TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 8.6. Il sistema informativo di marketing 8.6.1. Le informazioni di marketing Un'informazione è un insieme organizzato di dati che compongono un messaggio con lo scopo di ridurre l'incertezza nell'ambito di una scelta tra più alternative. Lo stesso dato può essere utilizzato quindi in modo diverso da differenti manager della stessa impresa o di imprese diverse, mentre differenti sistemi decisionali e stili di decisione possono richiedere diverse informazioni, andando a costituire informazioni destinate al supporto di processi decisionali e decisori specifici. Il mercato rappresenta uno dei nodi decisionali principali dell'impresa, punto di partenza e di arrivo delle scelte aziendali. In questo quadro, la complessità del sistema decisionale relativo al mercato ha subito nel tempo trasformazioni che ne hanno mutato la logica, rendendone sempre più complesso il funzionamento e importante la raccolta delle informazioni. Accanto a queste nuove caratteristiche del processo decisionale, si è assistito a un notevole progresso nella capacità di gestione delle informazioni, che ha permesso, da un lato, una crescita di valore dell'informazione elaborata, dall'altro, la capacità di trattare un numero sempre più elevato di dati da trasformare in informazioni per le decisioni. L'aspetto tecnologico legato al trattamento dei dati e delle informazioni ha assunto spesso un carattere ambiguo di aiuto-vincolo al processo decisionale di marketing. In questo contesto s'inseriscono le necessità peculiari dell'attività decisionale di marketing. Innanzi tutto le attività di marketing partecipano ai vantaggi derivanti dal generale miglioramento di trattamento delle informazioni. Pur con i limiti sopra esposti, i sistemi informativi sono una fonte importante d'informazioni per il marketing, soprattutto nella considerazione degli eventi aziendali (vendite per area, prodotto, distributore, cliente, gestione delle condizioni di pagamento, valutazione dell'affidabilità clienti, ecc.) che portano a scelte commerciali. Le scelte di marketing mix si basano inoltre su informazioni raccolte in una serie di campi di attività commerciale che riguardano: il comportamento di acquisto del distributore, del consumatore o dell'utilizzatore; le caratteristiche della domanda attuale, potenziale, per segmento, ecc.; i comportamenti competitivi della concorrenza; l'ambiente in senso ampio (tecnologie, situazione e tendenze economico-sociali, valoriali, demografiche, istituzionali); le interconnessioni e i vincoli funzionali interni all'impresa; i risultati e gli effetti delle azioni di marketing dell'impresa. A differenza di altre funzioni aziendali, le decisioni di marketing dipendono in larga misura da informazioni esterne. Alla generale maggiore difficoltà del reperimento di dati esterni all'impresa, si aggiunge il fatto che tali informazioni riguardano spesso comportamenti e atteggiamenti dei clienti, dei distributori, dei concorrenti, e che quindi presentano una difficile e spesso precaria riconduzione alla forma numerica. Inoltre, la forte componente qualitativa di tali informazioni ne rende complesso il confronto rispetto ad altri fenomeni, così come rispetto al suo andamento nel tempo. Spesso, tali comportamenti e 1 TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 atteggiamenti sono tenuti nascosti o sono inquinati, sia volontariamente (soprattutto nel caso della concorrenza e dei distributori), sia inconsciamente (soprattutto nel caso dei clienti e dei consumatori). Di fronte ad una crescita generale della necessità di raccolta e gestione delle informazioni da e per il mercato, e ai costi che quest'attività induce, l'impresa deve poter organizzare la sua azione informativa con efficacia ed efficienza, attraverso la costruzione di un sistema informativo di marketing. Tale sistema non presiede soltanto alla raccolta, ma anche alla discriminazione e delle informazioni, per evitare che il processo decisionale rimanga bloccato da un eccesso informativo, o sia supportato in ritardo. Il ruolo del Sistema Informativo di Marketing (SIM) è infatti quello di raccogliere dati, selezionarli, organizzarli in informazioni, rendere queste significative e atte a prendere decisioni di marketing. Si tratta quindi di un sistema strutturato, le cui componenti interagiscono per ottenere un risultato destinato a facilitare il processo decisionale di marketing. Queste componenti, in un ottica sistemica, possono essere comprese in quattro sottosistemi principali: il sistema delle rilevazioni interne; il sistema di marketing intelligence; il sistema dei modelli di marketing; il sistema delle ricerche di marketing. Il sistema delle rilevazioni interne si basa essenzialmente sui dati provenienti dalla contabilità e quindi legge i passaggi del ciclo dell'ordine, che inizia nel momento in cui sorge un ordine e termina con la consegna del prodotto e il pagamento, dando vita a una serie di documenti (ad es. la conferma d'ordine e la fattura). Da questo sistema si possono ottenere informazioni riguardanti l'andamento degli ordini, del fatturato e delle scorte, gli scostamenti ordinato-fatturato, l'eventuale stagionalità delle vendite, i tempi di pagamento, gli sconti, la fedeltà della clientela, la curva ABC1 dei clienti, la tipologia degli stessi. A queste si aggiungono tutte le informazioni relative ai risultati economici e di redditività, secondo le suddivisioni che l'impresa ritiene significative. Un'altra fonte importante è rappresentata dai rapporti del personale di vendita o di controllo delle vendite (venditori, area manager, export manager, addetti servizio clienti). Esercizio su curva ABC Il sistema di marketing intelligence comprende le procedure e le fonti che i responsabili di marketing utilizzano per monitorare gli eventi ambientali che influenzano le decisioni di marketing in un senso più generale. Gli strumenti utilizzati comprendono libri, riviste di settore, colloqui con clienti, fornitori, distributori, opinion leader, colleghi della stessa impresa e di altre, con esperti e consulenti, concorrenti, pubblicazioni di associazioni di categoria, di enti pubblici, e quant’altro può risultare utile al processo di analisi dell’ambiente di mercato. L'utilizzo del sistema dei modelli di marketing misura la capacità di analisi dei dati raccolti, e si avvale di una serie di tecniche e modelli di analisi statistica e di altra natura. 1 La curva ABC dei clienti misura la concentrazione della clientela, basata sul fatturato o sulla quantità di acquisto rappresentati da ciascun cliente. In questo modo si possono individuare tre tipologie di clienti lungo la curva di Pareto: quelli di tipo A, solitamente un 10% di clienti che rappresenta il 50% del fatturato; quelli di tipo B, solitamente un 20% di clienti che rappresenta il 30% del fatturato; quelli di tipo C, solitamente un 70% di clienti che rappresenta il 20% del fatturato. I dati numerici naturalmente si devono intendere come indicativi, poiché nella realtà si adattano a ogni specifica realtà aziendale. 2 TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 8.6.2. Le ricerche di marketing Il sistema delle ricerche di marketing è composto da studi focalizzati su problemi e opportunità specifiche, attraverso il ricorso, in larga misura, a fonti e informazioni esterne all'impresa. Le ricerche di marketing possono venire ordinate secondo la natura delle fonti, le tecniche utilizzate, il tipo di informazioni ricercate, la periodicità di rilevazione. Seguendo la natura dell’oggetto si possono identificare tre tipologie di ricerche: le ricerche sugli aspetti ambientali non controllabili dall'impresa (previsioni economiche, politiche, sociali, demografiche, ecc.); quelle sugli aspetti ambientali influenzabili dall'azione dell'impresa (comportamento di acquisto, comportamento competitivo); le ricerche sulle variabili controllabili (marketing mix). Secondo le tecniche utilizzate si parla di sondaggi (interviste, questionari sia diretti che telefonici, postali, telematici), panel (dai quali l'osservatore raccoglie informazioni secondo una certa frequenza), test (analisi sperimentali su prodotti, pubblicità, distribuzione, prezzi). Il tipo di informazioni ricercate individua due categorie di ricerche di marketing: quelle qualitative o motivazionali, che indagano sui perché dei comportamenti e degli eventi; quelle quantitative, orientate a misurare la dimensione dei comportamenti e degli eventi. Molto spesso una tipologia è complementare all'altra, poiché, logicamente, è necessario identificare prima i fenomeni, e le loro cause, per poi poterli misurare. Secondo la periodicità della ricerca si possono distinguere le ricerche ad hoc, focalizzate su argomenti specifici, definite nel tempo e svolte una tantum, le ricerche servizio, svolte con cadenza periodica, orientate a monitorare la variabilità nel tempo di fenomeni stabiliti. Spesso, queste ricerche sono multiclient, rivolte cioè a un gruppo di clienti parimenti interessati, che si uniscono per sostenerne l'onere. Il sistema delle ricerche di marketing può fare riferimento a una struttura aziendale interna, preposta a questo compito, o, sempre più frequentemente, a istituti esterni specializzati. Il compito del management di marketing è quello di armonizzare l'utilizzo di questi strumenti con gli altri elementi del SIM, a evitare che vi sia una duplicazione di informazioni, o una tale separazione che impedisca un contributo sinergico. È evidente che il sistema delle ricerche di marketing, sia per la sua onerosità, sia per la sua natura specifica, ha la funzione di coprire le lacune informative lasciate dai sistemi delle rilevazioni interne e di marketing intelligence e non di sostituirsi ad essi. La raccolta di informazioni dal mercato dovrebbe essere attività normale di tutte le imprese, e però tra queste sono soprattutto le maggiori a farsene carico poiché nelle piccole e medie si suppone, sovente a torto, di non possedere capacità e organizzazione sufficienti. È vero che per quanto riguarda ricerche complesse e assai specialistiche l’azienda deve necessariamente ricorrere a competenze esterne che solamente istituti specializzati sono in grado di fornire; in questi casi il dilettantismo porterebbe a errori metodologici, di valutazione e di interpretazione che condurrebbero a decisioni sbagliate in grado di creare situazioni critiche nei comportamenti di mercato dell’impresa. Il falso mito del far da sé per ridurre i costi genera in questo casi costi aggiuntivi dovuti a errori e incompetenza assai superiori. L’esternalizzazione non toglie, tuttavia, la necessità di sviluppare all’interno dell’impresa competenze relative alle ricerche di marketing, utili all’impostazione e al controllo di ricerche commissionate all’esterno e ad attività di monitoraggio continuo dei propri mercati. L'organizzazione necessaria è spesso minima, spesso gli ostacoli a questa 3 TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 pratica sono più di carattere culturale che operativo, relativi alla mancanza di orientamento al mercato unito a un approccio razionale, basato su informazioni attendibili. Nell'effettuare indagini e ricerche sui consumatori, distributori, concorrenti o sui clienti in generale, si dovrebbero seguire alcune regole di semplicità: 1. definire con precisione il problema da indagare; 2. identificare il campione 3. formulare questionari brevi e focalizzati; 4. evitare domande ambigue; 5. creare condizioni fisiche favorevoli alle risposte. Per quanto riguarda il primo punto, il buon esito della ricerca trova le sue radici nella chiara definizione del problema da indagare e nella limitazione del campo di conoscenza parziale che la ricerca cercherà di sondare. Due sono perciò i momenti chiave di questo passaggio: la definizione e la limitazione. Il rischio è quello di cadere nei due errori tipici di questa prima fase della ricerca, il primo è quello della genericità, il secondo è quello dell'ingordigia informativa. L'ingordigia è data dalla insana speranza di ottenere tutte le informazioni possibili attraverso una sola ricerca. Sovente, iniziando la stesura di un questionario, vengono alla mente ulteriori questioni, domande, informazioni interessanti da reperire, in una spirale sempre più alta che allontana dagli obiettivi iniziali e conduce inesorabilmente verso la confusione e la impraticabilità. In realtà una ricerca è sempre il punto di partenza di una successiva indagine, è il tassello di un mosaico che si compone in un quadro informativo chiaro, sia nella visione complessiva, sia nei particolari. Il risultato di una definizione del problema da indagare generica e ingorda è una ricerca dispendiosa e inutile. Il campione di consumatori da intervistare dovrebbe essere definito una volta identificato l’universo cioè la popolazione da analizzare. I metodi di campionamento possono essere di tipo probabilistico o non probabilistico. I primi prevedono la scelta casuale di alcuni componenti dell’universo, avendo in precedenza numerato ciascun componente ed estratti i numeri casualmente. Nel caso di campioni non probabilistici si procede per quote, ciò significa che all’interno di un determinato universo (ad esempio persone) vengono assegnate delle quote da rispettare (ad esempio una percentuale stabilita di uomini e di donne, di ciascuna fascia d’età ecc.) in relazione alla rappresentatività ricercata dell’universo. Il questionario2 va composto con poche domande, chiaramente esposte, a cui si dovrebbe poter rispondere con facilità e rapidità, visto il disagio sopportato dal cliente, che non è generalmente disposto a dedicare molto tempo e attenzione a tale attività. Innanzitutto è necessario definire una sequenza logica delle domande, per condurre il rispondente verso una sempre più focalizzata attenzione al problema e per facilitare la comprensione della logica delle questioni. Frequentemente si presenta la necessità di graduare l'intensità della risposta, per meglio conoscere il pensiero del rispondente; in questo caso è opportuno utilizzare scale a cinque o sette punti (scala di Likert), evitando quella a tre che finirebbe per schiacciare la 2 Per approfondimenti ulteriori sui problemi delle ricerche di marketing, della composizione del campione, della redazione del questionario e sullo svolgimento delle varie fasi della ricerca si veda Moutinho L. e Evans M. [1991], Applied Marketing Research, Wokingham, Addison-Wesley, e Dillon W.R, Madden T.J. e Firtle N.H. [1993] Essential of Marketing Research, Homewood, IL, Irwin. 4 TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 risposta sulla media. Può risultare molto utile, ai fini della chiarezza della domanda, suggerire una scala semantica in cui comprendere le risposte o almeno una scala a punti. 8.6.3. La misurazione e la previsione della domanda Per poter pianificare le azioni di marketing di un’impresa il primo passo è sicuramente quello di valutare e misurare la domanda attuale, così come quello di prevedere la domanda futura. Secondo tali valutazioni saranno successivamente studiate e pianificate le strategie più idonee per rafforzare e accrescere la posizione dell’impresa sul mercato. Prima di addentrarci nei metodi specifici di misura occorre stabilire cosa misurare, infatti i tipi di domanda a cui l’impresa può riferirsi possono essere diversi. Una prima distinzione è posta tra domanda primaria, o domanda di mercato, e domanda selettiva [COLLESEI 1994]. La domanda primaria riguarda la richiesta cui si riferiscono tutte le imprese del settore di mercato in oggetto, mentre la domanda selettiva riguarda la domanda alla quale si riferisce una sola impresa in oggetto. La conoscenza della domanda primaria è quindi necessaria per definire le dimensioni generali del mercato, mentre quella della domanda selettiva per definire degli obiettivi di vendita. Un ulteriore approccio riguarda i livelli di definizione del mercato (figura 8.9), che individuano riferimenti diversi a seconda della distanza tra mercato attuale dell’impresa e il massimo ipotetico. Ad esempio, se un’azienda vuole vendere attraverso Internet dei libri, dalla popolazione totale (100%) che è interessata all’acquisto di libri occorre giungere al sottoinsieme del mercato potenziale (12%), dato da tutti coloro che possiedono un personal computer, necessario per l'acquisto tramite Internet. Dal mercato potenziale (riportato al 100%) occorre considerare solo coloro che sono attualmente collegati ad Internet, identificando in tal modo il mercato disponibile (65%). Solo una parte di questi poi acquisterà effettivamente libri dall’azienda presente su Internet, attraverso questa forma di vendita telematica, questa parte rappresenta il mercato servito (15%). Fig. 8.9 Livelli di definizione del mercato La domanda può essere analizzata secondo almeno tre punti di vista (figura 8.12), nella sua variazione nel tempo, in funzione di una variabile di causa, secondo lo sforzo di marketing impiegato. Nel primo caso non vi è relazione tra vendite e tempo è puramente descrittiva e di scarso utilizzo, mentre nel secondo caso conoscendo la variazione del fattore causale si può prevedere l’andamento della domanda con un’approssimazione direttamente collegata al grado di correlazione presente fra i due fenomeni. Nel terzo caso la relazione è posta tra un’attività di marketing specifica (sforzo di marketing) e il suo effetto sulle vendite. Tale situazione è diversa se si considera il mercato nel suo insieme o la singola impresa. Nella figura 8.10 è illustrato proprio questo caso, dove si inserisce inoltre il concetto di mercato potenziale e di mercato potenziale dell’impresa come due limiti da considerare nella previsione della domanda, relativi ai rispettivi livelli di saturazione. La curva della funzione di domanda dell’impresa è invece ricavata sulla base di valutazioni ottimistiche e pessimistiche, scegliendo quindi un’ipotesi più probabile. 5 TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 Fig. 8.10 Funzione di domanda del mercato e dell’impresa Per quanto riguarda i metodi di previsione della domanda, questi si possono raggruppare secondo tre classi [BAGOZZI 1991]: metodi euristici metodi soggettivi metodi oggettivi Tra i metodi euristici si possono individuare il metodo a catena, basato su un’interconnessione gerarchica di stime della domanda per ogni livello della gerarchia. L’idea di base è di iniziare con una stima della domanda potenziale totale di una classe di prodotto in un o specifico mercato e quindi, attraverso successive suddivisioni, giungere alla domanda di una particolare marca in quel mercato (tabella 8.2). Tab. 8.2 Esempio di previsione della domanda secondo il metodo a catena: una bevanda "cola" Popolazione italiana Spesa pro capite in bibite Spesa totale in bibite % di spesa in "cole" Spesa totale in "cole" Quota stimata della marca Y Spesa potenziale del mercato sulla marca Y x x x 58.000.000 5€ 290.000.000 € 35% 101.500.000 € 56% 56.840.000 € Un primo problema riguarda la scelta dei moltiplicatori, poiché ne potrebbero essere utilizzati molti e diversi. Un secondo aspetto considera che qualsiasi moltiplicatore venga usato un certo livello di errore permane comunque, dato l’alto livello di astrazione e di ipotesi. Più questo errore accade nei primi livelli del processo di valutazione, più la sua influenza si ripercuote in tutta la previsione, portando il risultato lontano dalla realtà. Un ulteriore metodo è quello che considera la classificazione dei settori, utilizzato soprattutto nei mercati dei beni destinati alla produzione. Secondo tale approccio il mercato viene diviso seguendo una classificazione ufficiale (ad esempio quella proposta dall’Istat) seguendo la quale sono disponibili dati statistici. S'identifica così un’area geografica (regione, provincia comune o loro aggregati) e se ne stima il mercato sulla base del numero d'imprese di un determinato settore, della loro dimensione (dipendenti, fatturato, produzione) e di altri fattori che di volta in volta si considerano significativi (tabella 8.3). Tab. 8.3 Esempio di previsione della domanda secondo il metodo a classificazione settoriale: domanda di spalline per abiti Settore Abbigliamento Dimensioni dell'impresa (fatturato in €) + 500.000 Numero di imprese Unità di prodotto utilizzate per impresa (stima) 4 26.000.000 Mercato potenziale in quantità 104.000.000 6 TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 uomo Abbigliamento donna Totali + 250.000 + 100.000 + 25.000 + 500.000 + 250.000 + 100.000 + 25.000 12 34 21 1 9 42 56 179 14.000.000 5.600.000 1.500.000 7.000.000 3.700.000 1.600.000 400.000 168.000.000 190.400.000 31.500.000 7.000.000 33.300.000 67.200.000 22.400.000 623.800.000 Tale metodo aiuta nell’identificazione delle dimensioni del mercato potenziale, anche grazie a possibili aggregazioni e suddivisioni secondo le necessità d'indagine dell’azienda offerente, ma necessita di correttivi relativi al passaggio da dati generali a dati specifici dei clienti industriali. Un terzo metodo è quello dell’indice del potere di acquisto o indice di consumo, utilizzato nel caso dei mercati dei beni di consumo. Si tratta di utilizzare una formula matematica piuttosto semplice per ottenere il mercato potenziale di un determinato prodotto sulla base della popolazione residente in un’area, del suo potere di acquisto, del suo indice di consumo. Ad esempio, per determinare il potenziale del mercato dei biscotti di una specifica area sul totale nazionale, si può considerare la seguente relazione dell’Indice di Consumo: ICi Ri Vi Pi dove Ri è la percentuale del potere di acquisto (reddito spendibile) dell’area i sul totale nazionale, Vi è la percentuale di vendite di beni di consumo alimentare nell’area sul totale nazionale e Pi è la percentuale di popolazione sul totale nazionale residente nell’area i, mentre sono pesi derivati da studi empirici e analisi di regressione (relativamente al consumo di biscotti). Sostituendo i rispettivi valori nella relazione si ottiene l’indice di consumo e quindi il potenziale dell’area: ICi 0,5(2,425) 0,3(1,985) 0,2(1,842) 2,176 Il valore 2,176 rappresenta il potenziale, percentuale delle vendite totali nazionali, di biscotti che si può ottenere nell’area i. Se ad esempio le vendite nazionali ammontassero a 500 miliardi, nell’area i vi sarebbe un potenziale di 500 x 2,176%, cioè di 10,88 miliardi. I metodi soggettivi di previsione e stima della domanda sono fondati su una base maggiormente empirica e più vicini alla situazione della domanda specifica di un’azienda. Il metodo Delphi comprende il giudizio di un gruppo di esperti Ai quali viene richiesto di rispondere in modo anonimo a un questionario riguardante uno specifico mercato. I risultati di questa prima indagine sono elaborati e comunicati al gruppo di esperti che riformula il suo giudizio, in una seconda tornata, anche sulla base di quanto emerso dalla prima ricerca. In questo modo si tende a ridurre la soggettività delle risposte del singolo esperto. Il metodo di previsione della forza di vendita si basa sull’opinione dei distributori o della forza di vendita dell’impresa alla quale viene chiesto di stimare la domanda nelle aree di loro pertinenza. Sommando le singole previsioni si giunge a un totale complessivo del mercato di riferimento dell’azienda. Questo metodo parte dall’assunto che la forza di vendita 7 TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 abbia una buona conoscenza della sua specifica situazione territoriale, rispetto al potenziale di vendita e ai trend in atto. Il pericolo è quello di una sottostima, dovuta al fatto che la forza vendita può sentirsi sottoposta a giudizio sul proprio operato, soprattutto se la distanza tra il potenziale e le vendite effettive è alta; questa distanza sarebbe indice di inefficacia nell’azione di vendita. Un ulteriore metodo si basa sulle intenzioni d’acquisto fornite dai clienti su sollecitazione telefonica, postale, o visita personale, rispetto a un prodotto, a una classe di prodotto o a una marca, rispetto a un orizzonte temporale (ad esempio sei mesi o un anno) definito con riferimento alla tipologia del prodotto. Le risposte dei singoli clienti vengono quindi sommate e utilizzate per definire il potenziale. Il metodo è applicabile con un certo successo nel caso di beni industriali o, al limite, di beni di consumo durevole, dove cioè il numero degli acquirenti è limitato, la frequenza d’acquisto non elevata e il valore unitario del prodotto alto. Si deve naturalmente prevedere che le intenzioni non corrispondono esattamente ai comportamenti e perciò si dovrà ricorrere a indici correttivi, ad esempio riducendo di una percentuale desunta dall’esperienza i risultati della previsione. Per quanto riguarda i metodi oggettivi di stima della domanda, essi si basano su due logiche: la proiezione dei dati del passato e la teoria della regressione multipla. Nel primo caso si può considerare un metodo naive, legato alla semplice crescita o diminuzione percentuale delle vendite dell’anno precedente, considerando che le forze che hanno determinato le vendite passate continuino a mantenere la loro influenza sul futuro nello stesso grado. Come si può intuire è un metodo che incontra molti limiti e che può essere utilizzato solo in situazioni di mercati in cui la dinamica tra le varie componenti è piuttosto bassa. Un’ulteriore necessità è rappresentata dalla correzione della stagionalità spesso presente durante l’anno nelle vendite dei prodotti. Per ottenere questo risultato si può operare separando le vendite all’interno dei periodi di stagionalità (semestri, quadrimestri ecc.), quindi si dovrebbe trovare una media delle vendite per periodo, da cui desumere un indice di stagionalità. Per determinare le vendite destagionalizzate si dovrebbero quindi dividere le vendite di ogni periodo per il suo indice di stagionalità. L’obiettivo è quello di rendere in tal modo disponibili i dati di vendita per altre elaborazioni di previsione senza che siano inquinati da stagionalità nelle vendite. Il metodo delle medie mobili aiuta a prevedere le vendite sulla media di un certo numero di periodi passati. La formula generale è la seguente: St 1 St St 1 ... St n1 n dove St+1 sono le vendite previste, St sono le vendite dell’anno in corso, St-n+1 sono le vendite degli anni precedenti e n è il numero di anni considerati. I metodi di stima della domanda basati interamente sulle vendite passate non sono modellati secondo elementi predittivi. Per ottenere una stima più accurata della domanda si devono identificare le causali controllabili e non controllabili ed usarle come fattori di previsione. Un metodo assai usato è quello della regressione multipla che può essere indicata dalla seguente equazione: 8 TIZIANO VESCOVI 6/2/2017 4:27 S 1 X 1 2 X 2 ... k X k dove S sono le vendite è un parametro che mostra il livello delle vendite quando le variabili indipendenti sono fissate a 0, mentre X1, X2,..., Xk sono un numero k di variabili indipendenti (causali delle vendite) e è un termine di disturbo che rappresenta l’errore erratico. La maggiore difficoltà nell’uso della regressione multipla riguarda l’identificazione delle variabili predittive rilevanti. Si possono comprendere le variabili che hanno un impatto causale diretto sulle vendite, come la pubblicità, la promozione vendite, il prezzo l’investimento distributivo. Evidentemente nel caso di un nuovo prodotto o, ancor più, di un nuovo mercato risulta piuttosto difficile misurare l’impatto di tali variabili. In questi casi si può ricorrere a test di mercato attraverso i quali, in un’area limitata di quello che sarà poi il mercato effettivo, vengono provate alcune soluzioni di marketing mix e si misurano gli effetti di alcune variabili causali, misure che saranno utilizzate successivamente per costruire il modello di previsione generale delle vendite. I vari sistemi di previsione portano a risultati diversi e hanno possibilità applicative diverse a seconda delle varie situazioni, è quindi spesso utile farne un uso combinato, azionando in tal modo un sistema di controllo reciproco ed evitando di incorrere in errori significativi in cui ciascun metodo, utilizzato in modo isolato potrebbe incorrere. 9