Traduzione italiana per l’Istituto Aberastury di Rita Brutti, Ida Mazzarino, Lucrezia Parlani (MARZO 2012) Utilizzeremo, come esempio, la psicoterapia dei malati di cancro perchè con loro la difficoltà è estrema, trattandosi di una malattia che di solito è grave ed evolve rapidamente e il cui significato inconscio specifico rimane molto lontano dalla coscienza. Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón COS'È IL CANCRO E COME SI PRODUCE? Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón I trattamenti oncologici si occupano quasi esclusivamente della proliferazione anomala, ma rispetto alla persona che soffre di un cancro la quasi totalità dell'aiuto che le viene offerto non concerne la terapia della malattia ma la profilassi. Non è infrequente che un malato che “è guarito” dopo l'asportazione di un Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón cancro, negli anni successivi ne sviluppi un altro che non è nè metastasi nè recidiva del precedente. Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón Negli ultimi decenni, grazie al riconoscimento che lo stato animico influenza l'immunità e l'immunità l'andamento della proliferazione cancerosa, si accetta che all’insorgenza di un cancro partecipi un “fattore psichico”. Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón Si è cominciato ad insistere sul fatto che i dispiaceri, lo stress, i traumi psichici, o un difficile processo di lutto, siano fattori importanti nell’insorgenza e nella evoluzione di un cancro. Anche su questo punto le diverse posizioni teoriche di maggior consenso variano dal considerarlo un fattore in più , tra altri, fino ad affermare che si tratti di una “psicogenesi”. Ma in entrambi i casi si rimane all'interno del pensiero meccanicista perchè si sostiene che l'origine e l'evoluzione del cancro dipendono da una causa psichica. Capire meccanismi non è il nostro unico modo di entrare in relazione con i fatti e di influenzarli. Viviamo in un mondo ricco di significato, un mondo semantico senza il quale la nostra vita Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón “senso”. mancherebbe proprio di ciò che chiamiamo Per andare oltre il concetto di psicogenesi è necessario non confondere i significati con le cause. Così si va pure oltre il pensiero opaco che lo psichico possa essere un fattore in più, all'interno di un pensiero causale. È certo che l'influenza psichica si esercita come un fenomeno nel quale possiamo concepire cause ed effetti ma anche in quei casi nei quali non riusciamo ad identificare meccanismi, possiamo comprendere il senso di un’alterazione organica come il compimento di una finalità, di un proposito che di solito è inconscio. SULLA ECCITAZIONE NEGLI ORGANI La psicoanalisi postula che l'attività genitale può scaricare l'eccitazione che sorge durante la funzione di altri organi e che, analogamente, altri organi possano scaricare l'eccitazione genitale. Freud decide di sostenere che il piacere deriva dalla scarica di un’unica energia, che chiama libido, che sta “al servizio” della vita e che è di natura amorosa o “sessuale”, anche se non sempre è genitale. Diciamo quindi che l'eccitazione si trasferisce da un organo all'altro. Durante la crescita e lo sviluppo, la sessualità evolve verso un predominio genitale percorrendo diverse fasi. In ogni fase l'organo che entra in “primato” impone la modalità predominante della scarica libidinale. In tutti gli esseri viventi l'eccitazione raggiunge un punto in cui inevitabilmente si scarica. Quando l'eccitazione è “eccessiva”, e supera la capacità di scaricarsi “in azione” attraverso l'aggressione (che fa parte della crescita normale) la procreazione o la sublimazione, si scaricherà destrutturando l'organismo, e configurando le pulsioni “di morte” (“tanatiche”). SULLA CELLULA CHE SI TRASFORMA IN CANCRO Gli scambi di segnali tra le cellule di un organismo, come succede, ad esempio, nei fenomeni immunitari – ad opera dei quali si “presenta” o si “riconosce” un antigene – sono gli stessi che, alterati, funzionano in una formazione cancerosa. In accordo con quanto sostiene l'oncologia attuale, le cellule cancerose: ABBANDONANO la propria dipendenza dalle cellule vicine. Non RISPONDONO ai segnali inibitori. EVADONO la morte normale programmata. EVITANO il dispositivo che limita le loro replicazioni. INDUCONO la crescita di nuovi vasi per la loro nutrizione. SI RENDONO INDIPENDENTI dall'ancoraggio al loro posto funzionale ed EMIGRANO . EVITANO che il sistema immunitario le distrugga. Se accettiamo che il cancro inizia in una cellula, la domanda: “perchè si comporta in questo modo?” può essere formulata nel linguaggio ad inevitabile “tinta” soggettiva utilizzato dalla scienza la cui obiettività è inattaccabile. È chiaro che si può sostenere che si tratta di un uso metaforico, però deve esserci una ragione per cui questo linguaggio si sia generalizzato e venga utilizzato in modo praticamente inevitabile. Si può dire quindi che la cellula cancerosa “si occupa” della propria sopravvivenza e di quella della sua progenie “disinteressandosi” degli scopi dell'organismo pluricellulare di cui prima faceva parte e in cui ora “alloggia”. È possibile dire che questo è ciò che fa, ma resta ancora da capire perchè. All'improvviso una cellula somatica che aveva accettato di limitare la propria divisione replicativa, il che implica invecchiare e morire, “disfa” il proprio patto e “evade” il suo destino per continuare a generare una progenie. Possiamo sostenere che l'accumulo casuale da otto a dodici mutazioni l'abbiano “reinstallata casualmente” in un “progetto precedente” alla simbiosi . Ma… il suo cambiamento di progetto è assolutamente indipendente da ciò che capita nell'organismo pluricellulare a cui, prima della sua trasformazione, “apparteneva” senza conflitto? SULLA PERSONA CHE SVILUPPA UN CANCRO GLI IMPULSI VITALI SI MATERIALIZZANO IN TRE MODI CRESCITA PROCREAZIONE SUBLIMAZIONE PREDOMINA NELL'INFANZIA PREDOMINA NELLA GIOVINEZZA PREDOMINA NELLA VECCHIAIA LA REGRESSIONE CHE PRODUCE L'ACCRESCIMENTO CANCEROSO HA LA SUA ORIGINE IN UNA FRUSTRAZIONE ATTUALE NELLE ULTIME FASI DELL’EVOLUZIONE LIBIDINALE. Tradisce il vero amore per se stessi che costituisce un narcisismo sano. Si manifesta, anche se non sempre in modo cosciente, come solitudine, incomunicabilità, isolamento, disinteresse per gli altri, mancanza di partecipazione alla comunità, mancanza di curiosità per la vita. Porta al timore della rovina, al tedio e al sentimento di vuoto e di fallimento. I sentimenti di desolazione e di isolamento si sperimentano di fronte alle persone con le quali si sono mantenuti legami profondi e duraturi, ma poi, oltre a soffrire per l'incomunicabilità con loro, quei sentimenti si estendono di solito alle altre persone dell'intorno. In queste condizioni, anche se si riesce a convivere "accettabilmente" conservando legami cordiali, ci si porta sulle spalle un pezzo di anima che non si può condividere con nessuno e che aumenta con gli anni. La cellula cancerosa si disinteressa del progetto comunitario e, seguendo una brama "egoista", cerca di sopravvivere senza che le importi il destino dell'organismo che "la ospita" e così, alla fine, perisce con esso. E' forse molto diversa l'attitudine dell'essere umano che, preso dal risentimento che gli provocano le sue carenze, si sente un mero creditore verso la società in cui vive e con il diritto di non resistere alla tentazione di "fare la sua"? Si tratta di un processo "egoista" che (come esacerbazione dell'individualismo che in altri tempi è stato un progresso) oggi ha consenso fino al punto che ci comportiamo così con il pianeta che "ci ospita". La relazione tra la crescita cancerosa e la persona che si ammala di cancro funziona come “una superficie riflettente” nella quale la malattia e il carattere del malato si riflettono reciprocamente. La “zona” malata soddisfa in modo insalubre una tendenza che non ha trovato la sua strada normale. Il “resto” della persona malata si identificherà con questa tendenza, reagirà contro di essa o, nel migliore dei casi, la sublimerà. Un carattere canceroso, come capita con altre formazioni caratterologiche, può costituirsi senza che arrivi a svilupparsi la corrispondente malattia “locale”, ma è una condizione necessaria per ammalare di cancro. Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón Il carattere, i cui fini devono coincidere con la crescita invasiva, visto che il sistema immunitario “la tollera”, può sviluppare, come controfigura, una formazione reattiva cosi che troviamo malati di cancro nei quali predomina un carattere dolce e pacifico, benevolo e conciliante, mentre “nel focolaio” della loro malattia arde una ribellione incontenibile che avanza fino alla distruzione totale. Troviamo pure forme di carattere che sublimano le tendenze verso una crescita invasiva. Si differenziano dal carattere reattivo per il fatto che non coartano i loro fini, lottando contro di essi, ma li elaborano di modo che la bontà e la tolleranza non si sovrappongono più su una tendenza in conflitto che rimane attiva, ma si congiungono attraverso una trasformazione che le trascende. Questo può influire sull'evoluzione di un cancro e forse spiegare perchè alcuni si arrestano“misteriosamente”. PSICOTERAPIA DEL MALATO DI CANCRO Una persona quando si sente, o si sa, malata stabilisce inevitabilmente una relazione con la sua malattia, con il medico e con i trattamenti offerti dalla medicina. La malattia, con tutto ciò che la circonda, di solito acquisisce, nella vita del malato, il valore di un personaggio sul quale proietterà significati, molti dei quali inconsci, che dipenderanno sempre dalle tracce che la storia della sua vita ha lasciato in lui. Tale questione riceve di solito il nome di patonevrosi, interpretando che la malattia del corpo è la causa dello squilibrio animico. Quando una persona riceve la notizia che sta sviluppando un cancro nella stragrande maggioranza dei casi succede che: Sente che nel suo corpo alberga un intruso, una specie di parassita o di mostro sinistro che le invade e le distrugge la vita. Teme che la diagnosi porti implicita una sentenza di morte a breve termine. Sente che la malattia è una punizione per qualcosa di cattivo che ha commesso. La “assistenza psicologica” del malato di cancro è orientata, la maggior parte delle volte, al trattamento della patonevrosi. Di solito succede che tanto nella psicoterapia individuale come nei gruppi che includono i familiari, si tenta di aiutare ad affrontare i conflitti e le angosce che derivano dalla nuova condizione. Haga clic para modificar el estilo de subtítulo del patrón Le intenzioni che guidano questo tipo di psicoterapia coprono un'ampia gamma che va da un “appoggio”, che sottolinea il valore di ciò che ancora sussiste, fino a mete più ambiziose come quella di aiutarli a portare avanti il lavoro del lutto per i danni derivati dalla malattia o anche ad affrontare lo spinoso tema dell'accettazione di una morte vicina. L'influenza della cosiddetta “patonevrosi” sulle pene che tormentano il paziente è indubbia e, pertanto, non si può realizzare nessuna forma di psicoterapia senza occuparsene. Ciononostante, i significati impliciti nella formazione di una crescita cancerosa sono i più importanti e lo scopo fondamentale di ogni psicoterapia dovrebbe consistere nel lavorare con essi, dato che sono ciò che influisce “specificamente” sull'andamento della malattia. È IMPORTANTE SOTTOLINARE CHE BISOGNA DISTINGUERE TRA LE PSICOTERAPIE CHE (INDIPENDENTEMENTE DAL NOME CHE SI ATTRIBUISCONO) SI OCCUPANO SOLO DELLA PATONEVROSI, E UN TRATTAMENTO PSICOANALITICO CHE CERCA, INVECE, DI INFLUIRE SULL'ANDAMENTO DELLA MALATTIA. Il trattamento psicoanalitico che si proponga come fine quello di influire sulla evoluzione di un cancro, richiederà allo psicoanalista tre condizioni: La conoscenza dei significati inconsci specifici del cancro. La capacità di tradurre nel linguaggio quotidiano “le formule metapsicologiche”. Una sufficiente esperienza clinica per poter tollerare e utilizzare (come controtransfert) ciò che si sente di fronte ad un malato che spesso va incontro ad una morte non lontana. Dato che le malattie “del corpo” a volte progrediscono rapidamente mentre la psicoanalisi è un processo che richiede un suo tempo. Dato che sono malattie “ancorate” a tratti del carattere che costituiscono un baluardo che il paziente difenderà con accanimento. E che, inoltre, è imprescindibile occuparsi anche dei significati secondari (patonevrotici) che il paziente porterà sempre in primo piano. È NECESSARIO COMPRENDERE CHE IL RISULTATO DIPENDERÀ, IN GRAN PARTE, DAL NUMERO DI SEDUTE SETTIMANALI.