Prof. Michele Incelli L’evoluzione della scuola pubblica da Gentile a Profumo 1924 Giuseppe Lombardo Radice “comunione di spiriti” e “vita di relazione” in cui il maestro si apre alla collaborazione con l’allievo. In questa dimensione trova posto una didattica tesa a riflettere sui mezzi per migliorare il processo educativo. Si tratta di una “didattica critica”, che opera contro l’eccessiva specializzazione, ma che riconosce la necessità di una riflessione sull’atto educativo. La lezione non è più intesa come entità frammentaria e isolata, ma come una unità che si collega con tutti gli altri atti educativi. La riforma Gentile, vive la consapevolezza del pensiero liberale e liberista che l’assetto costruito dalla borghesia sia quello naturale: destinato a essere tutelato come la società storicamente compiuta. L’ordinamento gentiliano tende a consolidare il funzionamento dell’assetto sociale esistente attraverso alcune mirate soluzioni “tecniche”: la forte divaricazione degli indirizzi scolastici e la precocità altrettanto forte delle scelte degli allievi. L’educazione religiosa torna a essere obbligatoria nelle elementari. Gentile ritiene che il fanciullo, incapace di elevarsi alla concezione filosofica del mondo, vada iniziato a una visione religiosa di esso: la religione diviene una filosofia inferiore adatta ai bambini e alle masse. “La limitazione delle iscrizioni è propria delle scuole di cultura e risponde alla necessità di mantenere alto il livello di dette scuole chiudendole ai deboli e agli incapaci. Noi abbiamo troppi ed inutili, quando non son valenti, professionisti, ed abbiamo invece molto bisogno di industriali, di commercianti, di artieri, di minuti professionisti”. Giovanni Gentile “Il fine della presente riforma é quello di trasformare la scuola, che è stata finora possesso di una società borghese, in scuola del popolo fascista e dello Stato fascista : del popolo che possa frequentarla; dello Stato che possa servirsene per i suoi quadri e per i suoi fini” Giuseppe Bottai 24/45 “Ogni individuo ha pieno e uguale diritto all’educazione e all’istruzione, un diritto indispensabile al graduale sviluppo della personalità. Se questo diritto non fosse concesso al fanciullo, sarebbe compromessa quella formazione dell’uomo che sta alla base di una Costituzione democratica”. Aldo Moro “La scuola è organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Piero Calamandrei Costituzione (1948) Articolo 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rinnovare gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Articolo 33 L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. La Legge 31 dicembre1962 unifica tutti i corsi medi inferiori in un solo percorso triennale; ridimensiona l’insegnamento del latino; innalza per tutti l’obbligo scolastico a 14 anni; si conclude con l’esame di licenza che ha valore di esame di Stato; apre la via a ogni indirizzo secondario. La Legge delega n. 307 del 30 luglio 1973 nuovo stato giuridico del personale della scuola Vengono istituiti gli Organi Collegiali per garantire la partecipazione alla gestione della scuola, considerata ora come una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica I docenti, gli studenti (della scuola superiore) e i genitori sono inseriti in tutti gli organi collegiali. Un genitore presiede il Consiglio di Istituto. Il servizio dei docenti è valutato da un apposito Comitato; agli studenti e ai genitori viene garantito il diritto di assemblea . Il Collegio dei docenti cura la programmazione dell’azione educativa sia per adeguare i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali, sia per favorire il coordinamento interdisciplinare La sperimentazione valorizza l’autonomia didattica dei docenti si esplica: - come ricerca e innovazione sul piano metodologico-didattico; - come ricerca e innovazione degli ordinamenti e delle strutture esistenti Legge 28 marzo 2003, n. 53 ARTICOLO 2 - Sistema educativo di istruzione e formazione 1 - I decreti legislativi definiscono il sistema educativo di istruzione e formazione, osservando i seguenti principi e criteri: a) apprendimento in tutto l’arco della vita; pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro; b) formazione spirituale e morale, anche ispirata ai principi della Costituzione; sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla comunità locale, nazionale e alla civiltà europea; c) diritto per tutti all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni, o comunque sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età; il sistema educativo di istruzione e formazione si articola nella scuola dell’infanzia, nel primo ciclo della scuola primaria e della secondaria di primo grado, nel secondo ciclo del sistema dei licei e del sistema dell’istruzione e della formazione professionale; ) il secondo ciclo è costituito dal sistema dei licei e dal sistema dell’istruzione e della formazione professionale; dal compimento del quindicesimo anno di età i diplomi e le qualifiche si possono conseguire in alternanza scuola-lavoro o attraverso l’apprendistato; il sistema dei licei comprende i licei artistico, classico, economico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico, tecnologico, delle scienze umane; LE SCUOLE STATALI IN ITALIA Indicazioni nazionali per i piani personalizzati 2002 Nel loro insieme le “Indicazioni” mirano a: • definire il profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni) • esplicitare i livelli essenziali di prestazione a cui tutte le scuole sono tenute per garantire il diritto personale, sociale e civile all’istruzione e alla formazione di qualità Per la scuola primaria sono definiti: • gli obiettivi generali del processo formativo • gli obiettivi specifici di apprendimento • gli obiettivi formativi e piani di studio personalizzati • il portfolio delle competenze individuali • i vincoli e le risorse . LA SCUOLA È INVESTITA DA UNA DOMANDA CHE COMPRENDE, INSIEME, L’APPRENDIMENTO E «IL SAPER STARE AL MONDO». ALLA SCUOLA SPETTA IL COMPITO DI FORNIRE SUPPORTI ADEGUATI AFFINCHÉ OGNI PERSONA SVILUPPI UN’IDENTITÀ CONSAPEVOLE E APERTA. La piena attuazione del riconoscimento e della garanzia della libertà e dell’uguaglianza (articoli 2 e 3 della Costituzione), nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno, richiede oggi, in modo ancor più attento e mirato, l’impegno dei docenti e di tutti gli operatori della scuola, con particolare attenzione alle disabilità e ad ogni fragilità, ma richiede altresì la collaborazione delle formazioni sociali, in una nuova dimensione di integrazione fra scuola e territorio, per far sì che ognuno possa «svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società» (articolo 4 della Costituzione). il «fare scuola» oggi significa A mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi media e alla ricerca multi-dimensionale. B curare e consolidare le competenze e i saperi di base, che sono irrinunciabili perché sono le fondamenta per l’uso consapevole del sapere diffuso . La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. La scuola s’impegna a rimuovere gli ostacoli di qualsiasi natura che possano impedire «il pieno sviluppo della persona umana». CENTRALITÀ DELLA PERSONA Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato. è importante che i docenti definiscano le loro proposte in una relazione costante con i bisogni fondamentali e i desideri dei bambini e degli adolescenti. È altrettanto importante valorizzare simbolicamente i momenti di passaggio che segnano le tappe principali di apprendimento e di crescita di ogni studente La scuola si deve costruire come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito gli studenti stessi. La formazione di importanti legami di gruppo non contraddice la scelta di porre la persona al centro dell’azione educativa, ma è al contrario condizione indispensabile per lo sviluppo della personalità di ognuno. Per una nuova cittadinanza DUPLICITÀ DELLA FORMAZIONE Formazione verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; Formazione orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo. La scuola dovrà perseguire costantemente l’obiettivo di costruire un’alleanza educativa con i genitori. La scuola si apre alle famiglie e al territorio circostante, facendo perno sugli strumenti forniti dall’autonomia scolastica, che prima di essere un insieme di norme è un modo di concepire il rapporto delle scuole con le comunità di appartenenza, locali e nazionali In quanto comunità educante, la scuola genera una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, ed è anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria. Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale. I problemi più importanti che oggi toccano il nostro continente e l’umanità tutta intera non possono essere affrontati e risolti all’interno dei confini nazionali tradizionali, ma solo attraverso la comprensione di far parte di grandi tradizioni comuni, di un’unica comunità di destino europea così come di un’unica comunità di destino planetaria La scuola è luogo in cui il presente è elaborato nell’intreccio tra passato e futuro, tra memoria e progetto. Per un nuovo umanesimo Le relazioni fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità e del pianeta oggi devono essere intese in un duplice senso. Da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ogni persona; dall’altro, ogni persona tiene nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti del futuro dell’umanità. La scuola può e deve educare a questa consapevolezza e a questa responsabilità i bambini e gli adolescenti, in tutte le fasi della loro formazione. In tale prospettiva, la scuola potrà perseguire alcuni obiettivi, oggi prioritari: Quadri d’insieme – insegnare a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza – l’universo, il pianeta, la natura, la vita, l’umanità, la società, il corpo, la mente, la storia in una prospettiva complessa, volta cioè a superare la frammentazione delle discipline e a integrarle in nuovi quadri d’insieme; CAPACITA’ D’AZIONE promuovere i saperi propri di un nuovo umanesimo: la capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi; la capacità di comprendere le implicazioni, per la condizione umana, degli inediti sviluppi delle scienze e delle tecnologie; la capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze; la capacità di vivere e di agire in un mondo in continuo cambiamento; – COLLABORAZIONE diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell’attuale condizione umana (il degrado ambientale, il caos climatico, le crisi energetiche…) possono essere affrontati e risolti attraverso una stretta collaborazione non solo fra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le culture.