Malattie infettive in contesto scolastico Tra le epidemie che si possono verificare in ambiente scolastico ricordiamo: Malattie per trasmissione aerea Tossinfezioni alimentari Meningite epidemica Pediculosi Malattie per trasmissione aerea L’influenza è causata da un virus ad RNA appartenente alla famiglia Orthomyxovirus di cui si conoscono 3 tipi che colpiscono l’uomo. - Il tipo A, è il più importante per l’uomo, è responsabile della maggior parte delle epidemie - Il tipo B colpisce solo l’uomo, è responsabile di fenomeni epidemici meno estesi e frequenti rispetto al tipo A ed ha una maggiore incidenza nei bambini. - Il tipo C è meno importante, prevale nell’infanzia e comporta un'infezione generalmente asintomatica o simile al raffreddore comune. Le epidemie più severe e frequenti sono quelle da virus A che compaiono con cadenza quasi annuale le cause sono da ricercare principalmente nelle variazioni antigeniche a cui vanno incontro i virus influenzali di tipo A. Le proprietà antigeniche sono legate a due glicoproteine, l’emoagglutinina (H) e la neuroaminidasi (N) che servono per l’adesione e l’infezione delle cellule della mucosa respiratorie. L’ospite infettato produce anticorpi contro questi due antigeni che permettono di superare la malattia. Tuttavia il virus possiede un genoma segmentato che gli permette di ricombinarsi facilmente e quindi di mutare e questo avviene anche negli animali che fungono da serbatoio. Se le mutazioni sono di piccola entità (minori - drift) si originano delle varanti dello stesso ceppo (ogni 1-3 anni), mentre se le mutazioni sono consistenti (maggiori - shifts) si possono originare nuovi sottotipi (ogni 10-30 anni). Contaminanti degli alimenti • Virus, batteri, miceti, protozoi, metazoi • Composti chimici (e radiochimici) • Contaminanti di natura fisica • DIM «Dose minima infettante» • ADI «Dose giornaliera accettabile» la quantità di sostanza che un uomo potrebbe ingerire giornalmente, e per ogni giorno della sua vita, senza subire alcun danno • MRL «Residuo massimo ammesso» Malattie trasmesse con gli alimenti • Infezioni alimentari, se sono dovute all’ingestione di un microrganismo vivo che si moltiplica attivamente, che possono rimanere localizzati in una determinata parte dell’intestino oppure possono diffondersi a livello sistemico (es: Epatite A, Salmonellosi). • Intossicazioni, sono dovute all’ingestione di tossine preformate prodotte da microrganismi tossigeni che si moltiplicano nell’alimento (es: Botulismo, intossicazione stafilococcica, micotossine alimentari). Le tossine batteriche possono essere di 2 tipi: le endotossine, che derivano dai componenti della parete batterica liberate nell’alimento e possono provocare diarrea, febbre, ipotensione e altri sintomi. Le esotossine, invece sono prodotti del metabolismo batterico e possono attaccare l’intestino (enterotossine) o altri organi come il sistema nervoso (neurotossine). Il confine tra infezione e tossinfezione non è sempre così netto. • Tossinfezioni, infatti, gli stati patologici dovuti all’ingestione con gli alimenti sia di tossine preformate che dei relativi batteri che in seguito all’infezione producono altre tossine nell’ospite ( es: Tossinfezioni da Clostridium perfrigens, tossinfezione da vibrio paraemolitico, tossinfezione da escherichia coli enterotossica). Febbre tifoide La febbre tifoide è una malattia infettiva acuta contagiosa e sistemica causata da Salmonella typhi, un tipo di salmonella molto virulenta che si trasmetta all’uomo attraverso il contatto diretto (mani), i veicoli (acqua, frutti di mare, frutta e verdura) e i vettori (mosche). L’uomo malato o portatore è l’unica sorgente d’infezione (diretta o indiretta – cibo, acqua). Febbre tifoide A) La S. typhi entra via orale B-C) Attraversa la barriera gastrica, arriva all’intestino (ileo, cieco) dove a livello delle strutture linfatiche si ha la prima moltiplicazione. D-F) Da qui diffonde per via ematica e linfatica ad altri organi per poi ritorno all’intestino dove si ha la seconda moltiplicazione che scatena una reazione allergica dovuta alla sensibilizzazione dopo il primo contatto, che può portare ad ulcerazioni della mucosa e emorragie fino alla perforazione intestinale e peritonite. A; ingestione orale. B; S. typhi non si replica molto nell’intestino. C; Invasione dall’ileo. D; S. typhi si trasferisce nei monociti (sistema reticfolo-endoteliale) E; S. typhi rientra nel torrente ematico F; S. typhi arriva al fegato, cistifellea e midollo osseo G; S. typhi può entrare e tramite l’intestino essere disseminata nell’ambienjte. Baker et al. BMC Infectious Diseases 2010 10:45 BOTULISMO • CLOSTRIDIUM BOTULINUM • Bacillo anaerobio, Sporigeno. Il botulismo è causato dalla tossina che il batterio produce mentre si moltiplica nell’alimento. • Clostridium botulinum può produrre diverse tossine, solitamente designate con le lettere, dalla A alla F. Le tossine A, B, E e F sono quelle responsabili del botulismo nella forma che interessa gli esseri umani. Ne bastano pochi nanogrammi, una dose piccolissima, per causare la malattia. • Consumo di cibo conservato in scatola o insaccati contenenti la tossina preformata. Condizioni indispensabili per la contaminazione: pH alcalino, insufficiente riscaldamento durante la preparazione dell’alimento con sopravvivenza delle spore e mancata cottura prima del consumo (che distrugge la tossina). • l botulismo alimentare può colpire individui di tutte le età e non è trasmissibile da persona a persona. • I sintomi solitamente si manifestano molto rapidamente, da poche ore a pochi giorni dall’ingestione della tossina (6 ore - 15 giorni). Tuttavia, mediamente, il periodo di comparsa dei sintomi è compreso tra le 12 e le 36 ore. • Paralisi neurale – annebbiamento della vista, sdoppiamento ….debolezza muscolare che inizia nella parte superiore del corpo per poi diffondersi. • Paralisi Flaccida - blocco dell’impulso nervoso che induce la contrazione muscolare (vs Paralisi spastica del tetano in cui avviene il blocco dell’impulso che invece spegne la contrazione muscolare) • Terapia: Il trattamento della tossina botulinica è possibile solo con la somministrazione di un’antitossina nelle prime ore dalla comparsa dei sintomi e il recupero è molto lento. Classificazione delle malattie infettive legate agli alimenti (1) • Batteri: salmonellosi, febbre tifoide, botulismo, colera, intoss. da stafillococci o C. perfrigens; più raramente diarrea da E.coli, yersiniosi, brucellosi. • Virus: epatite A, Norwalk virus (Norovirus), poliomielite, gastroenterite da Rotavirus. Classificazione delle malattie infettive legate agli alimenti (2) • Protozoi e metazoi: trichinosi (nematodienterica e sistemica), teniasi (tenia), cisticercosi (larva tenia). -Non solo per via alimentare: amebiasi, ossiuriasi, giardiasi, toxoplasmosi, … • Miceti: Micotossicosi (aflatossicosi). Meningite Processo infiammatorio che interessa le meningi. MENINGI Involucri membranosi regolarmente sovrapposti che avvolgono il sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale) separandolo dalle strutture ossee in cui esso è contenuto. Le meningiti possono essere dovute alla propagazione di infezioni a partire da focolai settici vicini oppure da specie microbiche con speciale elettività per le meningi: meningococco, responsabile della cosiddetta meningite cerebrospinale epidemica (colpisce soprattutto l’età infantile, con epidemie invernali, presenti negli agglomerati urbani delle regioni nordiche o temperate) Neisseria meningitidis (o meningococco) • • • • • • Gram negativo Diplococco (a forma di chicco di caffè) Poco resistente nell’ambiente Trasmesso per via inalatoria Almeno 13 sierotipi Vaccino per sierotipo C (proposto tra 13° e 15° mese di vita o riproposto in adolescenza). •Valutazione della segnalazione di caso •Indagine epidemiologica •Provvedimenti sui conviventi ed i contatti CONTATTI AD ALTO RISCHIO ( da sottoporre a chemioprofilassi ) CONTATTI A BASSO RISCHIO ( da non trattare ) •EDUCAZIONE SANITARIA •SORVEGLIANZA SANITARIA •CHEMIOPROFILASSI •INTERVENTI SULL'AMBIENTE (Diminuzione del sovraffollamento se esistente, pulizia, non necessaria disinfezione) Parassitosi • Endoparassitosi (es Amebiasi, Giardiasi, Criptosporidiosi [protozoi], Enterobiasi o ossiuriasi [nematode]) • Ectoparassitosi (Pediculus humanus [capitis o corporis], Phthirus pubis) Pediculosi artropodi ematofagi parassiti obbligati Pediculus humanus var. corporis: contagio anche tramite scambio di abiti Pediculus humanus var. capitis : depone le uova o lendini attacandole ai capelli. Epidemiologia La pediculosi del capo è un'infestazione tipica, ma non esclusiva, dell'infanzia e dell'adolescenza: l'età più colpita è quella compresa tra 3 e 11 anni . Il contatto diretto è la principale modalità di trasmissione. Si calcola che nel mondo l'incidenza della pediculosi del capo sia nell'ordine di centinaia di milioni di casi l'anno. In Europa, l'incidenza nei bambini in età scolare va dal 25% in Gran Bretagna al 49% in Francia. La prevalenza nella popolazione generale sembra si attesti intorno all' 1-3%. In Italia, i casi di pediculosi denunciati fino al 1991, anno in cui è cessata l'obbligatorietà della denuncia, erano di poche migliaia l'anno. Tuttavia, una stima indiretta può essere fatta valutando il numero di confezioni di prodotti pediculocidi venduti nel 2003: nello scorso anno sono state vendute 1 443 000 confezioni. Questo dato porta a una stima dell'incidenza del 2,5%. G ITAL DERMATOL VENEREOL 2004;139(Suppl.1 al N.4):1-4 C. GELMETTI, S. VERALDI, G. SCANNI Prevenzione Nessun comportamento specifico. Il pettine come strumento per scoprire precocemente i parassiti (“combing” esplorativo e terapeutico, per eliminare uova). Disinfestazione sull’individuo (differenza disinfezione/sterilizzazione/disinfestazione) Cura • Taglio dei capelli • Shampoo dedicati (almeno una settimana, estendere ai soggetti conviventi) • Igiene della biancheria • NON serve disinfestare l’ambiente (parassiti obbligati, che dipendono strettamente dall'ospite e non sopravvivo per lunghi periodi nell’ambiente)