Persona, istituzioni e lavoro - Movimento Lavoratori di Azione Cattolica

Persona, istituzioni e lavoro.
Azioni e progetti nella prospettiva
della economia civile
Everardo Minardi
www.fondazionedallefabbriche.coop
La crisi e i suoi caratteri
• Di struttura
• Di ambiente sociale
• antropologica
Le percezioni della crisi
• L’evento disastroso
• La destrutturazione dell’esistente
• La liquefazione delle istituzioni e delle regole
• L’isolamento individuale e l’impotenza
Le rappresentazioni della crisi
• L’imprevedibile e l’incontrollabile
• La gestione difficile o impossibile della crisi
• La dilatazione dell’informale nella vita sociale,
nell’economia e nella politica
• La esplosione dell’illegale e del sommerso
nell’organizzazione della vita sociale, economica
La ri-categorizzazione della crisi
• La crisi della economia di capitale:
– da reale a finanziaria, senza ritorno
– Senza crescita e con sviluppo discontinuo e disperso
• La crisi della economia pubblica:
– i criteri di spesa senza investimento
– Inincidenza della distribuzione delle risorse pubbliche
sulle disuguaglianze sociali
– Difficile mantenimento dei sistemi di erogazione della
sicurezza sociale (Welfare, salute, previdenza)
In sintesi (dalla Caritas in veritate)
•
Aumento delle disparità (scandalo delle disuguaglianze);
•
Eccessive protezioni delle conoscenze da parte dei paesi ricchi;
•
Il potere politico degli Stati in ambito economico è sempre più limitato;
•
Riduzione della sicurezza sociale (paradisi fiscali, tagli alla spesa sociale, carente
capacità negoziale dei sindacati, mobilità lavorativa, disoccupazione);
•
Nuovo contesto culturale (mercificazione degli scambi, appiattimento culturale);
•
La fame (accesso alle risorse);
•
Chiusura all’accoglienza della vita (impedita);
•
Negazione del diritto alla libertà religiosa (terrorismo, indifferenza religiosa)
La scelta di campo
della società/economia civile
• Le origini: il pensiero dell’abate Genovesi e la
distanza rispetto alla economia politica
classica (da Smith a Ricardo)
• Raffeisen e Toniolo: per una economia che
non può essere solo economica
• La dottrina sociale della chiesa: contenuti forti
per una dottrina debole e spesso invisibile
• L’anticipazione profetica di Benedetto XVI
nella Caritas in veritate
La società/economia civile
Quel tessuto di vita familiare, associazioni, volontariato, cooperazione che edifica una
città.
Dice il concilio che la società civile è prima della politica, anzi la politica è in funzione
della vita civile stessa (GS 74).
Anche il mercato è divenuto l’unico soggetto dell’economia, mentre la società civile
presuppone che alcuni beni non possano diventare “mercantili”, alcuni beni essenziali
e comuni (l’ambiente, l’acqua, l’istruzione, la cura della salute ...).
Ripartire dal “civile” significa ridimensionare la tendenza del “politico” a dominare
ogni aspetto (l’insieme della vita civile è migliore del clima della politica … e questo è
una grossa risorsa). Ma anche l’economia ha un settore sempre più in crescita
(purtroppo non conteggiato nel PIL) dove “profitto” non è solo “denaro” ma
soprattutto: relazione tra le persone, coinvolgimento di tutti, cooperazione, attenzione
a non lasciare ai margini anche i meno efficienti …
Il bene del vivere insieme in una città è il migliore anti-virus della conflittualità che i
politici non si curano di accrescere sempre più, ed è la grande risorsa che nella solidale
onestà vede una risorsa e non una “perdita” ...
La scelta di campo della
società/economia civile
• La sua autonomia
• La complementarietà con la economia di
capitale
• La sussidiarietà con l’economia pubblica
Le vie possibili da intraprendere
• Evitare la elaborazione di un nuovo riformismo
ideologico
• Intraprendere la via della innovazione sociale
• Rafforzare il carattere della società aperta
• Valorizzare il locale nel globale (glocale)
L’innovazione sociale
• Il protagonismo degli attori sociali e delle
formazioni sociali intermedie
• Il criterio della cooperazione e della mutualità
contro la competizione e la concorrenza senza
regole
• Una nozione più ampia di mercato, non solo per
lo scambio (generatore del profitto), ma anche
per la reciprocità e il benessere (mercato
«sociale»)
Un diverso profilo di impresa
• Un sistema aperto e condiviso di produzione
di valore
• Un rapporto dell’impresa con il mercato
glocale e con le comunità territoriali
• La dimensione attiva della responsabilità
sociale di impresa e di territorio
Sviluppo con la crescita
• Sviluppo come dimensione globale che
contiene, governa e indirizza la crescita delle
formazioni sociali e delle comunità territoriali
incentrato su:
– Beni comuni, non privatizzabili, non cedibili, non
gestibili a favore di pochi
– Beni pubblici, gestiti da anche da soggetti privati,
ma accessibili da tutti, fruibili da tutti, con il
concorso responsabile alla loro necessaria
riproduzione (sostenibilità)
Sviluppo come riduzione
delle disuguaglianze sociali
• Promozione della imprenditorialità attiva e
responsabile
• Promozione della micro finanza e del micro
credito sociale (prestito sociale)
• Equa ripartizione del carico fiscale
Sviluppo come ampliamento della
cittadinanza sociale
• Benessere sociale come ampliamento delle
opportunità sociali oltre il reddito
• Cittadinanza come riconoscimento dello «ius
soli» per tutti
• Cittadinanza attiva da esercitarsi in pieno da
chi porta diversità e svantaggi fisici e sociali
• Cittadinanza come riconoscimento della
libertà di azione, associazione, organizzazione
di espressione della società/economia civile