www.benesserepsichico.it esperienze in ambito nefrologico e psicologico Determinismo Psichico L’inconscio confonde, contamina, mette tutto insieme; La coscienza distingue, separa, ha una funzione di discernimento, di distinzione. Il nevrotico è colui che rimuove alcuni contenuti psichici perché non li ritiene compatibili con la propria coscienza. Determinismo Psichico L’ansia è una forma di energia che descrive la posizione che assume la coscienza rispetto ad un movimento inconscio che teme, in quanto tale. L’ipocondriaco Esprime l’angoscia di essere ammalato senza rappresentazioni ma sotto forma di ansia. L’evento psichico non viene consapevolizzato e si traduce come un evento corporeo. L’ipocondriaco legge le cenestesie normali in modo negativo. Casi Clinici I due casi clinici descrivono pazienti che hanno gravi patologie organiche. Alle loro malattie si innestano forme nevrotiche che aggiungono sofferenza. Tale sofferenza in taluni casi può essere elaborata e superata con una psicoterapia breve. 1 Donna di 62 anni Insufficienza renale cronica in trattamento dialitico peritoneale. Cardiopatia ipertensiva. Nel 1988 intervento per ernia del disco, qualche anno dopo sindrome ansioso depressiva. Il ricovero Riferisce episodi di tachiardia, soprattutto notturni che causano improvvisi risvegli. ECG: ritmo sinusale 85 b/m, asse elettrico deviato a sinistra PQ 170 msec. Turbe della fase della ripolarizzazione a sede infero-laterale. Holter ECG: Presenti 2 battiti ectopici sopraventricolare e 150 ventricolari isolati. Ritmo sinusale media 90 b/m. Frequenza massima 122 b/m, minima 59 b/m. Assenti turbe del tratto ST-T. La Diagnosi Durante la visita si tenta di creare un’atmosfera più idonea e si approfondisce l’anamnesi psicologica. Nell’ambito di tale colloquio la signora si lascia andare nei ricordi e recupera un’associazione di una sua pregressa malattia della colonna vertebrale, a causa della quale dovette rimanere per più di un mese costretta a letto. I suoi risvegli notturni sono da riferire ad una nevrosi. Un contenuto psichico reattivo le riporta alla mente la situazione vissuta all’epoca in cui soffriva di ernia discale che l’ha immobilizzata per mesi e fa insorgere angoscia. La tachicardia è una manifestazione clinica della sua ansia. 2 Donna di 57 anni Giunge per la prima volta nel marzo 2007 per oliguria e ricorrenti infezioni delle vie urinarie dal 2000. Nel 2001 intervento chirurgico per stenosi ureterale da fibrosi retroperitoneale in rene destro orizzontalizzato pielonefritico (c’era stato il sospetto di neoplasia). Ipertensione arteriosa e diabete mellito in trattamento con 1 cpr di rosiglitazone 4 mg. Sindrome ansioso depressiva. Il primo approccio Si nota subito un’angoscia traboccante. La signora riporta il suo disturbo con una connotazione di estremo disagio, accompagnata da una premonizione di ineluttabilità. Lamenta soprattutto che i suoi reni non funzionano in quanto emette poca quantità di urine, cosìcchè i liquidi si accumulano dentro il suo corpo. La dimissione “Insufficienza renale cronica secondaria a pielonefrite con ipertensione arteriosa, diabete mellito tipo 2, sindrome ansioso depressiva” Successivamente • Più volte ricorre al pronto soccorso, lamentando oliguria. • Giunge anche presso la nostra U.O. dove vengono eseguiti esami urgenti ed un ecografia. • Chiede anche pareri telefonicamente per placare le sue ansie. Il secondo approccio Il 17 marzo 2008 viene lamentando oliguria, insieme al suo carico di angoscia. All’anamnesi si riesce anche a sapere che ha avuto infezioni delle vie urinarie e successivamente che ha bruciore vaginale. Nonostante un bilancio idrico normale la paziente asserisce che sta urinando poco. La negazione da parte del medico dei suoi sintomi fa sentire solo incomprensione. La strategia • Si richiede una visita ginecologica e PAP test. • Si richiede la visita psicologica. • In reparto si esegue una prova all’uopo di rendere la paziente consapevole del suo disagio: Si chiede alla signora di bere 5 litri di acqua che servono a verificare la funzione renale. Risultati • Il ginecologo conclude per vulvovaginite. • La psicologa riscontra: Quadro di estrema tensione emotiva, si consigliano sedute psicoterapiche. • La paziente esegue l’idratazione consigliata e può lei stessa verificare la quantità di urina emessa. Risultati Nel pomeriggio un medico insieme alla psicologa eseguono un colloquio con la paziente. La signora fa anche domande riguardo la prova dell’idratazione e viene invitata a verificare insieme all’infermiera il bilancio idrico. La stessa paziente è stata attenta alla quantità bevuta e adesso verifica l’urina emessa per cui si rende conto del normale funzionamento degli emuntori. In quello stesso istante succede… Risultati Confida, scoppiando in un pianto di sfogo, che da molti mesi non ha rapporti con il marito a causa di questi bruciori vaginali, di cui si vergogna a parlare e solo ora infatti sono emersi con un esame anamnestico accurato. Si consiglia dunque la terapia per la vulvovaginite e alcune sedute psicoterapiche. Risultati Nei mesi successivi la signora non ha avuto necessità di ricorrere al pronto soccorso, né è giunta in emergenza presso la nostra divisione. Conclusioni L’approccio multidisciplinare permette una valutazione globale del paziente. Corpo e mente sono inestrinsecabilmente uniti. Sarebbe sempre utile affiancare l’approccio medico con quello psicodiagnostico al fine di selezionare i casi che possono beneficiare di un trattamento psicoterapico. www.benesserepsichico.it