Il Genere Echinomastus B&R in coltivazione echinomastus.succulentstreasures.com Foto in habitat di P. Breslin F Echinomastus Britton & Rose Echinocactus erectocentrus Coulter (1896) Piante dai molti nomi Nel 1986 il genere Echinomastus è stato inserito dal Hunt e Taylor in un concetto ampio di Sclerocactus insieme con altre piante che per molti anni sono state chiamate con nomi diversi (Ancistrocactus e Glandulicactus). L’ approccio di Hunt non viene seguito da molti autori (Raun 1987, Anderson 2001, Powell & Weedin 2004) e alcuni recenti studi basati sulle sequenze del DNA hanno dato risultati interlocutori, dimostrando che esistono affinità (con particolare riferimento a Echinomastus Johnsonii) ma non certezze. In questo lavoro ho preferito trattare Echinomastus B&R come genere a se, mantenendo i nomi con cui molti di noi appassionati sono abituati a chiamare queste splendide piante, in attesa che ulteriori studi possano farci capire qualcosa di più. Storia dei Nomi: Echinocactus Coulter 1896 Echinomastus B&R 1922 Neolloydia, Benson 1982 Echinocactus, Weniger 1984 Sclerocactus, Hunt & Taylor 1986 Echinomastus, Bravo&Hollis 1991 Echinomastus, Anderson 2001 Sclerocactus, Hunt 2006 Foto in habitat di P. Breslin Echinomastus Britton & Rose Sono distribuite nel sud ovest degli Stati Uniti, da Nevada e Utah fino al Messico centrale, San Louis Potosì E. Johnsonii Baxter 1935 (+ 'lutescens‘) E. erectocentrus v. erectocentrus B&R 1922 (+ 'acunensis‘) E. Intertextus v. intertextus B&R 1922 E. intertextus v. dasyacanthus Bakeberg 1961 E. Warnockii G&F 1975 (+ 'pallidus‘ + ‘kakui’) E. mariposensis Hester 1945 E. unguispinus v. unguispinus B&R 1922 (+ 'laui', +'mapimiensis') E. unguispinus v. durangensis Bravo 1980 Echinomastus Britton & Rose Echinomastus Johnsonii, AZ Caratteristiche principali Sono piante solitarie, piccole, globose o clilindriche con coste disposte a spirale e caratterizzate da tubercoli prominenti, spine fitte, radiali più o meno appressate, che oscurano interamente il fusto. Fiori apicali, frutti deiscenti longitudinalmente o alla base. Vivono in condizioni estreme, per aridità e temperature, in luoghi dove sopravvivono poche altre piante. Alcune in zone con precipitazioni invernali o comunque scarse in estate Echinomastus Johnsonii ' lutescens', AZ Foto di piante in natura realizzate da Peter Breslin Echinomastus Britton & Rose Hanno la fama di essere difficili in coltivazione e in effetti lo sono. Sembrano essere “difficili” anche in natura, in alcune zone il rapporto fra le piante vive e le piante morte che si incontrano è di 1:1. Anche da morte, per lungo tempo, le piante rimangono protette dalla loro armatura …. pianta morta, AZ pianta morta alla base di opuntia, AZ ' Un po' come "il cavaliere inesistente" ............. un' armatura vuota‘. Dante: forum cactus&co 23/1/2008 Foto di piante in natura realizzate da Peter Breslin Echinomastus Britton & Rose Coltivazione In coltivazione queste piante riescono a sopportare temperature molto basse e richiedono poca acqua. Utilizzando vasi molto piccoli, terriccio minerale e ben drenato si riesce a ternerle in vita per alcuni anni. In queste condizioni le piante rimangono piccole e crescono lentamente ma costantemente. Le piante nella figura sono per la maggior parte coltivate da seme, le più “vecchie” hanno 9/10 anni. Molti coltivatori suggeriscono, per la semina, la scarificazione. Questo non mi sembra necessario anche se a volte la percentuale di germinazione è piuttosto bassa. Altri esperti (Roberts 2007) suggeriscono l’ uso di acidificanti per le bagnature. Foto di gruppo Primavera, Aprile 2006 Echinomastus Britton & Rose La distribuzione delle specie settentrionali Echinomastus Johnsonii Baxter 1935 Echinomastus Johnsonii 'lutescens' Echinomastus erectocentrus B&R 1922 Echinomastus erectocentrus 'acunensis' Echinomastus Johnsonii Baxter 1935 Caratteristiche principali Piante variabili sia nel colore del fiore che in quello delle spine. Vivono nel deserto del Mojave e sul margine superiore del deserto di Sonora, fra I 500 e 1400 metri di altitudine. Abitano le colline pietrose e pendii rocciosi, su suolo di tipo calcareo e su depositi alluvionali. Le piante con fiore rosa tendono ad occupare la zona più a nord ma sono state raccolte anche più a sud, ben oltre l’ areale di distribuzione indicato nella letteratura. I due taxon sono in genere distinti e non si hanno notizie di popolazioni miste o di esemplari con caratteristiche intermedie. Le piante della Death Valley hanno fiori di colori rosa chiaro, leggermente diversi da quelli del tipo della specie. Lutescens johnsonii E. Johnsonii è stato scoperto da J. E. Johnson vicino a St George nel sud dello Utah nel 1870. La forma con fiore giallo è stata segnalata per la prima volta da W. T. Marshall. come pianta in coltivazione in Arizona nel 1950. Echinomastus johnsonii Baxter 1935 Le piante di E. Johnsonii sono molto simili nell'aspetto ad E. erectocentrus da cui vengono rimpiazzate all’ estremità sudest dell’areale di distribuzione. Occupano zone aperte e, nonostante le loro dimensioni relativamente piccole, sono visibili anche a una distanza di alcune decine di metri. A sinistra foto di pianta in natura, sotto a sinistra dettaglio del fiore della forma tipica, sempre in habitat (AZ). Sotto a destra il fiore giallo della forma 'lutescens‘ (foto di Peter Breslin). Echinomastus johnsonii Baxter 1935 Coltivazione Non sono facili da coltivare, e si trovano in vendita molto raramente. A sinistra semine di circa 2 anni, le uniche piante che ho avuto, sono tutte morte. Sotto, una piantina di una semina salvata attraverso innesto (collezione e foto: Dante Santori) Secondo Roberts 2007, queste piante possono sopportare temperature molto basse, richiedono vasi piccoli, substrato ben drenato, bagnature leggere e molto diradate. Echinomastus johnsonii Baxter 1935 Nel 2008 abbiamo trovato disponibilità di semi presso un fornitore europeo, a sinistra E. johnsonii 'lutescens' A destra E. johnsonii, la forma tipica, mah, speriamo bene! Echinomastus erectocentrus B&R 1922 Caratteristiche principali Sono piante variabili sia nel colore del fiore che in quello delle spine. Le piante che corrispondono al tipo della specie vivono nel deserto fra I 900 e i 1300 metri di altitudine, principalmente in zone erbose su suolo calcareo e depositi alluvionali. Hanno spine rossastre con punte marroni e fiore di colore biancastro, in alcuni casi rosa e lavanda. Secondo Benson, durante l’estate le piante sono difficili da trovare perché rimangono nascoste fra l’erba, mentre i loro fusti cilindrici e spinosi sono ben visibili durante la stagione secca. Le piante della forma ‘acunensis’ sono state scoperte sui pendii collinari della valle di Acuna, hanno spine più grandi e meno numerose del tipo della specie e anche il fiore è più grande,di colore rosa intenso. Vivono in zone più basse (fra I 400 e I 600 metri), raramente in zone erbose e più spesso in ambiente tipicamente desertico, su suolo granitico, confondendosi fra i frammenti di roccia, sulle colline dei deserti del Colorado e dell’ Arizona. La fioritura avviene a inizio primavera, stimolata dalle pioggie invernali che cadono a Gennaio e Febbraio, a cui segue un lungo periodo secco, che dura fino a Luglio, quando iniziano le pioggie estive (Peter Breslin, comunicazione personale). erectocentrus acunensis Le piante tipiche hanno un aspetto molto simile a quello di un E. Johnsonii, con spine più dritte e fusto più piccolo. A destra una pianta vecchia in habitat (AZ), foto di Peter Breslin. Echinomastus erectocentrus B&R 1922 Coltivazione Anche queste piante si trovano raramente in vendita e non sono facili da coltivare. A sinistra in alto e in basso E. erectocentrus 'acunensis' apice e fiore. Ho acquistato questa pianta nel 1996, viene tenuta nel vaso più piccolo possibile e in terriccio completamente minerale. Le poche bagnature avvengono in primavera e in autunno. Il primi fiori sono comparsi ad Aprile 2006. A destra il fiore bianco della specie tipo (foto e pianta dalla collezione di Dante Santori). Echinomastus erectocentrus B&R 1922 Da piccole, quando non sono ancora comparse le spine centrali, hanno un aspetto molto simile a quello di Echinomastus Intertextus v. intertextus. A destra pianta dalla collezione di Dante Santori, a sinistra pianta fotografata in habitat da Peter Breslin Echinomastus erectocentrus B&R 1922 Semine del 2008 qualcosa è venuto, anche qui speriamo..... Echinomastus Britton &Rose 1922 Le specie dell’ Arizona, New Mexico, Texas, Chihuahua e Coahuila Echinomastus intertextus v. intertextus B&R 1922 Echinomastus intertextus v. dasyacanthus Backeberg 1961 Echinomastus warnockii G&F 1975 ('pallidus‘, ‘kakui’) Echinomastus mariposensis Hester 1945 Echinomastus intertextus B&R 1922 Caratteristiche principali Echinomastus intertextus comprende due varietà con caratteristiche simili, ma fortemente caratterizzate nelle loro forme tipiche. Alcuni autori le considerano specie diverse mentre altri non riconoscono alla forma dasyacanthus neanche il rango di varietà. La v. intertextus si distingue per le caratteristiche spine fitte e appressate che le conferiscono un aspetto liscio e consentono di maneggiare le piante senza particolari precauzioni. Sono piante di montagna, che occupano la parte meridionale dell’areale di distribuzione, fra i 1200 e i 2000 metri, prevalentemente su pendii erbosi e praterie, su suolo igneo e raramente calcareo. La v. dasyacanthus ha un aspetto più simile a quello di E. warnockii, con spine più lunghe e rivolte verso l’esterno. Queste piante occupano la parte settentrionale dell’areale, a quote più basse, fra i 900 e i 1500 metri, principalmente in zone desertiche, raramente su pendii erbosi, su substrato igneo e raramente calcareo. Nel tempo sono state segnalate numerose popolazioni con caratteristiche intermedie e ad altitudini intermedie, nel New Mexico e nella Contea di El Paso. Probabilmente un effetto dei cambiamenti climatici che stanno spostando sempre più verso nord e verso l’ alto la fascia di desertificazione. v. dasyachantus v. intertextus Queste piante sono state descritte per la prima volta da Engleman nel 1856 come Ecninocactus intertextus v. intertextus ed Echinocactus intertextus v. dasyachantus. Echinomastus intertextus var. intertextus B&R 1922 Un caso interessante, emerso da studi sul campo relativamente recenti, è stato riportato da Raun (1997) e riguarda alcune popolazioni meridionali di E. intertextus che occorrono nel nord-est della Contea di Brewster, nel Texas, al livello di altitudine più basso conosciuto per questa specie. Queste popolazioni, che furono identificate da Benson (1982) come Neolloydia intertexta v. dasyacantha, vengono considerate da Raun come ibridi di E. intertextus v. intertextus ed E. warnockii, sulla base del colore dello stigma e delle lunghezza delle spine. Nella stessa popolazione sono presenti piante con stigma rosso, rosa, giallo e verde; mentre le spine sono più lunghe di quelle della v. intertextus e meno lunghe di quelle di E. warnockii. pianta da seme, di 5 anni con caratteristiche spine appressate (Aprile 2004) E. Warnockii all’ inizio della fioritura (Aprile 2006) pianta di 8 anni, con spine centrali rivolte all' esterno, all’ inizio della fioritura (Aprile 2006) Echinomastus intertextus var. intertextus B&R 1922 Coltivazione In coltivazione queste piante sono piuttosto delicate soprattutto se vengono bagnate nei periodi più caldi dell’ anno, in cui sembrano rallentare e andare a riposo. La crescita riprende verso fine Agosto, quando la notte comincia a rinfrescare. Le semine crescono bene, i semi sono in genere disponibili e la percentuale di germinazione è più alta rispetto a quella che ho sperimentato per le altre specie. Le piantine crescono abbastanza velocemente e raggiungono una discreta dimensione già verso il secondo anno dalla semina. Il momento più critico si presenta verso i 3/4 anni, all’ inizio della transizione verso la forma adulta, quando le piante diventano improvvisamente più sensibili all’ umidità e alle bagnature. Molte piante, presentano spine con caratteristiche intermedie fra le due varietà intertextus e dasyacanthus pianta di 8 anni, sono presenti piccole spine centrali rivolte all' esterno, il fiore si fa largo a fatica fra le spine apicali. Aprile 2006 pianta di 8 anni da seme con caratteristiche spine appressate, in fiore. Aprile 2006 Echinomastus intertextus var. intertextus B&R 1922 La fioritura inizia verso la fine del mese di Marzo, quando le piante sono ancora asciutte, e si protrae durante il mese di Aprile. Le piante cresciute da seme cominciano a fiorire verso i 6/7 anni. Il frutto matura rapidamente, in circa 2 mesi. Sotto pianta di circa 8 anni alla seconda fioritura (Aprile 2006). A destra il frutto quasi maturo a Maggio 2006 Nel suo lavoro Roberts mette un accento sulla necessità di rispettare il riposo estivo (da Aprile a Luglio) e acidificare l’ acqua, per creare condizioni simili a quelle che occorrono in natura. Naturalmente viene suggerito l’ uso di terriccio ben drenato e di vasi piccoli, in modo che le radici si aciughino rapidamente dopo le bagnature. Echinomastus intertextus var. dasyacanthus Backeberg 1961 In coltivazione la v. dasyacanthus presenta caratteristiche molto simili alla forma tipica. La sua preferenza per ambienti di tipo desertico la rende forse ancora più sensibile all’ umidità. La crescita delle plantule nei primi anni è più pronunciata rispetto alla v. intertextus, piante della stessa età sono in genere più grandi ed è più rapida la transizione verso la forma adulta, con la formazione di coste e la crescita delle spine centrali. ....... una piantina di circa 6 anni, alla prima fioritura nel 2004. Il fiore si fa strada a fatica fra le spine e non si apre completamente. la stessa pianta due anni dopo comincia a fiorie ad aprile 2006. Le coste cominciano a disporsi a spirale, l' aspetto delle spine è assai diverso dalla forma tipica della varietà intertextus Echinomastus intertextus var. dasyacanthus Backeberg 1961 La fioritura è in genere abbondante con molti fiori presenti contemporaneamente che si aprono per diversi giorni di seguito e si protrae fino ai primi di Maggio. Lo stigma, nella maggior parte dei casi, è di colore rosa chiaro. In queste foto viene rappresentata una pianta con la forma caratteristica della v. dasyacanthus, con spine centrali pronunciate, centrali e radiali rivolte verso l’esterno. Tutte le foto risalgono a Maggio 2006 Echinomastus intertextus var. dasyacanthus Backeberg 1961 A destra: piantine seminate a primavera 2006 e fotografate a Novembre 2007, hanno poco meno di 2 anni. Sotto: una pianta di pochi mesi lasciata all'aperto in inverno è sopravvissuta al freddo e all' acqua Gennaio 2008 Echinomastus intertextus var. dasyacanthus Backeberg 1961 Sotto: piantine seminate nel 1998 tutte in fiore all' età di 8 anni ad Aprile 2006. Da sinistra le prime due E. intertextus v. dasyacanthus, E. warnockii, E. intertextus v. intertextus Sopra: piantine seminate a Settembre del 2000 e fotografate a Novembre 2007, hanno poco più di 6 anni, ancora niente fiori Echinomastus warnockii G&F 1975 Caratteristiche principali Echinomastus warnockii è una pianta solitaria che vive nel deserto, ampiamente diffusa fra le pietre, sulle colline calcaree, su depositi alluvionali e raramente su terreni gessosi nelle Contee di Presidio e Brewster, (TX). Alcune popolazioni si trovano verso NordOvest, nelle Contee Jeff Davis, Culberson e Hudspet (TX) a basse altitudini, fra i 500 e i 900 metri, con rare occorrenze oltre i mille metri. Alcuni esemplari sono stati individuati nel deserto del Chihuahua a 1350 metri, su altopiani gessosi. Altri esemplari, che si sono spinti fino ad altitudini più elevate, nella contea di Brewster, mostrano caratteristiche intermedie con Echinomastus intertextus, con spine più corte e appressate e lobi dello stigma di colore rosa e rosso invece che verde o giallo. Questa specie non sembra invece ibridizzare con Echinomastus mariposensis, specie con cui condivide gran parte dell’areale di distribuzione. Le piante sono abbondantemente diffuse nel Big Bend ed il loro aspetto in natura le rende facilmente individuabili. I vecchi esemplari possono accestire ed essere facilmente confusi con E. intertextus. Echinomastus warnockii è stato descritto per la prima volta da L. Benson nel 1969 con il nome Neolloydia warnockii ed è stato ricollocato in Echinomastus da Glass&Foster nel 1975 Echinomastus warnockii G&F 1975 Coltivazione Si differenziano dal complesso di E. intertextus per le spine più lunghe e meno fitte che non oscurano il fusto e per il colore verde giallastro dei lobi dello stigma. In coltivazione è la pianta che fiorisce per prima, producendo molti fiori già verso metà marzo, quando è ancora aciutta dopo il lungo riposo invernale. Come tutti gli Echinomastus richiede esposizione in pieno sole, un terriccio ben drenato e vasi piuttosto piccoli. Il frutto matura in circa 2 mesi dall’ impollinazione. Dettaglio dei fiori Aprile 2006 Pianta con fiore fotografata ad Aprile 2007 Echinomastus warnockii G&F 1975 Dall’ unica pianta in coltivazione (a destra) sono riuscito a produrre dei semi che hanno generato alcune piantine, probabilmente per effetto di ibridazione con Echinomastus intertextus. Nella foto sotto le piantine fotografate quando avevano circa un anno di età Pianta con fiori fotografata ad Aprile 2006 Echinomastus mariposensis Hester 1945 Caratteristiche principali Echinomastus mariposensis è una pianta solitaria del Texas, diffusa nelle Contee di Brewster e Presidio che vive nel deserto in zone brulle e selvagge su suolo roccioso di origine calcarea. E’ diffuso ad altitudini medio basse, fra i 700 e i 1300 metri, principalmente su altipiani ma anche sui pendii e sulle cime dei monti. Pur avendo una distribuzione ristretta ad un habitat specifico ed essendo stata a lungo considerata una pianta rara in natura (Weniger 1988), studi recenti (Raun 1997, Powel&weedin 2004) hanno evidenziato che E. mariposensis occorre abbondantemente nell’areale di distribuzione. Probabilmente le considerazioni di Weniger sono dovute al fatto che la specie è praticamente estinta nella località tipo perché oggetto di prelievi massicci a scopo commerciale, inoltre la località tipo occorre ai margini occidentali dell’areale di distribuzione. Nuove popolazioni, più numerose e formate da piante più grandi e robuste, sono state individuate nel Messico, nel Chihuahua e a Cuatro Cinegas, altre nel Texas, nella contea di Brewster e in altre zone; fortunatamente su aree protette e poco accessibili. Il nome della specie deriva da quello di una miniera (Mariposa Mine) situata vicino a Terlingua, vicino al luogo dove le piante sono state scoperta da Hester nel 1945. Echinomastus mariposensis Hester 1945 Coltivazione E. mariposensis è una pianta che rimane molto piccola, caratterizzata da spine centrali grigio bluastre, che contrastano con le spine radiali bianche piuttosto fitte, che oscurano quasi interamente il fusto. Queste piante sono poco presenti nelle collezioni a causa della loro scarsa disponibilità e delle difficoltà che si incontrano nella coltivazione. La pianta nella figura in basso a sinistra, fotografata a Marzo 2008, ha oltre 15 anni e un buon aspetto, ma non ha mai accennato a fiorire. Viene tenuta in vaso piccolo e terriccio minerale. In basso a destra, la splendida fioritura (foto di una pianta dalla collezione di Giuseppe Ruini) Spine apicali, Febbraio 2008 Pianta con fiori Echinomastus mariposensis Hester 1945 Delle mie esperienze nella semina posso dire che E. mariposensis è una delle specie con percentuale di germinazione più bassa e le piantine sono molto delicate, fra le più difficili da tenere in vita. Da piccole non sembrano gradire posizioni molto soleggiate e crescono meglio se tenute in posizioni leggermente ombreggiate. A destra una piantina di circa 1 anno l’ unica da 10 semi, poi è morta. Sotto a sinistra una plantula dalla collezione di Dante Santori, dopo alcuni anni è ancora molto piccola. Sotto a destra una bella sorpresa, un mariposensis si è infiltrato in una semina di unguispinus: grazie alla mia sbadataggine una piantina si è salvata!!! Echinomastus mariposensis Hester 1945 Semine del 2008 a sinistra le piante avevano circa 1 mese, a destra quasi un anno, alcune sono morte..... Echinomastus unguispinus Britton & Rose 1922 Caratteristiche principali E’ un vero peccato che questa specie Messicana non sia possibile trovare nella letteratura informazioni paragonabili per quantità e qualità a quelle disponibili per le specie diffuse negli USA. Alcune notizie si trovano nel secondo volume sulle cactacee Messicane di Bravo-Hollis e Mejorada del 1991 altre in un articolo di Glass e Foster sul giornale Americano (1975). E. unguispinus è una specie variabile nella forma delle spine e nel colore del fiore, di cui vengono riconosciute due varietà (unguispinus ed E. unguispinus v. durangensis Bravo 1980). Alle altre forme (mapimiensis, laui) non viene in riconosciuto il rango di varietà. Queste piante sono diffuse negli stati di Chihuahua, Coahuila, Durango, Zacatecas e San Luis Potosì e i pochi numeri di campo con informazioni sulle altitudini delle località riportano valori fra i 1300 e i 2100 metri, non sono invece disponibili informazioni sul tipo di suolo e sulle associazioni floristiche caratteristiche della specie. Coltivazione In coltivazione queste piante presentano esigenze simili alle altre specie, in particolare nella loro capacità di sopportare temperature basse in inverno e nella loro avversione all’ umidità. Diversamente dalle altre specie, non ho ancora avuto fiori della varietà unguispinus, nonostante alcune delle piante siano piuttosto vecchie e disponga di un certo numero di esemplari. I risultati ottenuti finora mi stanno convincendo a sperimentare tecniche diverse che nella pratica di altri coltivatori sembrano dare risultati migliori, in particolare ad evitare una sospensione completa delle bagnature nel periodo estivo. unguispinus mapimiensis durangensis laui Echinomastus unguispinus Britton & Rose 1922 E. unguispinus v. durangensis si è rivelato di crescita più rapida e ha cominciato a fiorire in modo abbondante già verso i 6 anni. Di questa varietà sono riuscito ad avere frutti che hanno dato luogo a numerose nuove piantine. Come per le altre specie queste piante si trovano di rado in vendita e nelle collezioni. I semi sono in genere disponibili e non ho notato particolari problemi di germinazione. Le plantule crescono bene e quelle della varietà unguispinus mostrano le caratteristiche spine uncinate già nel secondo/terzo anno di età. Le foto in questa pagina e nelle successiva illustrano le diverse forme in coltivazione. Pianta di oltre 10 anni semine di 5/6 anni Pianta di oltre 7 anni Echinomastus unguispinus var. unguispinus B&R 1922 La forma laui della v. unguispinus, descritta da Frank & Zecker nel 1978, presenta spine centrali più robuste ed è la forma più meridionale della specie. Sotto pianta di circa 8 anni da seme, a sx dettaglio delle spine apicali, (foto e pianta dalla collezione di Dante Santori) Echinomastus unguispinus var. unguispinus B&R 1922 a sinistra dettaglio delle spine apicali con fiori (foto e pianta dalla collezione di Dante Santori) Sotto pianta in fiore, (foto e collezione di Mauro Menotti) Echinomastus unguispinus var. durangensis Bravo 1980 a sinistra E. unguisinus v. durangensis, pianta con fiori. Sotto la forma mapimiensis descritta da Backeberg nel 1973, scoperta nella regione di Mapimì e successivamente raccolta anche vicino a Cuatro Cinegas (foto e pianta dalla collezione di Dante Santori). Echinomastus unguispinus var. durangensis Bravo 1980 dettaglio del fiore, da sx in alto, via via che il fiore matura cambia la colorazione dei petali Echinomastus unguispinus B&R 1922 sotto: dettaglio del frutto aperto con semi, a dx semine di v. durangensis e v. unguispinus Echinomastus Britton & Rose Riferimenti – Anderson, E. F. 2001. The Cactus Family. Timber Press, Portland – Benson Lyman 1982. The cacti of the United States and Canada. Stanford University press – Bravo-Hollis H., Sanchez Mejorada H. 1991. Las Cactaceas De Mexico, vol II and III, UNAM. Mexico – Hunt David 2006. The new cactus lexicon – Innes C., Glass C. 1992 Enciclopedia delle Cactaceae. Zanichelli, Bologna – Lodi G. 1979. Le mie Piante Grasse. Edagricole, Bologna – Powell A. M. & Weedin J. 2004. Cacti of the trans-pecos & adiacent areas, Texas Tech. University Press – Preston-Mafham R&K, 1991. Cacti The Illustrated Dictionary. Blandford, London – Weniger D. 1988. Cacti of Texas and Neighboring States. University of Texas, Austin – G. G. Raun sul Cactus and succulents Journal (US) Vol 69 1997, “echinomastus in the trans- pecos region of texas” – E. Roberts ha prodotto una serie di articoli sul giornale americano dal titolo “Home Grown: Cactus Tips from a master Grower”. Quello sul vol. 79 del 2007 ha il titolo “Gymnocactus and Echinomastus” – C. Glass and R. Foster 1975. The Genus Echinomastus in the Chihuahuan Desert. Cact. Succ. J. (US) 47: 218-223 Echinomastus Britton & Rose Marzo 2009 Echinomastus Britton & Rose Echinomastus Britton & Rose Echinomastus Britton & Rose Echinomastus Britton & Rose Echinomastus Britton & Rose 28 Marzo 2009 Bruno Magnani