Il Catechismo della Chiesa Cattolica e la comunicazione della fede

Il Catechismo della Chiesa Cattolica
e la comunicazione della fede.
Linguaggio, linguaggi e pratiche comunicative
Intervento di don Luciano Meddi
Pontificia Università Urbaniana
Aula Magna 26 marzo 2012
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Introduzione
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Introduzione
• CCC strumento privilegiato
per la comunicazione della
fede?
– Per superare la crisi della
fede dentro la chiesa: crisi
della capacità dei credenti
di testimoniare e difendere
la propria fede
– Causata dalla cultura
moderna e post-moderna
– Occorre una NE
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Introduzione
• CCC strumento privilegiato
per la comunicazione della
fede?
– Il CCC come «modello di
comunicazione» per la NE
• Modello di contenuti (la
dottrina della fede)
• Modello di «tradizione»
(presentando, spiegando,
ragionando, meditando il testo
del catechismo)
– Dossier 1.1; Giovanni Paolo II
1992, 2002, 4; Benedetto XVI
2011, 11
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Introduzione
• CCC strumento privilegiato per
la comunicazione della fede?
– Ma la «crisi» della fede è crisi di
ignoranza della dottrina?
– Per molti autori e documenti
ecclesiali la crisi della fede deriva
dalla formalità della
«rappresentazione della fede»
– Incapace di essere lievito e luce
della esistenza personale e
sociale
– Frutto dell’inadeguato sistema
formativo che non incide nella
persona dei credenti
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Introduzione
• CCC strumento privilegiato
per la comunicazione della
fede?
– Non è quindi problema di
mancanza di trasmissione o di
libertà religiosa!
– La mancanza di adesione non
è solo problema sociologico o
culturale
– Ma è problema teo-logico: di
«qualità» di un tipo di
comunicazione (comprensione
e trasmissione)
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Introduzione
• Indice e temi
1. Linguaggio e
comunicazione
2. Storia della N
Evangelizzazione
3. Scelte di fondo per un
nuovo setting
4. Le scelte di CCC
5. Un nuovo racconto
6. Una nuova pratica
comunicativa
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1. La questione. Crisi della comunicazione della fede
come crisi di linguaggio
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La fede come linguaggio e
comunicazione
– «Ma come detto, in questo grande contesto la
religiosità deve rigenerarsi e trovare così nuove
forme espressive e di comprensione. L'uomo di
oggi non capisce più immediatamente che il
Sangue di Cristo sulla Croce è stato versato in
espiazione dei nostri peccati. Sono formule grandi
e vere, e che tuttavia non trovano più posto nella
nostra forma mentis e nella nostra immagine del
mondo; che devono essere per così dire tradotte
e comprese in modo nuovo»
– Benedetto XVI, Luce del Mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi.
Una conversazione con Peter Seewald, Libreria editrice vaticana, Città
del Vaticano 2010, 192.
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La fede come linguaggio e
comunicazione
• Perché la comunicazione della fede risulta essere
formale? Due risposte
– la comunicazione contemporanea è «comandata»
da chi possiede il telecomando
– Il «messaggio» che veicola non risponde ai bisogni
culturali
= La «decisione» verso il messaggio (religioso) non
passa più per il principio di autorità
Ma per il principio di affettività e significatività per la
vita
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La fede come linguaggio e
comunicazione
• Caratteristiche della «nuova» comunicazione
– Libera (democratica)
– Usata per il consenso più che per la ricerca di
verità
– Centrata sul nuovo ruolo dell’ascoltatore (mass
media, new media)
– Finalizzata a raccontare (= story) la propria
costruzione di vita più che spiegazione la verità
– «condizionata» dalla esplosione dei codici
– Costruita sulla qualità del mixaggio
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La fede come linguaggio e
comunicazione
• La crisi della significatività della fede letta con
l’analisi del linguaggio
– La comunicazione strumento del linguaggio
– Il linguaggio via della comprensione e significazione
della realtà (verità attraverso il linguaggio)
– Il linguaggio «ha scoperto» la struttura di significato
(messaggio) e significante (segno)
– il linguaggio nella rete» degli intessi sociali e personali
– Linguaggio come scelta socialmente condivisa
– La comprensione della verità come «conflitto» di
interpretazioni
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La fede come linguaggio e
comunicazione
• Lo scopo del «linguaggio religioso»:
– (parlare di Dio, parlare a Dio)
– È dentro un contesto; serve alla persona e alla società
per esprimere la loro «direzione» di salvezza nella
storia e dopo la storia
– La sua sintassi:
•
•
•
•
Evento o mito
Interpretato con Riti, Simboli, Dottrine
Contestualizzato ai bisogni della comunità
Trasmesso e socializzato con la «formazione religiosa»
= è insieme racconto e dottrina
= individua il percorso di salvezza
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La fede come linguaggio e
comunicazione
• La «comunicazione della fede» nel contesto
culturale attuale «non convince»!
– Il «messaggio» non è più significativo, non
risponde agli interessi o domande delle persone
(questa è la radice dell’indifferenza)
– I segni con viene trasmesso «non comunicano»,
non sono adeguati al processo comunicativo
centrato sul destinatario («telecomando»)
= per questi due motivi il messaggio non «genera»
pratiche di vita; è separato o formale
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2. Il cammino fatto. La comunicazione della fede
ricerca centrale della chiesa nel XX secolo
Le scelte ecclesiali per superare la «diffidenza» e la «indifferenza»
verso la religione e il cristianesimo
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
Storia della NE.
– L’impegno della chiesa per una nuova
comunicazione della fede nasce dalla cultura
generata dalla modernità che sottolinea un ruolo
nuovo della persona umana e dei gruppi sociali
nella comprensione della verità.
– Modernità come ricerca critica, significatività,
libertà.
– È solo un problema «occidentale»? La
globalizzazione della «svolta antropologica» e
«secolare»
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
Storia della NE.
– Nel magistero troviamo due posizioni pastorali:
• l’opposizione al valore della cultura moderna
• Ricordiamo il Syllabus di Pio IX, e la pastorale di Pio
X (il Giuramento Antimodernista; la Prima Eucaristia
in età infantile; il catechismo per la dottrina
cristiana)
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
Storia della NE.
– Ma anche la linea della modernità come via della
evangelizzazione.
• le direttive di Pio XII che riconosce il metodo storico-critico;
• il compito di “aggiornamento” della comunicazione della dottrina
affidato da Giovanni XXIII al Concilio Vaticano II.
– Il Vaticano II in GS 44 ci ammonisce che
• “È dovere di tutto il popolo di Dio, soprattutto dei pastori e dei
teologi, con l'aiuto dello Spirito Santo, ascoltare attentamente,
discernere e interpretare i vari linguaggi del nostro tempo, e
saperli giudicare alla luce della parola di Dio, perché la verità
rivelata sia capita sempre più a fondo, sia meglio compresa e
possa venir presentata in forma più adatta”.
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
Storia della NE.
– Paolo VI ha fatto della questione del linguaggio una
delle vie principali per la evangelizzazione.
• Il problema maggiore della missione è la dissociazione tra
fede e cultura (EN 20);
• in EN 63 dice: “il termine «linguaggio» deve essere qui
inteso meno nel senso semantico o letterario che in quello
che si può chiamare antropologico e culturale”.
• Avverte il pericolo di perdere il contenuto della fede ma
anche che “La evangelizzazione perde molto della sua
forza e della sua efficacia se non tiene in considerazione il
popolo concreto al quale si rivolge, se non utilizza la sua
lingua, i suoi segni e simboli, se non risponde ai problemi
da esso posti, se non interessa la sua vita reale”.
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
Storia della NE.
– Giovanni Paolo II pur invitando a non snaturare il
messaggio, ha introdotto l’espressione
• “evangelizzazione della cultura e inculturazione del
vangelo” (CT 53) che mette in evidenza che la
comunicazione della fede riguardi il racconto biblico.
• È anche il papa che riconosce la complessità del
rapporto tra messaggio e comunicazione definita
dimensione antropologica (RM 37).
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
Analisi delle pratiche di successo
– Le pratiche che hanno generato le scelte
conciliari: Mission de France
– Le pratiche immediatamente dopo il concilio:
Medellin
– Nuove pratiche missionarie:
• I nuovi movimenti ecclesiali, la GMG, le missioni
parrocchiali la popolo, Il recupero delle tradizioni
religiose, pellegrinaggi, film, rappresentazioni.
• Centrate sul «racconto» (stile) o rielaborazione
personale della dottrina
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
Il contributo della catechesi missionaria
– Per questo la catechesi ha sempre proposto un
rinnovamento della comunicazione della fede per
motivi missionari
– Le 4 vie del rinnovamento catechistico e la
questione di linguaggi
– Il ruolo della cultura in Dgc: la cultura come via e/o
come strumento
– La stagione contemporanea: catecumenato e
primo annuncio; relazione, comunità, linguaggi
simbolici, la via narrativa
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
La ricerca di J. Ratzinger-Benedetto XVI
– Non cadere nell’equivoco che sia sufficiente la
demitizzazione del linguaggio della fede
– La centralità della dottrina come via della
comunicazione per limitare i danni della cultura
moderna
– Una rinnovata «questione» cristologica
– Necessità della inculturazione ed ermeneutica
della fede
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La comunicazione della fede ricerca
centrale della chiesa nel XX secolo
In sintesi
– Bisogno religioso come bisogno di senso:
realizzazione, sviluppo, storia, quotidianità
– Teologia come comprendere «plurale» della fede
(ermeneutica)
– Bisogno di riconoscimento della soggettività e del
processo «esperienziale» nella trasmissione della
verità
– Scelta del modello comunicativo «storia della
salvezza»
– Bisogno di non annullare il «centro» della fede
trasmesso
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Posizione
Comunicare la fede: un nuovo setting
Dal conflitto alla soluzione.
Da problema a risorsa
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Comunicare la fede:
un nuovo setting
• Una comunicazione della fede adeguata deve conservare i
«quattro ripensamenti» di Rivelazione e Fede (DV)
1. La dimensione umana della rivelazione (e della
dottrina) è «condizionata» della natura del
linguaggio
•
•
La comunicazione del Vangelo richiede una continua
ermeneutica e interpretazione
Avendo l’intera tradizione come «guida»
= dalla tradizione (conservare) al tradere (sviluppare
la comprensione) cf. DV 8.10.12; LG 12
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Comunicare la fede:
un nuovo setting
• Una comunicazione della fede adeguata deve conservare i
«quattro ripensamenti» di Rivelazione e Fede (DV)
2. La verità (della fede) è per la storia
• Dalla verità per spiegare l’essere dell’esistere
• Alla verità per trasformare il mondo e l’esistere
• Necessità di un «racconto» oltre che di una
dottrina (primato della narrazione biblica)
= Una comunicazione nella storia e per la storia
(GS 1; 11; LG 8)
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Comunicare la fede:
un nuovo setting
• Una comunicazione della fede adeguata deve conservare i
«quattro ripensamenti» di Rivelazione e Fede (DV)
3. La risposta di fede è «personale» cioè inserita
in tutti i dinamismi della persona:
• Una comunicazione «affettiva»: per comprendere,
desiderare e interiorizzare
• «attraverso» il medium persona: campo percettivo,
motivazione, sistema di controllo sociale, simbolo e
inconscio
(DV 5)
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Comunicare la fede:
un nuovo setting
• Una comunicazione della fede adeguata deve conservare i
«quattro ripensamenti» di Rivelazione e Fede (DV)
4. A partire dal racconto del suo «evento»
originario: la fede di Gesù di Nazaret
•
•
Da comprendere continuamente
Centro della comunicazione (predicazione)
missionaria
• Oggetto della «proposta» di fede
(DV 2, 4)
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CCC: scelte comunicative
Quale messaggio? Come narrato?
Insufficienza del dispositivo?
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CCC: scelte comunicative
• La narrazione della fede in CCC
– Il racconto: CCC nn. 13-17; Porta Fidei 1; 11
• La «storia della salvezza» è redenzione, dono di Dio
nel Mistero Pasquale di Cristo
• Che ci raggiunge con l’Economia Sacramentale»
• Ci permette di vivere la felicità (Dieci
Comandamenti)
• E ci apre alla speranza e comunione con Dio
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CCC: scelte comunicative
• La narrazione della fede in CCC
– Il racconto: CCC nn. 13-17; Porta Fidei 1; 11
• È risposta ad una domanda di «religione» e non di
senso e trasformazione della storia
• Considera il Mistero Pasquale solo come redenzione
• Non considera adeguatamente il significato della
«vita e missione» di Gesù
• Non è centrato sull’annuncio del regno, il discorso
della montagna e le beatitudini
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CCC: scelte comunicative
• La narrazione della fede in CCC
– Ampliamenti rispetto al Catechismo di Trento e di
Pio X
– Il grande influsso di J. Ratzinger sul valore del
modello Tridentino (Introduzione [1968],
trasmissione [1983], Rapporto sulla fede [1985])
– Differenze «vistose» con altre narrazioni
• Catechismo olandese
• Catechismo italiano
– Il difficile rapporto con il «racconto» conciliare
– Difficilissimo rapporto con i «racconti» della
teologia nel XX secolo
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CCC: scelte comunicative
• I linguaggi della narrazione: il textus
– La grande discussione sui linguaggi della fede
nel XX secolo
– Le scelte del concilio (CD 14; DV 8.12)
– Uso formale del racconto biblico
– Il ritorno alla primato della teologia dei Padri
(ellenismo?)
– Non collegamento tra i linguaggi
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CCC: scelte comunicative
• Il processo comunicativo: comunicare
attraverso i linguaggi «teologici» della
rivelazione (il sensus plenior)
– Il valore del «della quadripartizione» come
strade o linguaggi comunicativi
– Le «ripresa» della lectio?: evento, teologia,
morale, speranza
– Esclusione della storia e del suo dinamismo
come linguaggio?
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Un nuovo racconto?
Tutto cominciò con Gesù di Nazaret
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Un nuovo racconto?
• La salvezza come questione culturale decisiva per la NE
– Il cuore della crisi è teologica: riguarda il racconto della
salvezza e dottrina che lo riassume
– «Ma come detto, in questo grande contesto la religiosità
deve rigenerarsi e trovare così nuove forme espressive e di
comprensione. L'uomo di oggi non capisce più
immediatamente che il Sangue di Cristo sulla Croce è stato
versato in espiazione dei nostri peccati. Sono formule grandi
e vere, e che tuttavia non trovano più posto nella nostra
forma mentis e nella nostra immagine del mondo; che
devono essere per così dire tradotte e comprese in modo
nuovo»
– Benedetto XVI, Luce del Mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi. Una
conversazione con Peter Seewald, Libreria editrice vaticana, Città del Vaticano
2010, 192.
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Un nuovo racconto?
• La (nuova) questione cristologica e il comune
riferimento alle scelte del Vaticano II
– Il NT ci presenta una pluralità di narrazioni
• Regno di Dio, redenzione, vita eterna, pleroma, filiazione
e divinizzazione, fraternità, sapienza e luce, sacrificio
della nuova alleanza,
– Una nuova interpretazione a partire dal legame tra
il Gesù Storico e il Cristo della fede, tra Mistero
Pasquale e Predicazione messianica
– La pratica messianica e la fede di Gesù come
fondamento di ogni racconto
– Mai annullare lo scandalo della croce
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Un nuovo racconto?
• Racconto e racconti
– Le cristologie del Vaticano II
• Gesù mediatore dello Spirito dono del MP in SC
• I tria munera di LG
• Gesù rivelatore di DV
• Gesù uomo perfetto di GS
– Le narrazioni attuali della salvezza
• come perdono dei peccati
• come progetto di liberazione dai limiti umani
• come sviluppo della dimensione spirituale (la comunione con Dio)
• come senso della vita
–
Importanza della riflessione magisteriale
• CTI, Promozione umana e salvezza cristiana, 1977
• S.C. Dottrina della Fede, Istruzione su alcuni aspetti della teologia della liberazione, 1984
• S. C. Dottrina della Fede, Libertatis Conscientia, Istruzione su libertà cristiana e liberazione, 1986
• Ratzinger J.-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Rizzoli, Milano 2007
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Un nuovo racconto?
• La mancanza di un nuovo racconto causa
della crisi dei linguaggi tradizionali
– liturgia, lettura della bibbia, credo, tradizioni
ecclesiali
– Pratiche missionarie (primo annuncio,
iniziazione, dialogo)
– Essi prendono significato dal racconto che li
sostiene
– Al momento essi sono a servizio del racconto
redentivo
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Un nuovo racconto?
• Un nuovo «credo»?* In attesa di una nuova
professio fidei
• Perché non tornare al «Padre Nostro» come
simbolo di una NE?
* Dotolo C., Ridire il Credo con categorie attuali: il tentativo della Società Italiana per la Ricerca
Teologica (S.I.R.T.), in Associazione Italiana Catecheti- Zuppa P., La catechesi eco della Parola e
interprete di speranza. Educazione alla fede e questione ermeneutica, 2007, 31-41
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Per un nuovo processo
comunicativo nella missione
La competenza comunicativa del missionario
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Per un nuovo processo
comunicativo nella missione
• La competenza comunicativa del
missionario
– Nuovi luoghi della comunicazione della fede
– Il compito: stabilire una relazione
– La sintassi comunicativa «protocollo» della
predicazione missionaria
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Per un nuovo processo
comunicativo nella missione
• La comunicazione della fede come processo
(auto)biografico
– La persona soggetto della propria trasformazione
– Conversione come consapevolezza biografica (selfstorytelling)
– Comunicazione missionaria come «mediazione» di
racconti (Telling the Story of Jesus)
– Comunicazione missionaria come profezia,
progettazione, guarigione, purificazione,
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Per un nuovo processo
comunicativo nella missione
• La comunicazione della fede come processo
di acculturazione
– Due riflessioni: Th. Groome; A. Fossion
– Il compito: scoprire il messaggio con ricerca
comune
•
•
•
•
Narrare la vita a se stessi
Comprendere le proprie radici culturali
Confrontarsi con la narrazione evangelica
Convertirsi, guarire, integrare e riprogettare
l’esistenza
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