elementi di geometria solida

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PRESENTAZIONE DI GEOMETRIA
PRESENTAZIONE
DI GEOMETRIA SOLIDA
SOLIDA
CLASSE 4 As
Di Marica Castaldo, Carmen Galdi,
Martina Ferreri e Emanuela Reale
Prof.ssa Russo Lucia
m
P 1- Per tre punti non allineati passa uno ed un
solo piano.
P 2-
a
·A
P (A,B,C)=a
·C
·B
Se due punti di una retta appartengono a
un piano, essa giace interamente sul piano.
·A
P 3- Un qualunque piano divide l’insieme dei
·B
a
punti dello spazio in due regioni dette semispazi
r(A,B)a
r
con le seguenti proprietà:
-Due punti qualsiasi della stessa regione sono gli
estemi di un segmento che non interseca il
piano;
S 1 , S2
semispazi
-- Due punti qualsiasi di regioni diverse sono gli
estremi di un segmento che interseca il piano
-Il piano si dice origine dei semispazi.
S1
a
2
RETTE E PIANI NELLO SPAZIO
 D 1- Si chiama fascio proprio di piani l’insieme di tutti e soli i piani che passano
per una stessa retta r, detta sostegno o asse del fascio.
D 2- Si chiama stella propria di piani l’insieme di tutti e soli i piani che hanno un
punto P in comune, detto centro della stella.
·C
a
g
r
b
fascio proprio di piani
stella di
piani
D 3- Si chiama fascio proprio di rette l’insieme di tutte e sole le rette appartenenti ad uno stesso piano α e
passanti per un dato punto C detto centro del fascio.
D 4- Si chiama stella di rette l’insieme di tutte e sole le rette che passano per un punto C detto centro
della stella.
u
C
a
t
fascio di rette
s
r
C
r
s
t
a
stella di rette
u
LA POSIZIONE DI DUE RETTE NELLO
SPAZIO

D - Due rette distinte nello spazio si
dicono:
LA POSIZIONE DI UNA RETTA E
DI UN PIANO NELLO SPAZIO
D- Una retta e un piano nello spazio si dicono :
- incidenti: se hanno un solo punto in comune.
r
s
D

A
a
r
B C
r e s parallele

.P
a
r  a =  P
- complanari se esiste un piano che le
contiene. In tal caso possono essere
incidenti o parallele.
-paralleli: se non hanno punti in comune, oppure se li
hanno tutti

r
B
D s
r P

A
a
C
res
incidenti
a
r //
a
- sghembe se non esiste un piano che le
contenga entrambe.
T- Se una retta è parallela ad una retta di un piano, essa
è parallela al piano
s
A r
a
C
B
r e s sghembe
a
s
r
b
s//r  ra  s//a
LA POSIZIONE DI DUE PIANI NELLO SPAZIO
 Due piani distinti nello spazio possono essere
:
 - incidenti se hanno una retta in comune, che
T- Le intersezioni di piani paralleli con un
piano incidente sono rette parallele.
g
è l’intersezione tra i due piani
 - paralleli se non hanno punti in comune
b
a
a
r
b
piani incidenti ab=r
b
a
piani paralleli
ab=
La relazione di parallelismo tra piani (o tra
rette) è una relazione di equivalenza.
L’insieme di tutte le rette parallele ad una
retta data è detto fascio improprio di rette:
esso individua la direzione della retta
L’insieme di tutti i piani paralleli ad un
piano dato si dice fascio improprio di piani
esso individua la giacitura del piano
s
r
a//b r=ag s=bg
 r//s
T- Per un punto esterno ad un piano
si può condurre uno ed un solo piano
parallelo al piano dato.
P
.
b
a
Pa b//a Pb
IL TEOREMA DELLE TRE PERPENDICOLARI
 Se dal piede di una
perpendicolare a un
piano si manda la
perpendicolare a una
qualunque retta del
piano,
quest’ultima
risulta perpendicolare
al piano delle prime
due.
LA DISTANZA PUNTO- PIANO E RETTA-PIANO
P
La proiezione ortogonale di un punto su un piano è il piede
della perpendicolare condotta dal punto al piano.
 La lunghezza del segmento che ha per estremi il punto
H
a
e la sua proiezione sul piano si dice distanza del punto
dal piano.
 Se una retta è parallela ad un piano allora tutti i suoi
punti sono equidistanti dal piano.
·A
1
b
a
s
· B
1
·
r
·
A
B
Dist(s,a) –
dist(a,b)
r
 Si dice distanza di una retta da un piano ad essa
P
parallelo la distanza di un punto qualsiasi della retta dal
piano.
a
H
Q
r
 -Date due rette sghembe
P
esiste una ed una sola retta
perpendicolare ad entrambe.
s
( r, s) e (s,t)
complanari
 D-Si dice distanza di due
(r,t) sghembe
rette sghembe il segmento
compreso tra le due rette e
giacente sulla loro
perpendicolare.
dist(r,t) =dist(P,Q)
r
 D-Si chiama angolo di una
retta con un piano l’angolo
acuto che la retta forma con
la sua proiezione sul piano.
r’
a
t
TEOREMA DI TALETE NELLO SPAZIO
 Un fascio di piani paralleli determina su due rette trasversali segmenti corrispondenti
direttamente proporzionali.
 Le due rette trasversali sono, in generale, sghembe tra loro.
 Se le due rette trasversali sono complanari il teorema si riduce al teorema di Talete nel
piano.
r
g
d
g
d
b
a
b
t
s
a
r
s
DIEDRI
 D-Si dice diedro ciascuna delle
due parti di spazio delimitate da
due semipiani aventi la stessa
origine ( semipiani compresi ).

I due semipiani si chiamano
facce del diedro e la loro origine
comune si dice spigolo del
diedro.
 Un diedro è convesso se è una
figura convessa, concavo se non
è convesso.
 D-Si dice sezione normale di un
diedro l’angolo che si ottiene
intersecando il diedro con un
piano perpendicolare al suo
spigolo.
 Sezioni normali di uno stesso
diedro sono congruenti.
 Diedri congruenti hanno sezioni
normali congruenti e viceversa.
Sezione normale di un diedro
Si dice ampiezza di un diedro l’ampiezza
della sua sezione normale.
Si dice diedro retto un diedro la cui
ampiezza è un angolo retto.
Due piani incidenti si dicono perpendicolari
se formano quattro diedri retti.
Analogamente agli angoli piani, si hanno
diedri acuti, diedri adiacenti, diedri opposti
allo spigolo.
b
a
Diedri
retti
Piani
perpendic
olari
POLIEDRO
 Un poliedro è una figura solida
limitata da un numero finito di
poligoni appartenenti a piani diversi e
tali che il piano di ogni poligono non
attraversi il solido.
- I poligoni sono detti facce del poliedro, i lati dei
poligoni spigoli del poliedro, i vertici dei poligoni
vertici del poliedro.
-Si dice diagonale di un poliedro il segmento che
giunge due vertici non situati sulla stessa faccia.
- Un poliedro si dice regolare quando le sue facce
sono poligoni regolari congruenti e anche i suoi
angoloidi e suoi diedri sono congruenti
PRISMA
 D-Si chiama prisma indefinito il
solido costituito da tutte le rette
parallele tra loro passanti per i punti
di un poligono convesso e non
appartenenti al piano di questo.
 Le rette passanti per i vertici del
poligono si dicono spigoli del
prisma.
Prisma
indefinito
 L’insieme di tutte le rette parallele
che passano per un lato del poligono
formano una striscia di piano che si
dice faccia del prisma indefinito
 Se il poligono che genera il prisma
ha n lati (n vertici) il prisma risulta
delimitato da n diedri.
 Le sezioni di un prisma indefinito
con piani paralleli tra loro sono
poligoni congruenti
h
Prisma particolari
 D-Si dice prisma finito o prisma la
parte di prisma indefinito compreso
tra due piani paralleli distinti (piani
delle basi).
 Le sezioni poligonali appartenenti ai
piani delle basi sono le basi del
C’
prisma.
 L’altezza del prisma è la distanza tra i
due piani di base
 Le facce laterali di un prisma sono
parallelogrammi.
 Gli spigoli laterali di un prisma sono
congruenti.
 Un prisma si dice retto se gli spigoli
sono perpendicolari ai piani delle basi.
Le facce laterali di un prisma retto
sono rettangoli
 Un prisma si dice regolare se è retto
ed ha per basi poligoni regolari.
Le facce laterali di un prisma regolare
sono rettangoli tutti congruenti tra
loro.
D’
b
B’
E’
A’
C
D
a
E
Prisma retto
B
A
ANGOLOIDE





D-Dato un poligono convesso ABCD… e un punto V
non appartenente al piano del poligono, si chiama
superficie piramidale indefinita la figura formata dagli
angoli AVB , BVC, CVD…
Il punto V si chiama vertice della superficie
piramidale.
Le semirette AV , BV, CV, DV.. si chiamano spigoli .
Gli angoli AVB, BVC , CVD … ...... si chiamano facce.
D-Si chiama angoloide la parte di spazio formata da
tutte le semirette che hanno origine in V e che passano
per un punto di un poligono convesso

T- L’ampiezza di ogni faccia di un angoloide è minore
delle somma di tutte le altre.

T- La somma delle ampiezze delle facce di un angoloide
è minore di un angolo giro.
 Le sezioni di un angoloide con dei piani
paralleli sono poligoni simili
 I perimetri dei poligoni sono
proporzionali alle distanze del vertice dai
piani delle sezioni
 Le aree dei poligoni sono proporzionali ai
quadrati delle distanze del vertice dai
piani sezioni
V
E
a
E
D
B
A
Superficie
piramidale
a
C
D
E ’ C
’
A
B’
’ D
’
C
A
B
Sezione
angoloide
TRIEDRI
 D-Si dice triedro un angoloide con tre
facce.
V

La somma delle facce di un triedro è
minore di un angolo giro : AVB +BVC +CVA
< 2P
 Criteri di congruenza dei triedri
1. Due triedri che hanno due facce e il diedro
C
compreso congruenti sono congruenti
A
B
 2. Due triedri che hanno due diedri e la
faccia compresa congruenti sono
congruenti
 3. Due triedri che hanno le tre facce
congruenti sono congruenti
 4. Due triedri che hanno i tre diedri
congruenti sono congruenti.
triedro
PIRAMIDE


PIRAMIDE
D-Si chiama piramide l’intersezione tra un
angoloide di vertice V ed un semispazio
contenente V e tale che il suo piano origine
intersechi tutti gli spigoli laterali.

Il vertice dell’angoloide si dice vertice della
piramide

La sezione dell’angoloide con il piano origine del
semispazio si chiama base della piramide

Una piramide si dice retta se ha per base un
poligono circoscrittibile ad una circonferenza il cui
centro coincide con il piede dell’altezza della
piramide

-In una piramide retta i segmenti che congiungono
il vertice con i punti di tangenza dei lati del
poligono di base con la circonferenza inscritta sono
congruenti

In una piramide retta l’altezza della faccia laterale
si chiama apotema
Una piramide retta si dice regolare se ha per base
un poligono regolare.

I triangoli che delimitano la piramide si dicono
facce della piramide ed i loro lati spigoli


Secondo il numero delle facce la piramide si dice
triangolare, quadrangolare, ecc...



Nelle piramidi regolari gli spigoli laterali sono
congruenti e
le facce laterali sono triangoli isosceli
L’altezza di una piramide è il segmento di
perpendicolare condotto dal vertice al piano di
base.
V
C
D
H
A
Piramide
quadrangolare
B
Piramide retta
quadrandolare
I SOLDI DI ROTAZIONE
Si chiama solido di rotazione il solito generato dalla rotazione
di una figura piana intorno a una retta r, secondo un angolo
LA SFERA
La sfera è un solido generato dalla rotazione completa di un semicerchio
attorno al suo diametro. La semicirconferenza che ruota genera una
superficie detta superficie sferica. Il raggio della semicirconferenza è detto
raggio della sfera.
IL CILINDRO
Un cilindro è un solido generato dalla rotazione completa di un rettangolo
attorno a uno dei suoi lati. Il lato attorno al quale ruota il rettangolo è detto
altezza del cilindro. Gli altri due lati perpendicolari all’altezza sono detti
raggi di base. Un cilindro si dice equilatero se la sua altezza è congruente al
diametro della base
IL CONO
Un cono è un solido generato dalla
rotazione completa di un triangolo rettangolo attorno a uno dei cateti. Il
cateto attorno a cui ruota il triangolo è l’altezza, l’altro cateto è il raggio di
base. L’ipotenusa è detta apotema del cono
LE AREE DEI SOLIDI NOTEVOLI

Il prisma retto
La misura dell’area della superficie laterale di un prisma retto è uguale al prodotto della misura del
perimetro di base per la misura dell’altezza del prisma:
A=2p∙h

Il parallelepipedo rettangolo
La superficie laterale del parallelepipedo rettangolo è la somma di quattro rettangoli congruenti a due a
due
A= 2(a+b)∙c
L’area della superficie totale:
A= 2(a∙b + a∙c + b ∙c)

Il cubo
Le facce del cubo sono sei quadrati congruenti, quindi, se indichiamo con s la misura dello spigolo, si ha:
2
2
A=s
A=6s
 La piramide retta
La misura dell’area della superficie laterale di una piramide retta è uguale al prodotto della misura del
semiperimetro di base per la misura dell’apotema della piramide:
A= p ∙ a
 Il tronco di primaride retta
La misura dell’area della superficia laterale del tronco di piramide retta è uguale al prodotto
della somma delle misure dei semipermetri delle due basi per la misura dell’apotema:
A=(p+p’) ∙ a
 Il cilindro
La misura dell’area della superficie laterale di un cilindro è uguale al prodotto delle misure
delle lunghezze della circonferenza di base e dell’altezza del cilindro:
A= 2π ∙ r ∙ h
 Il cono
La misura dell’area della superficie laterale del cono è uguale al prodotto delle misure della
lunghezza della semicirconferenza di base dell’apotema del cono:
A= π ∙ r ∙ a
 Il tronco di cono
La misura dell’area della superficie laterale del tronco di cono è uguale al prodotto delle
misure dell’apotema e della somma delle lunghezze delle semicirconferenze di base:
A= π ∙ a ∙ (r+r’)
 L’area della superficie sferica
La misura dell’aria della superficie sferica è uguale a quattro volte quella del suo cerchio
massimo:
2
S=4 π r
 L’area delle parti della superficie della sfera
Si calcola mediante la formula:
S=2 π Rh
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