Uso del legno

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Nascita della castanicultura
I motivi che hanno spinto l'uomo ad eleggere il castagno ad albero
per eccellenza sono molteplici e non si limitano agli aspetti
alimentari, ma comprendono anche ragioni di ordine ecologico e
selvicoltura. Rispetto alla quercia, ad esempio, il castagno offre
una migliore capacità pollonifera (vale a dire la possibilità di
formare ricacci dalla ceppaia tagliata) e cresce meglio le quote
abbastanza elevate (fino a 1000 m sopra il livello del mare) o su
stazioni poco fertili. Il maggior contenuto in tannino del legno e la
più grande porzione di cuore (durame) rendono i pali in castagno
più resistenti e adatti all'impiego esterno. L'elasticità del legno
consente di utilizzare il castagno anche per la produzione di
oggetti ed attrezzi di uso quotidiano, come ad esempio leggerle, le
botti i cesti, eccetera. Sono essenzialmente queste caratteristiche
che hanno indotto i greci prima e romani poi ad interessarsi
dell'utilizzo del castagno.
Legno scuro, ottimo per mobili e buono anche
per esterni, in quanto ha un 'ottima resistenza
agli agenti atmosferici. Proveniente dal Medio
Oriente, ma ambientatosi da secoli, il castagno è
un tipico legno italiano, ponendo l' Italia con
circa 800.000 ettari coperti a castagneto
(corrispondenti a più del 15% della superficie
boschiva) al primo posto in Europa; ma gli alberi
adatti a creare un buon legno, quelli che hanno
fra i duecento e i trecento anni, sono meno
frequenti in Italia.
Diffuso in boschi di pianura o di collina, fino a 1200
- 1400 metri, in Europa meridionale, Africa
settentrionale, Asia minore. E' inoltre diffuso su
tutto il territorio nazionale; il castagno è infatti uno
dei principali componenti della flora forestale
appenninica. La sua diffusione, soprattutto come
pianta coltivata, ha raggiunto il culmine verso la
metà del secolo scorso, quando la castagna
costituiva un importante alimento per buona parte
della popolazione.
I prodotti del castagno venivano utilizzati per
diversi scopi:
·
le foglie, opportunamente seccate erano
talvolta usate come surrogato del tabacco da
fumo;
·
con l’estratto acquoso dei ricci,
nell’economia domestica, si tingevano e
conciavano tessuti e cordami
·
i ricci, ricchissimi di sostanze tanniche, e
quindi poco degradabili, venivano bruciati e le
ceneri sparse come fertilizzante nel castagneto;
·
i polloni più teneri che crescevano alla
base della pianta erano un buon foraggio per le
capre.
Fino a qualche decennio fa, il legname di castagno era molto
importante economicamente perché è forte, elastico,
resistente, durevole e compatto. Le piante di castagno
vengono di solito tagliate fra i 200 e i 300 anni, ma anche
molto giovani secondo l’uso a cui sono destinate.
Il legno è di colore bianco, giallastro, bruno e molto
resistente all’usura infatti
era utilizzato per i più diversi impieghi :
-
palizzate, pali per diversi usi (pergolati, passerelle,
steccati per i pascoli, ponti, ecc.)
-
Legname da spacco (verghe o vermene e polloni di
piccolo diametro impiegato per cerchi da botte, cassette
d’agrumi, ceste da imballaggio,oggetti casalinghi come
ventole, panieri, cestini da dispensa).
- Paleria grossa (per costruzioni rustiche, stanghe da carri e
barrocci, ritti per scale a pioli)
-
Legname da filo
Legname da sega (soprattutto doghe da botti, mastelli).
- Pali comuni da telefono e pali speciali per telegrafo
- mobili grezzi
- contenitori usati per alimenti e prodotti agricoli
- travi e traversine
- botti, tini
- carbone e legna da ardere.
- ceste (“corbelli”)
- per legna da ardere (eventualmente per carbone da
fucina dell’artigianato e fasciname da forno per pasticceria) .
- porte, finestre.
Dal legno di castagno si estrae il tannino,sostanza ricavata da diverse piante,
che veniva usato per la concia delle pelli e per la tintura,le foglie, invece,
possono essere usate come vegetali per il bestiame.
Oggi l’impiego del legno di castagno è limitato, anche se pare esserci un ritorno
nell’uso a livello artigianale e industriale.
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