La globalizzazione, l*economia mondiale e la

La globalizzazione,
l’economia mondiale
e la situazione in
Darfur.
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Gruppo 4: Sportelli (moderatore), Rigamonti, Ferrario e Trussardi.
Globalizzazione è la crescente interconnessione di persone e luoghi risultante dagli
avanzamenti nelle tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dei trasporti, dalla
sempre minore importanza delle barriere e delle frontiere nelle relazioni economiche
internazionali e dalla mondializzazione degli stili, degli schemi e dei modelli economici e
legali che portano alla convergenza politica, culturale ed economica tra paesi. Il primo ad
avere utilizzato il termine “globalizzazione” in un contesto economico è stato Theodore Levitt
nel 1983.
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Globalizzazione: fenomeno antico
La parola “globalizzazione” è stata apparentemente coniata
nel 1944 ed usata dagli economisti dal 1981, ma è
comunque solo dagli anni ‘90 che essa è entrata a far parte
del linguaggio comune.
Le prime forme di globalizzazione in senso moderno
risalgono al diciannovesimo secolo, quando le potenze
imperiali europee, le colonie europee e gli Stati Uniti
d’America iniziarono a operare forme sempre più strutturate
di commercio.
Dopo la seconda guerra mondiale, la globalizzazione è
ricominciata ed è stata guidata dagli avanzamenti
importanti nella tecnologia, che hanno portato ad un
abbassamento generalizzato dei costi commerciali.
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Secondo gli studiosi la globalizzazione è
un processo
iniziato secoli fa, che si è sviluppato assieme al processo di
espansione della popolazione umana e del progresso delle
civilizzazioni, ma che ha accelerato drammaticamente negli
ultimi 50 anni. Prime forme di “globalizzazione” esistevano
già durante l’Impero Romano, l’espansione araba e l’Età
d’Oro dell’Islam, quando i commercianti arabi e poi gli
esploratori, i conquistatori e i colonizzatori stabilirono una
prima forma di economia e intensificarono la circolazione
dei prodotti locali.
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La World Trade Organization
e la globalizzazione
Dopo la Seconda Guerra Mondiale buona parte dei paesi
industrializzati sentì l’esigenza di ridurre le misure
protezionistiche , che aumentavano notevolmente i costi del
commercio,
promuovendo
una
maggiore
cooperazione
internazionale.
Ciò portò alla creazione di varie istituzioni internazionali—
come la International Bank for Reconstruction and
Development (IBRD, la Banca Mondiale) e l’International
Monetary Fund (IMF)— allo scopo di supervisionare e
controllare
il
rinnovato
processo
di
globalizzazione.
Quest’ultima è stata poi facilitata dai miglioramenti tecnologici,
che hanno portato ad una riduzione dei costi commerciali, e
dalle trattative sul commercio internazionale e le tariffe, prima
sotto il GATT (General Agreement on Trade and Tariffs) e poi
sotto il WTO (World Trade Organization).
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L’Unione Europea
In questo processo, anche le unioni doganali e commerciali,
come il Mercato Comune Europeo (divenuto poi l’Unione
Europea con i suoi trattati, primo tra tutti quello di
Maastricht) e il NAFTA (North American Free Trade
Agreement), hanno contribuito su larga scala alla
globalizzazione.
Problemi che non possono essere risolti dai singoli paesi
che agiscono individualmente (si pensi ad esempio alla
eccessiva pesca d’alto mare, all’inquinamento delle acque e
dell’aria, al riscaldamento globale) necessitano di nuove
forme di cooperazione fra paesi e della creazione di nuove
istituzioni globali, che tengano conto dei mutati assetti
geopolitici e
del potere e dell’estensione delle
multinazionali.
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L’integrazione dei mercati di
tutto il mondo
Le economie nazionali stanno così diventando sempre più
dipendenti con il rischio di entrare in crisi a causa di eventi
che si verificano in luoghi lontani.
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La Grecia
"L'economia mondiale sta attraversando un momento di
enormi difficoltà".
E' questa l'opinione del Fondo Mondiale Internazionale,
convinto che i problemi della Grecia potrebbero avere
pericolose ripercussioni su scala globale.
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Se Atene non sarà in grado di ripagare il suo debito, i primi
paesi a soffrire dell'effetto contagio saranno Spagna e
Portogallo e se la situazione non verrà gestita in maniera
adeguata, le ripercussioni di questa bancarotta potrebbero
estendersi anche al di là dei confini della stessa Europa.
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Quali campi coinvolge?
La globalizzazione comprende diversi campi tra cui:
 settore industriale e dei servizi (imprese aventi sedi
decentrate alla ricerca di sgravi fiscali);
 settore finanziario (lobby e speculatori in grado di far
passare di mano in mano miliardi di dollari al giorno);
 settore delle risorse e ambiente (alimentari ed
energetiche, i cui prezzi seguono il volere dei grandi
gruppi, catastrofi ecologiche di portata planetaria);
 settore delle comunicazioni (il mondo come villaggio
globale, internet)
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Globalizzazione:
fenomeno positivo o negativo?
In sé l’idea di un mondo globale può essere
molto positiva, in quanto può consentire di
sentirsi parte di una realtà che, per quanto
ampia, è per molti versi vicina e
raggiungibile.
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"Non esiste solo una
globalizzazione: ce ne sono molte,
per esempio quella dell’informazione,
della droga, delle epidemie, dei
problemi ambientali e, ovviamente,
quella delle finanze“
Bouthros Ghali, ex segretario dell’ONU
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Fenomeno positivo?
Naturalmente, vi sono vantaggi e svantaggi
progressivo movimento verso l’economia globale.

in
questo
Il primo dei vantaggi è la possibilità delle imprese di
beneficiare dell’offerta di lavoro, materie prime e tecnologie,
laddove queste sono più abbondanti ed economiche. Ad es.
molte compagnie di software americane scrivono e
producono il loro software in India.
 Un secondo vantaggio è l’opportunità per imprese piccole di
espandersi globalmente in modo molto rapido, grazie alla
più ampia base di domanda e offerta.
 Alcuni sostengono che la globalizzazione è anche fattore di
cooperazione internazionale e pace: se due paesi dipendono
dal rispettivo successo economico, un conflitto diviene meno
probabile.
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I sostenitori del libero commercio affermano che la
globalizzazione aumenta la prosperità economica e le
opportunità, specialmente nei paesi in via di sviluppo,
migliora le libertà civili e porta ad una più efficiente
distribuzione delle risorse con un beneficio netto per tutti i
paesi che vi partecipano. In generale, ciò porta a prezzi più
bassi, maggiore occupazione, maggiore produzione e
migliore tenore di vita per chi vive nei paesi in via di
sviluppo.
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Fenomeno negativo?
Tra gli aspetti negativi dell’economia globale, viene spesso
citato quello
 della violazione dei diritti umani e dello sfruttamento da
parte del capitale globale: vi sono imprese che
utilizzano manodopera a bassissimo costo ai limiti dello
sfruttamento e della soggiogazione schiavistica, che
riescono ad influenzare governi e politiche a loro
vantaggio (un caso spesso citato è quello delle imprese
farmaceutiche).
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Globalizzazione: fenomeno
positivo o negativo?
Esempio: settore comunicazioni (internet)
La parte positiva:
 possibilità di collegamenti;
 possibilità di scambi culturali;
 possibilità di espressione per chi apparentemente non
conta;
La parte negativa riguarda il rischio di:
 uniformità di vedute;
 appiattimento culturale;
 ampliamento di traffici illeciti;
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Le posizioni anti globalizzazione
Vi sono vari movimenti e posizioni anti-globalizzazione:
Tema comune è che la globalizzazione danneggia l’ecosistema, viola i diritti
umani e sindacali, distrugge le culture locali. Gli anti-globalizzazione
invocano diritti sindacali nei paesi in via di sviluppo, politiche ambientali, lo
stop alla distruzione delle foreste, il rispetto per le donne, libertà di
migrazione, preservazione delle culture indigene, biodiversità e diversità
culturale, cibi genuini e sani, la riforma del capitalismo .
Fondamentalmente i critici della corrente ondata di globalizzazione mettono
in luce i danni provocati al pianeta Terra, in termini dell’insostenibile danno
percepito dalla biosfera, così come i costi umani, in termini di maggiore
povertà, diseguaglianza, ingiustizia, erosione della cultura tradizionale che le
trasformazioni economiche legate alla globalizzazione portano con sé.
Gli anti-globalizzazione sfidano indicatori come il PIL—utilizzato per misurare
il progresso economico - e propongono di guardare a misure come l’Indice
di Felicità del Pianeta . Essi fanno notare come “una moltitudine di
conseguenze fatali interconnesse—disintegrazione sociale, crollo della fiducia
nella democrazia, un più rapido deterioramento dell’ambiente, la diffusione
di nuove malattie, maggiore povertà e alienazione”
- siano tutte
conseguenze non volute ma reali della globalizzazione
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Cos’è un’economia globalizzata?
E’ l’insieme dei processi che spingono a produrre beni e
servizi al minimo dei costi -in aree geografiche
convenienti- per poi rivenderli in altre aree, ottimizzando i
profitti.
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Verso cosa tende ?
Quello verso cui si tende è un nuovo tipo di società:
la società 20:80" .
 un quinto della popolazione mondiale basta per far
funzionare l’economia mondiale
 dal punto di vista economico i confini dei singoli
stati sono puramente formali;
 una società a dimensione planetaria, con una
disoccupazione inimmaginabile;
Che ne sarà degli altri 4/5? Riusciranno a sopravvivere agli
eventi che seguiranno?
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Chi ne trae beneficio?
Grazie alla globalizzazione, le persone
privilegiate del Nord del mondo e anche
del Sud
- soprattutto i proprietari di capitali –
si aggiudicano una parte sempre più grande
della ricchezza che viene prodotta in tutto il
mondo.
Ciò, ovviamente, a scapito del resto della
popolazione
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Gli effetti
Se non ci sarà più lavoro per 4/5
dell’umanità, se tali persone non troveranno
il proprio spazio e una propria dignità, sarà
sempre più prevedibile il verificarsi di
sollevazioni popolari
o il succedersi di
fenomeni migratori su vasta scala ( i
continui sbarchi di disperati sulle coste e gli
arrivi in massa alle frontiere dell’Europa e
degli Stati Uniti).
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Le attuali risposte
Di fronte allo scenario descritto, i fautori della società
globalizzata e i fruitori del benessere che ne consegue
prevedono di poter limitare i fenomeni, intensificando
le spese per la propria protezione o aumentando le
spese per la sorveglianza ai confini per impedire
sbarchi o gli sconfinamenti; edificano mura di
recinzione come quello tra il Messico e gli Stati Uniti.
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Le Nazioni Unite
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Abbreviazione ONU - UN
Tipo Organizzazione internazionale
Fondazione 26 giugno 1945
Scopo mantenere la pace e la sicurezza
internazionale
Sede centrale New York
Segretario generale Ban Ki-Moon
Lingue ufficiali inglese, francese, spagnolo,
russo, cinese, arabo
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Le Nazioni Unite hanno come fine il conseguimento della
cooperazione internazionale in materia di sviluppo economico,
progresso
socioculturale,
diritti
umani
e
sicurezza
internazionale. Relativamente alla sicurezza internazionale in
particolare hanno come fine il mantenimento della pace
mondiale. L'ONU nacque il 26 giugno 1945 a San Francisco,
dopo la Seconda Guerra Mondiale, per porre fine alle guerre e
ad ogni altra forma di violenza. I membri delle Nazioni Unite
sono gli Stati che accettano gli obblighi imposti dal suo statuto
e che sono ritenuti in grado di farne fronte. Il 3 luglio 2006 gli
Stati membri delle Nazioni Unite sono diventati 192, con
l'adesione del Montenegro, per raggiungere poi quota 193 con
l'adesione del 14 luglio 2011 del nuovo Stato del Sudan del
Sud. Oltre ai 193 stati membri, altre 75 rappresentanze
presenziano all'assemblea in qualità di osservatori delle Nazioni
Unite. L'Italia è entrata a far parte dell'ONU il 14 dicembre
1955.
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Il Darfur
Il Darfur, regione ad ovest del Sudan, dal 2003 è teatro di
un feroce conflitto che vede contrapposte la locale
maggioranza nera alla minoranza araba. Le cause di questo
conflitto sono poco chiare. L’elemento religioso non ne è la
sola giustificazione, ma le cause reali vanno cercate
nell’accesso alle risorse in una regione trasformata da terra
agricola produttiva a zona desertica a causa dei
cambiamenti climatici planetari.
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Mancanza di piogge, desertificazione e degrado ambientale
– esasperato dal diradamento delle foreste del Darfur da
parte dei mercanti di legname – hanno compresso le tribù
in aree sempre più ristrette, causando sempre più spesso
micro conflitti per l’accesso alle risorse.
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Consiglio di sicurezza ONUViolenza in Darfur
Il Consiglio di Sicurezza e l’allarme per l’escalation di
violenza in Darfur
Una delegazione del Consiglio di Sicurezza, in visita in
Sudan, si è recata nelle aree devastate dalla guerra della
regione del Darfur ed ha espresso la sua preoccupazione
per l’escalation del conflitto, la protezione civile , le violenze
sessuali e il traffico illegale di armi.
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Missione UNAMID
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, guidato da
Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, ha
approvato
nell’agosto 2006, la risoluzione 706, che prevede la
missione UNAMID: una forza di pace composta da 20,000
caschi blu dell’ONU che sostituisca o affianchi i 7,000
uomini dell’Unione Africana al momento presenti sul campo.
Il governo centrale Sudanese si è fermamente opposto alla
risoluzione; significativo alla sua riuscita è stato il sostegno
alle posizioni occidentali da parte della Cina, importante
partner commerciale del Sudan.
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Bibliografia
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Era delle telecomunicazioni
Da Wikipedia
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FMI: l'economia mondiale è di nuovo in crisi
economia.panorama.it /FMI-I-economia-mondiale-e-di-nuovo-in-crisi
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L’età
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Il Darfur
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Conflitto del Darfur
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it.wikipedia.org/wiki/Globalizzazione
Da Wikipedia
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