I buchi neri

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I buchi neri
I buchi neri si chiamano così perché sono buchi in cui
scompare tutto ciò che vi cade e neri perché è buio e
non si vede. Se una stella è molto massiccia, quando
esplode, dà luogo ad un buco nero: il nucleo della stella
crolla sotto il proprio peso e l’intera massa del nucleo
si concentra in un unico punto; la forza di attrazione di
un buco nero è immensa.
I buchi neri prima erano solo una teoria, elaborata da
Oppenheimer e Snider, poi gli uomini capirono che i
buchi neri erano una cosa concreta e incominciarono
ad avvistarne alcuni. Il primo buco nero scoperto dagli
astronomi si trova in un sistema binario chiamato
“Cygnus X – 1”.
I buchi neri sono tra gli oggetti celesti più strani
dell’Universo, infatti non possono essere studiati
direttamente perché non emettono radiazioni di
nessun tipo.
Il buco nero non è altro che una gigantesca stella
morta.
Giovannino Pepe, figlio di una famiglia molto ricca
di Grotte Santo Stefano, rimase molto colpito da
un documentario visto in TV quel pomeriggio sui
buchi neri e si addormentò. Sognò tutti i pianeti
dello spazio e tra questi vide un enorme buco
nero.
Nel sogno era diventato grande, non solo, era
diventato uno scienziato professionista in cerca di
buchi neri nello spazio.
Nel suo lungo viaggio Giovannino all’improvviso fu
risucchiato da un tornado spaziale, si spaventò
tantissimo e dopo cinque secondi si ritrovò faccia a
faccia con un buco nero. Dalla finestra della sua
astronave vide accanto al buco nero, alla distanza di
almeno un milioneseicentotrentasei Km, una
splendida supernova! Giovannino osservò meglio e
vide che il Buco Nero e la Supernova stavano
chiacchierando tra di loro.
Il Buco Nero si rivolse preoccupato e triste alla
Supernova: - Se fossi di un colore vivace come il
giallo tutti mi noterebbero ed entrerei nella storia
come te …
La Supernova lo rassicurò: - Mi basterà comprare
dei pennelli e qualche colore a tempera e il gioco è
fatto.
Allora la Supernova corse al negozio più vicino e
acquistò l’occorrente, tornò dal Buco Nero e
cominciò a dipingerlo. La cosa non fu facile come
pensava: il Buco Nero, anche sforzandosi più che
poteva, non riusciva ad evitare di inghiottire colori e
pennelli.
Il Buco Nero era disperato, Giovannino si spaventò e
… all’improvviso si svegliò, ma era ancora notte
fonda.
1o finale
Giovannino si alzò e raccontò alla mamma quell’
incredibile sogno che aveva fatto. Il sogno lo aiutò.
Diventò un astronomo tra i più brillanti della storia.
Infatti con la sua astronave scoprì nuovi pianeti e
andò su una galassia abitabile.
2° finale
Allora si addormentò di nuovo e sognò di stare su
una navicella spaziale. Per sbaglio Giovannino si
avvicinò troppo al buco nero e, a causa della forza
di attrazione, venne risucchiato. Dopo un po’ si
ritrovò su un pianeta che chiamò Pandora abitato
da creature strane. Decise di esplorare questo
pianeta e visse lì per molti anni.
3°finale
Quando Giovannino si riaddormentò fece un sogno
strano. Era stato mandato in missione nello spazio per
capire di che cosa erano fatti i buchi neri. Tutti lo
cercavano, era dato per disperso. Trascorse una
settimana nel buco nero che equivaleva a cento anni
sulla Terra. Il buco nero esplose e Giovannino venne
catapultato sulla Terra, si accorse che durante la sua
assenza tante nuove scoperte erano state fatte e fu
costretto a cambiare lavoro. Si spaventò e svenne ,
cadde per terra e, quando si svegliò, si accorse che
era caduto dal letto.
I ragazzi della V B
della scuola primaria
di Grotte S. Stefano
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