lezione 1 BIOTEC

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STORIA DELLA BIOTECNOLOGIA
- In senso lato le biotecnologie sono processi usati da sempre...
- Migliaia di anni fa l'essere umano iniziò ad usare, inconsapevolmente, i
microrganismi per produrre cibi e bevande ed a modificare piante ed animali
attraverso una graduale selezione dei caratteri desiderati.
- Già dal 6000 a.C. Sumeri e Babilonesi usavano i lieviti per produrre vino e birra.
- Nel 4000 a.C. gli stessi lieviti venivano usati dagli Egizi per produrre pane.
- Attorno al 1521 d.C. gli Aztechi usavano come alimento le alghe marine.
- In Oriente, invece, la fermentazione produceva la salsa di soia.
- Nel 1680 Antoni Van Leeuwenhoek vide per la prima volta i microrganismi, grazie
al microscopio.
- Nel 1876 Pasteur (il padre della biotecnologia) riuscì ad identificare nella
presenza di microrganismi estranei la causa del fallimento della fermentazione
della birra.
- Nel 1896 nacque la moderna tecnologia enzimatica su base microbica.
- Nella metà degli anni '50 si è verificato un rapido sviluppo: i microrganismi
vengono impiegati come fonte di enzimi.
- Tra gli anni '70 ed '80 si colloca la nascita della biotecnologia moderna. Infatti
gli scienziati mettono a punto la tecnologia del DNA ricombinante con la quale
riescono a modificare nel modo desiderato il patrimonio genetico degli organismi
viventi, avvalendosi di strumenti totalmente diversi dalle procedure tradizionali di
selezione. -
Con il termine "biotecnologia"
si indica l'utilizzazione in modo programmato
di sistemi biologici per la produzione di beni
e servizi.
I sistemi biologici possono essere costituiti
da organismi interi,
singole cellule (eucariotiche o procariotiche)
o loro componenti molecolari (enzimi).
Con il termine generico di biotecnologie
possiamo indicare una scienza interdisciplinare
che attinge da molti campi della ricerca
(microbiologia, biochimica, biologia molecolare,
biologia cellulare, immunologia, ingegneria delle
proteine, enzimologia, tecnologie dei
bioprocessi) e che può essere applicata in molti
settori (alimentare, agricoltura, ambiente,
diagnostico ed altro ancora).
Nella sua definizione più ampia,
per biotecnologia
si intende una qualsiasi tecnica che utilizza gli
organismi viventi:
per ottenere dei prodotti,
per migliorare piante e animali
per sviluppare microrganismi da usare per scopi
ben precisi.
In questa definizione sono incluse le tradizionali
tecniche di ibridazione delle piante, la zootecnia
e la fermentazione
Le biotecnologie sono tutte quelle tecnologie che
usano organismi viventi, o parti di essi allo scopo
di produrre quantità commerciali di prodotti
utili all'uomo,
di migliorare piante ed animali o
sviluppare microrganismi utili per usi specifici
Le biotecnologie
Sulla base dei metodi impiegati per la
realizzazione dei prodotti possiamo
distinguere
TRADIZIONALI
INNOVATIVE
Le biotecnologie
tradizionali sono
tecnologie produttive
utilizzate da millenni,
quali l'agricoltura, la
zootecnica e lo
sfruttamento delle
attività fermentative dei
microrganismi.
BIOTECNOLOGIE NEI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE
Esistono nel mondo più di 3.500 diversi tipi di alimenti
fermentati, fondamentale è stato il ruolo svolto dalla
biotecnologia tradizionale nello sviluppo della
fermentazione, con la quale si ottengono i cambiamenti
desiderati tramite l'azione di microrganismi o enzimi.
La fermentazione rende il cibo più nutriente, più saporito e
più facilmente digeribile, inoltre, aiuta a conservare gli
alimenti e a prolungarne la disponibilità diminuendo il
bisogno di additivi.
Sono biotecnologie tradizionali quelle che comprendono le
metodiche per la produzione di vino, birra, formaggio,
yogurt, pane ed altri generi alimentari
BIOTECNOLOGIE
INNOVATIVE
sono tecnologie in cui
le biotecnologie moderne
abbracciano i metodi di
modificazione genetica degli
organismi viventi (tecnologia
del DNA ricombinante) e
della fusione nucleare.
Le innovazioni in questo
settore possono però essere
utilizzate anche ai processi
tradizionali come quelli per la
produzione di vino, birra,
pane ed altri prodotti in cui è
possibile impiegare ceppi di
microrganismi geneticamente
modificati.
vengono utilizzate tecniche
di manipolazione del
materiale genetico
(ingegneria genetica) con
numerose applicazioni in
campo scientifico e
industriale.
Una parte importante della moderna biotecnologia
consiste nel comprendere, trasferire e alterare i
geni, le unità che rendono possibile l'ereditarietà
di determinate caratteristiche.
Il fatto che la "doppia elica" del DNA abbia una
struttura identica in tutti gli esseri viventi è
fondamentale per la biotecnologia.
Questo permette che le informazioni che contiene
possano essere trasferite tra le diverse specie di
animali, piante o batteri.
La duplicazione del DNA è l'evento portante della
duplicazione cromosomica. Essa inizia a partire da una
specifica sequenza nucleotidica, detta Punto di origine
della duplicazione. In tale punto sono presenti particolari
enzimi endonucleari (endonucleasi), che spezzano i legami
ad idrogeno tra le basi azotate complementari, aprendo
così la doppia elica.
I due filamenti si separano e ciascuno di essi funziona da
stampo per la selezione di nucleotidi liberi e la
costruzione del filamento complementare, pertanto la
duplicazione del DNA è detta semiconservativa.
La duplicazione procede in entrambe le direzioni, per
mezzo delle due forcelle di duplicazione che si
spostano nei due versi opposti. L'effettiva sintesi dei
nuovi filamenti, antiparalleli a quelli della molecola
originaria, è catalizzata da un gruppo di enzimi noti
come DNA-polimerasi. Questi lavorano in un verso
soltanto, cosicchè uno dei due nuovi filamenti cresce
molto rapidamente ed in maniera continua, mentre
l'altro, grazie a particolari siti di innesco (RNAprimer)
che inducono un'inversione del senso di marcia delle
DNA-polimerasi, viene costruito in brevi segmenti
consecutivi (segmenti di Okazaki) che devono poi
essere saldati fra loro da un altro enzima, chiamato
DNA-ligasi (COLLA GENETICA).
TECNOLOGIA DEL DNA RICOMBINANTE
Fulcro dell'ingegneria genetica.
Rappresenta l’inizio di un’era, definita, con un insieme di
ammirazione e timore nei confronti delle nuove
potenzialità della Biologia, “l’ottavo giorno della
Creazione ”.
Consiste in un complesso insieme di tecniche di
manipolazione del DNA che consentono di isolare dei
brevi segmenti di tale molecola, per moltiplicarli,
studiarne la sequenza nucleotidica, trasferirli nel
genoma di altre cellule controllandone l'incorporazione e
l'espressione
Verso la fine degli anni Sessanta,i biologi molecolari,Werner
Arber,individuarono gli enzimi di restrizione (detti anche
forbici genetiche): proteine in grado di tagliare il filamento
di Dna in corrispondenza di specifiche sequenze di nctidi.
Oggi si conoscono centinaia di enzimi di restrizione, ognuno
capace di riconoscere una sequenza particolare.
Alcuni enzimi di restrizione eseguono un taglio "sfasato": in
questo modo, ai due lati del frammento sporgono delle zone
più o meno lunghe a singolo filamento, le cosiddette
"estremità appiccicose" (sticky ends). Si possono costruire
delle molecole di Dna ricombinante unendo frammenti di Dna
di qualsiasi origine, a patto che presentino estremità
appiccicose complementari
FORBICI GENETICHE E COLLA GENETICA
VETTORI
Sistemi utilizzati per inserire un certo costrutto
genico in particolari tipi di cellule, superando le
barriere di specie imposte dai normali processi
riproduttivi.
I possibili vettori sono 4:
1. Plasmidi;
2. Virus fagi;
3. Trasposoni;
4. Agrobacterium tumefaciens
I Plasmidi
Sono degli utili vettori in quanto si moltiplicano rapidamente
e sono facilmente inglobati dai batteri attraverso la
membrana cellulare. Sono però vettori affidabili solo per
segmenti lunghi fino a 4000 coppie di basi azotate, infatti
tollerano solo brevi sequenze di DNA estraneo, mentre i
segmenti lunghi tendono ad essere eliminati col passare delle
generazioni
I Virus fagi
Anche i virus possono fungere da vettori che spostano pezzi
di DNA da una cellula ad un’altra. Infatti il DNA dei fagi
temperati può integrarsi nei siti specifici del cromosoma
ospite e duplicarsi con il cromosoma stesso. I virus utilizzati
sono modificati in modo tale da non essere più patogeni, ma
da poter ancora trasmettere informazione genetica .
PLASMIDE RICOMBINANTE
VIRUS FAGI
I Trasposoni
Tutte le cellule eucarioti hanno segmenti di DNA mobili,
chiamati TRASPOSONI, in grado di passare da un sito ad
un altro all'interno di un cromosoma.
Agrobacterium tumefaciens
E’ l’agente di una malattia delle piante nota come “tumore
del colletto“, fa ingegneria per conto proprio usando la
strategia di insinuare alcuni suoi geni plasmidiali nel
corredo cromosomico dei tessuti infettati. Per questo
motivo l’Agrobacterium si è rivelato lo strumento ideale
per trasmettere vari geni esogeni alle piante transgeniche
Dicotiledoni.
La tecnologia del Dna ricombinante è uno strumento potente di
analisi della struttura e della regolazione dei geni. Inoltre,
permette di aggirare gli ostacoli che si frappongono alla totale
libertà di scambio e mescolamento dei geni, permettendo la
combinazione di geni provenienti da specie molto distanti tra
loro.
In modo molto schematico, per isolare e clonare un gene di
interesse è necessario tagliare il cromosoma in frammenti
utilizzando un adatto enzima di restrizione con taglio
"sfasato". I frammenti ottenuti vengono mescolati con il Dna di
un plasmide vettore che presenti le stesse "estremità
appiccicose". Si ottengono così tanti piccoli anelli di Dna
formati dal frammento con il gene di interesse e il plasmide
legati insieme dalla Dna ligasi, l'enzima capace di "legare" fra
loro frammenti di Dna.
La molecola di Dna ricombinante così ottenuta viene introdotta
all'interno di un batterio ospite, il quale moltiplicandosi
produce grandi quantità del prodotto codificato dal gene
1.Il DNA viene tagliato
tramite specifici enzimi di
restrizione
2.Il plasmidio viene tagliato
con gli stessi enzimi
3.Il plasmide viene aperto
4.Il DNA, portatore del
gene isolato, viene incollato
al plasmidio tramite un
specifico enzima detto DNA
ligasi
5. Si forma un plasmidio
transgenico con la
resistenza all'antibiotico
datagli dal gene estraneo
Oltre al trasferimento di geni tra le specie è
anche possibile "eliminare" caratteristiche non
volute come la produzione di determinate
proteine (tecnologia antisenso).
Questa tecnica é stata utilizzata per
eliminare il gene che faceva ammorbidire il
pomodoro creando un prodotto con migliori
qualità di conservazione.
Le tecniche di ingegneria genetica hanno cambiato il
procedimento di ibridazione vegetale.
La tradizionale ibridazione vegetale mira a unire le
caratteristiche migliori di due piante diverse.
Per esempio il pomodoro del tipo X garantisce una ottima
resa, ma è soggetto a malattie; mentre la varietà Y è
resistente alle malattie, ma non offre una buona resa.
Unire le due qualità - alta resa e resistenza alle malattie in una nuova varietà potrebbe essere un processo della
durata di molti anni.
La tecnologia genetica oggi possiede la capacità di
identificare il gene che determina la resistenza alle
malattie del pomodoro della varietà Y e di trasferirlo
direttamente alla varietà X senza dover utilizzare
programmi di ibridazione vegetale che richiedono lunghi
tempi di realizzazione.
Oltre ad accelerare i programmi di ibridazione e
a migliorare le probabilità di successo, la
tecnologia genetica é in grado di combinare
materiale genetico in modi che in natura non
sarebbero spontaneamente possibili.
Per esempio copie di geni animali possono essere
introdotti nelle piante e copie di geni vegetali
possono essere inseriti nei batteri.
E' proprio questa potenzialità a sollevare quelle
preoccupazioni in merito all'etica e alla sicurezza,
I metodi utilizzati
per manipolare
geneticamente le
piante sono due:
AGROBACTERIUM e
BOMBARDAMENTO
L'uso della moderna biotecnologia per trasferire
geni da una specie vegetale ad un'altra fa crescere
la possibilità che sostanze potenzialmente
allergeniche possano essere trasferite da una
coltura ad un'altra.
In piante di cui si conoscono gli effetti allergici
viene prestata molta attenzione a non trasferire i
geni codificanti per gli allergeni in altre piante.
Nel caso in cui dovesse verificarsi la necessità di
trasferire dei geni conosciuti come allergeni da una
pianta all'altra, è indispensabile informare
correttamente per mettere in guardia il
consumatore
Settori principali nella biotecnologia
vegetale
Genetica e ibridazione:
Ricerca del genoma.
Marcatori genetici nell'ibridazione
Sviluppo delle piante:
Struttura (altezza, ramificazione, foglie, radici)
Fiori (struttura, colore, epoca di fioritura)
Produzione di ibridi (auto-incompatibilità, sterilità)
Alterare resa e input:
Resistenza agli erbicidi da parte di coltivazioni alimentari
Resistenza agli insetti da parte di coltivazioni alimentari
Resistenza a malattie batteriche da fungo e virali.
Prodotti e applicazioni:
Zucchero. Amido (diverse composizioni o contenuto
più elevato)
Oli (Diverse composizioni o contenuti più elevati).
Aromi (nei cibi o come estratti).
Composti organici speciali (colori).
Proteine di deposito.
Frutta (maturazione e qualità).
Ambiente:
Tolleranza al calore, alla salinità ed alla siccità.
Tolleranza alle inondazioni.
Adattamento al freddo (per ampliare i limiti di
coltivazione).
Resistenza al gelo.
Migliori materie prime...
Cercando di migliorare le materie prime alimentari, molti
programmi di selezione vegetale mirano ad incrementare
la resa o a creare una tecnica agricola più compatibile
con l'ambiente aumentando la resistenza delle colture a
virus, pesticidi o erbicidi.
Si potrebbe diminuire l'utilizzo di pesticidi su piante
resistenti agli attacchi di insetti nocivi e alle malattie;
sono già state create colture resistenti quali mais,
pomodori e patate. Sono state create anche colture che
tollerano erbicidi più moderni compatibili con l'ambiente
con lo scopo di ottenere un controllo ottimale sulle
erbacce riducendo i livelli di erbicidi.
Si è manifestato recentemente un crescente interesse
nella volontà di voler migliorare il valore nutrizionale, il
sapore e la consistenza delle materie prime.
Si stanno sviluppando una serie di piante coltivabili
con:
Aumento del valore nutritivo.
Le piante in fase di sviluppo includono:
la soia con un contenuto più elevato di proteine;
patate con un quantitativo di amido disponibile più elevato e
con un migliore contenuto di aminoacidi;
piante leguminose come i fagioli che vengono modificate per
produrre gli aminoacidi essenziali;
piante che producono beta carotene, un precursore della
vitamina A;
piante coltivabili con un profilo di acidi grassi modificato.
Sapore migliore.
Sono attualmente in prova vari tipi di peperoni e meloni
con un sapore migliore. Il sapore può essere migliorato
aumentando l'attività degli enzimi che trasformano i
precursori del sapore in composti aromatizzanti.
Migliori caratteristiche di mantenimento
Per rendere più facile il trasporto di prodotti freschi,
prevenendo la possibilità che marciscano ed i danni o la
perdita di elementi nutritivi.
Con l'introduzione nelle cellule vegetali di caratteri
controllati da geni singoli si può ottenere un
miglioramento della resistenza a specifici erbicidi, un
miglioramento della resistenza agli insetti nocivi e alle
malattie causate da agenti microbici o ancora un
miglioramento delle caratteristiche post-raccolto.
Ancora non sappiamo cosa ci riserva il futuro, nessuno
può assicurarci sugli effetti a lungo termine che
l'applicazione di queste nuove tecniche potrebbe
causare. Con l'applicazione dell'ingegneria genetica si
è trovato un mezzo meno costoso per controllare le
specie infestanti, riducendo l'uso di prodotti chimici
Grazie all'applicazione delle biotecnologie si esercita il
cosiddetto "controllo biologico", con l'utilizzo sul campo
di particolari microrganismi al fine specifico di
controllare la diffusione di agenti infettivi e di parassiti.
Il più famoso agente di controllo biologico è il Bacillus
thuringiensis, un batterio che forma cristalli di una
proteina molto tossica per gli insetti altamente specifica.
Questa tossina è largamente usata da oltre trenta anni
per controllare le manifestazioni di lepidotteri(bruchi).
Negli ultimi anni, vengono isolati e sequenziali i geni che
codificano per la tossina di Bacillus thuringiensis, quindi,
mediante le tecniche del Dna ricombinante, i geni del Bt
sono stati inseriti in varie specie di piante, dove trovano
espressione a livello dei tessuti.
Rispetto agli insetticidi tradizionali questa tecnica
presenta numerosi vantaggi: non c'è più il rischio del
dilavamento dell'insetticida dovuto alla pioggia; vengono
distrutti solo gli insetti che attaccano la pianta e questa
è protetta fino alle radici.
Le diverse tossine provenienti dal B. thuringiensis non
sarebbero tossiche per i mammiferi e tuttavia
impediscono agli insetti di alimentarsi e riprodursi.
Un'altra applicazione della biotecnologia é il
miglioramento della produzione degli alimenti.
Viene utilizzata per sviluppare processi
altamente specifici utilizzando microrganismi
modificati e prodotti enzimatici più economici
e puri che offrono, rispetto ai procedimenti
già esistenti, una maggiore produttività,
economicità ed efficienza.
Settori in cui sono stati compiuti evidenti progressi nella
lavorazione degli alimenti:
Produzione del pane. Sono stati sviluppati ceppi
perfezionati di lievito che contengono i geni di altri enzimi,
quali l'amilasi, che forniscono un impasto più ricco.
Produzione di succhi di frutta. La resa del succo
ottenuto dalle mele può essere migliorata grazie all'aggiunta
dell'enzima pectinasi. Questo enzima viene prodotto
naturalmente da un ceppo di muffa Aspergillus. La velocità con
la quale vengono prodotti gli enzimi può essere aumentata
trasferendo il gene della pectinasi da un ceppo di muffa ad un
secondo ceppo con una più elevata capacità di produzione
enzimatica.
Migliore gestione della qualità e della sicurezza
alimentare, attraverso una maggiore comprensione dei
microrganismi e degli enzimi coinvolti nella produzione
alimentare.
Organizzazioni internazionali indipendenti come l'OCSE
(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico), l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità
delle Nazioni Unite) e la FAO (Organizzazione per
l'Alimentazione e l'Agricoltura) hanno elaborato delle linee
guida proprio per garantire la sicurezza della biotecnologia
applicata alla produzione alimentare.
Il concetto di sicurezza alimentare significa assenza di
qualsiasi pericolo per il consumatore che conservi, prepari e
mangi un alimento nel modo corretto.
Per accertare se un nuovo cibo è sostanzialmente equivalente a
quello tradizionale, vengono presi in considerazione tre fattori
principali:
Quali sono le caratteristiche e la composizione del
prodotto tradizionale?
Quali caratteristiche sono state alterate per produrre il
nuovo cibo e, di conseguenza, come è cambiata la sua
composizione?
Tutto questo viene controllato verificando:
- le caratteristiche del prodotto tradizionale
- il metodo usato per ottenere le variazioni del nuovo prodotto
- i possibili effetti collaterali dovuti a tali modifiche
- le caratteristiche della parte modificata del nuovo alimento
SICUREZZA
Gli aspetti relativi alla sicurezza delle biotecnologie che suscitano maggior
preoccupazione sono i seguenti:
- la patogenicità, ovvero la potenziale capacità di organismi viventi e di virus
(sia le forme naturali che quelle modificate con l'ingegneria genetica) di
infettare l'uomo, gli animali e le piante, causando malattie;
- la tossicità (per es. nel caffè transgenico è stata riscontrata la
produzione di una aflatossina) e il potenziale allergenico (per es. in una
varietà ingegnerizzata di soia, è stata riscontrata una proteina allergenica
derivante dalla noce brasiliana) dei prodotti ottenuti mediante
biotecnologie;
- l'ampliamento, dal punto di vista clinico, del pool ambientale di
microrganismi resistenti agli antibiotici;
- i problemi associati allo smaltimento delle biomasse microbiche esaurite e
la purificazione degli effluenti di lavorazioni biotecnologiche;
- i problemi di sicurezza connessi con la contaminazione, l'infezione o la
mutazione dei ceppi impiegati nei processi biotecnologici;
- i problemi di sicurezza connessi con l'uso industriale di microrganismi che
contegono DNA ricombinato in vitro
La valutazione del rischio viene stabilita in
base a tre fattori:
- individuazione delle eventuali capacità del
microrganismo di produrre effetti dannosi per
l'uomo o per l'ambiente;
- la stima della probabilità che i microrganismi
fuoriescano accidentalmente o
inavvertitamente dal sistema in cui avviene il
processo produttivo;
- valutazione della sicurezza dei prodotti
desiderati e dei metodi per smaltire i
sottoprodotti
GRUPPI DI RISCHIO
Gruppo 1:
Microrganismi mai identificati come agenti patogeni e che non
rappresentano una minaccia per l'ambiente.
Gruppo 2:
Microrganismi potenzialmente patogeni per l'uomo e che potrebbero
rappresentare un rischio per chi opera nei laboratori.
Gruppo 3:
Microrganismi che possono rappresentare una seria minaccia per la salute
di chi opera nei laboratori, ma un rischio relativamente basso per la
popolazione in generale.
Gruppo 4:
Microrganismi che provocano malattie gravi negli esseri umani e che
rappresentano un serio rischio per gli operatori in laboratorio e per la
popolazione in generale. Non sono disponibili misure preventive adeguate
né trattamenti efficaci.
Gruppo 5:
Questo gruppo comprende i microrganismi che rappresentano un pericolo
più serio per l'ambiente e per la popolazione. Possono causare gravi
perdite umane a livello nazionale e internazionale
OGM
Gli Organismi Geneticamente Modificati sono
batteri, funghi, virus, piante e animali le cui
caratteristiche genetiche sono state modificate
in laboratorio. In genere uno o più geni presi da
altri organismi vengono introdotti nel patrimonio
ereditario dell’organismo che si vuole
modificare.
Non solo l’OGM esprimerà i nuovi caratteri, ma li
trasmetterà alla sua discendenza. Gli scambi di
geni possono avvenire tra esseri viventi
appartenenti a specie completamente diverse
(per esempio tra esseri umani e animali), cosa
impossibile in natura
Le applicazioni degli OGM investono gli ambiti più
disparati; la medicina, l'ecologia, il settore agroalimentare e zoo-tecnico.
Nell'agricoltura, in particolare, si ha avuto una
loro rapida diffusione. Infatti, al giorno d'oggi, il
60% dei prodotti venduti nei supermercati del
mondo può contenere elementi di origine
transgenica.
Meno conosciuto , ma molto importante dal punto
di vista medico, è il loro utilizzo in campo
farmaceutico, dove hanno consentito la
produzione di vaccini sicuri.
Mentre i nuovi farmaci ottenuti da
OGM sono stati accolti con
immediato favore dall'opinione
pubblica, i prodotti transgenici
destinati all'alimentazione umana
incontrano forti resistenze per
paura degli eventuali effetti nocivi;
l'ingegneria genetica viene vista
come un processo "innaturale" e
non necessario nel caso della
produzione alimentare.
Gli OGM possono introdursi nella nostra catena
alimentare attraverso due differenti strade:
a) prodotti direttamente destinati
all'alimentazione umana
b) mangimi per l'alimentazione degli animali
d'allevamento
Non esiste una scienza di previsione del rischio derivante
dal rilascio di piante e animali trasgenici.
Non sono predicibili né controllabili le interazioni fra il
transgene e il DNA nel quale viene inserito. Altrettanto
imprevedibili sono gli effetti degli organismi transgenici
massicciamente disseminati nell'ambiente.
D'altro canto l'ingegneria genetica applicata all'agricoltura
è da molti vista come la soluzione della crisi ecologica
prodotta dall'agricoltura industriale e del problema della
fame nel mondo.
In particolare nel settore agro-alimentare i vantaggi
prospettati sono la riduzione dell'uso dei pesticidi, il
miglioramento delle tecniche di conservazione del cibo, il
miglioramento della qualità degli alimenti e l'incremento
della resa delle colture in aree inospitali.

ridurre l'uso di pesticidi
 variare le caratteristiche
nutrizionali ed organolettiche
per una migliore dieta
 aumentare la produttività
delle piante
VANTAGGI DELLE COLTURE TRANSGENICHE
Secondo i fautori delle biotecnologie, le manipolazioni
genetiche delle piante coltivate rappresentano una delle
poche soluzioni per far fronte al fabbisogno di una
popolazione mondiale che nei prossimi quarant'anni
arriverà a nove miliardi di individui: offrire agli
agricoltori la tecnologia più recente, nella più
tradizionale delle confezioni: il seme.
In questo modo anche le nazioni più povere avranno
accesso ai benefici senza dover fare ricorso all'alta
tecnologia o a materiali costosi
L'utilizzo dell'ingegneria genetica per migliorare,
manipolandoli, organismi destinati alla produzione
alimentare sta diventando sempre più intenso.
Infatti i benefici che possono derivare dall'applicazione
dell'ingegneria genetica nel campo agro-alimentare sono
numerosi:
- resistenza delle colture (per esempio il mais) alle
malattie ed agli insetti nocivi;
- controllo delle erbe infestanti (come nel caso della
soia);
- miglioramento delle specie microbiche usate nei
processi alimentari;
- creazione di nuovi prodotti;
- miglioramento della qualità
-produzione di prodotti “su misura” qualitativamente
migliorati, volti a soddisfare i bisogni dei consumatori
Secondo le compagnie produttrici, queste sperimentazioni
genetiche, sono sottoposte a rigorosi controlli da parte
delle autorità competenti.
Il mais transgenico sarebbe addirittura più sicuro del mais
non trattato.
"Infatti i prodotti sono approvati dall'autorità sanitaria e
sono privi di tossine, e quindi, per questo sono più sicuri dei
prodotti normali ".
Anche rispetto all'impatto ecologico, la posizione delle
aziende è assolutamente rassicurante.
Gli ambientalisti, per contro, sottolineano gli svantaggi
associati alle colture geneticamente modificate ed in
particolar modo la sicura riduzione della biodiversità ed il
preoccupante superamento delle barriere di specie,
imposte dall'evoluzione.
l'inquinamento genico o
bioinquinamento
la bioinvasione
l'inquinamento chimico
sviluppo di specie virali ibride
RISCHI
la perdita di biodiversità, l'uso irrazionale di
pesticidi, lo sviluppo di nuove resistenze da parte di
piante infestanti e insetti parassiti, il trasferimento
di geni ad altre specie, l'apparizione di nuove specie
infestanti o di effetti indesiderati sull'ecosistema.
I rischi sanitari a lungo termine sono sconosciuti
ancora troppo poco studiati.
Gli OGM, attraverso la dispersione del polline
transgenico, rischiano di contaminare e minare sia
l'agricoltura biologica che quella tradizionale.
Le risorse genetiche devono rimanere un patrimonio
collettivo dell'umanità e non subire un processo di
privatizzazione attraverso i brevetti.
Le colture transgeniche, oltre a vantaggi economici, presentano
anche diversi rischi:
- comparsa di infestanti super resistenti per trasferimento
alle specie normali, attraverso il polline, della resistenza agli
erbicidi (per esempio al glifosato);
- comparsa di insetti resistenti (per esempio alla tossina Bt);
- comparsa di nuovi virus vegetali;
- produzione di sostanze tossiche per gli insetti;
- produzione di allergeni;
- comparsa di prodotti secondari tossici, a causa
dell'attivazione di geni silenti;
- diffusione della resistenza agli antibiotici a causa dei
marcatori inseriti in esse;
- l'estendersi e l'ulteriore intensificarsi della monocoltura con
conseguente riduzione della biodiversità;
- la distruzione delle economie tradizionali, cosa che crea
ancora maggiore divario tra i paesi tecnologicamente avanzati e
quelli sottosviluppati (Terzo Mondo).
I NUMERI DEGLI OGM
 1996: 3 milioni di ettari di superficie
coltivata a transgenico
 1997: 13 milioni di ettari di superficie
coltivata a transgenico
 1998: 30 milioni di ettari di superficie
coltivata a transgenico
 1999: 40 milioni di ettari di superficie
coltivata a transgenico
USA
1998: 20 milioni di ettari di superficie
coltivata a transgenico; circa il 70% della
superficie mondiale di OGM.
30 sono le specie transgeniche coltivate.
20 sono le specie transgeniche consumate
CANADA
10% della superficie mondiale coltivata a OGM
27 sono le specie transgeniche coltivate
25 sono le specie transgeniche consumate
1995: commercializzazione della patata
transgenica
CINA
 meno del 10% della superficie mondiale
coltivata a OGM
1° paese a coltivare (e a fumare) tabacco
transgenico
EUROPA
 2000: meno dell'1% della superficie mondiale
coltivata a OGM
 lo 0,1% dei prodotti transgenici sono
"qualitativi" (di interesse per i consumatori)
 il 99% degli OGM vegetali sono
commercializzati da 5 grandi multinazionali
(Monsanto, DuPont, Novartis, Zeneca e
Aventis)
GIAPPONE
50 sono le specie di cui è autorizzata la
coltivazione e che crescono su campi confinanti.
 AMERICA MERIDIONALE
11% della superficie mondiale coltivata a OGM
più di 100.000 ettari coltivati
clandestinamente(soprattutto in Brasile)
PIANTE MODIFICATE GENETICAMENTE
Il pomodoro è stata la prima
pianta transgenica messa sul
mercato (USA,'94); dimensioni
maggiori e conservazione più
lunga sono le sue
caratteristiche principali.
Si è intervenuti, sul pomodoro in cui l'enzima poligatturonasi
degrada la parete cellulare, in tal modo il frutto, maturando,
diventa più molle e può facilmente danneggiarsi durante il
trasporto.
Oggi esistono negli U.S.A., pomodori biotecnologici non
deperibili: il FLAVR SAVR e il FRESH WORLD FARMS(FWS).
Il FLAVR SAVR si ottiene con l'ANTISENSE TECHNOLOGY,
si seleziona il gene della poligatturonasi e lo si reinserisce con
la sequenza invertita: ciò impedisce la trascrizione e il
risultato è un pomodoro che può restare sulla pianta fino a
piena maturazione e affrontare le fasi di raccolta e trasporto
conservando una buona consistenza solida.
Il FWS è un pomodoro che dura da trenta a quaranta giorni
prima di deperire; con la tecnica del DNA ricombinante si
introduce nei semi il gene che codifica il soppressore
dell'enzima che produce l'ETILENE, responsabile della
normale maturazione dei pomodori.
Il riso è uno dei cibi più studiati
dai genetisti.
Questo cereale è la principale e a
volte l'unica fonte di sussistenza
per le popolazioni orientali; tale
tipo di dieta è priva di vitamina
A, la cui carenza provoca gravi
disturbi, addirittura la cecità.
Soia e mais transgenici sono gli OGM più
largamente prodotti e diffusi.
Erroneamente tendiamo a pensare che non
facciano quasi parte della nostra dieta; al contrario
sono presenti, come cibi fantasma (spesso non
indicati sulle etichette), in migliaia di prodotti
confezionati.
Alcune catene di supermercati hanno deciso di
vendere cibi senza mais e soia transgenici, ma
nonostante ciò, in tantissimi casi il consumatore non
può conoscere gli ingredienti e l'eventuale origine
transgenica dei prodotti che acquista.
La soia transegica è arrichita di acidi grassi
insaturi per risolvere molte patologie
cardiovascolari (trombosi,arteriosclerosi…),
patologie che affliggono una larga fetta della
popolazione adulta dei paesi sviluppati.
Abbastanza diffusa e contestata è la soia rr,che
resiste agli erbicidi. Le polemiche nascono dal fatto
che a causa di questa proprietà aggiuntiva si ha
l'aumento dell'uso di erbicidi e il rischio che residui
di tali "veleni" rimangano sulla pianta e arrivino fino
nel piatto del consumatore
- Proteine estratte dalla soia vengono aggiunte a molti alimenti
industriali a base di carne, come il ripieno di ravioli e tortellini.
Sull'etichetta si trova solo la dicitura "proteine vegetali".
- Il latte di soia è venduto come surrogato del latte in polvere
materno per i bambini che non lo tollerano.
- La farina di soia, usata insieme a quelle di cereali, serve per
migliorare le qualità nutrizionali dei prodotti da forno.
- La soia è presente nel 90% dei biscotti e dei prodotti di
pasticceria, perché ne aumenta la friabilità.
- La soia, indicata sull'etichetta come "proteina vegetale", è
usata nei gelati per aumentare il volume e la sofficità.
- L'olio di soia è uno degli ingredienti più usati negli oli di semi
vari.
- La lecitina di soia fa da emulsionante nella cioccolata, negli
snack, nei budini, ecc… Quasi sempre sulle etichettature
appare solo la scritta "emulsionanti".
- La soia viene utilizzata nelle salamoie per la cottura dei
prosciutti e in molti piatti pronti.
IL MAIS
Il più noto alimento
transgenico è il mais
bt, molto più
produttivo rispetto al
fratello "naturale",
grazie alla capacità di
uccidere le larve di
lepidotteri e di
resistere agli erbicidi.
- il mais è usato nelle salse al pesto
preconfezionate sia come olio sia come amido
(addensante);
- budini, gelatine, gelati lo contengono, per
avere una maggiore consistenza;
- in forma di farina e di maltodestrina
(addensante) il mais è usato nelle creme e nelle
minestrine;
- l'amido di mais viene utilizzato come
ingrediente del lievito, è, quindi, anche nel pane;
- le gomme da masticare contengono sorbitolo
(dà il gusto fresco) e sciroppo di glucosio,
entrambi derivati dal mais
- amido modificato di mais si trova nei condimenti
preconfezionati (come quelli per insalate);
- farina di mais è usata quasi sempre nei fiocchi di cereali per
la prima colazione;
- derivati del mais sono contenuti nei prodotti da forno, perché
servono a migliorare l'aspetto della crosta;
- il malto prodotto dal mais viene utilizzato nella lavorazione
industriale della birra;
- l'olio, l'amido e l'amido modificato di mais sono usati nella
produzione della maionese industriale e di altre salse;
- anche gli alimenti per neonati, come gli omogeneizzati,
contengono amido di mais;
- il mais è più visibile nei prodotti di largo consumo come il
grano per insalate, la polenta e i pop corn;
Il mais dell Ciba-Geigy contiene il gene per una tossina
chiamata Bt (perchè ricavata da Bacillus thuringiensis), che
rende i tessuti della pianta capaci di sintetizzare la
glicoproteina selettivamente tossica per gli insetti dannosi,
ma innocua per tutti gli altri animali e per l'uomo.
Purtroppo nella costruzione di tali piante transgeniche è
stato usato come marcatore un gene per la resistenza
all'ampicillina, uno dei principali antibiotici sia nella medicina
umana che in veterinaria.
Non è ancora stata esclusa la possibilità che tale gene si
trasferisca alla flora batterica degli animali nutriti con
mangime a base di mais geneticamente modificato,
incrementando la già deplorata diffusione di ceppi batterici
resistenti agli antibiotici
Prodotti naturali esotici come la
vaniglia del Madagascar e delle
Comore, il cacao dell'Africa
occidentale, lo zucchero di canna
di Cuba e delle Filippine e l'olio di
palma della Malaysia vengono
"biopiratati" da industrie del nord
del mondo, cioè vengono sostituiti
da sostanze fabbricate per
transgenesi a partire dai geni
originari.
Sicurezza dei prodotti alimentari ottenuti mediante la manipolazione
genetica.
Oggi i governi di molti Paesi tecnologicamente avanzati hanno creato
apposite commissioni di esperti con il compito di effettuare controlli
di sicurezza sugli alimenti prodotti da OGM. Queste commissioni
esaminano nei dettagli tecnici i processi che utilizzano OGM o i loro
prodotti destinati al pubblico.
I prodotti destinati all'uso alimentare sono considerati sicuri quando
è possibile stabilire, con ragionevole certezza che il loro consumo
non provocherà alcun effetto nocivo. Prima di poterli dichiarare
sicuri occorre dimostrare che i cibi o gli additivi alimentari derivati
da OGM sono altrettanto sicuri, dei loro corrispettivi tradizionali.
L'approccio più pratico per la determinazione della sicurezza
consiste nel valutare se i nuovi alimenti sono sostanzialmente
equivalenti ai loro analoghi tradizionali, e se l'uso che se ne vuole
fare è relativamente simile. Nei casi in cui la sostanziale equivalenza
sia più difficile da rilevare, le differenze individuate o le nuove
caratteristiche degli alimenti dovrebbero essere sottoposte a
ulteriori controlli.
La commissione europea ha adottato un nuovo regolamento
(CE n° 49/2000) riguardante l'obbligo di indicare,
nell'etichettatura di alcuni prodotti alimentari, la presenza di
OGM.
Il regolamento, adottato a Bruxelles il 10 gennaio 2000,
rappresenta una modifica a quello già in vigore (CE n°1139/98)
che prevede l'obbligo di indicare la presenza di soia e
granturco geneticamente modificati.
Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore tra tre mesi,
stabilisce dei requisiti supplementari, fissando l'obbligo di
etichettatura per gli alimenti che contengono OGM in quantità
superiori all'1% di ogni singolo ingrediente.
La Commissione, riconoscendo un limite tecnico alla rilevazione
di quantitativi inferiori a quelli stabilito, non ha accolto le
richieste degli ecologisti, che chiedevano di abbassare
ulteriormente questo valore soglia.
La normativa europea impone l'etichettatura di
ingredienti, additivi ed aromi contenenti mais o soia
transgenici: le aziende alimentari sono oggi tenute ad
indicare nell'etichetta "prodotto a partire da
soia/mais geneticamente modificato" in tutti i
prodotti che contengono oltre l'1% di ingredienti
geneticamente manipolati.
Attenzione però, tutti i prodotti che contengono
mais o soia di provenienza transgenica, nei quali a
seguito del processo di lavorazione, non sono più
rintracciabili DNA o proteine transgeniche, come ad
esempio gli oli, non devono essere etichettati anche
se provengono al 100% da materie prime
transgeniche
BREVETTABILITA' DEL MATERIALE GENETICO
Un brevetto è un diritto di esclusiva concesso da
parte di un'autorità governativa, amministrativa,
specificamente preposta. Anche le invenzioni
biotecnologiche che hanno per oggetto la "materia
vivente" devono essere tutelate da un brevetto.
Recentemente una Direttiva approvata dal
Parlamento Europeo ammette la brevettabilità del
materiale genetico (animale, vegetale o umano) se
isolato dal suo contesto naturale con processi
finalizzati alla produzione.
Nel 1991 l'ufficio brevetti Europeo ha concesso per la
prima volta il brevetto per un animale transgenico:
l'oncotopo. Si è arrivati così a includere gli animali
transgenici tra le possibili forme brevettabili, dopo
che alcuni anni prima si era negato il diritto di
brevettare varietà vegetali, razze animali e tutti i
processi biologici per ottenere sia animali sia vegetali
Attualmente sono tre i tipi di invenzione che devono
essere esclusi dalla brevettabilità:
1) IL CORPO UMANO E I SUOI ELEMENTI
2) MANIPOLAZIONE DEL GENE UMANO A FINI
NON TERAPEUTICI
3)PROCEDIMENTI DI MODIFICAZIONE
DELL'IDENTITÀ' GENETICA DEGLI ANIMALI
La manipolazione genetica delle colture normalmente
incrementa gli introiti di una sola multinazionale detentrice
di uno specifico brevetto.
Sarebbe invece auspicabile seguire l'esempio della
dottoressa Ronald che nel 1998 ha trasferito un gene, già
presente in una varietà naturale di riso di nessun interesse
economico, nelle varietà di riso coltivate. Tale gene
conferisce la resistenza a Xantomonas oryzae, batterio che
causa avvizzimento delle piante di riso.
Tale esempio rappresenta un comportamento apprezzabile
perché:
1) il trasferimento genico avviene tra varietà della stessa
specie;
2) il protocollo per il costrutto é stato inviato a gruppi di
scienziati di tutti i paesi, consentendo di modificare
geneticamente le varietà adattate a ciascuna particolare
regione e proteggendo così la BIODIVERSITA'.
AGRICOLTURA
BIOLOGICA
La nuova "Rivoluzione verde" deve essere
invece quella biologica, con una ricerca
orientata alla salvaguardia della biodiversità
ed al miglioramento delle specie autoctone.
Con l'entrata in vigore della legge europea (REG.
CEE n.209/91 ), delle leggi nazionali e in Italia
anche di alcune leggi regionali (Legge regione
Toscana n. 31/94 e n. 54/95), l'agricoltura
biologica si è trasformata non solo in un'attività
ufficialmente riconosciuta, ma addirittura in
un'attività meritevole di essere premiata ed
incentivata con fondi pubblici (REG. CEE n.
2078/92).
Il risultato è stato che il numero degli operatori
del settore in pochi anni si è notevolmente
incrementato ed il mercato dei prodotti biologici
ha iniziato ad espandersi, nonostante molto resti
ancora da fare per quanto riguarda l'informazione
ai consumatori, soprattutto per aiutarli a non farsi
trarre in inganno da chi in campo alimentare
specula sulle suggestioni del naturale, del genuino o
peggio ancora su diciture ambigue quali ”lotta
biologica " o ”lotta integrata".
Con il termine di agricoltura biologica si indicano
diversi metodi colturali di produzione che tendono
ad escludere l'uso di prodotti chimici di sintesi
(concimi, insetticidi, fungicidi, diserbanti, ecc.) e
che invece, per esaltare la produttività del terreno
e
la
resistenza
delle
colture
alle
avversità,
sfruttano le interazioni naturali fra gli organismi
viventi sul e nel suolo, l'ambiente fisico e le tecniche
agronomiche.
L’AGRICOLTURA BIOLOGICA
impiega:
1. La rotazione naturale degli elementi
nutritivi senza ricorrere a fertilizzanti
chimici di sintesi, ma solo a letame
2. L’aratura superficiale
3. La presenza di specie vegetali, di siepi
divisorie, di alberi, di fonti alternative di
energia
4. L’utilizzo di insetti utili per contrastare
gli insetti dannosi
Il Regolamento CEE n. 2092/91 ha introdotto norme
dettagliate per la produzione, trasformazione ed
etichettatura dei prodotti vegetali biologici allo
scopo di assicurare condizioni di concorrenza leale
fra i produttori europei e di consentire ai
consumatori di distinguere queste produzioni sul
mercato.
Le norme comunitarie sulla produzione biologica
prevedono che la fertilità e l'attività biologica del
suolo debbano essere conservate ed aumentate con:
 la reintroduzione di una adeguata rotazione
pluriennale
 la coltivazione di leguminose e di altre
colture da sovescio
 l'incorporazione nel terreno di materiale
organico aziendale (residui colturali, letame,
compost).
La lotta contro i parassiti, le malattie e le piante
infestanti, deve essere invece imperniata su:
 la scelta di specie e varietà adeguate
 un programma di rotazione appropriato
 il
diserbo
meccanico
e
il
pirodiserbo
(scottatura delle infestanti)
 la
protezione
dei
nemici
naturali
dei
parassiti grazie a provvedimenti ad essi
favorevoli (es. cura o impianto di siepi).
Nel caso che questi provvedimenti non siano
sufficienti a garantire un'adeguata produzione delle
colture è possibile utilizzare alcuni prodotti
commerciali quali ammendanti (es. letame), concimi
azotati (es. pollina e guano), fosfatici (es. fosforiti
e scorie Thomas), potassici (es. sali grezzi di
potassio), insetticidi (es. piretro, Bacillus
thuringiensis) e fungicidi (es. rame e zolfo). L'elenco
dei prodotti ammessi in agricoltura biologica è
periodicamente aggiornato in sede comunitaria.
agricoltura biologica
si intende l'attività di produzione agricola effettuata nel
rispetto delle norme previste dal regolamento CEE
2092/1991 e successive modifiche ed integrazioni
azienda agricola biologica
si intende l'azienda agricola iscritta all'elenco regionale
degli operatori dell'agricoltura biologica che svolge tutte
le sue attività nel rispetto delle norme previste.
azienda agricola in conversione biologica
si intende l'azienda agricola iscritta all'elenco regionale
degli operatori dell'agricoltura biologica che si trova nel
periodo di conversione così come previsto dal
regolamento CEE 2092/1991.
lotta guidata
termine usato per indicare un sistema di difesa
antiparassitaria in cui i trattamenti non vengono fatti
con
periodicità
fissa,
ma
solo
quando
attraverso
opportuni sistemi di monitoraggio se ne rileva la
necessità'.
Questo, di solito, accade quando si supera la soglia
economica d'intervento, al di sotto della quale il
trattamento antiparassitario non è economicamente
giustificato, in quanto il danno arrecato dai parassiti è
inferiore al costo del trattamento. Questo tipo di difesa
non prevede quindi l'eliminazione dei trattamenti tossici,
ma solo la loro riduzione.
lotta biologica
termine usato per indicare un sistema di difesa dai
parassiti animali che impiega esclusivamente mezzi
biologici quali: entomofagi, cioè insetti predatori o
parassiti di altri insetti; feromoni, cioè sostanze,
normalmente emesse da insetti, ma che possono essere
riprodotte in laboratorio, che fungono da messaggeri
chimici , determinando in individui della stessa specie
stimolazioni
e
risposte
precise
e
ripetibili;
microrganismi patogeni, cioè virus e batteri che
risultano patogeni per determinati insetti. In questo
tipo di difesa non vengono usate sostanze tossiche per
l'uomo.
lotta integrata
definizione
diffusa
dall'
Organizzazione
internazionale per la lotta biologica (Oilb): "La
protezione integrata è una strategia con la quale si
mantengono le popolazioni di organismi nocivi al di
sotto della soglia di tolleranza, sfruttando i
meccanismi naturali di regolazione e utilizzando
metodi di difesa accettabili dal punto di vista
ecologico, economico e tossicologico".
Tale obiettivo viene raggiunto con diversi mezzi:
-mezzi agronomici, come scelta di varietà rustiche più resistenti,
rotazioni ed idonee lavorazioni, irrigazioni, concimazioni, potature,
densità d'impianto e di semina ecc.
-mezzi fisici, come sterilizzazione dei terreni con il calore, distruzione
dei focolai di inoculo e/o infezione, protezione dalle avversità
meteoriche, solarizzazione del terreno, raccolta manuale o meccanica
degli insetti ecc.
-mezzi biologici, che comprendono sia interventi diretti sulle piante
(miglioramento genetico, trattamenti rinforzanti), sia interventi diretti
sui parassiti con prodotti di origine naturale o utilizzando i loro
antagonisti naturali
-mezzi biotecnologici, che consistono nell'uso di particolari sostanze
(feromoni) che consentono di attuare una difesa più efficace verso gli
insetti potenzialmente pericolosi; mezzi chimici, cioè l'utilizzo di uno o
più principi attivi mirati contro il patogeno e tesi a ridurne la dannosità a
livelli economicamente accettabili. In questo tipo di difesa
antiparassitaria il ricorso a prodotti tossici è molto ridotto.
Cosa deve fare l'operatore biologico
Coltivare senza impiego di prodotti chimici di
sintesi (cioè artificiali, costruiti nei laboratori
chimici) e di OGM (organismi geneticamente
modificati);
usare la rotazione delle colture per la difesa e
la prevenzione da parassiti, malattie, erbe
infestanti;
fertilizzare il terreno (e non le piante)
soltanto con meterie organiche e minerali
naturali.
Per la certificazione delle produzioni come "Prodotto da
agricoltura biologica", l'azienda agricola deve aver rispettato
le norme dell'agricoltura biologica per un periodo, definito "di
conversione all'agricoltura biologica", di almeno due anni prima
della semina o, nel caso delle colture perenni diverse dai prati,
di almeno tre anni prima del raccolto. La data iniziale del
computo di tale periodo è quella di notifica.
Prima che sia trascorso l'intero periodo di conversione, ma
comunque non prima di 12 mesi dalla data iniziale, le produzioni
possono essere certificate come "Prodotto in conversione
all'agricoltura biologica".
In certi casi il periodo di conversione può essere prolungato o
abbreviato, per l'intera azienda o per parte di essa, tenuto
conto dell'utilizzazione anteriore degli appezzamenti.
Trascorso il periodo di conversione le produzioni potranno
essere certificate con la dicitura "Prodotto da agricoltura
biologica".
IN ITALIA
Le principali colture riguardano i foraggi (397.878
ettari), i cereali (221.436 ettari), i prati e pascoli
(241.157 ettari), che nel loro insieme rappresentano il
70% circa degli investimenti. Seguono in ordine di
importanza le coltivazioni arboree (olivo, vite, agrumi,
frutta) per il 20% e le colture orticole ed industriali
(leguminose da granella, prodotti orticoli, colture
industriali) per il 4%
Per le produzioni animali, distinte sulla base delle
principali tipologie produttive, al 31 dicembre 2001 si
segnala la seguente situazione: bovini 330.7001 (latte e
carne), ovi-caprini 327.891, suini 25.435, pollame
648.693, conigli 1.682, api , in arnie, 48.228
Dall’elaborazione dei dati forniti dagli organismi di controllo operanti in Italia al 31
dicembre 2001, risulta che gli operatori del settore sono passati dai 54.004 del 2000 ai
60.509 del 2001. Di questi, i produttori agricoli sono 56.440 (di cui 1.600
produttori/trasformatori), i soli trasformatori 3.947 e gli importatori 122.
La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede il 65% nel sud del paese, il
13% nel centro e il 22% nel nord. Per quanto riguarda la loro presenza nelle diverse aree
geografiche in relazione alle attività produttive, si rileva la prevalenza al sud dei
produttori agricoli (68%, contro il 20% al nord ed il 12% al centro), ed al nord dei
trasformatori (47% contro il 19% al centro ed il 34% al sud) e degli importatori (82%
contro il 11% al centro ed il 7% al sud) (tab. 1).
La superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura
biologica, risulta pari a 1.237.640 ettari, pari all’8% circa della SAU. Le principali colture
riguardano i foraggi), i cereali, i prati e pascoli, che nel loro insieme rappresentano il 70%
circa degli investimenti. Seguono in ordine di importanza le coltivazioni arboree (olivo,
vite, agrumi, frutta) per il 20% e le colture orticole ed industriali (leguminose da
granella, prodotti orticoli, colture industriali) per il 4% (tab. 2).
Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali tipologie produttive, al 31
dicembre 2001 si segnala la seguente situazione: bovini 330.7001 (latte e carne), ovicaprini 327.891, suini 25.435, pollame 648.693, conigli 1.682, api , in arnie, 48.228 (tab.
3).
L’attività di controllo, esercitata dagli organismi autorizzati dal Ministero delle Politiche
Agricole e Forestali e dalla Provincia Autonoma di Bolzano, si è concretizzata in 72.896
visite ispettive e con il prelevamento ed analisi di 7.332 campioni. L’attività di controllo
ha portato l rilevamento di 2.074 irregolarità e all’applicazione, in via definitiva, di 1.367
sanzioni.
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