Gli Egizi
1
La storia
Pare che 14000 anni fa abbia avuto inizio il processo di desertificazione dell’Africa settentrionale
(Sahara). Non è da escludere che i regni preesistenti alla formazione di quello egizio vero e
proprio abbiano contribuito non poco alla desertificazione di quell’area, attraverso il
disboscamento delle foreste e la loro trasformazione in terreni da pascolo e in legna da ardere.
E’ sicuramente stato questo fenomeno che ha indotto le popolazioni a spostarsi
progressivamente verso il Nilo.
2
Un popolo di agricoltori
Reperti archeologici fanno risalire la presenza dell’uomo nel Sahara a più di 10000 anni fa,
ma le prime popolazioni agricole stabilitesi nella sua valle, dedite all’agricoltura , si sono
formate circa 8000 anni fa. Ancora prima che si diffondesse l’agricoltura (coltivazione di
grano e orzo) la valle offriva, lungo le sponde del fiume, selvaggina di grossa taglia (antilopi,
rinoceronti, elefanti), mentre le acque erano piene di pesci e le stesse paludi davano rifugio
a molta fauna di uccelli stanziali e migratori.
3
Dono del Nilo
«Egitto dono del Nilo»
Uscendo progressivamente dagli argini, le
acque del Nilo coprivano l’immensa
pianura e vi depositavano il limo, ricco di
quelle sostanze che avrebbero reso fertile il
terreno. Il sole completava il miracolo: in
un anno erano possibili anche due piene.
Le piene annuali del Nilo erano dovute allo
scioglimento delle nevi nella zona delle
sorgenti dell’Africa equatoriale. Esse
portavano grande fertilità, ma anche
allagamenti di precedenti coltivazioni, per
cui era impossibile potersi insediare
stabilmente nei pressi del fiume, almeno
non senza prima averlo controllato con
appositi bacini e canali.
4
La nascita del primo Stato della storia
I lavori di drenaggio e di canalizzazione delle acque imposero che
la popolazione fosse unita negli sforzi e si sentì l’esigenza di uno
stato centralizzato, in grado di garantire la manutenzione
costante di quelle strutture da cui dipendeva la sopravvivenza di
tutti.
Questa esigenza fece sì che le tribù nilotiche imparassero a
vivere prima sotto l'autorità di capi locali (fase della formazione
dei distretti o nomos). I vari nomoi si scontrarono e si allearono
tra loro, nell'arco di circa un millennio, fino a formare due regni,
l'Alto Egitto a Sud (costituito dalla parte meridionale della valle
del Nilo, montuoso e poco fertile) e il Basso Egitto a Nord
(costituito principalmente dal delta del fiume, pianeggiante e
molto coltivato).
5
Il faraone
I due regni vennero unificati con la forza, verso
il 3100 a.C., in un solo impero da Narmer (o
Menes in greco), re dell'Alto Egitto, che
inaugurò le trenta dinastie dell'antico Egitto,
fissando inizialmente la capitale a Thinis,
situata nel medio Egitto. Cominciò a chiamarsi
“faraone”, che in origine voleva dire “grande
casa” o “casa reale”. La sua monarchia era
assolutista, ereditaria e teocratica. Il faraone
era il figlio del dio Sole e doveva sposarsi solo
con membri di sangue reale, quindi si trattava
generalmente di matrimoni tra fratelli e sorelle.
Centro della vita politico-amministrativa è il
palazzo reale (= tempio, abitazione del faraone,
palazzo della cancelleria, magazzino dei tesori
reali: non essendo conosciuta la moneta, si
paga in natura o col lavoro gratuito). I terreni
erano di proprietà del Faraone, che ne
concedeva l’uso ai privati in cambio di un
affitto. Cereali e legumi erano le colture più
diffuse: in particolare grano, orzo saggina,
lenticchie e fave.
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Le classi sociali
Lo stato Egiziano era TEOCRATICO.
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Le classi sociali erano suddivise in una gerarchia piramidale :
FARAONE (gli Egizi credevano che fosse figlio degli dei; aveva quindi potere assoluto sulla popolazione, era
circondato da un fasto straordinario, come si conviene a un Dio che si è degnato di scendere tra gli uomini
ed esige da loro la più completa devozione)
SACERDOTI (Il sacerdote aveva il compito di officiare i numerosi e complicati riti imposti dagli dei. Poteva
inoltre avere l'accesso alla parte più interna del tempio, quella in cui era conservata la statua del dio, dopo
preventive pratiche purificatorie.)
SCRIBI ( gli scribi formavano l'ossatura della burocrazia egiziana: dato che tutti gli atti pubblici venivano
accuratamente registrati e archiviati, gli scribi formavano l'ossatura della burocrazia egiziana : i pochi che
sanno scrivere)
GUERRIERI O NOBILI (con alti comandi nell'esercito: gli unici militari di ruolo erano gli ufficiali; i soldati
semplici erano reclutati temporaneamente tra i contadini, che venivano ricompensati con porzioni di terra
coltivabile, ma esistevano anche i mercenari, di cui i più importanti erano gli arcieri nubiani. I nobili
governano le province)
ARTIGIANI SPECIALIZZATI(classe essenzialmente urbana, formata da gente libera: orafi, falegnami,
lavandai, fornai, vasai, muratori.)
CONTADINI (avevano pochi diritti politici, vivevano spesso in condizioni misere, potevano avere una
piccola proprietà e sposarsi; erano obbligati a restare nei loro villaggi di nascita; dovevano ovviamente
cedere allo Stato una parte dei loro frutti ed erano tenuti a costruire i monumenti voluti dal faraone)
SCHIAVI (persone che appartenevano al re o ai templi, o ai privati: uomini addetti soprattutto al lavoro dei
campi e donne addette specialmente alle case. Erano prigionieri di guerra, oppure egiziani che non
potevano pagare i tributi al faraone; questi erano impiegati per costruire imponenti costruzioni come le
Piramidi ecc. Non esisteva un “mercato di schiavi”; in genere provenivano dalla Nubia; per potersi
affrancare bastava la dichiarazione del padrone davanti a un testimone).
7
Le grandi dinastie
La storia dell‘Egitto dinastico si suddivide in dieci periodi, per un totale di
tre millenni di civiltà. Per semplificare una storia così lunga è sufficiente
distinguerla in cinque grandi periodi, partendo da quelli dinastici:
1.
Regno antico
(3100-2040 a.C.). Capitali: Thinis (Alto Egitto) e Tebe (Basso
Egitto). Prime 10 dinastie. Faraoni più celebri: Kheope, Khefren e Micerino, le
tombe dei quali sono le grandi piramidi, alte rispettivamente 137, 136 e 62 metri.
La famosa Sfinge viene così chiamata erroneamente, in quanto non è che un
tempio con la testa d'un faraone e il corpo di un leone.
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2. Regno medio (2040-1540).
Capitale Tebe. I faraoni
della XII dinastia assoggettano Nubia e Palestina,ma nel 1730 a.C. gli
Hyksos, provenienti da Siria e Palestina, spinti da popolazioni
indoeuropee, conquistano l’ Egitto per 150 anni, grazie alla superiorità
militare. Dagli Hyksos gli Egizi apprendono l’uso del cavallo, del carro da
combattimento e delle armi in bronzo.
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3. Regno nuovo (1540-663 a.C.). Capitale Tebe. I faraoni
riconquistano il Paese. Sottomettono: Etiopia, Palestina, Fenicia, Siria,
Babilonia e Assiria. Fermano l'avanzata dell'impero ittita (la battaglia di
Qadesh, nel 1275 a.C. si conclude con un trattato di pace, il primo della
storia), ma nel 663 a.C. Tebe viene conquistata dagli Assiri e inizia la loro
decadenza. Costruiscono i templi di Luxor e Karnak.
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4. Bassa epoca (663-525 a.C.). Capitale Sais. Rinunciano alle
conquiste, promuovono un'intensa attività commerciale con Greci
e Fenici. I filistei sottraggono all’Egitto la Palestina. Nel 525 a.C. i
Persiani di Cambise uccidono in battaglia il faraone Psammetico III,
riducendo l’Egitto a loro provincia. Dai tempi di Narmer (o Menes)
sino al 525 a.C. si erano succedute 26 dinastie di faraoni. Le
dinastie dalla XXVIII alla XXX (404-332 a.C.) riuscirono ad avere una
certa indipendenza dall'impero persiano, ma quando nel 331 a.C.
Alessandro Magno (332-323 a.C.), conquistando l'impero
persiano, giunse in Egitto, fu accolto come liberatore e fondò la
nuova capitale, Alessandria. Alla sua morte l'immenso impero da
lui conquistato si divise tra i suoi generali: Tolomeo ebbe l'Egitto,
che includeva la Palestina e la Siria.
11
Il Regno dei Tolomei
Il regno dei Tolomei durò dal 323 a.C. sino all’arrivo dei Romani (30 a.C.).
La dinastia tolemaica (13 re e tre regine, tutti col nome di Tolomeo e le regine
con quello di Cleopatra) favorì le scienze e le arti: famosa la biblioteca
d'Alessandria, che possedeva 700.000 volumi e che subì ripetuti incendi, a
partire da quello sotto Cesare.
12
Roma
5.
Provincia romana
(30 a.C.). Il I secolo a.C. segnò l'inizio della
rapida decadenza egizia: nel 96 a.C. la Cirenaica divenne dominio
romano. Nel 51 a.C. regnò Cleopatra VII, in società con suo fratello,
Tolomeo XIII. Quest’ultimo si oppose all'intervento romano di Giulio
Cesare, mentre Cleopatra lo favorì, con l'aiuto d'un altro fratello,
Tolomeo XIV. L’Egitto viene occupato dai Romani nel 30 a.C. Cleopatra
ebbe un figlio da Giulio Cesare, chiamato Cesarione. Alla morte di Cesare
Cleopatra ebbe una relazione con Marco Antonio, il quale la dichiarò
Regina dei Re e come viceré volle il figlio di Cesare e i figli nati da
entrambi. Ottaviano però giunse con un esercito romano, sconfisse la
flotta egiziana e occupò Alessandria dopo la battaglia di Azio (31 a.C.).
Marco Antonio e Cleopatra si suicidarono. Si concluse così la monarchia
dei Tolomei e l'ultima fase storica di un Egitto indipendente.
L’Egitto divenne una provincia romana a statuto speciale comandata da
prefetti alle dirette dipendenze dell’imperatore. Essi combattevano con
durezza le popolazioni nubiane e meroitiche, anche se ad un certo punto
furono costretti a stipulare dei trattati di pace.
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Cesare
Cleopatra e Cesarione
Marco Antonio
I gemelli di Cleopatra
e Marco Antonio
Cleopatra
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Arte, scienza e cultura
La cultura fu privilegio esclusivo delle classi elevate (specie i sacerdoti).
Tra le scienze esatte spiccano: matematica, geometria, astronomia e
meteorologia (conoscevano l'anno solare diviso in 12 mesi di 30 giorni cui se
ne aggiungevano cinque di festività e sapevano prevedere con relativa
esattezza il momento delle piene); tra le scienze applicate spiccano
ingegneria, idraulica e agrimensura (dovevano calcolare i livelli di piena,
regolare l’intensità del flusso idrico, progettare canalizzazioni dei campi,
misurarli esattamente, perché il fango trasportato dalle esondazioni
cancellava i confini tra i vari appezzamenti). Usavano la squadra, la livella, il
filo a piombo, le aste di misurazione…; usavano il sistema decimale
Nell’architettura sono importanti le piramidi, la Sfinge, i templi, gli obelischi
(questi ultimi sono monumenti quadrangolari molto alti, realizzati in un unico
pezzo di pietra simboleggiante i raggi pietrificati del sole); nella scultura le
statue di faraoni e di divinità; la pittura parietale si trova in palazzi, tombe e
templi. La mummificazione dei faraoni portò allo studio dell’anatomia e della
medicina.
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Architettura
Piramidi e obelischi
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Le piramidi sono più di 90 in tutto l‘Egitto, oltre alle 180 presenti nella regione nubiana (Sudan). I primi faraoni
furono sepolti in tombe basse di forma rettangolare chiamate Mastabe (un tronco di piramide formato da gradoni
sovrapposti). Poi queste tombe vennero costruite a più strati e diedero origine alle piramidi a gradoni. In seguito
alcuni faraoni vollero avere una tomba grandiosa e si fecero costruire dai loro schiavi e dai contadini piramidi in
pietra, alte come collinette. Poiché la maggior parte delle piramidi veniva saccheggiata, i faraoni decisero di essere
sepolti in tombe più semplici costruite sotto terra o scavate nella roccia, in luoghi non facilmente accessibili (“la
valle dei re”). All’interno le pareti erano dipinte con affreschi che rappresentavano scene di vita quotidiana o
religiose.
Per i templi e le piramidi si usavano non mattoni crudi seccati al sole, ma blocchi di pietra, trasportati attraverso il
Nilo e i suoi affluenti e anche attraverso i canali artificiali. Ci volevano circa 1200 operai per estrarre le pietre
necessarie alla costruzione di una piramide. Sulla terra i blocchi venivano trainati con slitte fatte scorrere sulla
sabbia, preventivamente bagnata (quando vennero fatte le prime piramidi non conoscevano ancora la ruota).
Per costruire la piramide di Cheope lavorarono, a turno, circa 100.000 uomini, che si alternavano ogni tre mesi. Ci
vollero circa 30 anni. Gli operai lavoravano otto ore al giorno e venivano pagati in natura. Potevano protestare e
scioperare e, siccome era difficile rimpiazzarli, le maestranze scendevano facilmente a compromessi, anche perché
se si rifugiavano presso il recinto sacro di un tempio, non si poteva usare la forza per ricondurli al lavoro.
Le piramidi rappresentavano l’illusione della stabilità del regno, della sua sicurezza, dell’ordine di una società
basata sull’antagonismo sociale, in cui il potere politico e religioso dominava in maniera autocratica, essendo
proprietario di tutto.
Gli obelischi furono innalzati soprattutto durante il Nuovo Regno (XVI-XIII secoli a. C.); la loro costruzione era
particolarmente difficoltosa: venivano tagliati ed estratti nelle cave già delle dimensioni stabilite. Nella cava di
Assuan si trova un obelisco incompiuto di circa 32 metri. Numerosi obelischi furono trasportati in Europa e negli
Stati Uniti in diverse epoche. A Roma se ne contano almeno 13. In Egitto ne sono rimasti attualmente pochi: due a
Karnak, uno a Eliopoli, uno a Luxor e uno al Cairo.
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Scrittura
La scrittura egiziana nacque presumibilmente nella regione del Delta del Nilo, in un’epoca
probabilmente precedente a quella in cui si affermò la scrittura cuneiforme in Mesopotamia
La scrittura egizia era di tre tipi: geroglifica (dal greco hieroglýphos, “scrittura sacra”) usata per i
monumenti e ieratica (dal greco hieros, “sacra”), usata dai sacerdoti, e demotica, usata da tutti. La
scrittura egizia può essere considerata fonetica, figurativa e simbolica. L'alfabeto possiede solo
consonanti e nessuna vocale. Le vocali erano sottointese.
La scrittura geroglifica, nata nel IV millennio a.C., è composta da pittogrammi, cioè da piccole
immagini dipinte raffiguranti piante, animali, utensili, parti del corpo umano, quindi i segni sono
derivati delle cose reali. Prima si usò sulla pietra, poi, a partire dal III millennio, su papiro, ricavato
da una pianta del Nilo, che permise la circolazione dei documenti. Nel VII sec. a.C. si cominciò a
usarla anche in testi religiosi in forma diversa. Nello stesso secolo il faraone Psammetico I
introdusse la scrittura cosiddetta “demotica” (dal greco demos, popolare) arricchita di
numerosissimi segni. L’impiego simultaneo delle tre scritture durò fino al III d.C. L'ultima iscrizione
in demotico è del 470 d.C. Solo nel V sec. d.C. fu introdotto l’alfabeto copto, che usava quello greco
con l’aggiunta di nuove lettere.
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• La scrittura egizia è stata decifrata nel 1821 da J. F. Champollion, che trovò
una stele nei pressi di Rashid (da cui prese il nome di Rosetta), sul delta
del Nilo, recante un’iscrizione trilingue in geroglifico, demotico e greco.
Scoperta la stele, la scrittura non fu subito decifrata in quanto gli studiosi
ritenevano ch’essa fosse o ideografica o fonetica. Fu proprio Champollion
a intuire ch’era entrambe le cose.
• La lettura dei geroglifici presuppone la conoscenza di almeno 600 segni:
una parola può essere scritta come ideogramma (un solo segno per
indicare una sola parola), oppure può essere scritta da un segno che va
letto come suono. P.es. se vi è un cerchio e un’anatra vicino, il cerchio è un
ideogramma che rappresenta il sole e quindi il dio Ra. L’anatra invece è un
simbolo fonetico (“sa”). Ora, siccome la parola “figlio” si pronuncia “sa”,
l’ideogramma in questione, col segno fonetico combinato, non voleva dire
altro che “Figlio di Ra”.
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Religione
Gli Egizi erano politeisti (politeismo naturalistico e
antropomorfico a base totemica). Le loro divinità
rappresentavano in forma umanizzata o semi-umanizzata (corpo umano e testa di
animale) le forze della natura (il totem era il simbolo del clan, cioè delle famiglie
imparentate tra loro), ma vi erano anche dei della nascita e della morte, della
famiglia e dell’istruzione, ecc. Alcune divinità erano venerate in tutto l’Egitto, altre
erano esclusivamente locali. La triade principale era Osiride, Iside e Horus (di
quest'ultimo il faraone rappresenta l'incarnazione). Molti animali erano
considerati sacri (zoomorfismo): il gatto perché eliminava i topi, l’ibis perché
uccideva i serpenti, il coccodrillo perché, scendendo a valle, indicava l’arrivo delle
inondazioni del Nilo.
Quando un clan ne sottometteva un altro, anche le divinità sconfitte venivano
subordinate a quelle vincitrici.
Gli Egizi credevano nell'aldilà (immaginato simile all’esistenza terrena), nel
giudizio dell'anima, nella reincarnazione. Praticavano l'imbalsamazione. Quando il
capo di un villaggio, di una città o regione diventava particolarmente potente a
livello sociale o politico, restava fedele alla divinità delle sue origini e si adoperava
per estenderne il culto in tutto il paese. A partire dal II millennio si comincia a
pensare che tutte le persone sopravvivano alla morte, per cui l’imbalsamazione si
diffonde largamente
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Le divinità
Dal 1375 al 1350 il faraone Amenofi IV (13751358 a.C.) impose il culto di Aton (disco solare),
cambiandosi persino il proprio nome in
Akenaton (“colui che è caro ad Aton”), finché
questi divenne il solo culto ammesso
(monoteismo), che però non sopravvisse alla
morte del faraone, a causa dell'ostilità del clero
politeista. Il suo successore, che era anche suo
genero, Tutankamon ,ristabilì il politeismo,
obbligato dalle pressioni dei sacerdoti e del
popolo. Morì a 18 anni d'età e la sua tomba fu
scoperta intatta nel 1929.
I principali dei egizi erano: RA, dio sole con la
testa di falco; ISIDE, dea della maternità;
SOBEK, dio coccodrillo dal cui sudore, secondo
la leggenda, ebbe origine il Nilo; OSIRIDE, il dio
dei morti; ANUBI, con la testa di sciacallo;
HORUS, dio con la testa di falco.
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I templi
Templio di Hathor
I templi ospitavano scuole e biblioteche, erano
formati da tante colonne, con diverse sale che
portavano al santuario, dove era custodita la
statua del dio. Sui muri esterni vi erano
raffigurate le battaglie combattute. Solo i
sacerdoti potevano entrare nel tempio,
raramente i faraoni; la gente assisteva alle
processioni dall’esterno.
Il libro dei morti è una raccolta di formule
magiche e preghiere che secondo gli Egizi
guidavano e proteggevano l’anima del defunto
nel suo viaggio nell’oltretomba. Pensavano che
la conoscenza di questi testi permettesse
all’anima di scacciare i demoni che
ostacolavano il cammino e di superare le prove
poste da quarantadue giudici del tribunale di
Osiride.
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Condizione della donna
Le donne aiutavano i mariti nel lavoro e facevano lavori
domestici: cucinavano, lavavano, avevano il compito di
macinare i cereali, preparare la birra, filare e tessere il lino.
Con il marito condividevano la vita sociale. Disponevano
anche di un’eredità che portavano in dote allo sposo. L’uomo e
la donna si sposavano molto giovani: di solito l’uomo (14 anni)
era più anziano di lei (12 anni). L’età media era di circa 40
anni. L’uomo non poteva sposare una schiava perché era
illegale: se lo faceva i suoi figli erano considerati schiavi. Il
faraone poteva sposare più donne, che erano costrette a
restare nella sua “fortezza”. Quando il marito divorziava dalla
moglie, questa aveva diritto agli alimenti. La donna, quando
moriva, aveva diritto ad avere una tomba pari a quella
dell’uomo.
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Alimentazione
• Pane e birra erano il cibo e la bevanda più usati. Pare che ci
fossero circa trenta o quaranta tipi di pane con diverse
forme e vari ingredienti: orzo, farro, frumento.
• Coltivavano anche cipolle, aglio, porri, fagioli, lenticchie e
lattuga e mangiavano molto pesce del Nilo. Esistevano
anche zucche, datteri, fichi, cetrioli e meloni, ma non
agrumi. Ai banchetti sontuosi si offrivano diversi tipi di cibi:
anatre, oche, manzo, gazzelle, maiali, pecore, capre,
cacciagione, che venivano arrostiti o bolliti, e si beveva
vino, mentre i poveri si facevano la birra. Vasi di terracotta
e cesti, ottenuti intrecciando foglie di palma e strisce di
papiro, erano i contenitori usati nelle diverse attività
quotidiane.
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Abitazioni
Le case erano diverse a seconda delle classi
sociali di appartenenza. Le persone comuni
abitavano in case di mattoni cotti al sole. Le
stanze erano quadrate, avevano finestre piccole
e il tetto era usato anche come cucina.
Modelli di case
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Abbigliamento
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La maggior parte degli abiti era di lino, una stoffa ottenuta tessendo le fibre di una
pianta. La lana veniva usata molto raramente. I loro vestiti erano molto semplici:
un gonnellino per gli uomini e per le donne lunghe tuniche in lino, che arrivavano
fino ai piedi, e un largo mantello. Gli abiti raramente erano bianchi, venivano tinti
con colori vegetali e minerali (rosso, blu e giallo). Ai piedi si mettevano sandali fatti
con foglie di palma e giunchi. I sandali di pelle erano molto resistenti ma anche
molto costosi.
Le regine e le donne più ricche potevano permettersi collane con grosse perle di
pietra preziosa, pesanti collane in oro ed elaborate parrucche; infatti, erano quasi
tutte senza capelli per poterle indossare più facilmente. Il trucco si componeva di
kohl per colorare di nero gli occhi, di olii e cosmetici per la pelle e di profumi. Nelle
feste le donne usavano portare in testa dei piccoli coni profumati.
Dato il clima estremamente caldo dell'Egitto, gli uomini, specialmente quelli che
lavoravano, non si vestivano con abiti pesanti. La maggior parte di essi, infatti,
portava solo un perizoma, lungo fino alle ginocchia, fatto di pelle o di lino. I
faraoni, poi, potevano permettersi gioielli da indossare sul petto e sui polsi, spesso
raffiguranti divinità. Durante le feste gli uomini più ricchi indossavano parrucche.
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faraone
musici
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Acconciature
Si truccavano gli occhi di nero ricavato dal
piombo, specchiandosi in specchi di rame
e di bronzo lucidati. I capelli erano spesso tinti.
Le donne indossavano parrucche per
proteggersi dal sole quando lavoravano
all’aperto. I bambini, specialmente i ragazzi, avevano la testa rasata,
eccetto una lunga ciocca lasciata crescere di lato.
Era il “ciuffo della gioventù”
e mostrava che l’adolescente
non era ancora considerato
un adulto.
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La scuola
La scuola egiziana fu fondata attorno al 2000 a.C. con lo scopo di formare
giovani esperti da destinare alle funzioni amministrative dello Stato.
Era una scuola rigida e poco permissiva, spesso venivano inflitte punizioni
corporali.
Le lezioni si svolgevano generalmente all'aperto.
Gli alunni si sedevano accovacciati su stuoie intrecciate ed erano muniti di
pennelli o cannucce e di cocci di terracotta sui quali scrivevano. Allo studio
delle lettere erano ritenuti funzionali l'esercizio ripetuto della ricopiatura e
della dettatura.
Il giovane che voleva avere accesso ai più alti gradi dell'amministrazione
doveva conoscere almeno una lingua straniera, così come chi voleva
intraprendere con successo la carriera diplomatica doveva conoscere il
babilonese.
Importante era anche la preparazione fisica, curata mediante esercizi ginnici.
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