NUMERI 22-25
(Balaam e Balak)
DIO SI RIVELA AL SUO POPOLO
Dio che guida è al centro del suo popolo e nel
momento in cui si scontra con il popolo si
rivela anche.
1. “Il fuoco” è il segno della sua “santità” ma
anche della sua gelosia (11,10)
2. L’intimità che ha con Mosè con il quale parla
“bocca a bocca” e punisce con la lebbra
Maria
3. nell’esplorazione della terra, dove il popolo
manca di fiducia, egli si dimostra come il Dio che
compie grande prodigi
4. Il sacrificio per un voto, sale al cielo come
profumo davanti a Dio con la triplice distinzione
dei gesti:
- Elevazione
- Agitazione
- Espiazione
5. Con i riti di purificazione si rivela la santità di
Dio
6. Nel serpente di bronzo la potenza della sua
parola
MOSE’
a) E’ colui che intercede per il popolo (11,2)
b) Egli ne sente tutto il peso e la responsabilità
c) Egli è l’uomo di fiducia nella casa di Dio (Ebr. 3,15)
d) Nell’episodio dell’esplorazione intercede
difendendo l’onore stesso di Dio
e) Il peccato di Mosè: la solidarietà don il popolo
f) Nel serpente di bronzo si pone al servizio di una
parola potente: “quello che è strumento di
morte diventa principio della vita”
BALAAM (Num.22-24)
Nel 1967 a Deir Alla sono state
ritrovate delle iscrizioni circa un
famoso indovino pagano con lo
stesso nome.
Deir Alla – Le iscrizioni di Balaam
Secondo il testo biblico Balaam abitava a
Petor (forse Pitru in Siria), nel territorio dei
“figli del suo popolo”. La traduzione dei “figli di
Amau” si basa su una iscrizione nel nord della
Siria ad Alalah. La traduzione della Nova
Vulgata pensa sia il regno degli Ammoniti
Petor – Pitru – Bet Peor
CHI E’ BALAAM?
I racconti dei cap. 22-24 non danno riferimenti precisi con il
cammino degli Ebrei verso la terra promessa.
La figura di Balaam è presentata in diverse forme:
a) Profeta veggente, ma che vede meno della sua asina
b) In Dt 23,5-6 sembra che abbia maledetto Israele, ma Dio
non lo ha ascoltato
c) In Gs 24,9-10 voleva maledire, ma è costretto a benedire
d) In Num. 31,8 Balaam viene ucciso con la spada insieme
agli altri nemici. Al v.16 Mosè lo accusa di essere stato lui
a spingere il popolo alla idolatria.
e) in 2Pt2,15-16 e Gd 11 e Ap.2,14 è un profeta venale che
agisce per interesse, simbolo di dottrine erronee.
Il nostro testo è un inreccio che risale a due
tradizioni diverse
a) Narrazione “E” (eloista)
Balaam è un indovino arameo (o amorreo),
adoratore di JHWH, da cui è ispirato. Egli
cedette alle pressioni di Balak, solo dopo
essere stato autorizzato da Dio
b) Narrazione “J” (javista): era un madianita e si
pose in cammino senza il permesso di Dio.
Fermato sulla strada grazie alla sua “asina” che si
arresta dinanzi all’angelo di Dio. Il re Balak viene
lui stesso a cercarlo
- I due racconti derivano da una fonte antica
secondo cui Balaam era un mago molto terribile
- Gli antichi davano enorme valore alle
benedizioni/maledizioni (una volta pronunciate si
avverano)
Considerazioni sul testo
Num.22, 1-6
- Balak ha paura e spavento di fronte agli
Israeliti
- Per cui ricorre alla magia
Num. 22,7-21
- nell’adesione di Balaam a Dio c’è la libertà e
l’obbedienza di riferire solo ciò che Dio vuole
Num. 22, 22-35
- Nell’AT l’asina insieme al serpente sono gli unici
due animali che parlano
- Questo racconto vuole dare la certezza che
Balaam può agire solo se Dio gli dà il permesso e
fare quello che Dio gli ordina.
- L’asina si oppone all’ottusità dell’uomo che non
“vede”
- L’asina potrebbe gettare dei segni di speranza per
il futuro del popolo di Dio che ancora non è
chiaro
Gli oracoli di Balaam
In nome di Dio, Balaam pronuncia oracoli di
benedizione, contro le aspettative di Balak.
I° Oracolo: 23,7-10
“E’ un popolo che dimora in disparte”
II° Oracolo: 23, 13-24
“Non si vedono colpe in Giacobbe”
III° Oracolo: 24,1-9
“Come sono belle le tue tende “
Notiamo queste espressioni:
1. 24,3 “L’uomo dall’occhio penetrante” alla
lettera “l’occhio aperto” o “colui che vede
secondo verità” (LXX). La vulgata “L’uomo
dall’occhio chiuso” cioè in una specie di
estasi.
2. 24, 4 “Onnipotente”
“Shaddai” (lett.) termine per indicare Dio,
conosciuto da Abramo Isacco e Giacobbe
(Es.6,2.3)
3. 24,7:
LXX (con altre traduzioni): Uscirà un uomo dal
suo seme e dominerà su molte nazioni e il suo
regno sarà esaltato più di Gog). Non più Israele
ma un uomo misterioso di cui si parlerà nel 4°
oracolo
IV° Oracolo: 24,15-19
“Una stella punta da Giacobbe e uno scettro
sorge da Israele…”
Il Targum Pseudo-Jonatan (antica trad. dei testi
biblici in aramaico) precisa: Quando sorgerà il
re forte dalla casa di Giacobbe e sarà unto il
Messia e uno scettro forte da Israele
Quest’ultimo è l’oracolo messianico che si
riferisce alla “stella dei re magi”.
La stella mattutina “Lucifero” era lo stemma
ideale del re di Babilonia (Is.14,22). La
traduzione aramaica è “un re spunta da
Giacobbe”. La stella si è trasformata in un
sovrano (cfr. Mt 2,2 e in Ap.22,16 “la stella
radiosa del mattino”). La luce accompagnerà il
popolo messianico (Is.9,1)
Lo scettro regale: è il segno dell’autorità regale,
che già era presenta in Gen.49,10.
Così nelle parole del mago Balaam abbiamo un
ritratto del Messia (così anche gli ebrei
leggono).
Per i cristiani quella stella e quello scettro
rimandano precisamente a Gesù, il Figlio della
Vergine maria
(Catacombe di Priscilla)
BAAL – PEOR (Num.25)
Il cap. riunisce due esempi di peccati idolatrici
commessi nel territorio di Moab:
a) 25,1-5: Donne straniere (moabite) che
inducono Israele ad allontanarsi dal Signore
(cfr. Influsso di Balaam) per aderire al culto di
Baal Peor (Os.9,10). Peccato che fa divampare
l’ira di Dio e i capi considerati resposanbili
vengono condannati alla pena di morte
b) 25,6-18: il peccato commesso sotto gli occhi della
comunità a causa di una donna madianita fa scattare
l’ira di Finees, figlio di Eleazaro, che colpisce la donna
nel basso ventre, luogo della generazione dove si
consuma il peccato di idolatria
N.B.
1.
v.8 “la qubbà” è l’alcova (apax nella Bibbia). Per gli arabi è
“tenda sacra”. La Nova Vulgata traduce con
“cubiculum”; la Vulgata “lupanar” il greco Kaminon
(fornace)
2. v.10: Finees è animato dalla stessa gelosia di
Dio quando il popolo lo abbandona per gli
idoli.
3. v.12: con lui Dio stabilisce un’alleanza di pace
promettendogli un sacerdozio perpetuo per la
sua discendenza.
Conclusione
a)La benedizione, da cui il popolo è segnato, non ne
garantisce in nessun modo l’impeccabilità. Ma a
Israele non viene chiesto di essere impeccabile,
bensì l’umiltà di chi sa correggersi con severità e
decisione.
b) Nel deserto Israele ha imparato a correggersi.
Con coloro che sono capaci di contrizione Dio
stringerà la sua alleanza di pace.
c) Per essi ci sarà la terra promessa: beati loro,
come sono beati i miti perché erediteranno la
terra.