LA MODERNIZZAZIONE
Cambiamenti nell’economia
Il capitalismo
• Nelle società moderne c’è un’economia complessa di
scambio basata sul capitalismo. La nozione di capitalismo è
stata introdotta da Marx per indicare il modo di produzione
tipico dell’economia moderna. Per Marx quella capitalistica è
un’economia di sfruttamento (vedi capitolo su Marx)
• Tuttavia secondo altri pensatori più recenti il capitalismo ha
anche aspetti positivi, in quanto si configura come
un’economia di sviluppo, fondata sulla imprenditorialità,
ovvero la tendenza a dar vita a imprese, a organizzazioni
produttive gestite razionalmente in vista di un profitto
crescente. Secondo Schumpeter l’imprenditore è un
innovatore, il quale usando la ragione e ricorrendo alla
scienza e alla tecnica cerca di ridisegnare l’attività della sua
impresa al fine di conseguire il profitto, che poi reinveste in
gran parte nell’impresa stessa
L’economia di mercato
• L’economia moderna è un’economia di mercato. Per
mercato si intende il sistema di liberi scambi di merci,
in cui compratore e venditore negoziano su un piano
di parità e i prezzi sono in gran parte definiti
spontaneamente, attraverso il gioco di domanda e
offerta
Il potenziamento della produzione
• La produzione nelle economie moderne è legata a un
massiccio sfruttamento dell’energia inanimata
• Cresce la capacità di attingere l’energia inanimata
dall’ambiente e di controllarla
• Si moltiplicano le fonti di energia:
• l’energia termica, oltre che dal legname, è ricavata dal carbon
fossile, poi dal petrolio e dai gas naturali
• alla termica si aggiunge l’energia nucleare
• comincia la produzione di energia elettrica, ottenuta per
trasformazione di energia idraulica, termica o nucleare
L’agricoltura moderna
• L’agricoltura moderna è più avanzata ed efficiente
• Nasce il capitalismo agrario: aziende agricole gestite da
proprietari con spirito imprenditoriale
• Già nel XVII e XVII secolo si cominciano a usare le prime
macchine (trebbiatrice e seminatrice) e migliorano le tecniche
agrarie (rotazione quadriennale)
• Tra il XIX e XX secolo la meccanizzazione comincia a sfruttare
l’energia inanimata. L’aratro a vapore compare nel 1860,
dapprima negli USA. I trattori dotati di motore a scoppio
fanno la loro comparsa nel 1907 negli USA (i motori, fin dal
primo apparire delle locomotive e delle navi a vapore,
favorirono l’agricoltura anche indirettamente, facilitando i
trasporti, la distribuzione e la commercializzazione)
Il salto in avanti dell’agricoltura moderna
• La macchina in una singola operazione semina, fertilizza
e diserba
L’industria
• Una caratteristica fondamentale dell’economia moderna è
l’importanza dell’industria, la quale è un’attività produttiva
secondaria, ovvero di trasformazione delle materie prime in
prodotti finali e si differenzia dall’artigianato tradizionale in
quanto basata sul sistema della fabbrica (uno stabilimento in
cui sono concentrati molti lavoratori, la lavorazione si avvale di
macchinari, si seguono programmi tecnici stabiliti, il lavoratore
ha il ruolo di controllare o integrare le operazioni sulle
macchine)
• L’industria compare in Occidente con la rivoluzione
industriale (tra metà del XVIII e primi decenni del XIX secolo).
Comincia in Inghilterra e si diffonde negli altri paesi. Dopo la
fase di rivoluzione industriale si susseguono altri cambiamenti
e l’industria continua a svilupparsi
Le 4 fasi del processo di
industrializzazione
• Fase 1 (1740-1840): rivoluzione classica
• Predomina settore tessile
• Meccanizzazione a vapore
• Aumento produzione
• Fase 2 (1840-1900)
• Predomina settore siderurgico (ferro, acciaio, ecc.)
• Sviluppo ferrovie e navigazione a vapore
• Fase 3 (1900-1950)
• Moltiplicazione dei settori (tra cui automobilismo e aereonautica)
• Chimica industriale
• Introduzione dell’elettricità
• Avvento del consumismo di massa
• Fase 4 (1950-oggi)
• Energia nucleare
• Robotizzazione e informatizzazione
• Declino del fabbisogno di manodopera
Lo sviluppo economico
• Le società moderne sono più produttive e più ricche di
quelle tradizionali
• La loro ricchezza è in crescita: mentre l’economia
tradizionale è di quasi stagnazione (non cresce o cresce
poco), quella moderna è un’economia di sviluppo (ciò è
evidente dall’aumento del consumo di energia e
dall’incremento di produttività)
Il benessere
• Lo sviluppo porta con sé benessere economico. Il PIL pro
capite nella storia dell’Occidente moderno aumenta
• [IL PIL è il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti
in un paese in un dato periodo di tempo. Esso esprime quindi il
valore della ricchezza o del benessere di un paese. Il PIL pro
capite è il prodotto interno lordo di un paese diviso il numero di
componenti la popolazione]
• Il progressivo benessere è stato possibile nonostante la
crescita demografica. La produzione è cresciuta più della
popolazione e si è messo in moto un processo cumulativo:
più aumentava la ricchezza, più si creava un surplus non
consumato, che debitamente investito produceva nuova
ricchezza
• Sono cresciuti anche i salari e la gente ha avuto più
disponibilità di denaro. L’eccedenza è stata spesa per
consumi vari (beni e servizi)… e oggi??
PIL
PIL ultimi anni Italia e confronto Area
Euro:
http://www.banknoise.com/2010/05/a
ndamento-del-pil-in-italia-confrontocon-area-euro-e-ue.html
Crescita percentuale annua del PIL in
Italia
1996 +2,1%
1997 +1,9%
1998 +1,4%
1999 +1,7%
2000 +3,9%
2001 +1,8%
2002 +0,3%
2003 +0,1%
2004 +1,1%
2005 +0,6%
2006 +1,9%
2007 +1,5%
2008 -1,4%
2009 -5,1%
2010 +1,3%
Valori Concatenati ISTAT
dal 2001 al 2005, Istat "Conti Economici
Nazionali 2001-2005"
Perché 2009 al -5,1%?
• Anche il PIL italiano ha risentito della crisi finanziaria che si è originata nel 2008 in USA:
• Gli Stati Uniti, l'economia più grande del mondo, sono entrati in una grave crisi creditizia e
ipotecaria che si è sviluppata a seguito della forte bolla speculativa immobiliare (la nota vicenda
dei mutui subprime a tasso variabile) e del valore del dollaro molto basso rispetto all'euro e ad
altre valute
• Dopo diversi mesi di debolezza e perdita di impieghi, il fenomeno è collassato tra il 2007 e il 2008
causando il fallimento di banche ed entità finanziarie e determinando una forte riduzione dei
valori borsistici e della capacità di consumo e risparmio della popolazione
• A settembre 2008, i problemi si sono aggravati con la bancarotta di diverse società legate al credito
ed alla finanza immobiliare, come la banca di investimenti Lehman Brothers, le società di mutui
Fannie Mae e Freddie Mac o la società di assicurazioni AIG
• Il governo nordamericano è intervenuto iniettando liquidità per centinaia di miliardi di dollari con
l'obiettivo di salvare alcune di queste società. Nel frattempo gli indici borsistici delle borse
americane, specchio della salute dell'economia USA, sono letteralmente colati a picco con perdite
che dall'inizio dell'anno hanno superato il 40% del valore.
Rapporto
Debito/PIL
Più che il valore
assoluto del debito, un
importante indice della
solidità finanziaria ed
economica di uno
Stato (come prescritto
anche nel caso del Patto
di stabilità e crescita
vigente nell'Unione
Europea) è il rapporto
tra il debito pubblico ed il
Prodotto interno lordo, in
quanto il PIL in questo
caso rappresenta un
indice o parametro di
quanto lo Stato è in
grado di risanare il
proprio debito
pubblico tramite ad
esempio imposizione
fiscale
Chi ha in mano il debito pubblico italiano?
I debiti pubblici
Europei (che
intreccio!)
Cenni sull’economia italiana
• Membro del G8, secondo la Banca Mondiale nel 2010 l'Italia rappresenta l'ottava potenza
•
•
•
•
•
economica del pianeta per PIL nominale assoluto, davanti all'India e dietro al Brasile.
Nel 2009 l'Italia occupa la 27ª posizione al mondo per PIL pro capite nominale (12ª
nell'Unione europea) e la 25ª per PIL pro capite per potere d'acquisto (12ª nell'Unione
europea), ponendosi nel contempo all'ottavo posto per valore delle esportazioni e al settimo
per quello delle importazioni.
L'economia italiana è fortemente orientata verso il settore dei servizi, che nel 2006 ha
rappresentato quasi i 2/3 del PIL prodotto. Il tessuto produttivo dell'economia è formato in
prevalenza di piccole e medie imprese: quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran
parte dalle famiglie fondatrici e, in taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di public
company, impresa a capitale diffuso gestita da un management, è poco diffuso.
Durante gli anni novanta l'Italia ha perseguito una rigida politica fiscale per far fronte alle
richieste dell'Unione economica e monetaria, e ha tratto beneficio dai tassi più bassi di
inflazione e di interesse. Tuttavia, problemi come l'evasione fiscale, l'elevato debito
pubblico (119,1% del PIL) e, nel Mezzogiorno, la malavita organizzata, continuano ad
ostacolare lo sviluppo dell'economia nazionale
Il Paese ha aderito all'euro nel 1999, sostituendo la lira a partire dal 2002
A causa della dura crisi economica del 2008-2010, nel 2010 il tasso di disoccupazione in
Italia ha raggiunto l'8,4%, vicino di nuovo all'8,6% del 2002 ma lontano dai minimi degli ultimi
anni del 6,1% del 2007.
Cenni sull’economia italiana
La tabella qui sotto riporta il PIL prodotto in Italia ai prezzi correnti di mercato nel 2010, espresso in
milioni di euro, suddiviso tra le principali attività macro-economiche:
Attività macro-economica
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria in senso stretto
Costruzioni
Commercio, alberghiero, trasporti e
comunicazioni
Credito, attività immobiliari e servizi
professionali
Altre attività dei servizi
Totale valore aggiunto ai prezzi base
PIL Italia ai prezzi di mercato
PIL prodotto (mln di Euro)
26.370
267.323
82.685
307.530
393.614
308.247
1.385.768
1.547.643
Disoccupazione in Italia
• Articoli per approfondire:
• http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-1031/disoccupazione-italia-sale-settembre100257.shtml?uuid=AayUCTHE
• http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-09-15/ocseitalia-disoccupazione-giovanile101108.shtml?uuid=AaBiCa4D&fromSearch
L’evoluzione dei settori produttivi
• Con la modernizzazione c’è stato un progressivo spostamento
dell’economia dall’agricoltura verso l’industria e i servizi (settore
terziario)
• Il terziario è il settore economico in cui si producono o forniscono
servizi e comprende tutte quelle attività complementari e di ausilio
alle attività dei settori primario (agricoltura, allevamento, estrazione
delle materie prime, ecc.) e secondario (industria) che vanno sotto il
nome di servizi. In sostanza si occupa di prestazioni immateriali le
quali possono essere incorporate o meno in un bene
• Il settore terziario si può suddividere in tradizionale, comprendente
servizi tradizionalmente presenti praticamente in ogni epoca e cultura,
e avanzato, caratteristico degli ultimi decenni. Se in un'economia
poco sviluppata esistono senz'altro attività di questo settore (si pensi
ai servizi alberghieri), la società in cui si sviluppa il settore terziario
avanzato offre servizi sempre più complessi (servizi commerciali,
assicurativi, bancari, informatica, di ricerca e sviluppo; consulenza
legale, fiscale, tecnica; analisi, collaudo, formazione, comunicazione,
marketing…)