FILOSOFIA Il Problema Si può affermare, in primo luogo, che i filosofi hanno la funzione di far sorgere in noi la percezione di certi problemi. Anzi, questa connessione della filosofia con il senso del problema è così stretta che gli stessi Platone ed Aristotele dissero che la filosofia nasce dalla m e r a v i g l i a. L’uomo, guardandosi intorno, ha l’impressione che non tutto vada da se, e che al fondo della esistenza ci sia un problema che si dovrebbe chiarire. Le ragioni indicate dalla scienza non sono mai ragioni ultime. Per essere scientifiche devono muoversi da qualche ipotesi e da qualche dato, e mostrare la dipendenza di un dato dall’altro. Ma un dato primo e definitivo da cui partire non c’è. Infatti non si risolveranno mai tutti i problemi sotto tutti gli aspetti. L’enigmaticità dell’esistenza, che la filosofia ha scoperto e che la scienza non può eliminare, non è abolita, ma anzi resa più acuta dalla filosofia. Dunque la Filosofia, anche se accresce il sapere scientifico quantitativamente, gli da tuttavia un altro senso. Senza la Filosofia il Sapere degenererebbe, per ignoranza dei propri limiti qualitativi. In ciò la filosofia ha una funzione critica (da Socrate in poi) che è distinta dal rigore interno a ciascuna scienza, ma è necessaria alla stessa verità della scienza. Il risultato della Filosofia non è dunque un risultato pratico, è piuttosto un far risultare all’uomo il senso dell’esistenza. Se ci si rende conto che capire il senso delle cose è un compito che non può ridursi a enunciare certe proprietà o connessioni di fatto delle cose, la constatazione che i filosofi affrontano quel compito per mezzo di costruzioni personali diverse non indurrà più a ritenere la filosofia incapace di verità universali, di cui tutti possano fruire. “La Filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale si rimane tali e quali” “La Filosofia è come il vento: nessuno lo vede, ma tutti ne sentono gli effetti” FILOSOFIA: etimologicamente : amore del sapere Riferendoci all’età antica, la FILOSOFIA indica essenzialmente una riflessione razionale rivolta ad indagare i fondamenti costitutivi generali della realtà, l’organizzazione e i principi del pensiero, la struttura e le regole del linguaggio, le norme e i valori del comportamento umano e della convivenza civile, la natura e l’opera di un ente divino. Tre distinte polarità: realtà – pensiero – linguaggio. 1 LA NASCITA DELLA FILOSOFIA Originalità del pensiero greco I greci si possono considerare gli inventori della filosofia occidentale intesa come Metodo di indagine razionale sull’origine e sulla natura dell’uomo e dell’uomo. Lo scopo dei filosofi è giustificare e comprendere la realtà, non diversamente da che si accosta a mito e religione, ma gli strumenti principali da loro adottati non sono la fede, la rivelazione, la poesia, il mito o la metafora, ma il pensiero, la discussione critica, l’argomentazione, il dialogo, la riflessione. Perché in Grecia? Appurato che la tesi di una sua derivazione dalle filosofie dell’Oriente non sembra storicamente fondata, sia perché i filosofi greci non conoscevano l’Induismo, il Buddismo o il Taoismo, sia perché esiste di fatto un carattere originale nel loro filosofare. Si può fare riferimento ad alcuni aspetti specifici per spiegare le peculiarità del pensiero greco, come a fattori storici, culturali e sociali. Gli intensi contatti commerciali dei greci con le altre popolazioni del Mediterraneo, Atene era la capitale commerciale.. L’incontro e il confronto tra differenti culture e concezioni del mondo. Ad Atene affluivano persone provenienti da tutte le parti, Il Mecenatismo. La particolare organizzazione dello stato che ruota intorno a una pluralità di polis, spesso in contatto e/o in contrasto tra di loro. La partecipazione dell’individuo alla vita pubblica e l’abitudine alla discussione, al confronto, al dibattito. La mancanza di un modello religioso unico di riferimento, indiscutibile e a cui sottostare. L’accoglienza per le divinità straniere. La concezione dello sport, del mistero, della morte, dell’aldilà, del destino. La funzione educativa della poesia, del teatro, dell’arte in genere. La nascita di scuole e il sistema educativo. La relazione tra mito leggenda e logos. La nascita di alcune scienze come la matematica, la medicina etc. La lingua greca molto ricca per cui dà la possibilità di cogliere molte sfumature. Etc… 2 I primi filosofi Scopo dei primi filosofi è spiegare il principio primo (archè) – la natura di tutte le cose – insieme al logos, la legge (al contempo ragione e necessità) che tali cose governa I primi pensatori e scienziati avevano a loro disposizione un numero assai ristretto di fatti osservati e si fondarono su tali fatti per fare estese generalizzazioni che risultavano, quindi in buona parte, arbitrarie e fantastiche. Essi spiegano l’ordine della natura ammettendo che tutte le cose naturali derivano da una sostanza originaria o da un comune principio (archè). Se si conosce che il fatto A è legato al fatto B con un ordine causale, si può precedere che B si verificherà quando A si è verificato. Queste prime speculazioni filosofico-scientifiche hanno cercato di riconoscere quell’ordine della natura, senza del quale nessuna ricerca scientifica è possibile e hanno sottratta la conoscenza umana all’immortalità del mito e della tradizione. Inizialmente la soluzione riguardo alla natura dell’archè viene ricercata nell’ambito della natura, e naturalisti sono chiamati i sostenitori di tale tradizione. Sostanze naturali come l’acqua, l’aria, il fuoco, la terra, sono identificate con il principio primo, ma esistono anche proposte più complesse, come quelle che ipotizzano un “indefinito” all’origine della molteplicità delle cose visibili. LA SCUOLA DI MILETO La scuola di Mileto o Ionica comprende una serie di pensatori vissuti nell’omonima cittadina, una delle più prospere tra le colonie greche dell’Asia Minore. Mileto è una repubblica marinara che ha frequenti contatti con la Sicilia, l’Italia meridionale e l’Egitto; in essa si afferma una borghesia mercantile ricca di interessi e di spirito di avventura, tra i cui membri si trovano Talete, Anassimandro e Anassimene, coloro ai quali tradizionalmente si attribuisce l’invenzione della filosofia, nella versione del naturalismo. TALETE (Sec. VII – VI a.C.) Il fondatore della scuola di Mileto è Talete. Egli non lasciò scritti. La sua tesi fondamentale è che tutte le cose nascono dall’acqua e tutte sono composte di acqua. L’acqua è un principio extrareligioso, materale, e la materia è uno dei quattro principi, che secondo Aristotele, costituiscono il reale. Tuttavia l’acqua di Talete non va intesa come “pura materia” nel senso in cui noi siamo abituati a concepire la materia, che ne facciamo qualcosa di inerte e di soggetto a leggi meccaniche. L’archè degli ionici, al contrario, è una materia vivente (si parla quindi di ilozoismo, cioè di una concezione che nella materia vede la vita) ed è un principio non solo fisico, nel senso nostro, ma anche metafisico del generarsi delle cose, cioè della loro natura, è quindi immanente: è la loro essenza profonda, oltre che l’elemento do cui si originano. 3 Essa quindi reca entro di sé un principio attivo divino, che si identifica con il principio stesso della natura. Talete, infatti, avrebbe asserito che tutte le cose sono piene di Dei. Probabilmente, come nota Aristotele, egli partiva dall’osservazione che l’acqua è il nutrimento fondamentale di tutti gli esseri viventi, e generalizzava questa osservazione, ammettendo implicitamente che tutte le cose vivono. Egli diceva pure che “la terra sta sopra l’acqua”, nel senso che la terra è un disco piatto che galleggia sull’acqua. E dei dischi piatti sarebbero anche gli astri, ai quali Talete attribuisce una natura terrosa. Queste dottrine non hanno valore se non come primo passo verso il concetto di un mondo che sia tutto ordinato. ANASSIMANDRO (610 -546 a.C.) Il principio delle cose è indicato da Anassimandro non in un elemento particolare, bensì in un apeiron, cioè un indefinito indeterminato, da cui tutte le cose provengono e in cui tutte le cose sono destinate a ritornare. L’infinito è quindi una quantità spaziale animata cha ha le caratteristiche di essere, vivente, eterno, divino. Anassimandro dice che esso è una quantità illimitata e indeterminata della materia e che tutto abbraccia e tutto governa. Il suo infinito non va concepito come una mescolanza delle varie sostanze particolari, ma come sostanza indeterminata, che può trasformarsi e si trasforma in tutte le cose, senza essere nessuna di queste in particolare. L’essere “apeiron”, cioè il mancare di termine e di confine non era, di solito, considerato dai greci un pregio, ma piuttosto un difetto; i greci avevano un concetto prevalentemente negativo dell’infinito. Ma volendo risalire al principio primo di ogni determinazione, Anassimandro cerca qualcosa che non abbia ancora nessuna delle determinazioni particolari, ma sia la loro matrice. In questa matrice le cose particolari si costituiscono in virtù di un principio o legge, cioè un movimento che scuote l’insieme dell’apeiron e, assumendo un andamento vorticoso, vi forma un mondo. Questo movimento non va inteso semplicemente meccanico ma piuttosto come un’animazione interna, impressa dal principio e manifestatesi in ciò che chiamiamo il divenire. Anassimandro sostiene che da questa sostanza originaria si separano gli elementi contrari: il caldo e il freddo, il secco e l’umido, etc. In virtù di questa separazione si generano i mondi che, come gli esseri particolari, nascono e muoiono e quindi si succedono l’uno all’altro in una vicenda che non ha mai termine. Però non è chiaro se vi siano infiniti mondi tutti contemporanei o solo successivi nel tempo. 4