IL CANE PARALIZZATO
Partiamo con un caso clinico: Charlie, un bellissimo esemplare di cocker fulvo dal
carattere forte; si racconta di un’estate in montagna in cui morsicò sette persone,
quasi tutti parenti e amici. Improvvisamente all’età di 7 anni venne trovato in
giardino paralizzato, inspiegabilmente. Dopo qualche settimana di malattia il
Veterinario del paese decise che era giunto il momento di fare l’eutanasia perché
Charlie non avrebbe più camminato. Furono le lacrime del proprietario a dissuadere il
Veterinario per ben due volte a salvare Charlie, che una mattina di primavera
ricominciò a camminare. Per anni si parlò di un miracolo; solamente vent’anni più
tardi trovammo la spiegazione durante gli studi di neurologia: Charlie era stato
colpito da infarto del midollo spinale.
La principale causa di infarto del midollo spinale in Medicina Veterinaria è l’embolia
fibro-cartilaginea (FCE), patologia acuta caratterizzata da ischemia di un settore
della vascolarizzazione del midollo. Fino a un paio di decenni fa era sconosciuta,
oggi viene spesso diagnosticata nella pratica clinica quotidiana: non esiste una
medicina specifica, ma solo terapia di sostegno e paziente attesa, perché la prognosi
sul medio periodo è favorevole.
E’ fondamentale però eseguire una diagnosi corretta, perché se per la FCE bisogna
aspettare, per altre malattie che danno paralisi la tempestività d’azione è determinante
ai fini della guarigione.
L’esempio classico è rappresentato dall’ernia discale, caratterizzata dallo
spostamento di un disco intervertebrale o di una parte di esso all’interno del canale
vertebrale con schiacciamento del midollo e successivo deficit neurologico.
Le ernie discali Hansen tipo 1 sono estrusioni di parte del disco intervertebrale,
hanno una insorgenza acuta, sono tipiche delle razze di piccola taglia (bassotto in
primis) e devono essere diagnosticate immediatamente. Un Neurologo Veterinario
emetterà il sospetto diagnostico sulla base della visita clinica, poi avrà la conferma
con la mielografia o risonanza magnetica e a questo punto l’intervento chirurgico è
necessario per salvare il cane da una paralisi quasi certa.
La prognosi dipende dalla tempistica di diagnosi e chirurgia, più tardiva sarà la
decompressione del midollo e minori chances di guarigione ci saranno per il paziente.
Le ernie Hansen tipo 2 sono caratterizzate da protrusione del disco intero, hanno
decorso cronico che porta a graduale compressione del midollo e paralisi. Sono
frequenti nei cani di razza grande che hanno avuto un elevato esercizio fisico durante
la loro vita (pastore tedesco).
Un’altra malattia che può portare a paralisi è la spondilomielopatia cervicale
caudale, più conosciuta con il nome di sindrome di Wobbler. E’ dovuta ad
un’anomalia delle vertebre cervicali e provoca una progressiva compressione del
midollo. E’ frequente nel dobermann e nell’alano. La chirurgia di decompressione e
stabilizzazione è risolutiva e di soddisfazione per il Chirurgo Veterinario.
La stenosi degenerativa lombosacrale (anche detta sindrome della cauda equina) è
molto frequente nei cani anziani di grossa taglia; raramente porta a paralisi, ma
spesso si associa a dolore, debolezza, atrofia muscolare, parestesie e in casi avanzati
incontinenza urinaria e fecale.
La poliradicoloneurite acuta idiopatica è una malattia difficile da pronunciare,
quanto da diagnosticare. Anche in questo caso ad una corretta diagnosi segue una
guarigione nel lungo periodo. Spesso il compito principale del Veterinario è quello di
rincuorare il proprietario di fronte alla frustrazione che provoca la paralisi del proprio
cane; ci vogliono cure perioperatorie, fiducia nella medicina e un po’ di pazienza
prima di rivedere il proprio animale di nuovo in piedi.
Tra le altre cause di paralisi vanno ricordate malattie infettive come encefaliti,
tetano e botulismo; malattie infestive come la paralisi da zecche; malattie
neoplastiche ; malattie traumatiche come lussazioni e fratture vertebrali.
Infine una citazione a parte merita la mielopatia degenerativa, considerata lo
spauracchio dei Neurologi Veterinari. Questa patologia è segnalata soprattutto nel
pastore tedesco e porta in modo lento e progressivo a degenerazione del midollo fino
a provocare paraplegia. La causa non è nota e non esiste quindi una cura. La nostra
casistica è di 2 casi in dieci anni di attività clinica, fortunatamente una percentuale
molto bassa.