PADOVA, Master 2016 Pieralberto Marchetti Universita’ di Padova Dipartimento G. Galilei di Fisica e Astronomia Galilei a Padova, 1592-1610 - "Li diciotto anni migliori di tutta la mia età". La relatività speciale: Introduzione • La relatività speciale è la teoria fisica che soggiace alla concezione attuale della meccanica e dell’elettromagnetismo classici • Combinata con la meccanica quantistica fornisce il paradigma attuale per la fisica delle particelle elementari • Essa ha modificato in profondità la nostra concezione dello spazio e del tempo • E’ associata in modo essenziale a una quantità fisica: la velocità della luce • Referenza: Einstein ‘’Relatività, esposizione divulgativa’’Boringhieri La velocità della luce: esperimenti • Forse il primo esperimento per verificare se la velocità fosse finita o no fu dovuto a Galileo (1638) ma fu inconclusivo • La prima determinazione di una velocità finita (1676) è dovuta a Roemer, osservando le eclissi di un satellite di Giove ottenendo ≈ 220.000 km/s • La velocità della luce è ora denotata con c (forse dal latino celeritas=velocità) e c ≈ 300.000 km/s L’importanza della velocità della luce • Ma l’importanza della velocità della luce va al di là della luce stessa…per capirlo in profondità torniamo all’origine della Fisica… • Aristotele, probabilmente motivato dal comportamento delle navi a remi (…se i rematori smettevano di remare la nave perdeva velocità, con il doppio di rematori la velocità era doppia…) aveva ipotizzato che la forza (F) causa del moto fosse proporzionale alla velocità (v): F ≈ v → sistemi di riferimento con velocita’ diverse descrivevano moti differenti di un corpo, perché con F diversa… • Quando Galileo sostenne la tesi di Copernico che la Terra orbita attorno al Sole (e si muove quindi alla velocità di 30 km/s- allora stimata 1.5 km/s) , gli aristotelici del tempo obbiettarono che in tal caso avremmo dovuto vedere cadere i sassi non in verticale…. La relatività galileiana • Galileo rispose a questa obiezione con un colpo di genio…immaginò degli esperimenti eseguiti sottocoperta in una nave che si muovesse di moto rettilineo con velocità uniforme arbitraria: …le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto…il fumo vedrassi ascender in alto, trattenervesi e indifferentemente muoversi non più verso questa che quella parte…(Dialogo sopra i massimi sistemi 1632) • Trasse la conclusione: in tutti i sistemi di riferimento in moto relativo rettilineo e uniforme le leggi della fisica hanno la stessa forma (relatività galileiana)→ i corpi cadono verticalmente anche se la Terra si muove • Ma allora non può essere F ≈ v ma F ≈ a (accelerazione) infatti Galileo (Padova 1607) scrive …a principiar il moto è ben necessario il movente, ma a continuarlo basta il non haver contrasto… Addizione delle velocità • Relatività galileiana → il moto di un punto P é lo stesso in un sistema (inerziale) S1 e in uno S2 che si muove rispetto ad esso con velocità uniforme V Assumendo inoltre il tempo assoluto e invarianza della lunghezza -> x1(t) = x2(t) + v t (trasformazioni di Galileo) e derivando («dividendo») rispetto a t : v1(t)=v2(t)+V ( addizione delle velocità) Disegno con spazio a 2 dimensioni a tempo fissato Perciò non c’è un sistema con una velocità privilegiata. Per disegnare un sistema generico osserviamo che in quello con assi ortogonali l’asse temporale è parallelo alla linea di moto del corpo fermo in esso mentre l’asse spaziale descrive punti simultanei nel tempo. Disegno con spazio a 1 dimensione per sistemi S e S’ L’etere • Quando con l’esperimento di interferenza di Young si concluse che la luce non era fatta di particelle, come suggerito nell’antichità e ripreso in modo matematizzato da Newton, ma era un fenomeno ondulatorio, come proposto da Hooke e Huygens, si pensò necessaria l’esistenza di un mezzo in cui le onde luminose si propagavano. Tale mezzo fu chiamato etere e si assunse che c fosse la velocità di propagazione della luce nell’etere Crepe nella relatività galileiana • Per la legge di addizione delle velocita’ ad esempio se una palla si muove a una velocita’ v rispetto al pavimento di un treno che viaggia a velocita’ u, l’osservatore fermo sulla banchina vede la palla muoversi a velocita’ u+v. Analogamente se da un razzo che si muove con velocita’ v rispetto all’etere viene emesso in avanti un raggio di luce che ha velocita’ c nell’etere , un osservatore solidale al razzo vedra’ la luce viaggiare a velocita’ c-v. Questa “ovvia” proprieta’ fu dimostrata errata dall’esperimento (Michelson-Morley 1887) L’esperimento di Michelson-Morley • Che ‘razzo’ usarono? La Terra che si muove a una velocità di 30km/s rispetto al Sole! • Tempi per la luce previsti con l’addizione delle velocità: v=velocità della Terra t||≈ (2d/c )(1+v2/c2) t ≈ (2d/c )(1+v2/2c2) • cioè t||≠ t • Ma trovarono t||=t • c come costante della Natura • Come soluzione Einstein (ma similmente Poincaré) propose (1905) oltre all’equivalenza tra sistemi inerziali • Il postulato della Relativita’ Ristretta: la velocita’ della luce e’ sempre la stessa c≈300000km/s qualunque sia la velocita’ del sistema ( inerziale) in cui la si osserva (la luce emessa da un razzo con velocita’ v rispetto alla Terra, dalla Terra viene vista viaggiare a velocita’ c e non c-v come ci si aspetta, quindi in MM i tempi sono uguali come in un sistema in quiete) • Una conseguenza e’ che il tempo non è assoluto (già Poincaré 1902) e quello di un sistema in moto rispetto a noi viene visto trascorrere piu’ lentamente. Conseguenza: il tempo rallenta con V • Orologio luce: scandisce il tempo con un raggio riflesso, quando il raggio ritorna al punto di emissione segna l’unità di tempo lunghezza l, idealmente l l = 150.000 km -> orologio fermo t=2l/c =1 s • Consideriamo ora un orologio-luce fermo su un razzo che viaggia con velocità V, ortogonale a l, rispetto alla Terra. Sulla lunghezza l entrambi i sistemi concordano perché possono V -> confrontarla direttamente essendo ortogonale a V il tempo rallenta con V • Consideriamo ora il tempo del razzo (tr = 2l/c) visto dalla Terra (tT) • Poiché la velocità della luce è c in tutti e due i sistemi, ma la luce deve percorrere una distanza più lunga rispetto a quella nel razzo (2 l) impiegherà un tempo maggiore tT>tr Pitagora: ct=(l2 +V2t2)1/2 tT=2t = 2 l/ (c2 -V2)1/2 -> t = l / (c2 -V2)1/2 = tr/ (1 -V2/ c2)1/2 Quindi non c’è un tempo assoluto e poiché tT>0, V<c, ossia c è la velocità massima dei sistemi Verifica sperimentale • Una delle prime verifiche della dilatazione del tempo relativistica fu basata sui raggi cosmici: vi sono particelle elementari (muoni) create da urti nell’alta atmosfera (≈ 5-10 Km) e che viaggiano verso la superfice terrestre a velocita’ prossime a c, piu’ precisamente (1-v2 /c2)-1/2 ≈10 (si puo’ verificare tramite rivelatori) . Quando esse sono ferme (si possono produrre in laboratorio) esistono solo per un tempo (medio) t ≈ 2· 10-6 s, quindi in fisica classica potrebbero percorrere (in media) 600 m. Eppure sono osservate sulla superfice terrestre, cio’ e’ possibile solo se il loro tempo e’ dilatato, e il fattore di dilatazione relativistico (1-v2 /c2)-1/2 ≈10 e’ in accordo con i dati sperimentali. c e la relatività della simultaneità • Poiché c è la stessa in tutti i sistemi inerziali, invece di t possiamo usare ct e per un raggio di luce si ha x=ct • In sistema S1 , O equidistante da A e B , tutti fermi, emette luce verso entrambi e si muove con velocità v rispetto a S2. Come vede il fenomeno S2? Relativistico Non relativistico In relatività la luce raggiunge simultaneamente A e B in S1 ma non in S2! Sistemi di riferimento relativistici • In S1 vediamo che l’asse temporale è parallelo alle linee che descrivono il moto di A O B e l’asse spaziale è parallelo alla linea di simultaneità • Possiamo allora vedere con questa informazione come S2 vede gli assi di S1 • Vediamo che la traiettoria della luce biseca l’angolo tra gli assi. • -> Sistemi relativistici con varie velocità relative Velocità della luce e causalità • Nella zona in grigio una particella si muove con v(uniforme)<c (interno del cono di luce), in quella in nero con v>c • Vediamo che D ,che è all’interno del cono di luce di A, per tutti i sistemi è successivo ad A, ma B, raggiungibile da A solo con v>c, è simultaneo ad A nel sistema verde, successivo nel sistema rosso e precedente nel sistema blu (ordine temporale relativo). Dunque se v>c la causalità è violata: in un sistema di riferimento…una particella con v>c potrebbe arrivare prima di partire… Assoluto e relativo • Durate temporali (e lunghezze spaziali longitudinali) sono dunque relative al sistema di riferimento (inerziale), rimane assoluta di un corpo la sua immagine nello spazio-tempo. Ad esempio se abbiamo una sbarra solidale al sistema S’, la sua immagine spazio-temporale (area tratteggiata nella figura) è la stessa per tutti gli osservatori, ma il modo in cui è divisa in spazio e tempo (le linee del tratteggio indicano punti simultanei nel sistema) dipendono dal sistema. Il tempo relativo • Il tempo acquista un carattere relativo analogo allo spazio galileiano; lo spazio non è più legato al tempo in modo assoluto (come per Galileo-Newton) ma forma un tuttuno inscindibile detto spazio-tempo di Minkowski. Citando proprio lui (1908) «Henceforth space by itself, and time by itself, are doomed to fade away into mere shadows, and only a kind of union of the two will preserve an independent reality.» Perché percepiamo un tempo assoluto? • Forse la ragione sta nell’enorme valore della velocità della luce c , 3000000000 su scale umane (m/s) [in un secondo dalla Terra raggiunge la Luna]. Vediamo infatti che se iniziamo a riscalare gli assi in modo da avere come unità m e s, gli assi spaziali si avvicinano e tendono a coincidere definendo un tempo assoluto. [nella figura l’asse temporale invece di essere c s come nella precedente è (c/10) s, dovremmo ancora ridurlo di un fattore 3 milioni!] Massa = Energia • Un altro effetto della Relativita’ e’ che un corpo fermo ha energia per il solo fatto di avere massa: la celebre E= m c2 Consideriamo due corpi (1 e 2) di ugual massa m (non-relativistica ) in una scatola con massa totale M. Il corpo 2 ha energia che trasferisce a 1 tramite radiazione di energia E a cui è associato un impulso p=E/c (teoria elett-magn.) Sotto effetto di p la scatola si muove, ma quando l’energia della radiazione è stata assorbita da 2, avendo (non-relativ.) 2 la stessa massa il baricentro del sistema sembra si sia mosso senza l’azione di forze esterne. Il problema si risolve se l’assorbimento di E ha variato la massa di δm, corrispondente, poiché la radiazione si muove con velocità c, a un impulso δm c= p =E/c, -> E= δm c2 1 2 Energia e velocità della luce • La formula E=mc2 e’ valida pero’ solo se la particella di massa m e’ in quiete; se si muove con velocita’ v la formula diventa E= mc2/(1-v2/c2)1/2 che per v/c piccolo diventa E≈mc2+(1/2)m v2 (energia di massa+cinetica) • Da qui si vede che puo’ essere ammessa , per E>0, massa m=0 solo se v=c (lo 0 del numeratore e’ compensato dallo 0 del denominatore) , e in effetti particelle che hanno massa nulla (come le particelle quantistiche di cui é fatta microscopicamente la luce, i fotoni) si muovono sempre a velocita’ c massa( ) ≠ massa ( ) • Inoltre poiche’ nei sistemi (isolati) l’energia si conserva ma non la massa , compaiono fenomeni impossibili nella meccanica Newtoniana Creazione e decadimenti di particelle • Nuove particelle possono crearsi in un urto di altre particelle, ad esempio due protoni all’accele ratore LHC del CERN di Ginevra, verifica continua della Relatività • Decadimenti: una particella di massa M puo’ decadere (“trasformarsi”) in altre particelle di massa m1, m2 ,… purche’ M>m1+m2+… (ad esempio un neutrone isolato decade in media in 15 minuti in un protone un elettrone e un antineutrino) Ma per capire come sia possibile occorre anche la Meccanica Quantistica, particelle relativistiche classiche non possono “sparire” e “trasformarsi”… Relatività generale: Introduzione • La relatività generale è la teoria fisica che soggiace alla concezione attuale della gravità • Dopo la rivoluzione attuata dalla relatività speciale, essa ha ulteriormente modificato la nostra concezione dello spazio e del tempo in presenza di materia • E’ associata in modo essenziale a una coppia di costanti fisiche: la velocità della luce (c) e la costante di gravitazione di Newton (G) • Referenza: Einstein ‘’Relatività, esposizione divulgativa’’Boringhieri Gravità e accelerazione • In presenza di gravità un corpo libero cade con accelerazione g. In un sistema in assenza di gravità un corpo non «cade» ma rimane fermo. • Supponiamo che tale sistema in assenza di gravità sia sottoposto ad accelerazione costante –g, diventi cioè un «ascensore a gravità 0». L’ osservatore (Einstein in fig.) accelerato vedrà allora «cadere» i corpi liberi con accelerazione g e potrebbe concludere di essere fermo in presenza di una gravità g ( Newton in fig). Relatività+gravità=Relatività • Uno dei postulati della relatività generale, la teoria della gravitazione di Einstein, è appunto il principio di equivalenza che asserisce che in una piccola regione dello spazio-tempo è impossibile distinguere tra gli effetti della gravità e di una accelerazione. • Se aggiungiamo ora il principio di relatività generale di equivalenza di tutti i sistemi di riferimento, anche quelli accelerati, non solo quelli inerziali della relatività speciale, possiamo usare situazioni che si presentano in sistemi accelerati per capire come funziona la gravità. La gravità deforma la geometria • Nell’ascensore a gravità 0 accelerato un raggio di luce che entra perpendicolarmente alla parete viene visto incurvarsi verso il pavimento dell’ascensore (per un osservatore esterno è il pavimento che si avvicina alla traiettoria del raggio). • Per il principio di equivalenza concludiamo che la gravità incurva le traiettorie dei raggi di luce che non sono più rette. Poiché la gravità è prodotta dalla massa (o dall’energia), concludiamo che la geometria dello spazio non è data a priori ma determinata dalla materia (verifica sperimentale:curvatura dei raggi di di luce dalle stelle in prossimità del Sole) La gravità deforma il tempo • Ma anche il tempo si deforma in presenza di gravità…Consideriamo un disco che ruota, l’osservatore solidale al disco è sottoposto a una accelerazione centrifuga che , nulla al centro, cresce all’allontanarsi da esso. Per il principio di equivalenza è come se fosse sottoposto a un campo gravitazionale che cresce allontanandosi dal centro. • L’orologio-luce situato al centro è sincrono con quello dell’osservatore esterno, ma poiché allontanandosi dal centro il percorso del raggio di luce diventa progressivamente più lungo, il tempo segnato rallenta. Per il principio di equivalenza possiamo concludere che un osservatore in assenza di gravità vedrà l’orologio di un osservatore in un campo gravitazionale rallentare tanto di più quanto più intenso è il campo. Buchi neri • Il tempo è visto rallentare sempre più al crescere de l’intensità della gravità a cui è sottoposto l’orologio: ci sono situazioni fisiche in cui possiamo vedere il tempo «fermarsi» ? • I raggi luminosi si incurvano verso la sorgente della gravità, immaginiamo allora che tale gravità sia così intensa che i raggi di luce possano raggiungere la sorgente dell’attrazione gravitazionale ma non possano allontanarsi da essa. Una tale sorgente è un buco nero e la superficie da cui la luce non può allontanarsi è il suo orizzonte. La perdita del tempo globale • Un osservatore distante dal buco nero vedrebbe l’orologio di un astronauta che vi puntasse verso rallentare fino a «fermarsi» sull’orizzonte che non vedrebbe quindi mai raggiunto ( nell’orologio luce, la luce sarebbe così attirata dal buco nero che ci metterebbe un tempo «infinito» a lasciare lo specchio…). E’ come se per l’osservatore esterno non ci fosse un tempo aldilà dell’orizzonte • Ma per l’astronauta che vi sta cadendo dentro (linea verde in fig.) invece i raggi di luce dell’orologio luce continuano a seguire l’astronave e il tempo c’è ancora anche al di là dell’orizzonte,solo che superato l’orizzonte non può più comunicarlo all’esterno Spazio-tempo senza gravità, linee di simultaneità blu, linee dei raggi di luce nere Spazio-tempo di un buco nero, orizzonte=linea rossa Buchi neri: prove sperimentali • Vediamo quindi che con la relatività non solo il tempo dipende dagli osservatori, ma addirittura non è più garantita l’esistenza di un tempo globale per tutti gli osservatori!! Le verifiche sperimentali dell’esistenza dei buchi neri sono sempre più stringenti , in particolare si osserva la radiazione della materia attirata verso l’orizzonte, i buchi neri infatti continuano ad aumentare la loro massa e il loro orizzonte “inghiottendo” la materia vicina attratta gravitazionalmente, emettendo radiazione. Attualmente si ritiene che ci sia un buco nero al centro di molte galassie compresa la nostra… STELLA DIVORATA DA UN BUCO NERO Le equazioni di Einstein • L’equazione delle gravità di Einstein spiega come cambia la geometria dello spazio-tempo in presenza della materia che induce la gravità, con il vincolo di preservare l’energia e l’impulso totale di materia+ gravità. • Le orbite seguite dai corpi in presenza della gravità sono quelle più brevi in quella geometria. • Lo spazio-tempo non è più dunque un ‘’contenitore passivo’’ ma diventa dinamico. • Una applicazione importante di questa idea che ha avuto di recente una clamorosa conferma è quella delle onde gravitazionali Accelerazione e onde • Per rimanere nel più usuale ambito elettromagnetico: una carica accelerata emette onde elettromagnetiche come si può intuire disegnando le linee di forza e considerando che la velocità di propagazione dei segnali elettromagnetici è finita:c Onde gravitazionali • La stessa cosa succede in relatività generale per masse accelerate, in cui l’onda è una distorsione dello stesso spazio-tempo. • Ma visto che la interazione gravitazionale ha una intensità 1/1041 volte quella elettromagnetica occorrono campi gravitazionali davvero intensi per osservarle… Come sono state viste 280 riflessioni portano a un cammino di 1220 Km Δn ≈560 Δl/λ; Δl ≈10-6 raggio atomo LIGO (Laser Interferometer Gravitationalwave Observatory): l’interferometro Il segnale Segnale confrontato con le previsioni della relatività generale Interpretazione del segnale