DALLA CULLA DI POLVERE E GAS ALLA FINE IN UN BUCO NERO Cosmo Vita e morte di una stella P er celebrare il 24° anniversario del lancio del telescopio spaziale Hubble (aprile 1990), la Nasa ha diffuso una bella foto (a infrarossi) della Nebulosa Testa di Scimmia, una regione ricca di polveri scure, gas incandescente e, soprattutto, giovani stelle in formazione. Contemporaneamente un gruppo di astronomi della Johns Hopkins University (Usa), combinando le osservazioni e gli indizi forniti da telescopi basati sia a terra che nello spazio, ha elaborato una simulazione al computer (nel riquadro) che mostra la possibile fine di una stella. Quando si avvicina troppo ad un buco nero, infatti, una stella non riesce più ad allontanarsi, per la forte attrazione gravitazionale, e viene letteralmente “mangiata”, man mano che un filamento del suo gas precipita nel buco nero (il puntino nero a sinistra). La stella cerca di allontanarsi ma, come una cometa, è costretta a ritornare, ogni volta più vicino, ogni volta perdendo lo strato più esterno di materiale, fino a consumarsi. Con le conoscenze che abbiamo oggi, si ritiene che ogni galassia (compresa la nostra Via Lattea) abbia al suo centro un buco nero massiccio, invisibile ma sempre affamato. Giulio Meazzini Città Nuova - n. 11 - 2014 61