Pensiero politico filosofico fino al 1700
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Tommaso Moro (1478-1535)
Bacone (1561- 1626)
Campanella (1568 - 1639)
Jhon Locke (1632 -1704)
Immanuel Kant (1724 – 1804)
Macchiavelli (1469-1527)
Baruch Spinoza (1632 – 1677)
Jean-Jacques Rousseau (1712 -1778)
Bacone e la politica
L’opera che segna il pensiero politico di
Bacone fu senz’altro
“La nuova Atlantide”.
Fu pubblicata a circa due anni dalla sua
morte, avvenuta nel 1626.
Nel libro si nota sicuramente
l’influenza dalle opere di:
Fate
clic
per
aggiungere
Campanella (“La città del sole”)
Platone (“Crizia”)
Tommaso Moro (Utopia)
Il testo è chiaramente una chiave
utopistica.
testo
Contenuto dell’opera

Bacone ci racconta di ben 60 viaggiatori i quali,

Attraverso il racconto in prima persona di
uno dei naufraghi, si conosce la cultura e la
vita del popolo dell'isola.
essendo partiti dal lontano Perù per andare in
Asia, naufragano nell'isola detta Bensalem,
presso i mari del Sud (sovrapposizione dei
nomi di Betlemme e Gerusalemme).
Religione
Economia
Cristiana
Autosufficiente
Governo
Capi
Casa di Salomone

Aspirazione della ragione a
dominare la natura per
realizzare uno Stato ideale
Scienziati
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
Approfondimenti su Bacone >
Campanella e la Politica

La città del Sole è senz’altro l’opera
filosofica che ci ha tramandato il
pensiero politico di Campanella
Dialogo tra un cavaliere di Malta e
un ammiraglio genovese in cui
l'ammiraglio racconta al cavaliere
la storia della città.
Modelli de la Repubblica di
Platone e dell'Utopia di
Tommaso Moro e illustra una
forma di governo ideale
secondo Campanella.
Struttura della città
Potere
assoluto
Sacerdote Sole
Pon
(potenza)
Ministro della
guerra
Sin
(sapienza)
Ministro
dell’istruzione
Mor
(Amore)
Ministro della
generazione e salute
Economia
Comunione dei
beni, abolizione
della proprietà
privata
L’agricoltura
L’educazione inizia a tre anni e dura tutta la vita
L’arte militare
Gli abitanti imparano:
La pastorizia
Attività giornaliere di un solare:
Apprendimento o preghiera
Lavoro di 4 ore al giorno
Vietata alle donne prima dei 19 anni
Generazione
Vietata agli uomini prima dei 21 anni
Funzionari combinano gli accoppiamenti al fine di migliorare la razza
Politica
Leggi brevi e chiare
I solari con più di 20 anni
partecipano alle assemblee
e possono esprimere le
loro pretese
Punizioni tramite legge del taglione
Onorano l’universo in quanto testimonianza di Dio
Religione
Credono nell’immortalità dell’anima
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Approfondimenti su Campanella >
Moro e la politica

L'Utopìa è un libro di Tommaso
Moro, pubblicato in latino aulico
nel 1516, in cui è descritto il
viaggio immaginario di Raffaele
Itlodeo in una fittizia isola-regno,
abitata da una società ideale.
Utopia esprime il sogno
rinascimentale di una società
pacifica dove sia la cultura a
dominare e a regolare la vita degli
uomini.
Moro rimase influenzato dagli scritti di Luciano che egli
operò congiuntamente con Erasmo da Rotterdam
L’Utopia
Prima parte

Moro
presenta
l'Inghilterra
del XV secolo
elencandone i
difetti, le
contraddizion
i, soprattutto
sociali ed
economiche
Seconda parte
Narrazione del viaggio che
Raffaele Itlodeo,
viaggiatore-filosofo,
compie per primo
nell'isola di Utopia, una
societas perfecta, creata dal
suo primo re, Utopo, che
con un'opera titanica tagliò
l'istmo che la congiungeva
con il continente.
Utopia
Ha saputo risolvere i suoi contrasti sociali,
grazie ad un innovativo sistema
di organizzazione politica
Divisa in 54 città
La proprietà privata è stata abolita
Gli abitanti lavorano
6 ore al giorno
Il resto del tempo deve essere
dedicato allo studio e al riposo
Il commercio è pressoché inutile,
tutto il popolo inoltre è impegnato
a lavorare la terra circa
sei ore al giorno
Il re coordina le istituzioni
Governo
Il governo è affidato a dei magistrati
eletti dai rappresentanti di ogni famiglia
Libertà di parola e di pensiero
Tolleranza religiosa
Agli atei sono precluse le cariche pubbliche
Il re coordina le istituzioni
Economia
L'isola si basa su una struttura agricola
ed è proprio l'agricoltura
a fornire i beni utili
per industrie, artigianato
Si produce solo per il consumo
e non per il mercato.
Oro e argento sono considerati privi di valore
e i cittadini non possiedono denaro ma
si servono dei magazzini generali
secondo le necessità.
Esiste la schiavitù per chi commette dei reati
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I figli sono accuditi e allevati in sale
comuni e sono le stesse
madri ad occuparsene.
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Lo “stato di natura”
Per Locke, come per
Hobbes,
esiste
uno
«stato di natura» (la
ragione)
che
può
determinare
aprioristicamente
il
comportamento
degli
uomini in assenza di
vincoli civili e politici.
Se la ragione viene consultata,
ascoltata, allora l'uomo vive nel
suo stato naturale. In natura
l'uomo non è dunque lupo per
gli
altri
uomini
(come
sosteneva Hobbes), in natura
ogni individuo è «uguale e
indipendente»,
per
cui
«nessuno deve danneggiare
l'altro» in ragione di questa
parità di valore.
Lo Stato
E’ la ragione che conduce gli uomini
alla formazione di una società civile
che garantisce non tanto la forza
necessaria per sopprimere le tendenze
anarchiche dei bassi istinti umani
(come è nello stato assolutista
teorizzato da Hobbes), ma la garanzia
della tutela dei diritti ugualitari di
ciascun cittadino L'uomo, nel suo stato
di natura, non tende quindi alla
reciproca sopraffazione, ma alla
naturale aggregazione sociale in vista
di una reciproca collaborazione volta a
garantire i suoi diritti civili: la vita, la
libertà, l'integrità del corpo, l'assenza
del dolore e la proprietà privata dei
beni.
Un tipo di governo che non si erge al di
sopra dei diritti dei singoli individui (il
governo autoritario), ma è garanzia e
sicurezza stessa del diritto di ciascun
individuo.
Lo stato teorizzato da Locke è
un'istituzione di garanzia liberale
cui spetta il compito di vigilare sul
rispetto del principio paritario che vige,
secondo ragione, tra gli uomini.
Lo Stato liberale e democratico
Lo Stato che nasce
dall'aggregazione degli
individui è naturalmente
liberale e democratico,
poiché nasce sulla spinta di
un principio egualitario.
E’ quindi garante di se stesso,
nel senso che gli stessi
legislatori sono sottoposto alle
leggi (non così in uno Stato
assoluto).
Ogni
potere
quello
legislativo,
esecutivo
e
giudiziario - è autonomo,
separato dagli altri e in grado
di vigilare sul reciproco
operato.
Qualora lo stato liberale e democratico venisse meno ai suoi principi,
i cittadini sarebbero giustificati a ribellarsi, spezzando il legame di
obbedienza che li lega alle istituzioni ormai corrotte.
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Kant e la politica

Kant non ignora affatto le tesi Lockiane sul
liberalismo, perché anche lui afferma che lo Stato
mira a garantire la libertà di ogni persona contro
chiunque altro. Lo "Stato repubblicano" che
delinea si basa su "Tre principi della ragione":
La Libertà (in quanto uomo).
L'Uguaglianza
di tutti quanti di fronte alla legge
(in quanto sudditi).
L'Indipendenza dell'individuo
(in quanto cittadino).
Stato
=
“Organizzazione del Diritto esterno”
Permette di
regolare i
rapporti tra gli
uomini in modo
stabile e sicuro
Compito dello STATO
E’
Sorvegliare la “naturalità”
1650
Hobbes :
“Homo homini lupus”
Lutero : L’uomo è gravato dal
peccato originale
Kant : l’uomo è naturalmente
incline al male
Situazione naturale
=
VIOLENZA
EGOISMO
Nascita
dello Stato
Forza coattiva superiore
Costringe gli uomini a rispettarsi
STATO
=
Contratto
tra gli uomini
che mediante la
RAGIONE
ne comprendono i reciproci
vantaggi e convenienze
ACCORDO
TRA
CITTADINI
ACCORDO
TRA
STATI
= STATO
=
PACE
FEDERAZIONE
PACE
PERPETUA
Kant :
“La socievole insocievolezza
degli uomini”
Ogni uomo è
lupo per l’altro
uomo
Ma se si uniscono e si regolano gli egoismi
È possibile progredire e
svilupparsi
In una Società ORDINATA anche le
passioni negative portano a un
effetto positivo
Alberi nella
Concorrenza
Alti ed
foresta
reciproca
Eretti
Alberi isolati
Curvi e Contorti
Lo STATO deve essere
una Potenza”irresistibile”
Cioè una costituzione sociale
perfettamente giusta
regolata dalla Legge
<<Non c'è da attendersi che i re filosofeggino o
che i filosofi diventino re, e neppure è da
desiderarlo, perché il possesso della forza corrompe
il libero giudizio della ragione>>
Questa visione dello Stato va in
conflitto con un qualsiasi
dispotismo presente all’epoca di
Kant. Contrariamente
all'ammirazione dei filosofi a lui
contemporanei per i cosiddetti
sovrani illuminati Kant diffida
della politica che ha come guida
l'uso della forza:
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Nicolò Machiavelli
(Firenze, 1469-1527)
"Il Principe"
Politica
Indipendente dalla ragione e dalla morale
Principe
deve agire per
garantire la stabilità
e la sicurezza dello
stato
Qualità di un principe:
Determinazione Intelligenza:
capacità di valutazione, prontezza
nell'intervenire Razionalità
LA POLITICA NON E' AFFIDATA ALLE
ISTITUZIONI, MA ALLE CAPACITA' INDIVIDUALI
DI CHI DETIENE IL POTERE.
FORTUNA
Il limite che incontra la virtù umana in
cui è solo l'uomo a misurarsi con gli
eventi e non c'è un intervento di Dio.
L'uomo può fronteggiare vittoriosamente
la fortuna.
Essa è arbitra solo della metà delle cose
umane, e lascia regolare l'altra metà agli
uomini.
Baruch Spinoza (1632 – 1677)
Non essendoci alcun primato della
rivelazione sulla conoscenza
naturale fondata sulla ragione, non
vi è neppure un primato
dell’autorità religiosa sull’autorità
politica.
L’autorità religiosa non ha il potere
di giudicare una libera indagine
razionale, e non può intromettersi
negli affari dello Stato
Lo Stato è “sovrano”e,
proprio per questo, non può
essere subordinato ad alcuna
autorità politica.
Lo stato può prendere
provvedimenti in materia
religiosa con l’unico scopo
di ostacolare il potere o lo
strapotere di una Chiesa
per tutelare la stabilità
dello stato stesso
La sovranità
dello stato non
è arbitraria, ma
legittima
Gli individui
delegano il diritto
illimitato con un
“patto” allo Stato
(Potere delegato)
Scopo dello stato è
garantire a tutti la libertà
della paura e di pensiero
La libertà dei
cittadini che lo
stato ha il
compito di
tutelare è sacra
Tutti i cittadini
rimangono
liberi e uguali
godendo gli
stessi diritti le
leggi per libero
consenso
L’obbedienza
allo stato è
SACRA
La delega è
finalizzata alla
libertà e alla
sicurezza di tutti
Forma
DEMOCRATICA
Jean-Jacques Rousseau
(1712 -1778)
« L'uomo è nato libero, ma
ovunque è in catene »
L'opera più importante di Rousseau è il
Contratto sociale
L'opera si apre con questa espressione
attraverso cui egli afferma che l'uomo in
qualsiasi luogo è infelice, perché vittima di un
ordinamento sociale basato sulla
disuguaglianza.
Contratto sociale

Da quest’opera possono essere tratte quattro conclusioni fondamentali:
NESSUN UOMO HA DIRITTO DI
AUTORITÀ SU UN SUO SIMILE,
quindi la libertà e l’uguaglianza sono
principi fondamentali che devono essere
sempre rispettati;
IL GOVERNO È
SUBORDINATO AL
POTERE SOVRANO e
quando cerca sostituire la sua
volontà con quella del popolo,
allora il patto sociale s’infrange e
lo Stato si disgrega e i cittadini
sono sciolti dall’obbligo di
obbedire, ma vi sono forzati.
LA SOVRANITÀ RISIEDE NEL
POPOLO ed è inalienabile, quindi il suo
esercizio non può essere affidato a nessun
altro;
LA VOLONTÀ GENERALE È IL
PRINCIPIO FONDAMENTALE SU CUI SI
BASA TUTTO IL PATTO SOCIALE e senza la
quale la società non potrebbe esistere se non
fondata sul disordine, i contrasti e la
disuguaglianza.