principio
della natura, anzi pare sia stato proprio lui il
primo ad impiegare il termine Arché.
Il principio non è l’acqua né nessun
altro elemento determinato
• Al contrario di Talete, tuttavia, non pensa che
tale principio possa essere individuato
nell'acqua, né in nessun altro particolare
elemento della natura.
• Se il principio fosse qualcosa di determinato,
come l'acqua o l'aria, non sarebbe possibile
spiegare come da esso possano avere origine
tutte le cose, anche quelle che rispetto ad esso
sono molto diverse o addirittura opposte.
• Il principio non è nessuna delle cose che
troviamo nella natura, per poter esserle tutte.
Arché = apeiron
• Ciò da cui deriva ogni cosa, deve essere per
sua natura indeterminato. Arché è dunque
l'apeiron (a = non, peras = limite) ovvero un
principio infinito e indeterminato.
• L'apeiron oltre ad essere indeterminato e
infinito è anche fuori dal tempo, in quanto il
tempo scandisce la vita delle cose naturali,
che nascono e muoiono, mentre l'apeiron
essendo principio non nasce né muore.
Come e perché dall’apeiron derivano
tutte le cose?
• Le cose sono nate per un processo di
separazione dalla sostanza originaria, nella
quale agisce da sempre un movimento eterno,
che fa sì che dalla sostanza si separino i
contrari (caldo e freddo, secco e umido, ecc.).
L'azione reciproca dei contrari dà luogo al
cosmo.
La spiegazione morale: il mondo deriva
da un’ingiustizia originaria
• Oltre a questa spiegazione fisica, Anassimandro adduce
anche un'altra spiegazione “morale”: in un famoso
frammento si legge “Da dove infatti gli esseri hanno
l'origine, ivi hanno anche la distruzione secondo necessità:
poiché essi pagano l'uno all'altro la pena e l'espiazione
dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo”).
• Il nascere delle cose dal principio è quindi equiparato ad
una ingiustizia.
• Nel principio, infatti, i contrari esistevano in perfetta
unità, mentre dopo la loro separazione si fanno lotta l'un
l'altro. Ogni contrario tenta di prevaricare sull'altro, ma
nessuno di essi riesce a sconfiggere definitivamente il suo
opposto
Espiazione e innumerevoli mondi
• Poiché il mondo nasce dalla scissione dei
contrari dal principio, in ciò va vista
l'ingiustizia, che dovrà essere espiata con la
morte del mondo stesso, che poi ancora
rinascerà e finirà di nuovo, all'infinito.
• Il mondo in cui viviamo non è che uno degli
innumerevoli mondi del tutto simile a quelli
che l'hanno preceduto e che lo seguiranno.
ANASSIMENE (VI SECOLO A.C.)
Il principio è l’aria
• Discepolo di Anassimandro, anche lui scrive un trattato
intitolato Sulla natura, di cui ci sono giunti alcuni
frammenti.
• Egli pensa, come il suo maestro, che il principio sia infinito,
ma anche che esso non vada inteso come aperoin
(indeterminato), bensì come aria infinita, sostanza aerea
illimitata.
• Ciò gli permette di fornire una spiegazione fisica della
natura. L'aria infatti si presta alle variazioni e alle
trasformazioni che spiegano il nascere e il perire di tutte le
cose: condensandosi si raffredda e diventa acqua e pi terra,
allentandosi (rarefacendosi) e dilatandosi si riscalda e
diventa fuoco.
Eraclito
(Efeso, VI – V secolo a.C.)
Panta rhei
• "Eraclito l'oscuro"
• Tutto scorre (panta rhei), nulla resta
immobile e fisso, tutto cambia
incessantemente
• Metafora: non è possibile immergersi due
volte nello stesso fiume: l'acqua del fiume
scorre e non è mai la stessa, noi cambiamo
continuamente e non siamo mai gli stessi
L'armonia dei contrari
• Il divenire è un passaggio continuo da un
contrario all'altro
• Fra i contrari c'è una guerra perenne ("La
guerra è madre di tutte le cose")
• Lo scorrere perpetuo delle cose e il divenire
universale si rivelano come armonia dei
contrari
• Questa armonia è il principio
Il principio è il fuoco
• Eraclito identifica il principio anche con il fuoco e
considera tutte le cose come una sua
trasformazione
• Il fuoco infatti è sempre mobile, è vita che vive
della morte del combustibile, è continua
trasformazione di questo in cenere, in fumo e
vapori
• Questo fuoco-principio è logos, legge razionale,
che governa tutte le cose (nulla esiste e accade
per caso, ma secondo una legge razionale)
Pitagora e i pitagorici
(V secolo a.C.)
Pitagora e i pitagorici
• Pitagora è nato a Samo, ma ha fondato la sua
scuola a Crotone e il suo pensiero si è diffuso
in tutta l'Italia meridionale
• Pitagora divenne ben presto una figura
leggendaria e poiché non abbiamo scritti
autentici, non c'è modo di distinguere con
esattezza le sue idee da quelle dei suoi
discepoli, pertanto ci possiamo solo riferire in
senso globale al pensiero dei pitagorici
I numeri come principio
• I pitagorici indicarono nel numero il principio di tutte
le cose
• Questo perché avevano osservato che in tutte le cose
c'è una regolarità matematica, numerica
• Per es. i suoni e la musica sono traducibili in rapporti
numerici (si pensi al rapporto tra tonalità e lunghezza
della corda di una chitarra)
• Inoltre, tutto l'universo è regolato dai numeri: gli anni,
le stagioni, i mesi, i giorni, ecc.
• Essi avevano una concezione diversa rispetto a noi: per
noi il numero è qualcosa di astratto, per loro era una
cosa reale, la sostanza che costituiva tutte le cose
Limite e illimite
• Anche i numeri però derivano da
una interazione (accordo) tra 2
principi:
1. L'illimite (l'indeterminato)
2. Il limite (il determinante)
• Nel numero pari predomina
l'indeterminato (ed è quindi meno
perfetto) nel dispari il determinato
(ed è quindi più perfetto)
• L'uno non è né pari né dispari, ma è detto
parimpari
• Il 10 è il numero perfetto (teorizzazione del
sistema decimale ancora oggi in uso),
raffigurato come un triangolo perfetto: il
tetraktys
L'universo come cosmo
• Se tutto è determinato dal numero, allora tutto è
ordine, che in greco si dice kosmos --> i pitagorici
furono i primi a chiamare l'universo "cosmo", per
indicare che esso è un tutto ordinato
• Per i pitagorici i cieli, ruotando, secondo numero e
armonia, producono una musica celeste, che le nostre
orecchie non percepiscono perché abituatesi da
sempre a sentirla
• Se tutto è ordinato, tutto è anche razionale --> il
mondo non è più qualcosa di caotico e imprevedibile,
ma un ordine che la ragione umana può comprendere
L'anima, la metempsicosi
e la purificazione
• I pitagorici credevano nella metempsicosi:
l'anima, dopo la morte, è costretta a reincarnarsi
in un altro corpo per espiare la colpa originaria
• Se l'anima nella vita precedente ha ceduto troppo
alle passioni rinascerà in un corpo irrazionale
(animale), se invece si è purificata attraverso la
ragione, rinascerà in forme più perfette (uomo
sapiente)
• I pitagorici furono gli inizatori di quel tipo di vita
contemplativa (bios theoretikos), dedita alla
ricerca della verità e del bene tramite la ragione