L`insegnamento della Sacra Scrittura sulla Speranza

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L’insegnamento della
Sacra Scrittura sulla
speranza
• La fede secondo l’Antico Testamento
Nell’AT la speranza è caratterizzata dalla
realtà dell’Alleanza.
Il popolo attende con fiducia che Dio
adempia le promesse fatte al momento
dell’Alleanza: dunque la speranza
presuppone la fede nel Dio dell’Alleanza
ed è anzitutto una speranza del popolo, e
poi del singolo.
C’è stato un progresso nella determinazione
della meta della speranza (condizionato dallo
sviluppo storico):
- Conquista della terra promessa
- Protezione di Dio (falsi e veri profeti)Esilio e aspettativa di una salvezza più
interiore e attesa del Messia quale mediatore
della salvezza attesa.
La speranza dell’AT ha molte mete, che però sono
collegate dal fatto di essere doni del Dio dell’Alleanza che
mirano a condurre all’unione con Lui.L’infedeltà si da
quando l’uomo confida nelle potenze umane (militari,
politiche o religiose).
Isaia 30, 1-3 Guai a voi, figli ribelli – oracolo del Signore
– che fate progetti senza di me, vi legate con alleanze che
io non ho ispirato, così da aggiungere peccato a peccato.
Siete partiti per scendere in Egitto senza consultarmi, per
mettervi sotto la protezione del faraone e per ripararvi
all’ombra dell’Egitto. La protezione del faraone sarà la
vostra vergogna e il riparo all’ombra dell’Egitto la vostra
confusione.
Verso la fine della rivelazione dell’AT la
speranza perde il suo carattere
esclusivamente intramondano ed il credente
spera la comunione con Dio al di là della
morte.
La speranza esclusivamente intramondana, trova un limite
nella morte: solo chi appartiene ai vivi può sperare; ma
l’uomo veterotestamentario non si ferma a questi beni perché
aspetta anche la vicinanza di Dio (Sal 73, 23-28), e spera la
comunione con Dio al di là della morte, anche se la
intravvede soltanto in maniera molto oscura (Sap 3,4; Sal
16,10).Parte dell’antropologia ebraica non separa il corpo
dell’anima (cfr 2 Mac, il martirio dei 7 fratelli, dove si
afferma la risurrezione corporale almeno dei giusti).
La speranza del singolo, come quella del popolo, è fondata
su Dio.L’infedeltà avviene quando confida negli idoli anziché
in Dio.
Geremia 17, 5-8 «Maledetto l’uomo che confida
nell’uomo,e pone nella carne il suo sostegno,
allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un
tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene,
dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di
salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto
l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua
fiducia. È come un albero piantato lungo un corso
d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme
quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi,
nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di
produrre frutti.
L’insegnamento della
Sacra Scrittura sulla
speranza
• La fede secondo i Sinottici
Nei sinottici è in prima linea il messaggio
riguardante il Regno di Dio: sperare nel
compimento del Regno alla fine dei tempi.
Ma le promesse non riguardano soltanto il
futuro, si riferiscono anche al presente (per
es. le porte degli inferi non prevarranno).
L’insegnamento della
Sacra Scrittura sulla
speranza
• La fede secondo S. Paolo
Paolo guarda pieno di speranza l’avvento
del Signore alla fine dei tempi, e questo lo
considera un segno distintivo dei cristiani.
Romani 12,12 Siate lieti nella speranza,
costanti nella tribolazione, perseveranti
nella preghiera.
Siccome Dio ha già operato e opera, colui che
spera è certo che egli opererà la salvezza anche
in futuro.
Il cristiano è già stato giustificato ma attende
ancora la salvezza definitiva.
Romani 5,17.19 Infatti se per la caduta di uno
solo la morte ha regnato a causa di quel solo
uomo, molto di più quelli che ricevono
l’abbondanza della grazia e del dono della
giustizia regneranno nella vita per mezzo del
solo Gesù Cristo. (...)Infatti, come per la
disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati
costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza
di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Per Paolo la speranza del singolo si colloca
nell’ambito dell’intera storia della salvezza; non
è una faccenda che riguardi unicamente il
singolo uomo, anzi nemmeno l’umanità intera ,
ma ha un carattere cosmico-universale.
Romani 8,19-22 L’ardente aspettativa della
creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei
figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla
caducità – non per sua volontà, ma per volontà di
colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche
la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della
corruzione per entrare nella libertà della gloria dei
figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la
creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad
oggi.
Paolo rimprovera al giudeo di fondare la propria
speranza sulla legge e le contrappone la speranza
cristiana che si basa sulla grazia di Dio.
Romani 2, 17-24 Ma se tu ti chiami Giudeo e ti riposi
sicuro sulla Legge e metti il tuo vanto in Dio, ne conosci la
volontà e, istruito dalla Legge, sai discernere ciò che è
meglio, e sei convinto di essere guida dei ciechi, luce di
coloro che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti,
maestro dei semplici, perché nella Legge possiedi
l’espressione della conoscenza e della verità... Ebbene,
come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso?
Tu che predichi di non rubare, rubi? Tu che dici di non
commettere adulterio, commetti adulterio? Tu che detesti
gli idoli, ne derubi i templi? Tu che ti vanti della Legge,
offendi Dio trasgredendo la Legge! Infatti sta scritto: Il
nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra le genti.
Tensione e antinomia tra la certezza della speranza
e l’insicurezza della salvezza.“La speranza non
inganna” (Rm 5,5).Paolo presenta il compimento
sperato come certo e fonda ciò sull’opera redentrice
già attuata.Ma quando pensa alla collaborazione
dell’uomo alla propria salvezza, il futuro della
salvezza gli appare in un'altra luce: Dio ci
giudicherà in base alle nostre opere, che
compiamo liberamente, con una libertà che è
imprevedibile e del cui uso neppure noi stessi siamo
sicuri in principio.Per questo l’Apostolo esorta
seriamente i cristiani a usare nel debito modo della
libertà di fronte alla serietà della decisione pro o
contro la salvezza.
Per Paolo, la speranza non è una virtù a sé stante ma
impronta con il suo marchio tutta la vita del cristiano:
Perseveranza: pazienza davanti alle difficoltà e tentazioni
dell’ambiente.Coraggio o fiducia: “Forti di tale speranza, ci
comportiamo con molta franchezza” (2Cor 3,12); quando
Paolo è in prigione (Fil 1,19-20): “So infatti che questo
servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e
all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia ardente
attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso; anzi nella
piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà
glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io
muoia.”Vigilanza e sobrietà: 1Ts 5,4-6: “Ma voi, fratelli, non
siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi
come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del
giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non
dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.”
La speranza non si riferisce
soltanto ai beni ultraterreni (cfr.
2Ts 3,12: parole rivolte a chi
nell’attesa della parusia, non
lavorava).
L’insegnamento della
Sacra Scrittura sulla
speranza
• La fede in Ebrei, I Pietro e negli scritti
giovannei
Nella lettera agli Ebrei,
rivolta a cristiani che,
stanchi erano tornati al
culto giudaico, si
distingue tra il culto
nell’AT e nel NT
Nella prima lettera di Pietro dice
come nella tribolazione siamo
sempre pronti a rispondere a
chiunque chieda conto della
speranza che è in noi.
Giovanni spiega come i beni salvifici della
vita e della verità già donati non sono privi
di rapporti con il futuro, poiché ci
protendono nell’eternità.
Gv 4,13-14 Gesù le risponde: «Chiunque
beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma
chi berrà dell’acqua che io gli darò, non
avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io
gli darò diventerà in lui una sorgente
d’acqua che zampilla per la vita eterna».
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