Educazione e integrazione
scolastica degli alunni con
disturbi dello spettro autistico
come modello di intervento
educativo
per le disabilità
“Se persone normali si trovassero su un
altro pianeta con creature aliene,
probabilmente si sentirebbero
spaventate, non saprebbero come fare
per adattarvisi e avrebbero sicuramente
difficoltà a capire cosa pensano, sentono
e vogliono gli alieni e a rispondere a tutto
questo.
L’autismo è così”
(Therese Joliffe)
Premessa operativa
•
Nel trattamento dell’autismo si
devono fare 3 cose:
1. Educare
2. Educare
3. Educare
Perché dobbiamo conoscere
l’autismo dal di dentro
• Quale è il compito dell’educazione?
• “I bambini autistici possono avere turbe del comportamento,
problemi di comunicazione, dell’udito e di ritardo mentale;
ma essere curati come bambini non autistici con turbe del
comportamento, problemi di udito o ritardo mentale è per
loro disastroso, perché la ragione delle loro difficoltà è
differente” (Peeters, 2005)
Il potere dell’educazione
• Modificare circuiti neuronali
disfunzionali in una “finestra
temporale” nella quale il cervello si
può modificare
• Una “cura” per il cervello
• L’educazione è un diritto, il significato
di un’affermazione
Premessa al corso
Protocolli di intervento
• Sui DSA sappiamo moltissimo (anche se non
tutto)
• Non è vero che possiamo fare poco
• È vero, al contrario, che abbiamo una grande
responsabilità rispetto alla qualità della vita
futura dei soggetti con DSA
• Sappiamo cosa va fatto e come va fatto (e
non possiamo far finta di non saperlo)
Intervento integrato a partire
da…
• RIFERIMENTO ALLE EVIDENZE
SCIENTIFICHE…please
• BASTA! con interventi falsamente
miracolistici, che fanno perdere
tempo prezioso
Intervento integrato a partire
da…
• ABA
– Applied Behavior Analysis (I. Lovaas)
• TEACCH
– Treatment and Education of Autistic and
Communication Handicapped Children
(E. Schopler)
Di cosa stiamo parlando?
Presentazione generale sul
Cosa è…un DSA
La definizione della S.I.N.P.I.A.
(Linee guida, 2005)
“L’autismo è una sindrome
comportamentale causata da un
disordine dello sviluppo
biologicamente determinato, con
esordio nei primi tre anni di
vita…….”
La definizione della S.I.N.P.I.A.
(Linee guida, 2005)
“Le aree prevalentemente interessate
sono quelle relative all’interazione
sociale reciproca, all’abilità di
comunicare idee e sentimenti e alla
capacità di stabilire relazioni con gli
altri……”
La definizione della S.I.N.P.I.A.
(Linee guida, 2005)
“L’autismo, pertanto, si configura come
disabilità <<permanente>> che
accompagna il soggetto nel suo ciclo
vitale, anche se le caratteristiche del
deficit sociale assumono
un’espressività variabile nel tempo.”
Cosa non è
• Non è una patologia di origine
psicogena
– Non è un disturbo della relazione
madre-bambino
– La madre non ha nessuna
responsabilità
• Non è una psicosi, ma un disturbo
che interviene nello sviluppo
• Non è chiusura in sé stessi
Cosa lo causa e cosa è
• Cause conosciute, malgrado la
resistenza e la diffidenza di alcuni
studiosi
• Tuttavia per ora è una sindrome definita
solo in termini comportamentali
– sintomi evidenti tra il 10 e il 20 mese
(talvolta rilevazione successiva)
• Geni, ambiente, virus, vaccini,
alterazioni metaboliche
Cosa lo causa e cosa è
• Disordine cerebrale (neurobiologico) di
probabile origine genetica
– Interruzione del normale sviluppo cerebrale
– anomalie nelle strutture o nelle funzioni
cerebrali
• Non ci sono due bambini con questo
disturbo che si comportano allo stesso
modo
– sottogruppi con lesioni differenti
Disturbi dello spettro autistico
Dalla triade alle ipotesi esplicative
Le aree compromesse nei
Disturbi dello Spettro Autistico
COMUNICAZIONE
(gioco, linguaggio, pragmatica)
ABILITA’ SOCIALI
(relazioni, reciprocità, interazioni)
GAMMA DI COMPORTAMENTI
(ristrettezza di attività e interessi, stereotipie)
E aggiungerei…
• Anomalie percettivo-sensoriali
– Uditive
– Tattili
– Gustative
– Olfattive
– Visive
• Isole di abilità
EPIDEMIOLOGIA
• Presente in ogni stato, in tutte le razze, le religioni
e i livelli economici
• caratteristiche non influenzate da fattori sociali
(territorio, cultura, economia)
• prevalente rispetto a cancro, diabete, Down
• circa 6 casi su 1000 (ultimi studi 1\150 spettro
autistico)
• maschi più colpiti - 3\1, 4\1
Disturbi Pervasivi dello
Sviluppo
(disturbi dello spettro autistico)
secondo
Disturbo
autisticoil DSM-IV
•
• Disturbo di Asperger
• Disturbo di Rett
• Disturbo disintegrativo della
fanciullezza
• Disturbo pervasivo dello sviluppo
non altrimenti specificato (autismo
atipico)
Le comorbilità
•
•
•
•
•
•
Ritardo mentale (65\80%)
Epilessia (25\30%)
Disturbi del sonno
Comportamenti anomali
Anomalie nell’alimentazione
Disturbi dell’umore
Le teorie esplicative
•
•
•
•
•
Socio-affettiva
Teoria della mente
Coerenza centrale
Funzioni esecutive
Teoria della simulazione
Deficit delle funzioni esecutive
(Ozonoff)
• Operazioni mentali
mediate dai lobi frontali
che permettono il controllo volontario del
movimento e del pensiero
• Incapacità ad organizzare elementi di un
piano di lavoro
• Incapacità a formulare un piano di azione
• Incapacità a modificare il proprio piano
d’azione
• Tendenza a rimanere ancorati a dati
percettivi
• Incapacità ad inibire risposte impulsive
Teoria della simulazione
(Gallese, Rizzolat,Fogassii)
• I neuroni specchio
• La comprensione della cognizione
sociale dipende dall’attivazione di
strutture neurali
Processare volti
• Riconoscimento del volto umano nello
sviluppo tipico
• Processare le informazioni dei volti
nell’autismo
• Le conseguenze: elaborare i volti come
le sedie
• La cognizione senso-motoria (mente
enattiva)
•
Cosa
è
la
teoria
della
mente
Capacità di attribuire stati mentali e di
inferire su di essi
• La capacità di attribuire stati mentali
consente di avere
– Consapevolezza dei propri stati mentali
– Comprensione delle conoscenze e delle
credenze degli altri (ciò che pensano)
– Comprensione che i comportamenti guidano i
pensieri degli altri
– Comprensione dell’intenzionalità
Dell’autismo spiega
• L’uso limitato di espressioni facciali e gesti
(anche per ingannare)
• L’interpretazione letterale e la difficoltà d’uso
del linguaggio figurato
• La difficoltà a comprendere intenzioni,
desideri, credenze ed emozioni degli altri
• La difficoltà a mantenere l’argomento della
conversazione
L’approccio educativo
cognitivo-comportamentale per i
Disturbi dello Spettro Autistico
(e non solo per questi disturbi)
Il processo di apprendimento dei
comportamenti
secondo il modello ABA
di condizionamento operante (Skinner)
S
Elaborazione
informazione
R
• STIMOLO
• RISPOSTA (comportamento)
• CONSEGUENZA (positiva negativa)
C
Utilizzare l’ABC
Antecedente
Behavior
comportamento
Conseguenza
I principi che sostengono
l’apprendimento
secondo l’ABA
• Sollecitare, indurre, favorire o modificare dei
comportamenti\apprendimenti osservabili
con l’erogazione controllata delle azioni
educative, relative soprattutto a
• Aiutare (intorno allo stimolo, antecedente)
– Come, quanto
• Rinforzare (intorno alla conseguenza)
– Come, quanto
Gli antecedenti
• TUTTI gli elementi presenti nell’ambiente
precedentemente alla produzione di un
comportamento\abilità, a cominciare
dall’ISTRUZIONE
• Questi elementi influenzano la produzione
del comportamento\abilità facilitandolo o,
al contrario, inibendolo o bloccandolo
TECNICHE DI GESTIONE DEGLI ANTECEDENTI
Primo: strutturare l’ambiente
per far apprendere
• Programmazione accurata dell’ambiente di
lavoro
• Mettere, tenere ordine
• Determinare la postazione e il materiale
• La concorrenza tra comportamenti alternativi
• Un ambiente strutturato facilità l’autonomia
• Un ambiente disordinato e disorganizzato ha un
effetto frustrante, ansiogeno sul soggetto con
DSA, quindi, ostacola l’apprendimento
Secondo
Perché è importante imparare a
descrivere comportamenti per
programmare
• Orientiamo la nostra azione sul
controllabile
• Impariamo a programmare un
intervento specifico
•
Cominciamo ad imparare
come rendere chiari
(soprattutto a noi) gli obiettivi
1.
2.
3.
Per usare un linguaggio comportamentale,
DESCRIVERE
Il comportamento, l’abilità che il bambino
saprà usare alla fine del processo di
insegnamento
Il contesto, la situazione, le condizioni in cui il
comportamento si deve manifestare
Il criterio, cioè il livello prestabilito che ci possa
dire che l’obiettivo è stato raggiunto
Esemplificazione di
definizione di un obiettivo
• È in grado di scrivere (o scriverà) le
vocali (comportamento “operativo”)
autonomamente sul quaderno (criterio
di esecuzione) sotto dettatura della
maestra in classe (condizioni), senza
che gli errori superino il 10% della prova
(criterio di padronanza)
Cosa insegnare
I contenuti dell’educazione di
un soggetto con
Disturbo dello Spettro
Autistico
Dal primo giorno
• L’enfasi sullo sviluppo delle abilità
sociali…che ci deve seguire lungo il
nostro percorso
Abilità sociali = ……
• Tutte le regole che ci consentono di
stare (bene) con gli altri
– cooperare, relazionarsi, rispettare le regole
della convivenza, della reciprocità e di
contesto, rispettarsi, ascoltarsi, e anche
evitare di farsi ingannare, raggirare,
vittimizzare
Dal primo giorno
• L’intersoggettività (neuroni specchio):
– Attenzione congiunta
– Condivisione di interessi
– Condivisione di emozioni
– Scambio dei turni (nel gioco, nella
conversazione)
– Imitazione (Denver model)
A proposito di cosa insegnare
le abilità sociali
• Anche queste vanno insegnate in modo
diretto
• Dall’intersoggettività alla complessità
delle relazioni e delle regole sociali
Difficoltà nell’interazione
• La fatica più improba per un bambino
con DSA è cogliere i significati delle
interazioni sociali, di ciò che gli altri
fanno, dicono, sentono
L’attenzione congiunta
rispondere
• Dal sesto mese si osserva una
comunicazione triadica:
– Bambino, madre, oggetto
• Il bambino segue lo sguardo della
madre verso l’obiettivo della sua
attenzione
L’attenzione congiunta
iniziare
• Intorno ai 10 mesi orienta l’attenzione
della madre verso un oggetto attraverso
lo sguardo
1.Guarda un oggetto fuori della sua portata
2.Guarda la madre
3.Guarda di nuovo l’oggetto
L’attenzione congiunta
• Componenti attentive e affettive
• Madre e bambino condividono un interesse e
un coinvolgimento reciproco
• Potente predittore dello sviluppo
–
–
–
–
–
–
del linguaggio
dell’imitazione
del gioco
del comportamento sociale
della teoria della mente
nel caso di autismo, dell’esito del trattamento
Lo sviluppo dell’imitazione
• L’imitazione della protrusione della
lingua presente fin dalle prime
settimane
– Legata alla capacità di rappresentazione
mentale dell’informazione sociale
• L’imitazione sociale precoce appare
compromessa nell’autismo
Programmare
Come fissare le tappe di un
percorso
Valutare…
e ancora valutare
Perché valutare
• Perché è controproducente
improvvisare
• Perché è controproducente stare al
traino della classe
• Perché è controproducente stare al
traino dell’alunno
• L’importanza di costruire un percorso ad
hoc
Per una valutazione formale
•
•
•
•
Il PEP-3
Il LAP
La Vineland
Le prove oggettive
Al termine della
valutazione
formale e funzionale
Il come,
la metodologia
L’insegnamento secondo i principi
ABA
Applied Behavior Analysis
analisi applicata al
comportamento
Insegnare abilità nuove
(quelle che ho determinato con la
valutazione)…
con le tecnologie
comportamentali
Dal PEP-3
MOTRICITÀ
FINE
Svitare
MOTRICITÀ
COGNITIVO LINGUAGGIO INTEGRAZIO
GROSSOLAN
VERBALE
RICETTIVO
NE VISUOA
PREVERBAL
MOTORIA
E
Battere le
mani
Inserire
pezzi da
incastro
Consegnar
e oggetti
dietro
richiesta
Dimostrar
e l’uso
appropriat
o del
bicchiere
•
I principi che sostengono
l’apprendimento
secondo
l’ABA
Sollecitare, indurre, favorire o modificare dei
comportamenti\apprendimenti osservabili
con l’erogazione controllata delle azioni
educative, relative soprattutto a
• Aiutare (intorno allo stimolo, antecedente)
– Come, quanto
• Rinforzare (intorno alla conseguenza)
– Come, quanto
Impianto generale per insegnare a
alunni con disabilità cognitive
• Dare solo una istruzione che sia breve,
semplice, specifica, pacata
• Essere sicuri che il bambino stia attento
• Presentare l’istruzione in termini positivi
• Dare tempo per risposta
• Dare assistenza extra se necessario
• Premiare quando esegue l’istruzione
• Se non esegue l’istruzione, aiutare
(fisicamente, verbalmente, visivamente,
con i gesti) l’esecuzione e poi premiare
S
L’insegnante
da l’istruzione
Stimolo
Elaborazione
Della mente
Si aspetta
Il bambino
esegue
R
Risposta
Comportamento
C
Rinforzo
Premio
Il bambino
non esegue
Prompt
aiuto
1) Attenzione come
prerequisito
• Essere sicuri che il bambino stia attento
• Ridurre o eliminare i distrattori
• Favorire il contatto oculare
2) Stimolo\istruzione
• Presentare solo una istruzione che sia
– breve,
– semplice,
– specifica,
– pacata,
– uguale
• Evitare di ripeterla (soprattutto “a raffica”)
(“posso non eseguire quello che mi chiedi”)
• Semmai aspettare, se non esegue ripetere solo
una volta con aggiunta di suggerimenti
3) Affermare (non negare)
• Presentare l’istruzione in termini positivi
4) Aspettare
• Dare tempo per risposta
• Qualche decina di secondi
5) Promptare
• Dare assistenza extra se necessario
6) Rinforzare
• Premiare quando esegue l’istruzione
7) Ripetere 5 e 6…se
necessario
• Se non esegue l’istruzione, aiutare
(fisicamente, verbalmente, visivamente,
con i gesti, ecc.) e poi premiare
Quando l’istruzione non basta
PROMPTING
aiutare
Perché “aiutare”
• Si può definire “aiuto esterno” qualunque
suggerimento aggiuntivo alla
richiesta\istruzione iniziale che possa facilitare
l’emissione di un comportamento\abilità, altrimenti
improbabile
• Ogni processo di apprendimento passa attraverso
aiuti esterni, forniti da un facilitatore
• In soggetti con DSA e con disabilità cognitive l’aiuto è
una necessità
• Il mio insegnamento passa attraverso il come e il
quanto aiutare
Determinare come e quanto
aiutare
• Come:
– determinare quale tipo di aiuto
ovvero……gli aiuti non sono tutti uguali
e non sono tutti opportuni
• Quanto:
– determinare la quantità dell’aiuto e la
sua attenuazione
Prompting
i suggerimenti che consentono apprendimento
• Prompt - suggerimento fisico
– Guida fisica
•
•
•
•
Prompt - suggerimento gestuale
Prompt - suggerimento posizionale
Prompt - suggerimento verbale
Prompt - suggerimento visivo (immagini,
parole)
• Modeling - suggerimento da modello
Un inciso
•
L’apprendimento senza
errori
La tendenza alla
ripetizione porta la
persona con disturbo dello spettro
autistico a ripetere qualsiasi
comportamento appreso……che sia
corretto od errato
• Se sbaglia rischia di apprendere lo
sbaglio…e di ripeterlo
• Quindi, non ci possiamo permettere
che sbagli
Un inciso
L’apprendimento senza
errori
• Perché possa apprendere senza
sbagliare bisognare fornire uno stimolo,
un’istruzione che sia anche un AIUTO
• L’aiuto deve impedire l’errore, anche
con la guida fisica
Fading
• Attenuazione dell’aiuto
• Il sottile confine tra ottimismo e
pessimismo operativo
– Pensare che lo possa fare, sempre
• Conseguenza frustrazione, evitamento,
comportamento problema
– Pensare che non riesca a farlo, sempre
• Conseguenza sostituzione, dipendenza
Fading
• Dall’eteronomia all’autonomia
• Attenuazione graduale programmata
Task analysis
• ANALISI DEL COMPITO
• Un altro modo di aiutare
l’apprendimento
• Scomporre, spezzettare, “sequenziare”
le parti “micro” che compongono un
compito, un’attività
• Soprattutto nei casi nei quali il compito
appare troppo complesso
Task analysis
• Necessaria per rendere più agevole un
apprendimento troppo complesso per il
bambino
• Aumenta la probabilità di successo
nell’apprendimento
• Riduce la possibilità di frustrazione
• Consente la creazione di un clima
motivante
• Consente la sperimentazione
dell’autoefficacia
Il rinforzo
Il “fissante”
Terza fase
il rinforzo
CONSEGUENZA
• “Il rinforzo è qualsiasi evento che
nelle stesse situazioni o in
situazioni analoghe aumenta la
probabilità di comparsa della
risposta che lo ha provocato e
dalla quale esso dipende” (Meazzini)
• La conseguenza piacevole
(qualcosa di gradito) che fissa
l’apprendimento
Diventare motivatori
Conoscere e controllare come
gratificare, ricompensare,
premiare, RINFORZARE
Secondo la teoria
dell’apprendimento
Ogni comportamento\abilità
è sempre preceduto da
uno STIMOLO
e seguito da
una CONSEGUENZA
Da cosa dipende il destino di
un comportamento?
Terza fase
il rinforzo
CONSEGUENZA
• Le due tipologie
• RINFORZO POSITIVO: ottenimento di uno
stimolo gradevole (ricevere attenzione, un
oggetto tangibile)
• RINFORZO NEGATIVO: rimozione stimolo
avversivo (un compito, una situazione
sgradevole)
• Purtroppo, nell’autismo a basso funzionamento e
nel ritardo mentale grave e profondo può
esisterne una terza
– RINFORZO AUTOMATICO: mantenuto da meccanismi
intrinseci (autostimolazioni corporeee, rilascio di
oppiodi endogeni)
I rinforzi positivi
– rinforzi sociali (lodi, manifestazioni
d’affetto)
– rinforzi informazionali (conoscere gli
effetti prodotti dal comportamento,
come sto andando?)
– rinforzi dinamici (attività)
– rinforzi tangibili (commestibili e non
commestibili)
– rinforzi simbolici (token economy,
denaro)
I rinforzatori sociali
•
•
•
•
•
Attenzione
Attestazione di affetto
Attestazione di stima
Approvazione
Accettazione
– Guardare negli occhi, fare cenni di
assenso, sorridere, accarezzare,
abbracciare, baciare, dare pacche, battere
“cinque”, espressioni linguistiche
I rinforzatori sociali
•
•
•
•
•
•
Devono essere sempre presenti
Devono accompagnare gli altri rinforzi
Devono essere genuini
Sono naturali
Sono ultra economici
Difficilmente producono saziazione
I rinforzatori informazionali
• Feedback, informazione di ritorno
• “Come sto andando?”
• “Come sono andato?”
I rinforzatori dinamici
• Attività molto gradite
• Legate a processi di
autodeterminazione
– Passeggiare, ascoltare musica,
guardare la TV, effettuare un
determinato gioco, pulire la lavagna,
ecc.
I rinforzatori tangibili
• Sono compresi gli alimenti - rinforzatori
commestibili
• Oggetti concreti con effetti rinforzanti
• Da orientare verso rinforzatori simbolici
• Per ridurre l’artificiosità, orientare e\o
accompagnare con altri rinforzatori più
naturali
Come stabilire se un rinforzo è
tale…
• Non possiamo dire che un qualunque
evento\oggetto\attività stimolante può essere
un rinforzo per un comportamento\abilità
finchè non lo proviamo e ne osserviamo gli
effetti sull’andamento del comportamento
Se incrementa il comportamento\abilità è un
rinforzo
Campionare i rinforzi
• I rinforzi devono essere “tagliati su misura”
• I rinforzi dovrebbero essere sempre campionati,
selezionati e personalizzati per ogni bambino
• Quello che può essere un rinforzo per un
bambino può non esserlo per un altro
• Non escludere rinforzi bizzarri, insoliti
Campionare i rinforzi
• Per individuare i rinforzi
– Osservare il bambino nel tempo
libero e nel gioco
– Raccogliere informazioni da chi lo
conosce bene
– Favorire la scelta
il rinforzo: REGOLE D’USO
• Per essere efficace un rinforzo deve
essere somministrato
immediatamente dopo il
comportamento che si desidera
incrementare
– Attenzione: più lungo sarà l’intervallo
di tempo fra il comportamento e la
somministrazione del rinforzo più
difficilmente si incrementerà quel
comportamento
il rinforzo: REGOLE D’USO
• Rinforzo immediato della risposta
corretta, attesa (con
accompagnamento di rinforzi sociali)
• Se la risposta è errata, far seguire un
suggerimento\aiuto
• Il suggerimento da significato alle
parole, fa capire al bambino cosa ci
aspettiamo che faccia
il rinforzo
• Inizialmente rinforzare ogni
risposta corretta
• Poi ridurre e attenuare (ma senza
fretta)
• Attenuazione a rapporto
– Dopo un certo numero di risposte
• Attenuazione a intervallo
– Dopo un certo tempo
Un sistema sofisticato
• TOKEN SYSTEM\ECONOMY
– Un modo particolare ed efficace di
usare il rinforzo
– Ma bisogna arrivarci, cioè non può
essere, soprattutto nei bassi
funzionamenti, il tipo di rinforzo
iniziale
Token economies
• Gettone adesivo
• Scambio periodico di gettoni per
premio
• Comparabile al denaro
• Premio immediato e allo stesso
tempo si aspetta
• Diventa un supporto visivo
Il riconoscimento di un
DIRITTO
I supporti visivi
(dalla lezione del programma TEACCH)
Il supporto visivo più
importante
L’agenda visiva
Schedule
Una bussola
che orienta
in mezzo al caos
•
Perché usare un’agenda
visiva
schedule
Sappiamo che i soggetti con autismo hanno
difficoltà a pianificare qualsiasi
comportamento, qualsiasi attività o serie di
attività a causa del deficit delle funzioni
esecutive
• Sappiamo che, per la stessa ragione, i
soggetti con autismo hanno difficoltà a
processare più di un informazione alla volta
•
Perché usare un’agenda
visiva
schedule
Sappiamo che i soggetti con autismo non
sono in grado di orientarsi nel tempo
(anticipare, predire, prepararsi agli eventi)
• Sappiamo che l’immobilità di persone e cose
li rassicura
• Sappiamo che i cambiamenti imprevisti
provocano ansia, rabbia, panico
L’agenda visiva
schedule
• La conseguenza di queste incapacità è
la rigidità e la poca flessibilità che li
porta ad ancorare i comportamenti
attraverso attività ritualistiche e
routinarie e proprio per questo ripetono
all’”infinito” comportamenti o sequenze
di attività che conoscono, che hanno
imparato, molto bene
Per tutte queste ragioni, l’uso
di uno schema delle attività
è un loro
DIRITTO
L’agenda visiva
schedule
Il fine dell’agenda visiva è
quella di rendere prevedibili
gli eventi, creando una
modalità organizzata delle
attività che richiama il loro
bisogno di routines
L’agenda visiva
schedule (Hogdon)
• Attività regolarmente previste nella
giornata
• Quali cambiamenti possono accadere
• La sequenza temporale degli eventi
• Cosa non succederà rispetto a quello
che il bambino si aspetta
• Cosa cambierà delle abitudini regolari
(cambiamenti pianificati o imprevisti)
Cosa è un’agenda visiva
schedule
• L’agenda visiva è il principale supporto visivo
che aiuta la persona con disturbo dello
spettro autistico a prevedere la sequenza
temporale delle attività, e cioè:
• Cosa succederà nella giornata - mattinata
scolastica
• In quale sequenza si presenteranno le attività o gli
eventi
• Se sono previsti dei cambiamenti nelle normali
routines
• Quando finisce un’attività e ne comincia un’altra
Il livello di simbolizzazione
crescente della schedule
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Oggetti
Fotografie
Icone (rappresentazioni disegnate)
Icone stilizzate (pittogrammi)
Icone stilizzate con didascalia
Indicazione scritta
Le due regole d’uso
dell’agenda visiva
1. L’alunno deve imparare ad usarla
2. L’agenda deve essere usata
costantemente